• Keine Ergebnisse gefunden

LO SCAVO BONI E LO STUDIO DELLA FONDAZIONE DELLA COLONNA DI TRAIANO

Im Dokument H ISBN: 978-3-902976-53-6 (Seite 65-69)

Nell’ambito del cantiere di restauro della Colonna di Traiano (Tav. 10, Fig. 1) promosso dalla Soprin-tendenza Archeologica di Roma a partire dal 2000, la necessità di sostituire la copertura metallica originaria dello scavo effettuato da Giacomo Boni nel 1906 lungo il lato nord-occidentale del basa-mento della Colonna (Tav. 10, Fig. 2), ha indotto la Direzione Lavori, nella persona dell’Architetto Giangiacomo Martines, a far eseguire una nuova documentazione grafica tesa ad attestare lo stato del-lo scavo a quasi cento anni di distanza dalla sua apertura.

Questo luogo, infatti, offre ancora oggi la possibilità di osservare tutte le unità stratigrafiche e di comprenderne in parte alcuni rapporti, nonostante le manomissioni di età post-antica e medievale ab-biano causato la creazione di una grotta scavata al di sotto del basamento marmoreo della Colonna in cui si rinvennero diciotto scheletri umani (Tav. 10, Fig. 3) e i restauri e le integrazioni moderne abbia-no rispettivamente compromesso ed in parte celato la situazione originaria.

Giacomo Boni affermava che “… La sostruzione della colonna … tagliò le costruzioni anteriori che, verisimilmente, fiancheggiavano il clivus, un tratto della strada stessa e la massicciata di platea al cortile delle biblioteche … Sporge m. 0,20 dalla solea di travertino. Per l’altezza di questa (m. 0,77) rimaneva all’intorno un solco largo m. 0,12–0,20 (distanza fra la solea e la massicciata della platea) che dai costruttori della Colonna fu riempito con selce e malta di pozzolana rossa. Il riempimento si scorge al lato ovest, per un tratto m. 1,50 e largo m. 0,20, e al lato nord, presso l’angolo che tagliò la strada, per m. 1,40. Quivi è visibilissima la linea di separazione tra la platea ed il riempimento; limite preciso della sostruzione sottostante, palesato dallo scavo”1 (Tav. 10, Fig. 4).

Sulla base di questa affermazione alcuni studiosi hanno ritenuto che la posizione della Colonna di Traiano nel piccolo cortile delle biblioteche sia frutto di un ripensamento in corso d’opera, dato che la sua fondazione taglia quella in cementizio del suddetto cortile.2 La posizione originaria della Colonna doveva essere ricercata, quindi, in altri spazi forensi3 e le varie proposte avanzate in merito sono state fortemente osteggiate in quanto lesive della singolarità progettuale e ideologica della Colonna in seno al complesso sistema architettonico e figurativo del Foro di Traiano.4 La nuova indagine ha permesso di evidenziare la probabile sequenza costruttiva della Colonna, che è fin dall’inizio parte integrante del cortile delle biblioteche, di definire, inoltre, il sistema di movimentazione e di messa in opera dei blocchi di travertino della solea e di precisare la tessitura pavimentale del suddetto cortile.

Per verificare la veridicità di tale asserzione si è deciso di non limitare l’indagine archeologica al-la soal-la area scavata dal Boni, bensì di alal-largaral-la all’intero perimetro delal-la fondazione delal-la Colonna di Traiano per comprenderne a fondo le dinamiche costruttive (Tav. 11, Fig. 5), dato che la documenta-zione grafica e fotografica fino a oggi esistente era limitata al lato settentrionale e a una minima parte di quello occidentale.5

La pulizia effettuata nell’area indagata da Giacomo Boni ha permesso di comprendere che la stra-da basolata è tagliata stra-dal cavo di fonstra-dazione della Colonna (Tav. 11, Fig. 6), che una volta armato ne

1 Boni (1907), in particolare 400.

2 Richardson (1977); Lepper, Frere (1988) 15; Ward-Perkins (1992); Richardson (1992)177.

3 Si vedano i riferimenti a Richardson citato a nota 2.

4 Infatti gli studiosi tendono sia a rifiutare del tutto l’idea dell’afterthought, La Regina (1988), in particolare 36–44; Settis (1988); Coarelli(1999); Amici (1982) 58, nota 4; Pensabene, Milella (1989); Lugli(1992) 286–295; Packer (1994), in parti-colare 182; La Rocca (1998), in partiparti-colare 167–173; oppure provano a conciliarla con il pretesto di cambiamenti in corso d’opera determinati da esigenze di cantiere, Lancaster (1999), in particolare 421–426 e 437–439.

