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3. S TRATEGIE DI INTERPRETAZIONE

3.1. I L METODO SEGUITO

Dopo aver delimitato il concetto di contingenza nel suo sviluppo nella storia del pensiero63 e all’interno del suo concetto con particolare riferimento alle proposizioni di Tommaso, la lettura è stata il primo criterio di avvicinamento al testo.

3.1.1. Strumenti letterari

Abbiamo optato per il metodo abduttivo: la presenza della contingenza si elicita nella Commedia per mezzo dei suoi procedimenti retorici, in primo luogo delle sue indefettibili ridefinizioni.

Con questa ragione di causa e considerata l’asperit| del tema siamo sempre rimasti molto vicini al poema; da questo ci siamo lasciati guidare eleggendolo a primo ed irrinunciabile testo critico. Questo comporta tre specificazioni riguardanti il genere del presente elaborato, il significato e l’attenzione prestati al testo al testo.

Editore, 2005, con particolare evidenza a tre capitoli della prima parte, Le basi della semiotica, rispettivamente: Segno, Interpretazione, Testo (pp. 11-225).

63 Da Aristotele a Tommaso, come avremo modo di esporre oltre.

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1. Il genere critico di cui ci siamo serviti per esporre i risultati della nostra indagine è quello classico ed intramontabile della lectura Dantis in virtù della sua epistemologia consolidata e versatile. È stato preferito ad altri non esclusi aprioristicamente, ma esperiti e dopo risultati nulli ricusati.

Particolare della nostra lectura è il tentativo scolastico di conciliare le varie opinioni, senza volerci inserire in nessuna discussione, ma cogliendo in ciascuna ipotesi interpretativa i dettagli che più si avvicinano alla nostra trattazione. Ciascun testo è stato considerato come funzionale all’analisi dei canti esordiali, riservando un’attenzione più tradizionale al capitolo conclusivo.

1.1. Se non in studi molto specifici, e per quanto organici al loro interno tuttavia non sistematici, per quel che riguarda una puntuale esegesi dei canti più drammatici della Commedia, l’indagine di Inf. I-III, e della mente che li ha creati al reagente della contingenza non esistono precedenti. Intendiamo contribuire allo sviluppo della lettura, dimostrando la sua validità anche in tematiche a carattere monografico.

1.2. Il risultato è un’esegesi quanto più possibile articolata e dinamica dei tre canti inaugurali, ove con maggiore evidenza compare la contingenza e all’interno molte sono le citazioni intratestuali e di varia provenienza utilizzate come conciere.

L’indagine della mente che ha creato questa struttura intende fornire un quadro di riferimento e un coronamento logico all’esegesi che l’ha preceduta.

2. Il significato di questo tipo di lettura ha trovato diversi canali di realizzazione.

2.1. Occuparsi della contingenza nella Commedia non significa interpretare il testo come tradizionalmente avviene, conferendo più credito a questa o a quella corrente, preferendo l’una all’altra ideologia, ma indagare strutture di pensiero e moto spiritale (Purg. XVIII, 32) e anche la mente in cui sono nate, avendo sempre l’accortezza di ricordare che Dante non intese votarsi ad una ed una sola corrente teo-filosofica, ma concertare il sapere di Dio e quindi del creato che ne fa parte in un unico studio.

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2.2. In virtù della premessa esposta nel punto precedente, abbiamo proceduto alla lettura dei canti secondo l’ontologia del concetto di contingenza, come viene esposto nei testi sussidiari di cui ci siamo serviti. Molto utile è stata a questo scopo la capacità di mediazione della semiotica nella prospettiva impostata da Umberto Eco, in particolare nello studio riassuntivo I limiti dell’interpretazione.64

3. Di pari passo si è sempre tenuto presente che l’autonomia dei significati può essere intesa non in maniera rigidamente allegorica, bensì come capacità di incidere attivamente sui contenuti ideologici e psicologici65 del testo, arricchiti e modificati nel segno della contingenza.

3.1.2. Percorsi di lettura

Salvo casi indicati singolarmente il testo della Commedia utilizzato è stato quello curato da Giorgio Petrocchi.66 Quattro sono i momenti fondamentali delle nostre letture circa la Commedia: i commenti, l’opera epigone che connette contingenza e letteratura, gli studi di Karlheinz Stierle e quello di Teodolinda Barolini e la trilogia dantesca di Patrick Boyde che anima tutte le nostre riflessioni.

