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> Rapporto forestale 2015 Stato e utilizzazione del bosco svizzero UFAM / WSL 2015
4.8 Specie minacciate
Christoph Scheidegger, Silvia Stofer, Beatrice Senn-Irlet
> Nel 2011, l’UFAM ha stilato la Lista delle specie prioritarie a livello nazionale. L’elenco si basa sulle Liste rosse delle specie minacciate e sulla responsabilità della Svizzera nei confronti di queste specie. Com-
prende complessivamente circa 3600 specie, delle quali 1582 sono strettamente legate allo spazio vitale bosco.
> Di queste, 304 sono cosiddette specie forestali bersaglio che devono essere particolarmente protette e promosse con misure supplementari.
> Lo sviluppo delle specie minacciate, dal Rapporto forestale 2005 ad oggi, è difficile da stimare. Va detto che oggi sono disponibili Liste rosse supplementari che fungono da base per la promozione delle specie. Le specie forestali per le quali è documentato un cambiamento dei gradi di minaccia sono però poche; per la maggior parte delle altre mancano Liste rosse aggiornate che rilevino un cambiamento.
> Grazie alla promozione di strutture forestali aperte sono aumentate determinate popolazioni di uccelli, farfalle e piante.
Specie forestali prioritarie a livello nazionale
Rispetto ad altri spazi vitali, la quota di specie minacciate nel bosco è bassa: ammonta appena al 9 per cento di tutte le specie forestali (cap. 4.1). Riportato in cifre assolute si tratta però di molte specie, perché lo spazio vitale bosco ne è molto ricco. Nel 2011, l’UFAM ha stilato la Lista delle specie pri- oritarie a livello nazionale (UFAM 2011a). La Lista si basa sul grado di minaccia delle specie secondo le Liste rosse e sulla responsabilità della Svizzera nei confronti di queste spe- cie in rapporto alla loro diffusione complessiva (Cordillot e Klaus 2011). Detta Lista indica la necessità d’intervento per la promozione delle specie, mettendo pertanto a disposizione preziose informazioni complementari alle Liste rosse. La Lista delle specie prioritarie a livello nazionale elenca 1582 specie forestali, di cui 1548 specie minacciate o potenzial- mente minacciate. La maggior parte delle specie forestali prioritarie appartiene ai macromiceti (47 %), licheni (18 %), coleotteri (8 %) e muschi (8 %). Gli altri gruppi di organismi rappresentano circa il 20 per cento. Alcune delle specie prio- ritarie a livello nazionale necessitano di misure di promozione specifiche e dagli esperti sono definite specie bersaglio. Ne fanno parte 304 specie (tab. 4.8.1), ad esempio il picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius) o, tra i pipistrelli, il ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum). Le misure a favore delle specie forestali prioritarie favoriscono la biodi- versità del bosco a livello generale, perché migliorano anche le condizioni di vita di altre specie.
Diversità minacciata
Nel bosco, la diversità delle specie è condizionata principal- mente dai seguenti deficit ecologici: 1) insufficiente estensione di particolari associazioni forestali, soprattutto nelle zone golenali; 2) scarsità di boschi radi e di popolamenti ben strut- turati ricchi di vecchi alberi; 3) quantità insufficienti di legno morto in diversi stadi di decomposizione (cap. 4.1 e 4.5). Molte specie forestali minacciate possono essere promosse tramite la conservazione dei loro spazi vitali. A questo contribuiscono le schede dei centri nazionali dei dati sulle specie, che descri- vono le esigenze ambientali e le misure per la valorizzazione degli spazi vitali, sostenendo in tal modo l’applicazione di provvedimenti adeguati (Info Species 2012).
L’esempio del fungo protetto Lyophyllum favrei dimostra che la salvaguardia dello spazio vitale non è sempre sufficiente per conservare una specie, nemmeno in aree protette. Que- sto fungo cresce prevalentemente in boschi golenali a legno duro, la cui estensione in passato è stata fortemente ridotta da misure di sistemazione dei corsi d’acqua. I boschi gole- nali a legno duro oggi sono nuovamente messi sotto pressione con maggior frequenza dove si rivitalizzano corsi d’acqua per fare spazio ad arenili e boschi golenali a legno morbido.
Poiché sono rari i casi in cui le superfici d’insediamento e agricole sono cedute per un allargamento dello spazio flu- viale, questo avviene spesso a discapito dei boschi golenali a legno duro.
