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Analisi delle competenze nel dialetto italo-romanzo/lingua sarda

1. Quadro teorico della ricerca

4.2 Analisi del gruppo italofono di origine regionale mista

4.2.2 Analisi sociolinguistica

4.2.2.2 Analisi delle relazioni codici-domini a Berlino

4.2.2.3.3 Analisi delle competenze nel dialetto italo-romanzo/lingua sarda

Il soggetto in questione lavora per un’istituzione dell’Unione Europea specializzata sotto il profilo tecnologico. Si può dunque supporre un’ottima conoscenza del tedesco, ma nonostante ciò egli di-chiara competenze che non lo soddisfano, soprattutto a causa del bagaglio lessicale. Dunque un alto grado di istruzione, un’alta competenza della lingua del paese ospite, un lavoro di prestigio non ba-stano a far sentire integrato un soggetto? È probabile che al crescere delle competenze corrisponda una maggiore severità nelle autovalutazioni.

4.2.2.3.3 Analisi delle competenze nel dialetto italo-romanzo/lingua sarda

Nonostante lo scarso utilizzo del dialetto italo-romanzo o del sardo dichiarato nel dominio della fa-miglia, si raccolgono valutazioni comprese tra il buono e l'ottimo in circa la metà del campione,ad eccezione della produzione scritta. Tuttavia dalle interviste riportate per chiarire l’uso del dialetto nel dominio dell’amicizia del presente lavoro, non sempre risulta chiaro se la competenza attiva sia effettivamente così elevata come sostenuto in molti casi. Se ne ha la certezza solo in tre casi, ovvero per quegli individui che hanno dichiarato l’utilizzo del dialetto italo-romanzo con i genitori.

6 soggetti dichiarano competenze nulle in tutte le abilità. Ancora una volta la lettura e la scrittura sono da intendersi, per il primo caso, come la lettura di libri di poesie, di solito avvenuta in contesti scolastici, per il secondo come una possibilità non sempre compiuta, come l'idea di essere in grado di mettere nero su bianco il proprio dialetto, senza però aver mai frequentato studi formali. Inoltre il dialetto, soprattutto se toscano, è visto più come un accento, elemento confermato anche da alcune interviste a membri di seconda generazione:

Ilm1. Forse è un po’ differente tra il dialetto e l’accento (…) non lo so non è un dia -letto (in riferimento alla varietà dei genitori di Massa Carrara) non è che le parole si dicessero diverse da quelle dell’italiano capisci? Non era un dialetto era un accento.

E ancora:

Lfm1. Il dialetto l’unico che poi capisco e potrei anche un pochino parlare è il tosca-no che tosca-non è molto dialetto (…).

Informanti Leggere Scrivere Parlare Ascoltare

Lum1 b n b b

Lfm1 n n n n

Mam1 n n b b

Gom1 n n n n

Mim1 o n s o

Ilm1 n n n n

Cam1 b n b b

Lmm1 n n n n

Sim1 n n n n

Tim1 b b b b

Anm1 b b s b

Sem1 o b b o

Elm1 b s b o

Nim1 n n n n

Rom1 b s o o

Pam1 n n o o

Tabella 26. Analisi delle abilità linguistiche nei riguardi del dialetto italiano conosciuto.

4.2.2.3.4 Analisi delle competenze nel dialetto berlinese

Le abilità nel dialetto berlinese sono tendenzialmente medio-basse.

Informanti Leggere Scrivere Parlare Ascoltare

Lum1 b b b b

Lfm1 s n n s

Mam1 b b b b

Gom1 n n n n

Mim1 b n n b

Ilm1 n n n n

Cam1 n n s b

Lmm1 n n n n

Sim1 s s s s

Tim1 n n n n

Anm1 b s s b

Sem1 n n n b

Elm1 s n s n

Nim1 n n n n

Rom1 s n s b

Pam1 n n n n

Tabella 27. Analisi delle abilità linguistiche nei riguardi del dialetto berlinese.