Lo spirito del testo è comunque stato informato dalla lettura che ne propose Giorgio Padoan nel 1967, tesa a considerare la Commedia anche come viaggio testuale, elemento che segna la presente interpretazione.67

64 ECO, UMBERTO, I limiti dell’interpretazione, Milano, Bompiani, 20044, con particolare riferimento alle pp. 126-161.

65 DRONKE,PETER, Dante and Medieval Latin Traditions, Cambridge, Cambridge University Press, 1986, cap. I, passim, trad. ital.: ID., Dante e le tradizioni latine medievali, a cura di Marco Graziosi, Bologna, il Mulino, 1990.

66 ALIGHIERI,DANTE,La Commedia secondo l’antica Vulgata, testo critico stabilito da Giorgio Petrocchi, Torino, Einaudi, 1975. Cogliamo l’occasione per dare ragione della lunghezza delle citazioni: si è preferito seguire tutto il ragionamento dei vari studiosi per sottolinearne il rilievo nella nostra indagine. Il numero forse esiguo dei testi citati a fronte del materiale addotto intende essere un punto di intima adesione con quei testi che costituiscono la geografia critica del presente studio.

67 Cfr.DANTE ALIGHIERI,La Divina Commedia. Inferno (canti I-VIII), a cura di Giorgio Padoan, Firenze, Le Monnier, 1967.

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1. Non abbiamo trascurato l’importanza capitale dei commenti, strumenti insostituibili per una qualsiasi lettura di Dante e ci siamo appoggiati con maggiore frequenza su Tommaseo, Mattalia e Chiavacci Leonardi. Tali strumenti aprono la via ad una confidenza non sempre spontanea agli studi specifici sui molti aspetti del cosmo dantesco. In questi commenti che segnano la nostra falsariga ci sono alcuni riscontri che ci piace seguire perché la loro disposizione indica una presenza incontestabile della contingenza all’interno della memoria dantesca, sede della nostra attribuzione di significato alla contingenza: Dante autore segue i percorsi dell’invenzione strumentalizzando i viaggi mistici e aprendo così un varco ad una nuova interdiscorsività tra mondo delle immagini reali e mondo delle immagini mentali.68

2. I testi che per noi si sono rivelati fondamentali sono pochi, ma quanto mai esaustivi; uno per tutti è il volume monografico Kontingenz69 [Contingenza] che segna per la prima volta il ponte gettato dalla filosofia verso la letteratura. Al di là di questi titoli non esiste nulla di cui gli organismi competenti in materia di bibliografia dantesca abbia dato notizia.

3. Pur considerata la grande attualità del tema all’epoca di Dante, la contingenza nella Commedia non è un argomento d’indagine istituzionalizzato dalla dantistica internazionale, ma ciò non di meno la ricerca critica che s’impegna a mettere in luce questi elementi eversivi nell’ordine della scrittura ha un fondamentale punto di partenza per il nostro studio nell’intervento di Karlheinz Stierle. All’interno del suo contributo nel volumetto collettivo «Kontingenz und Ordo. Selbstbegründung des Erzählens in der Neuzeit»70 [Contingenza ed ordine.

68 Ci pare possa rimanere paradigma per questo punto il testo di Tibor Wlassics. Cfr. ID., Dante narratore. Saggi sullo stile della Commedia, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1975.

69 Poetik und Hermeneutik, vol. XVII: Kontingenz, a cura di Gerhart v. Graevenitz e Odo Marquard con la collaborazione di Matthias Christen, München, Wilhelm Fink Verlag, 1998.

70 Kontingenz und Ordo. Selbstbegründung des Erzählens in der Neuzeit, a cura di Bernhard Greiner e Maria Moog-Grünewald, Heidelberg, Karl Winter Verlag, 2000, pp. 29-46.

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Automotivazione del narrare nell’et| moderna+, Stierle con il suo contributo ha aperto la via per questo nuovo modo di leggere la Commedia. Si è potuto pertanto stabilire un precedente che giustifichi e legittimi la nostra posizione. Il nostro studio prende le mosse dal suo Der Schrecken der Kontingenz [L’orrore della contingenza], soprattutto per le suggestioni a vasto raggio che la sua esegesi per punti di frattura nel testo ha contribuito a mettere in luce e che in corso d’opera si sono rilevati di grande importanza per le singole tematiche inferite. Il dubbio, il chiedere e la sua pertinenza sono oggetto di diversi studi di Karlheinz Stierle, tra cui «A te convien tenere altro vïaggio». Dantes Commedia und Chrétiens Contes du Graal71, dove riprendendo un discorso aperto da Michelangelo Picone72 sulla scorta del romanzo cortese mai citato nella Commedia viene indagato lo scottante tema delle domande come espressione di dubbi, incomprensioni e ignoranza: fallaci vie di fuga che aprono la porta alla contingenza.