5 Boni (1907), in particolare 365, fig. 3 e 366, fig. 4 per la documentazione grafica; figg. 14–15, 16, 22–23, 25–26 e 29 per la documentazione fotografica; inoltre si veda Boni (1907–1908); Boni (1912).

Matthias Bruno — Fulvia Bianchi 52

doveva accogliere la fondazione in cementizio, a cui è contiguo uno strato di argilla posto a livellare l’area dopo aver rasato le strutture preesistenti e, quindi, a sua volta obliterante la suddetta strada. Al di sopra è visibile la platea di fondazione del cortile delle biblioteche, distinta mediante uno strato di riempimento dalla solea in blocchi parallelepipedi di travertino, i quali sono allettati su un sottile strato di calce sul piano di spiccato della fondazione in cementizio della Colonna.

Alcune relazioni tra le unità stratigrafiche visibili nello scavo e determinate caratteristiche intrin-seche delle stesse potrebbero suggerire un’altra sequenza costruttiva rispetto a quanto affermato da Giacomo Boni: lo strato di livellamento di argilla (US IV) si appoggia al cementizio della fondazione (US III) della Colonna fuoriuscito dal cavo armato colando con andamento verticale obliquo. Pertanto l’apertura del cavo di fondazione della Colonna potrebbe aver comportato solo il taglio (US II) della strada basolata (US I) rispetto al limite superiore della quale il cavo armato doveva fuoriuscire di cm 50 ca. Una volta realizzata la fondazione in cementizio (US III) della Colonna viene disteso lo strato di argilla (US IV) posto ad annullare il dislivello esistente sopra al quale viene realizzata la platea in ce-mentizio (US V) del cortile delle biblioteche gettata contro un cavo armato. Questo insiste sulla fonda-zione (US III) in cementizio della Colonna ed è funzionale a risparmiare un’area che doveva accoglie-re i blocchi (US VII) in travertino della solea della Colonna, come sembaccoglie-reaccoglie-rebbe suggeriaccoglie-re la accoglie-regolaaccoglie-re disposizione degli scapoli lapidei della platea di fondazione. Gettata la fondazione (US V) in cementi-zio della platea e dismesso il relativo cavo di fondacementi-zione, lo spacementi-zio vuoto viene occupato dai blocchi (US VII) della solea della Colonna e quello di risulta tra quest’ultima e la platea riempito con malta violacea (US VIII).6

Questa nuova proposta di sequenza costruttiva, che esclude l’ipotesi del taglio della fondazione in cementizio della platea del cortile delle biblioteche, viene corroborata da una foto dell’Archivio Co-lonna Traiana (Tav. 12, Fig. 7) la quale mostra la regolare posizione su file pressoché parallele degli inerti della fondazione in cementizio del cortile delle biblioteche.7 Questa disposizione è stata deter-minata dall’allettamento degli inerti contro la fodera di tavole della cassaforma, di cui sembra addirit-tura possibile riconoscerne le impronte. Questa è stata utilizzata per risparmiare all’interno della getta-ta in cementizio della platea il cavo aperto in corrispondenza della fondazione in cementizio della Co-lonna ed era destinato ad accogliere i blocchi parallelepipedi in travertino della solea. Inoltre, è ben visibile sul fianco della fondazione in cementizio della platea e in sezione un piccolo lacerto dello strato di malta violaceo gettato per riempire lo spazio vuoto di risulta tra quest’ultima e la solea in travertino.8

L’estensione della pulizia dell’area perimetrale della Colonna di Traiano all’interno del cantiere di restauro ha evidenziato, a differenza di quanto registrato dalla documentazione fino a oggi esistente, che lo strato di riempimento in pozzolana violacea è presente in modo omogeneo lungo tutta la solea in travertino ed è contenuto tra quest’ultima e la platea di fondazione del cortile delle biblioteche (Tav.

11, Fig. 5). Questo strato di riempimento è l’ultima operazione effettuata a livello di fondazione prima della posa in opera dei blocchi marmorei del basamento della Colonna e dell’allettamento delle lastre lapidee della pavimentazione del cortile delle biblioteche.

La pulizia dello scavo di Giacomo Boni ha permesso inoltre di definire con assoluta certezza le ultime tre fasi di costruzione della fondazione della Colonna:

1) presenza del cavo quadrato nella fondazione della platea del cortile delle biblioteche in seguito alla gettata del cementizio, il cui limite inferiore è costituito dal piano di spiccato della fondazione in cementizio della Colonna;

2) messa in opera dei blocchi in travertino della solea della Colonna calati dall’alto e posizionati subito in modo esatto l’uno rispetto all’altro;

3) riempimento con malta violacea dello spazio di risulta tra la solea e la platea del cortile.

