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Meier, F., Engesser, R., Forster, B., Odermatt, O., & Angst, A. (2007). Situazione fitosanitaria dei boschi 2006. Birmensdorf: Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL.

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Academic year: 2022

Aktie "Meier, F., Engesser, R., Forster, B., Odermatt, O., & Angst, A. (2007). Situazione fitosanitaria dei boschi 2006. Birmensdorf: Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL."

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Eidgenössische Forschungsanstalt WSL

Institut fédéral de recherches WSL

Istituto federale di ricerca WSL

Swiss Federal Research Institute WSL

_________________________________________________________________________________

Situazione fitosanitaria dei boschi 2006

Franz Meier, Roland Engesser, Beat Forster, Oswald Odermatt, Alexander Angst

Traduzione: Nicola Petrini

Editore

Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL, Birmensdorf 2007

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Indice

Riassunto 2

1 Condizioni meteorologiche 2006: inverno rigido-luglio torrido 2 2 L'inverno 2005/2006 ha causato l'arrossamento delle douglasie 3

3 Sfarfallamento tardivo del bostrico 4

4 Altre specie di coleotteri con intensità dei danni variabile 6

5 Un nuovo coleottero ha raggiunto la Svizzera 6

6 Lepidotteri e afidi 7

7 Ruggine dell'abete rosso ad alte quote 8

8 Grafiosi dell'olmo 8

9 Malattie dal quadro sintomatico complesso su faggi e querce 9

10 Nuove malattie su alberi ornamentali e di bosco 10

11 Le nevicate abbondanti hanno portato ad un aumento dei danni da scortecciamento nelle

Prealpi 11

12 Le misure venatorie e selvicolturali hanno portato ad una riduzione dei danni da brucamento 13

13 Bibliografia 13

14 Gemeldete Organismen und ihre Bedeutung im Forstschutz 14

Ringraziamenti

In questa sede vogliamo ringraziare tutti gli addetti del settore forestale per il sostegno e la cortese collabo- razione. Le loro segnalazioni precise ed aggiornate riguardo alla situazione del bosco rendono possibile la stesura del rapporto annuale e costituiscono un’importante premessa per il successo del lavoro di Wald- schutz Schweiz.

Indirizzo per le ordinazioni:

I dati PDF possono essere scaricati dal sito www.waldschutz.ch oppure richiesti direttamente presso:

Waldschutz Schweiz WSL

Zürcherstrasse 111 CH-8903 Birmensdorf Fax 044/739 22 15

E-Mail: waldschutz@wsl.ch

Gli autori operano presso il servizio Waldschutz Schweiz (Servizio fitosanitario per il bosco svizze- ro), che è il centro di consulenza per le questioni inerenti la protezione delle foreste al WSL di Bir- mensdorf. Questo fornisce informazioni aggiornate in merito ai problemi di protezione delle foreste in Svizzera. Grazie alle segnalazioni dei servizi fore- stali cantonali, Waldschutz Schweiz, redige il pre- sente bollettino annuale.

© Eidgenössische Forschungsanstalt WSL Birmensdorf 2007

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Riassunto

Nel 2006 il bostrico tipografo (Ips typographus) ha danneggiato 750'000 m3 di legname d'abete rosso, ciò che corrisponde a circa un quinto della provvigi- one annuale di legname di conifere. Dal 2003, an- nata primato in quanto la pullulazione di scolitidi aveva causato danni a più di 2 milioni di m3 di leg- name, gli attacchi da bostrico sono diminuiti in mo- do continuo e graduale. Sono state segnalate solo sporadicamente anche diverse specie di lepidotteri che, approfittando delle condizioni climatiche favo- revoli del 2003 avevano causato defogliazioni ap- pariscenti anche negli anni successivi.

Le condizioni climatiche particolari del 2006 hanno lasciato chiare tracce nei nostri boschi. L'inverno lungo e rigido ha causato danni dovuti al peso della neve, all’aridità da gelo e all'uso di sale sulle strade.

Le nevicate abbondanti verificatesi nel tardo inver- no hanno inoltre provocato un aumento notevole dei danni da scortecciamento causati dal cervo. Nei mesi caldi e asciutti di giugno e luglio localmente si è assistito ad un ingiallimento precoce con conse- guente caduta prematura delle foglie.