Tuttavia non è in questa sede di presentazione più opportuno mettere in luce i singoli aspetti dei suoi contributi, che pur essendo fondamentali verrebbero sminuiti nella loro importanza dalla mole di informazioni catalogate in merito alla contingenza. I suoi contributi sono pertanto presi in esame singolarmente, ogniqualvolta si affaccino a dare spessore e legittimazione al discorso.

Un secondo testo s’iscrive in questa lettura nuova e promettente della Commedia: Dante. Die Möglichkeit der Kunst di Katharina Münchberg.73 L’analisi eseguita dalla studiosa tedesca mette in luce quanto la Commedia sia un’opera d’arte in tutto e per tutto conforme alle poetiche contemporanee e si spinga sino alla

71 In: «Romanistische Zeitschrift für Literaturgeschichte» 25 (2001), pp. 39-64.

72 PICONE, MICHELANGELO, Dante e la tradizione arturiana, «Romanische Forschungen» 94 (1982), pp. 1-18.

73 MÜNCHBERG, KATHARINA, Dante. Die Möglichkeit der Kunst, op. cit. Si tratta della pubblicazione della sua tesi di abilitazione per la libera docenza sostenuta presso l’universit| di Tubinga nel 2003 e sotto la supervisione scientifica di Maria Moog-Grünewald. Questa caratteristica tradisce lo stato ancora pionieristico delle ricerche in questa direzione, ma anche il grande entusiasmo e le indiscusse ulteriori possibilità che l’indagine della contingenza nella Commedia dischiude.

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rappresentazione dell’impossibile: Dio. Questa estetica della teofania insieme a quelle della creazione e della forma costituiscono il cuore dell’esperienza estetica medievale: «Daß die ästhetische Erfahrung nicht nur als Anschauung des rein intelligiblen Schönen, sondern auch der sinnlichen Welt gegeben ist, begründen die mittelalterlichen Theologen durch den Analogismus von sinnlicher und intelligibler Schönheit.».74 Tale approccio trova la sua applicazione nel testo dantesco, quando la studiosa afferma:

Dantes Commedia läßt sich als Rückgriff auf theologische Anschauungsformen des Mittelalters verstehen, die in einen neuen werkimmanenten Zusammenhang gerückt werden und darin eine eigene Bedeutung gewinnen. Mit diesem Übergehen von der theologischen Ästhetik zu einer Ästhetik des Kunstwerks setzt Dante eine Schwelle. Die Theologie ist für Dante sicherlich die bestimmende Autorität, aber gleichzeitig verwandelt Dante die theologischen Gedanken in phantastische Bilder, die aufeinander bezogen sind und die immanente Schönheit des sprachlichen Werks ins Unermeßliche steigern.75

La ragione ultima delle affermazioni di Katharina Münchberg è legittimata dagli studi di Hans Blumenberg che cita nel paragrafo in questione e che la inducono a dire che «Die mittelalterliche Kunst ist die Darstellung der Möglichkeit, dass es das Undarstellbare gibt. Für das Mittelalter ist die Konzentration auf die Schönheit des Kunstwerks zunächst unerheblich, da das Kunstwerk auf eine

74 MÜNCHBERG, KATHARINA, Dante. Die Möglichkeit der Kunst, op. cit., p. 14 [Attraverso l’analogia tra bellezza sensibile ed intelligibile i teologi medievali motivano il fatto che l’esperienza estetica non sia data soltanto come contemplazione del bello puramente intelligibile, bensì anche del mondo sensibile.].

75 MÜNCHBERG,KATHARINA, Dante. Die Möglichkeit der Kunst, op. cit., pp. 115-16 [La Commedia di Dante può essere compresa come ricorso a forme di contemplazione teologiche del medioevo, che si inseriscono in un nuovo rapporto immanente all’opera ed al suo interno acquistano un significato loro proprio. Con questo passaggio dall’estetica teologica ad un’estetica dell’opera d’arte Dante definisce un ambito: la teologia per lui è certamente l’autorit| determinante, ma al contempo trasmuta le riflessioni teologiche in immagini fantastiche che si riferiscono vicendevolmente le une alle altre e accrescono in misura esponenziale la bellezza immanente dell’opera dal punto di vista linguistico.+.

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transzendente Schönheit verweist.».76 A questo punto, dopo aver fondato la possibilit| dell’opera d’arte nell’ambito teo-filosofico del tempo (Münchberg,pp. 21-37), può iniziare ad affrontare l’opera d’arte, la Commedia, come spazio del possibile e l’ambito del possibile nella Commedia stessa, in quanto rappresentazione ordinata di un mondo e di una conoscenza.