6 Bruno, Bianchi (2006), in particolare 294–298, note 10–16.

7 Archivio Colonna Traiana, Palazzo Altemps, Soprintendenza Archeologica di Roma, foto su lastra, “9, angolo ovest della solea asportata” (ulteriore numerazione 35 e 24), la quale viene pubblicata senza una buona risoluzione da Giacomo Boni (1907), in particolare 391, fig. 26, a detrimenti o di alcuni particolari chiaramente leggibili invece nella lastra originale.

8 Si vedano le osservazioni in Bruno, Bianchi (2006), in particolare 317–318, note 47–48.

Lo scavo Boni e lo studio della fondazione della Colonna di Traiano 53

Lo spazio vuoto tra la platea di fondazione del cortile delle biblioteche e la solea in travertino del-la Colonna aveva due specifiche funzioni: del-la prima, contenere le interferenze tra del-la piattaforma in ce-mentizio del cortile e il bulbo di pressione della fondazione della Colonna (t 1100), che al contrario sarebbe aumentato nel caso dell’esistenza di un vincolo tra le due fondazioni;9 la seconda, facilitare e permettere, come vedremo, la movimentazione e il posizionamento finaledei blocchi.

La pulizia della platea di fondazione del cortile, che a sud della Colonna si è estesa fino a lambire i blocchi di fondazione del lato settentrionale della Basilica Ulpia, ha permesso di riscontrare variazio-ni di quota di circa cm 20 tra la zona della platea del cortile prospiciente l’ingresso della Colonna e il settore compreso tra i suddetti blocchi del muro della grande aula basilicale e il braccio meridionale della fogna del cortile (Tav. 12, Fig. 8). Tale differenza di quota, che è stata anche registrata lungo i margini orientale e settentrionale della platea del cortile, è dovuta a un cedimento della platea verifica-tosi in corrispondenza del culmine della fogna sottostante (Tav. 13, Fig. 9), che era già ben evidenziato nel rilievo planimetrico del De Romanis (Tav. 13, Fig. 10). Questo cedimento ha prodotto una fessura-zione e un collasso strutturale, cronologicamente non ben inquadrabili, ma particolarmente evidente nel pozzetto di ispezione al condotto fognario a sud della Colonna (Tav. 14, Fig. 11).

Esaminiamo ora le cavità esistenti sulla solea in travertino della Colonna per affrontare in primis il problema della messa in opera dei blocchi, data la totale assenza di fori di olivella al centro del piano superiore dei suddetti (Tav. 12, Fig. 8). I blocchi della solea sono di grandi dimensioni, con peso va-riabile tra t 7,5 ca. e t 9,14, fatta eccezione per un unico blocco di quasi t 11.

Sulla solea sono stati individuati quattro incassi, di cui tre (Tav. 14, Fig. 12, nn. 1, 3, 4) con sca-nalatura di appoggio (Tav. 14, Fig. 13), che servivano per inserire i ferrei forfices con cui movimenta-re i blocchi di travertino che dovevano essemovimenta-re calati nel cavo aperto e pmovimenta-redisposto nella fondazione in cementizio della platea del cortile delle biblioteche accostandoli immediatamente tra loro.10 Il peso dei blocchi pur se rilevante non costituisce un ostacolo insormontabile alla movimentazione con questi forcipi dato che elementi analoghi per dimensioni e peso in travertino sono riscontrabili nell’attuale muro frontale delle tabernae del Foro di Cesare, nella fondazione del ninfeo monumentale domizia-neo, situato tra il muro posteriore del portico occidentale del Forum Pacis e la Basilica Emilia, nei pilastri del III ordine del Colosseo e nel muro meridionale del Foro Transitorio. Pertanto, l’esiguo spazio di risulta tra la solea della Colonna e la platea del cortile delle biblioteche era funzionale non solo alla movimentazione e messa in opera dall’alto dei blocchi con i ferrei forfices ma anche ad age-volarne l’estrazione dai fianchi esterni dei blocchi perimetrali della solea. Sulla base della posizione rilevabile dei fori per l’aggancio dei ferrei forfices sui lati lunghi di alcuni blocchi è possibile ricostrui-re la sequenza della ricostrui-realizzazione della solea che muove dall’angolo nord-orientale procedendo per file parallele da nord verso sud (Tav. 15, Fig. 14).

Particolari cavità sono le tre grandi aperte nella solea in corrispondenza degli spigoli del basa-mento marmoreo, interpretate da Giangiacomo Martines come ancoraggi per grosse antenne di legno utilizzate nel cantiere di costruzione della Colonna.11 Sulla solea, lungo il perimetro del basamento marmoreo della Colonna, sono, inoltre, una serie di staffe metalliche di vincolo dei blocchi in traverti-no, alcune delle quali sono ancora sigillate con piombo, e altre funzionali alla messa in opera finale dei blocchi in marmo lunense del basamento della Colonna.12 Infine, le linee incise sull’estremità inferiore di quest’ultimo sono in relazione con le cavità aperte sulla solea in travertino per la movimentazione e messa in opera delle lastre lapidee della pavimentazione del cortile della Colonna (Tav. 15, Fig. 15).13 Sulla base di queste cavità e delle tracce di lavorazione della solea in travertino della Colonna (Tav.