Anche nel presente caso la lettura si riferisce o a dei contributi del “Berliner Morgenpost” in dialet-to berlinese per festeggiare un anniversario o al libro “Der Hauptmann von Köpenick”, citadialet-to anche dalla seconda generazione.

4.2.3.4 Ruolo dei codici compresenti nel repertorio

Anche per il campione italofono si analizza il ruolo che spetta ad ogni codice all'interno del reperto-rio linguistico. In particolare si può osservare la quasi totale assenza del dialetto o del sardo con l'eccezione di tre soggetti. In un caso, infatti, la cultura è rappresentata dal dialetto napoletano, in un caso da una commistione di lingua sarda, italiana e tedesca ed, infine, da italiano e dialetto. Si noti comunque che tali affermazioni non inficiano il fatto che i soggetti siano italofoni, ma provano che il concetto di cultura è fortemente radicato non solo in una realtà genericamente nazionale, ma an-che in una realtà locale dai contorni ben precisi. Si assiste tuttavia alla lenta fuoriuscita di tale codi-ce dal repertorio, infatti, la trasmissione del dialetto ai figli non è contemplata da nessuno degli in-formanti, che lo dichiarerà, nel migliore dei casi, come un arricchimento potenziale che però non ha trovato espressione compiuta. L'identità, in particolare l'identità attuale, è un'astrazione maggior-mente sfuocata, di difficile definizione. Tuttavia, si osserva l'inclinazione dei soggetti maschili a de-finirsi ancora italiani, mentre alcuni soggetti femminili tendono a dede-finirsi di identità italo-tedesca,

quando non addirittura tedesca. Si noti che costoro, unitamente a coloro che hanno dichiarato una cultura mista in senso tedesco, hanno dei figli maggiormente indirizzati al mondo tedescofono, così come vedremo nell'analisi della seconda generazione e come si può osservare nell'utilizzo linguisti-co dei linguisti-codici nel dominio della famiglia. Emerge in misura maggiore rispetto al gruppo dialettofono la lingua inglese come lingua del successo, più utile e importante per migliorare le proprie condizioni. Anche nella seguente tabella non emerge in alcun modo il dialetto berlinese. Esso non ricopre probabilmente nessun ruolo all'interno del repertorio, nonostante le competenze verso tale codice non siano sempre nulle.

Tabella 28. Analisi del ruolo dei diversi codici all’interno del repertorio.

4.2.3.5 Analisi delle motivazioni all'apprendimento e atteggiamenti linguistici nei confronti del tedesco

Innanzitutto si è chiesto agli informanti di dichiarare la propria frequenza a corsi di tedesco e le mo-tivazioni che li hanno spinti a parteciparvi. Come si evince chiaramente dalla tabella di seguito, tutti gli informanti, con una sola eccezione, hanno studiato formalmente il tedesco dai tre mesi ai 3 anni di corsi oppure direttamente all'università in Italia e, in alcuni casi, in Germania. Tutti coloro che hanno frequentato corsi di tedesco accostano sia la motivazione strumentale sia integrativa.

Informanti Frequenza corsi Durata Motivazione

strumen-tale Motivazione integrati-va

Lum1 1 anno e mezzo x x

Lfm1 2 anni x x

Mam1 _ _ _ _

Gom1 Laurea in lingue

Mim1 6 mesi (8 anni scuola) x x

Ilm1 1anno e mezzo x x

Cam1 1 anno x x

Lmm1 1 anno e mezzo x x

Sim1 3 anni x x

Tim1 Laurea in lingue

Anm1 Laurea in lingue

Sem1 Laurea in lingue 6 mesi

Elm1 2 anni x x

Nim1 1 anno x x

Rom1 8 mesi x x

Pam1 3 mesi x x

Tabella 29. Frequenza di corsi di tedesco e analisi delle motivazioni.