Tra gli organismi nuovi, in parte già notati in Svizze- ra, hanno fatto parlare di sé il coleottero cinese Anaplophora chinensis, che è stato trovato in un negozio di giardinaggio su un acero giapponese ed il fungo Phytophthora ramorum, responsabile della morte di diverse specie arboree negli USA, che è stato nuovamente individuato su specie di rodo- dendro e di viburno in alcuni vivai.

1 Condizioni meteorologiche 2006:

inverno rigido-luglio torrido

Il 2006 si è rivelato una delle annate più calde dall'inizio delle misurazioni nel 1864. Se al Nord delle Alpi si sono misurate precipitazioni legger- mente superiori alla media, nei Grigioni, nel Ticino ed in parte del Vallese queste hanno raggiunto solo il 75 - 90% dei quantitativi abituali.

L'inizio dell'anno è stato caratterizzato da un lungo e rigido periodo invernale. Le correnti d'aria fredda hanno dominato le condizioni meteorologiche e solo raramente il vento da ovest è riuscito a portare correnti miti nella nostra area. I mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo sono stati più freddi del solito e a fine gennaio, alcuni piccoli laghi sull'alto- piano orientale risultavano gelati. Tre intensi periodi di precipitazioni nevose hanno portato alla caduta di grandi quantitativi di neve, in parte anche fino a

basse quote, a Sud delle Alpi. A Nord delle Alpi si sono registrate precipitazioni con quantitativi es- tremi di neve fresca tra il 4 e il 5 marzo (a Zurigo, ad esempio, ne sono caduti 54 cm). Nell'Altipiano centrale, la neve pesante e bagnata ha provocato parecchi danni dovuti a schianti da neve. È risultata particolarmente colpita la fascia che da Soletta por- ta nell'Oberaargau (Canton Berna) fino a Zofingen (Canton Argovia), dove il volume di legname d'in- fortunio ha raggiunto i 120'000 m3. Come nell'anno precedente, le conseguenze dell'inverno rigido 2005/2006 si sono potute notare chiaramente in primavera: si è trattato principalmente di danni alle piante dovuti al forte impiego di sale sulle strade e di danni da aridità da gelo su giovani douglasie.

Il clima dei mesi di aprile e maggio è stato variabile e piovoso. A Nord delle Alpi, durante entrambi i mesi le precipitazioni sono state sensibilmente su- periori alla norma. Alla seconda metà del mese d'aprile si sono misurate temperature da inizio es- tate, con valori superiori ai 20 gradi Celsius. Paral- lelamente si sono verificati i primi forti temporali, in parte con grandine. In diverse zone delle Alpi l'intrusione di una corrente d'aria fredda alla fine di maggio ha causato danni da gelo tardivo sui ger- mogli di latifoglie e conifere.

Dopo un inizio giugno nettamente più freddo del solito, si è goduto di un periodo con condizioni cli- matiche decisamente estive, perdurato fino alla fine di luglio. Si sono registrate temperature molto alte ed anche una forte siccità, soprattutto nelle zone non colpite da temporali. L'estate ha raggiunto il culmine tra l’ 11 e il 27 luglio, quando siamo stati confrontati con un periodo torrido che, per vaste parti del Paese, è stato il più caldo dall'inizio delle misurazioni. Alla fine di luglio nelle Prealpi centrali, orientali e nelle vallate alpine, specialmente nelle

Fig. 1. Luglio torrido e asciutto: La vegetazione appari- va localmente "bruciata" (Foto: Jürg Hassler, Ufficio forestale dei Grigioni, Coira).

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stazioni superficiali o su substrato roccioso esposte a sud, si è osservato un rinsecchimento prematuro delle foglie di diverse specie arboree. La distribu- zione dei danni sul terreno e il fatto che in queste stazioni anche l'erba avesse un aspetto "bruciato"

lascia supporre che, oltre alla siccità, anche il ca- lore, localmente molto intenso, sia stato responsa- bile di questi danni (fig.1).

Anche da altre zone del paese, come nel Giura Bernese, sono stati segnalati fenomeni di caduta fogliare precoce nel mese di luglio.