Molte specie, in particolare piante e licheni, hanno una lunga durata di vita e possono mantenersi per decenni in una stazione nonostante non possano più riprodursi efficacemente
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a causa della scarsa qualità degli spazi vitali. Queste specie vanno probabilmente incontro a un’estinzione «ritardata»: esi- stono ancora, ma non si riproducono più, e nel prossimo futuro si estingueranno localmente. Inoltre, le interazioni biologiche tra le specie all’interno di un habitat possono essere inter- rotte, causando «estinzioni a catena». Un esempio di questo sviluppo è dato dai tre tipi di licheni Lobaria pulmonaria, L. virens e L. amplissima (fig. 4.8.1), che sono in associazione con la stessa specie di alghe. Per popolare un nuovo spazio vitale, Lobaria virens e L. amplissima hanno bisogno di poter riprendere, al momento della loro riproduzione, le alghe di L. pulmonaria. La forte diminuzione di Lobaria pulmonaria compromette pertanto la riproduzione delle altre due specie.
In Svizzera, Lobaria virens si è già estinta per questo motivo e Lobaria amplissima è fortemente minacciata.
Misure di promozione
Negli ultimi decenni, nel bosco sono state attuate nume- rose misure per favorire la biodiversità che in parte si sono già dimostrate efficaci. Grazie alla promozione di strutture boschive rade nelle riserve forestali particolari (cap. 4.9), negli ultimi 25 anni sono aumentate le popolazioni di determinati uccelli, farfalle e piante fanerogame. Per quanto concerne le specie di coleotteri e funghi lo sviluppo è disomogeneo, e
tra i licheni continuano a scomparire popolamenti di specie minacciate.
Per molte specie minacciate, le riserve forestali naturali e particolari rappresentano un rifugio in cui potersi conservare a lungo termine. Queste specie sono però presenti anche nei boschi gestiti, dove dipendono da associazioni forestali rare (cap. 4.5) o da alberi habitat e isole di bosco vecchio (cap. 4.5).
Nel bosco gestito le specie mobili quali uccelli e farfalle pos- sono approfittare di isole di bosco vecchio e alberi habitat dispersi. Le specie sedentarie, invece, hanno bisogno di aree con bosco vecchio collegate finemente tra loro, perché la loro capacità di diffusione è limitata e rende impossibile il raggiun- gimento spontaneo di habitat sparsi o di nuova formazione.
Nel lungo periodo possono conservarsi solo in un reticolo di spazi vitali. Proteggere la presenza di specie sedentarie e minacciate è pertanto prioritario. La promozione di specie forestali minacciate può da un lato utilizzare gli strumenti già esistenti per la promozione della biodiversità, in partico- lare la selvicoltura naturalistica (cap. 4.3) e le riserve forestali (cap. 4.9; Bollmann et al. 2009). D’altro canto per la loro con- servazione a lungo termine numerose specie dipenderanno in futuro da misure di promozione specifiche. È indispensabile una collaborazione costruttiva tra servizi forestali, esperti di protezione della natura e centri dati nazionali per trovare solu- zioni che rendano possibili obiettivi differenziati di utilizza- zione e protezione.
Tab. 4.8.1
Numero di specie forestali prioritarie e bersaglio in Svizzera, classificate per gruppo di organismi (AGAF 2014, UFAM 2015).
Le liste sono state completate con i dati dei licheni che vivono sul legno morto.
Gruppo di specie Specie boschive
prioritarie
Specie boschive bersaglio
Macromiceti 735 27
Licheni, esclusi i licheni rupicoli 266 134
Piante vascolari 136 44
Muschi 122 11
Mammiferi, esclusi i pipistrelli 7 3
Pipistrelli 22 12
Uccelli 46 14
Rettili 11 5
Anfibi 9 7
Coleotteri 125 34
Farfalle 66 11
Ortotteri 4 1
Libellule 1 1
Gasteropodi terrestri 32
Totale delle specie 1582 304
Fig. 4.8.1 La Lobaria pulmonaria (sin.) forma propaguli di di- spersione granulosi. Dopo la diffusione, le alghe ivi contenute possono essere usate anche dai licheni L. virens (ds. in alto) e L. amplissima (ds. in basso). Fotografie: Christoph Scheidegger