Die Weltordnung der Commedia ist nicht durch feste Grenzen, sondern durch vertikal gestufte Schwellen und Übergänge geprägt, in denen die Transzendenz des göttlichen Seins in der Immanenz der natürlichen Welt sichtbar wird. Das Kunstwerk, das diese Übergänge repräsentiert, wird zu einem Raum des Möglichen, in dem alles auf die Gegenwart des Göttlichen verweist. Die Übergänge zwischen der irdischen und der überirdischen Welt, dem Sinnlichen und dem Übersinnlichen, dem Sichtbaren und dem Unsichtbaren bestimmen aber auch den Möglichkeitsraum des Kunstwerks. Was der Kunst möglich ist, wird nicht durch die Theologie begrenzt. Es gibt keine Grenze zwischen Theologie und Kunst, wo die Präsenz Gottes ubiquitär ist.77

Lo studio approfondito e sensibile della studiosa tedesca considera tuttavia la figura di Dante quale autore e tende a far scivolare in secondo piano quella figura che è al contrario il fulcro della presente lectura: Dante personaggio-poeta, Dante come elemento costitutivo ed imprescindibile della Commedia, percepita appunto nella sua dimensione più umana – quella dell’uomo posto dinanzi alle varie opzioni che le diverse espressioni della contingenza gli offrono.

76 MÜNCHBERG,KATHARINA, Dante. Die Möglichkeit der Kunst, op. cit., p. 21 *L’arte medievale è la rappresentazione della possibilità che esista un irrappresentabile. Per il medioevo è assolutamente irrilevante concentrarsi sulla bellezza dell’opera d’arte dal momento che l’opera d’arte rimanda ad una bellezza trascendente.].

77 MÜNCHBERG,KATHARINA, Dante. Die Möglichkeit der Kunst, op. cit., pp. 39 *L’ordine del mondo della Commedia non è improntato da confini immobili, bensì da soglie e passaggi verticalmente graduali, in cui la trascendenza dell’essere divino si rende visibile nell’immanenza del mondo naturale. L’opera d’arte che rappresenta questi passaggi diventa uno spazio del possibile, in cui tutto rimanda alla presenza del divino. I passaggi dal mondo terreno a quello dell’aldil|, dal sensibile al sovrasensibile, dal visibile e l’invisibile determinano però anche l’ambito della possibilit| dell’opera d’arte. Quanto è possibile all’arte, non viene circoscritto dalla teologia. Non esiste un confine tra la teologia e l’arte, dove la presenza di Dio è ubiqua.+. L’argomento viene ripreso anche alle pp. 113-140.

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4. Un ulteriore testo fondamentale che non direttamente considera la contingenza, ma che ben supporta le riflessioni appena addotte, e che insieme agli studi classici di Erich Auerbach illumina la potenzialità del tessuto testuale dantesco e della sua interazione con il mondo intellettuale a lui contemporaneo,78 è quello di Teodolinda Barolini, The Undivine ‘Comedy’.79 La geniale studiosa americana presenta una lettura dissacrante del testo di Dante. La Commedia è per la sua immensità spesso vittima di letture ai limiti e talvolta oltre la distorsione, e lo studio flamboyant della Barolini le apre il fianco per scorgervi la possibilità e il dubbio, segni topici del procedimento abduttivo: con queste due categorie appena nominate anche della contingenza.

5. L’influenza di Patrick Boyde si nota a livello degli interventi sulla contingenza, nella ripartizione strutturale dei paragrafi e nel tentativo di comprendere in uno sguardo unico il testo della Commedia. Questo ardimento ha dato la possibilità di considerare le unità classematiche come risultato di quanto le ha precedute, anche e soprattutto per quel che riguarda i primi tre canti dell’Inferno, che nel patto autoriale sono il momento della resa dei conti del viator con la sua memoria e con tutta la sua esperienza.

78 Il riferimento naturalmente è al saggio Figura. Cfr. ERICH AUERBACH,Figura,in Gesammelte Aufsätze zur romanischen Philologie, Bern-München, Francke Verlag, 1967, pp. 55-92, 86; e ID., Dante als Dichter der irdischen Welt, Walter de Gruyter Verlag & Co., Berlin-Leipzig 1929, ora: Berlin-New York, 2001, p. 108; entrambi i saggi sono contenuti in: ID., Studi su Dante, a cura di Dante della Terza, Milano, Feltrinelli 1999, pp. 1-161, 78-79, e 176-226, 220.

79 BAROLINI,TEODOLINDA,The Undivine ‘Comedy’: Detheologizing Dante, Princeton, Princeton University Press, 1992; traduzione italiana: EAD., La ‚Commedia‛ senza Dio. Dante e la creazione di una realtà virtuale, a cura di Roberta Antognini, Milano, Feltrinelli, 2003. Causa differenze nella dispositio della traduzione italiana si è preferito per coerenza col testo utilizzare la versione in lingua originale.

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