Il clima del mese d'agosto, fresco, cupo e piovoso ha permesso di calmare un po' la situazione fitosa- nitaria tesa venutasi a creare. L'autunno 2006 è stato il più caldo dall'inizio delle misurazioni: le temperature dei mesi di settembre, ottobre e no- vembre si situavano 2,5 fino a 3 gradi Celsius sopra la norma superando l'autunno record del 1987 di un grado Celsius. Anche il mese di dicembre, soprat- tutto in montagna è rimasto al di sopra della media.

A fine anno anche nelle zone ad alte quote la neve presente era molto scarsa.

(Fonte: METEOSCHWEIZ 2006)

Danneggiamento di specie legnose da sale stra- dale.

L'impiego di sale invernale sulle strade può portare al danneggiamento di latifoglie e conifere. Spesso vie- ne utilizzato cloruro di sodio (sale da cucina) per evi- tare la formazione di ghiaccio. Gli autoveicoli, circo- lando sulle strade sollevano una nebbiolina formata da sale misto ad acqua che può raggiungere le pian- te che crescono nelle vicinanze. Se questo miscuglio raggiunge le parti aeree delle piante il sale, sottofor- ma di ioni di cloro, può penetrarvi. Questi ioni si ac- cumulano nelle punte degli aghi e sui bordi delle foglie e, in forti concentrazioni, diventano tossici. Il sale disciolto inoltre penetra nel terreno, da dove raggiunge le radici e viene trasportato nelle foglie e negli aghi. Un apporto eccessivo di ioni di cloro e so- dio nel terreno può inoltre ridurre l'assorbimento di altre sostanze nutritive importanti. In alte concentra- zioni la presenza di sale nel terreno può modificare gli scambi osmotici e, di conseguenza, compromette- re la capacità di assorbimento d'acqua da parte delle piante. Le forti precipitazioni possono contrastare questi effetti dilavando il sale dal terreno. I danni do- vuti al sale visibili sulle foglie non si possono distin- guere da quelli causati dalla siccità: le foglie comin- ciano ad imbrunire a partire dai bordi, mentre gli aghi delle conifere si arrossano partendo dall'apice. Nei casi gravi - specialmente negli alberi di città - si pos- sono verificare ingiallimenti che portano a filloptosi precoce oppure alla morte di parti intere della chioma arborea. Se gli alberi si trovano lungo una strada re- golarmente percorsa dagli spandisale, la causa del danno è molto probabilmente da attribuire al sale. Il fatto che la parte dell'albero rivolta verso la strada sia più arrossata ne è un ulteriore indizio, come si può notare spesso sulle conifere situate lungo le strade che portano ai passi di montagna (fig. 2). In questo caso l'entità del danno diminuisce man mano che aumenta la distanza degli alberi dal fondo stradale.

Da ultimo, il danno dovuto al sale può essere deter- minato con un'analisi chimica delle foglie, risp. degli aghi delle piante danneggiate.

2 L'inverno 2005/2006 ha causato l'ar- rossamento delle douglasie

Nel maggio 2006 dai Cantoni di Zurigo, San Gallo, Berna e Friborgo sono giunte segnalazioni di forti arrossamenti che riguardavano le douglasie. Si è potuto dimostrare che si trattava di danni da aridità fisiologica da gelo, in molte località già segnalati nel 1996 e, in misura inferiore, anche nel 2003 e nel Fig. 2. L'impiego frequente di sale sulle strade ha provo-

cato arrossamenti alle piante: qui su un peccio.

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2005. Quando l'irraggiamento solare invernale è intenso, le douglasie aprono i loro stomi, permet- tendo la traspirazione dell'acqua dagli aghi. Se il terreno è gelato, le radici non possono assorbire acqua e non riescono a supplire alle perdite inter- venute, ciò che provoca l'essiccamento degli aghi a partire dal loro apice. Le douglasie danneggiate dal gelo sono poi spesso successivamente attaccate dal fungo Phaeocryptophus gaeumannii e/o dal- l'afide lanigero della douglasia (Gilleteella coo- leyi). Queste piante indebolite possono poi finire preda di parassiti secondari come il coleottero Pi- tyophtorus pityographus o del chiodino (Armilla- ria sp.) e di conseguenza morire. In alcune pianta- gioni, spesso nelle aree colpite da tempesta, si è così registrata una moria totale di piante (fig 3).