16, Fig. 16) si può proporre, quindi, una diversa ricostruzione della tessitura pavimentale del cortile (Tav. 16, Fig. 17) rispetto a quanto precedentemente formulato dal De Romanis, dal Boni e dalla Ami-ci, le cui ricostruzioni non tengono conto della posizione delle cavità per la movimentazione e messa

9 Bruno, Bianchi (2006) 313.

10 Ibid. 305, note 34–35.

11 Ibid. 304, nota 33.

12 Ibid. 302, note 30–31.

13 Ibid. 302–303, nota 32.

Matthias Bruno — Fulvia Bianchi 54

in opera dei grandi lastroni della pavimentazione del cortile e delle lavorazioni delle superfici dei blocchi in travertino della solea.

In conclusione, l’analisi effettuata ha permesso di corroborare, in base alla nuova proposta di let-tura dei rapporti delle unità stratigrafiche dello scavo Boni, l’ipotesi della originale unità progettuale della Colonna e del foro, a gran voce fino a oggi più volte ribadita principalmente sulla base dell’analisi dei dati storico-letterari e artistici; di evidenziare attraverso l’analisi puntuale dei fori di diversa tipologia presenti sulle superfici a vista dei blocchi in travertino della solea non solo il metodo di movimentazione e messa in opera degli stessi, a tutt’oggi del tutto non considerato, nonostante la palese assenza di fori predisposti per l’inserimento dell’olivella, ma anche di proporre una nuova ipo-tesi ricostruttiva dei rivestimenti pavimentali del cortile della Colonna di Traiano.

Bibliografia

Amici (1982) = C. M. Amici, Foro di Traiano: Basilica Ulpia e biblioteche, Roma 1982.

Boni (1907) = G. Boni, Esplorazione del Forum Ulpium, Notizie degli scavi di antichità (1907) 361–427.

Boni (1907–1908) = G. Boni, Trajan’s Column, Proceedings of the British Academy 3 (1907–1908) 93–98.

Boni (1912) = G. Boni, Colonna Traiana, Nuova Antologia (1912) 49–64.

Bruno, Bianchi (2006) = M. Bruno, F. Bianchi, La Colonna di Traiano alla luce di recenti indagini, Papers of the British School at Rome 74 (2006) 293–322.

Coarelli (1999) = F. Coarelli,La Colonna Traiana, Roma1999.

Lancaster (1999) = L. C. Lancaster, Building Trajan’s Column, American Journal of Archaeology 103 (1999) 419–439.

La Regina (1988) = A. La Regina, Le guerre daciche, Roma, il Foro, in: S. Settis (ed.), La Colonna Traiana (Saggi 716), Torino 1988, 5–44.

La Rocca (1998) = E. La Rocca, Il foro di Traiano ed i Fora Tripartita, Mitteilungen des Deutschen Archäologi-schen Instituts (Römische Abteilung) 105 (1998) 149–173.

Lepper, Frere (1988) = F. Lepper, S. Frere, Trajan’s Column. A New Edition of the Cichorius Plates. Introduc-tion, Commentary and Notes, Gloucester 1988.

Lugli (1992) = G. Lugli,Roma antica. Il centro monumentale, Roma 1992.

Martines (2001) = G. Martines (ed.), Colonna Traiana. Corpus dei disegni 1981–2001, Roma 2001.

Packer (1994) = J. E. Packer, Trajan’s Forum again: the Column and the temple of Trajan in the master plan attributed to Apollodoros (?), Journal of Roman Archaeology 7 (1994) 163–182.

Pensabene, Milella (1989) = P. Pensabene, M. Milella, Foro Traiano. Contributi per una ricostruzione storica e architettonica. Introduzione storica e quadro architettonico, Archeologia Classica 41 (1989) 33–54.

Richardson (1977) = L. Richardson, The Architecture of the Forum of Trajan, Archaeological News 6.4 (1977) 101–106.

Richardson (1992) = L. Richardson, New Topographical Dictionary of Ancient Rome, Baltimore, London 1992.

Settis (1988) = S. Settis,La Colonna, in: S. Settis (ed.), La Colonna Traiana (Saggi 716), Torino 1988, 45–255.

Ward-Perkins (1992) = J. B. Ward-Perkins, Columna Divi Antonini, in: H. Dodge, B. Ward-Perkins (ed.), Mar-ble in Antiquity, London 1992, 107–114.

C

INZIA

C

ONTI

Im Dokument H ISBN: 978-3-902976-53-6 (Seite 65-69)