Tali dati hanno forse salvaguardato gli informanti dall'avere prolungati problemi linguistici e dun-que sociali e personali come dun-quelli descritti per il campione prevalentemente dialettofono. Sebbene alcuni problemi di comunicazione assillino tutt’ora anche loro:

Nim1. (…) Diciamo che sono arrivata al punto che capisco bene i film riesco a ca-varmela molto bene quando vado dal dottore quando vado a parlare con le maestre quando ho un appuntamento in banca queste cose riesco a cavarmele ho delle diffi-coltà quando parlo al telefono perché magari la gente parla troppo veloce ho delle difficoltà infatti spesso e volentieri scrivo gli orari e le date sul calendario le sbaglio coi numeri e poi ho delle difficoltà a leggere il tedesco ufficiale (…).

Gli atteggiamenti nei confronti della lingua tedesca si confermano tendenzialmente positivi, come verrà approfondito in seguito, ma le componenti affettive e cognitive sembrano comunque essere sostenute principalmente dai pregiudizi comunitari tipici della realtà italiana e non solo, esattamente come per il campione dialettofono.

4.2.3.6 Analisi delle percezioni nei confronti del dialetto berlinese

Anche al campione italofono è stato chiesto di associare un aggettivo alla situazione reale o poten-ziale per cui un tedesco si rivolgesse loro in berlinese anziché in lingua tedesca. I risultati sono esposti di seguito:

Informanti Maleducato Fuori luogo Inaspettato Gentile Amichevole Altro

Lum1 Normale

Lfm1

Mam1 Normale

Gom1 x Folk

Mim1 Simpatico/Non

maleducato

Ilm1 Normale

Cam1 Indifferente

Lmm1 x

Sim1 x x

Tim1 x

Anm1 Divertente

Sem1 x

Elm1 Traumatico

Nim1 Legato ad

anzia-ni

Rom1 Dipende dal

modo

Pam1 Normale

Tabella 30. Analisi delle percezioni nei confronti del dialetto berlinese.

Iniziamo col dire che nessuno degli informanti pensa che l'utilizzo del dialetto sia un modo per escluderli dalla conversazione, ma in effetti le idee non sembrano omogenee. Se poniamo infatti come neutri gli assunti: legato agli anziani, dipende dal modo, normale, inaspettato; come positivi gli aggettivi: gentile, folk, divertente; per negativi gli aggettivi: traumatico, maleducato, fuori luogo, non si può dedurre esattamente la tendenza degli atteggiamenti verso tale codice, con il quale sem-plicemente non entrano probabilmente in contatto durante le comunicazioni quotidiane.

Si osservi la seguente intervista:

I. Ti è mai capitato che qualche tedesco ti si rivolgesse in dialetto tedesco anziché in tedesco?

Ilm1. È si gli operai

I. E come ti è sembrato questo atteggiamento? Ti dà fastidio, ti sembra una cosa nor-male, ti sembra…

Ilm1. No non mi dà fastidio cioè quello parla così perché perché no quelli parlano così sempre cioè non lo prendo come una scorrettezza nei miei confronti quelli par-lano così e poi gli dico “guardi io così non vi capisco che ha detto Lei? Me lo ridica per bene”.

Il dialetto berlinese è percepito legato all’identità, tuttavia non alla stregua di un dialetto italiano, come nel seguente caso il napoletano, bensì forse come il toscano:

Anm1. Ma il dialetto berlinese non è rispetto al napoletano non è così forte nel senso che ci sono poche parole o che vengono usate meno parole un leggero come si dice un accento leggermente diverso il napoletano è completamente diverso dall’italiano (…) il dialetto berlinese è facile da capire da cogliere sono poche regole invece il dialetto napoletano non è un dialetto è una lingua (…) però come identità certo.

I. È sempre identitario?

Anm1. Sì sì

I. di Berlino? Uguale est o ovest?

Anm1. Ah si dice che ma non lo so questo che i berlinesi dell’est siano molto più le-gati al loro dialetto.

Tendenzialmente però, il dialetto berlinese:

Mim1. (…) non mi piace mi sembra anche abbastanza grezzo grezzotto insomma no non mi piace molto (…).

4.2.3.7 Atteggiamenti linguistici nei confronti della lingua italiana e del dialetto