Secondo le nostre esperienze, le douglasie che crescono sotto copertura non sono mai toccate dal- l'aridità fisiologica da gelo.

Fig. 3. Douglasie piantate su una superficie danneggiata dalle tempeste sono morte in seguito ad aridità fisiologica da gelo.

3 Sfarfallamento tardivo del bostrico

quantità di legname bostricato (in m3) Numero di focolai

0 200'000 400'000 600'000 800'000 1'000'000 1'200'000 1'400'000 1'600'000 1'800'000 2'000'000 2'200'000

1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 0 2'000 4'000 6'000 8'000 10'000 12'000 14'000 16'000 18'000 20'000 22'000

alberi lasciati in piedi: rilevato per la prima volta nel 1999; 2006 stima utilizzazioni forzate del semestro invernale (ottobre - marzo): 2006 stima utilizzazioni forzate del semestro estivo (aprile - settembre)

focolai di bostrico con più di 10 alberi danneggiati

Fig. 4. Legname bostricato e numero di focolai in Svizzera dal 1988-2006.

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Le condizioni meteorologiche molto particolari del 2006 hanno avuto un notevole influsso sullo svilup- po delle popolazioni di bostrico (Ips typographus).

Le intrusioni continue di correnti d'aria fredda hanno provocato uno sfarfallamento tardivo av- venuto, specialmente nelle zone a media ed alta quota, solo ad inizio giugno. La prima generazione di scolitidi ha però approfittato del clima caldo e secco dei mesi di giugno e luglio e si è sviluppata in tempo record, annullando quasi completamente il ritardo primaverile. In agosto il tempo cupo e pio- voso è giunto giusto in tempo per rifornire d'acqua gli abeti e ha permesso di frenare lo sviluppo di una seconda generazione di coleotteri. Comples- sivamente possiamo quindi parlare di un anno me- dio per il bostrico e, soprattutto nelle regioni di mon- tagna, si è notata una marcata diminuzione dei nuovi danni. Solo in alcune regioni dell'Altipiano centrale e del Nord-Ovest della Svizzera, come ad esempio in alcuni circondari del Canton Argovia, Basilea campagna, Soletta e Sciaffusa, abbiamo constatato un aumento dell'intensità dei danni. In questi casi è probabile che accanto ai deficit idrici degli scorsi anni, anche l'influsso delle nevicate

pesanti del 2006 abbia contribuito a creare buone condizioni di sviluppo per il bostrico.

Nel 2003 sono stati registrati 2 milioni di m3 di leg- name d'infortunio d'abete rosso dovuto a bostrico, in altre parole la metà di un'utilizzazione annuale normale. A partire da allora il danno è diminuito in modo continuo e regolare e nel 2006 raggiungeva i 750'000 m3 (fig. 4). Grazie alla positiva evoluzione dei prezzi del mercato del legno e alla buona do- manda, il legname bostricato situato in superfici boschive con buon allacciamento stradale è stato esboscato e smaltito rapidamente. Contrariamente a quanto avvenuto negli scorsi anni, si è potuto osservare legname bostricato fresco ed in piedi quasi solo nelle riserve forestali o in soprassuoli con allacciamento scarso. Laddove non sono state intraprese misure di lotta contro il bostrico, negli scorsi sei anni il legname d'infortunio è stato a volte sensibilmente maggiore di quello provocato dall'ur- agano "Lothar" del 1999. I risultati dell'inchiesta 2003-2006 inerente il bostrico, sono riassunti nella tabella 1.

Tab. 1. Legname bostricato, numero di focolai e numero di coleotteri catturati per trappola in Svizzera negli anni 2003- 2006.

Anno Utilizzazioni forzate

Estate in m3 (in %*)

Utilizzazioni forzate Inverno in m3 (in %*)

Utilizzazioni forzate Totale in m3

Legname bostricato in piedi iIn m3 (in %*)

Legname bostricato totale in m3 (in %*)

Numero di focolai

Numero di coleotteri per trappola

2003 1'218'000 (59 %)

536'000 (26 %)

1'754'000 313'000 (15 %)

2'067'000 (100 %)

17'100 22'200

2004 914'000 (68 %)

293'000 (22 %)

1'207'000 143'000 (10 %)

1'350'000 (100 %)

12'700 22'500

2005 740'000 (73 %)

189'000 (19 %)

929'000 86'000 (8 %)

1'015'000 (100 %)

9'000 22'500

2006 537'000 150'000 ** 687'000 ** 63'000 ** 750'000 ** 7'100 20'000

*) in percento del totale del legname bostricato annuale.

**) sfondo grigio: Valori stimati. Le utilizzazioni forzate dell'inverno 2006/2007 così come il legname bostricato lasciato i piedi nel bosco saranno rilevati solo nell'autunno 2007.

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4 Altre specie di coleotteri con inten- sità dei danni variabile

A causa della caduta di neve pesante nel marzo 2006 sono state danneggiate in vario modo anche le perticaie di abete rosso (fig. 5), ciò che ha creato buone condizioni di sviluppo non solo al bostrico tipografo ma anche al bostrico calcografo (Pityo- genes chalcographus) la cui comparsa massiccia è stata registrata a livello regionale nell'Altipiano.

Nonostante le temperature medie siano state supe- riori al solito, i danni all'abete bianco dovuti al bostrico dai denti curvi (Pityokteines curvidens) sono invece diminuiti quasi ovunque, fatta eccezio- ne per il Vallese e le vallate secche dei Grigioni dove le popolazioni sono rimaste stabili o persino aumentate (fig. 6). In alcune regioni di questi due Cantoni ma anche nel nord della Svizzera, si è evi- denziata la presenza marcata di Ips cembrae co- me pure di alcuni coleotteri tipici del pino.

Fig. 6. I popolamenti di abete bianco situati in vallate mol- to asciutte sono stati attaccati dal bostrico dai denti curvi.

Tra i coleotteri silofagi, lo Xylosandrus germanus, che solitamente sfarfalla tardi, ha approfittato delle

buone condizioni climatiche di metà giugno e di conseguenza, sull'Altipiano, il legname a terra è stato attaccato in misura maggiore rispetto agli anni scorsi. Il chiaro segno dell'attacco da Xylosandrus sono i caratteristici vermicelli di polvere di legno che possiamo trovare sul legname di conifere o latifoglie colpite (fig. 7). Nella maggior parte dei casi sono stati danneggiati soltanto assortimenti di legna da ardere, in quanto il legname di maggior valore, grazie alle buone condizioni di mercato, era stato prelevato tempestivamente dal bosco.

Fig. 7. Vermicelli di polvere di legno di Xylosandrus ger- manus su un tronco di faggio. Tutte le specie legnose possono essere colpite dal coleottero.

5 Un nuovo coleottero ha raggiunto la Svizzera

In un negozio di giardinaggio nell'Altipiano svizzero è stato individuato il coleottero cinese Anoplopho- ra chinensis. Su di un acero giapponese (Acer palmatus) proveniente dal Belgio è stato possibile individuarne tracce alimentari, larve ed infine anche un coleottero (fig. 8). Gli aceri importati sono stati distrutti onde impedire la diffusione del coleottero.

Fig. 8. Un coleottero cinese (Anaplophora chinensis) è stato trovato in Svizzera (Foto: Beat Wermelinger).

Negli ultimi anni le varietà cinese e asiatica di Anoplophora (Anoplophora chinensis, A. glabripen- nis) sono state importate ripetutamente in Europa e nel Nord America tramite piante da vivai o legname d'imballaggio. In Germania, Austria, Francia ed Ita- lia si sono trovati dei coleotteri. I coleotteri, sfarfal- Fig. 5. Danni dovuti alla pressione da neve in una perti-

caia d'abete rosso.

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lando, possono attaccare anche latifoglie indigene nelle quali poi si moltiplicano. Alla frontiera tra Aus- tria e Germania, ma anche nel Nord Italia sono stati segnalati focolai con piante molto danneggiate o morte. La situazione è particolarmente critica in alcune città nordamericane ma anche in Italia dove queste specie si sono già diffuse ampiamente.

L’Anoplophora chinensis attacca specialmente la base del tronco delle giovani latifoglie, compresi Bonsai e piante ornamentali, mentre il suo parente asiatico colpisce la zona del fusto e i grossi rami di piante più vecchie, in modo particolare degli aceri. I focolai possono essere eliminati solo se riconosciuti tempestivamente. Le piante colpite vanno eliminate e quelle vicine devono essere controllate accura- tamente.

Queste specie di coleotteri sono organismi di qua- rantena per i quali vige l'obbligo d'annuncio e devo- no essere segnalate al Servizio fitosanitario fede- rale del Ufficio federale dell'agricoltura o agli Servizi fitosanitari cantonali. Potete trovare dati ed imma- gini relative a questi coleotteri al sito www.waldschutz.ch (diagnosi online).

6 Lepidotteri e afidi

Durante l'estate del secolo 2003, Erannis defolia- ria e Operophthera brumata così come altre spe- cie di lepidotteri si erano moltiplicate in modo evi- dente. Nel 2004 e 2005 in alcuni soprassuoli di lati- foglie miste si erano avute erosioni parziali o totali delle chiome che non si sono ripetute nel 2006, annata durante la quale le larve sono state viste solo saltuariamente specialmente sulle querce. Si è notata una diminuzione dei danni anche per quanto riguarda Euproctis chrysorrhoea e la processio-

naria della quercia (Thaumetopoea processionea) ormai nota a causa dei peli urticanti dei propri bru- chi. Le popolazioni di queste specie di lepidotteri sono comunque leggermente aumentate. Un au- mento dei danni è invece da segnalare per quanto riguarda la processionaria del pino (Thaumeto- poea pityocampa): nella zona del lago di Ginevra, nel Vallese ed in Ticino si sono potuti osservare in misura crescente i classici nidi lanosi di svernamen- to sulle chiome dei pini (fig. 9). I danni sono risultati particolarmente intensi nella zona della Riviera, tra Bellinzona e Biasca nel Canton Ticino.

All'inizio dell'estate, l'azione defogliatrice di Gracil- laria syringella ha causato l'erosione completa

delle chiome di frassino (fig. 10). Nella Svizzera centrale e del Nord, alcuni giovani soprassuoli sono stati colpiti in modo talmente forte che le foglie sono seccate completamente. L'ultima segnalazione di eventi di questo tipo risale agli anni 1957/1959. Se il danno dovesse ripetersi anche il 2007, le perdite saranno inevitabili. Nella zona di Zurigo, l'afide del- le ortensie (Pulvinaria hydrangeae), organismo importato che inizialmente colpiva solo piante or- namentali, è stato rilevato in alcuni soprassuoli bo- schivi, come ad esempio sul lato nord dell'Üetliberg.

Fig. 9. Nidi della processionaria del pino.

Fig. 10. Quadro dei danni causati da Gracillaria syringella in un giovane soprassuolo di frassini.

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Dopo la caduta delle foglie in autunno, le secrezioni grumose bianche, ceroso-lanose non potevano non esser notate sulle foglie (fig. 11).

La pullulazione di Physokermes piceae del 2004/2005, che ha portato all'utilizzazione forzata di diverse decine di migliaia di metri cubi nella zona del Glattal zurighese, è rientrata. Nonostante questo, sono parecchie le specie di afidi che dov- rebbero aver approfittato dell'inverno mite 2006/2007, cosicchè il 2007 potrebbe essere un'annata caratterizzata dalla presenza di afidi.

Fig. 11. L'afide delle ortensie si è diffuso nella regione di Zurigo e predilige gli aceri.

7 Ruggine dell'abete rosso ad alte quote

La ruggine dell'abete rosso, Chrysomyxa rhodo- dendri, che vive in modo alternato sugli aghi dell'ul- tima generazione dell'abete rosso e sulle foglie del- la rosa delle Alpi, è stata segnalata dal 28% dei circondari forestali. La comparsa di questa micosi degli aghi a livello svizzero si situa quindi nell'or- dine di grandezza degli ultimi anni. Rispetto al 2005 si sono però notati localmente danni da forti a molto forti. Danni molto appariscenti venivano segnalati dalla zona del Praderalp (GR, Schanfigg), come pure dai circondari 3 e 9 del Canton Ticino (Valle di Blenio, Gambarogno-Valle Morobbia-Magadino). I soprassuoli d'abete rosso colpiti fortemente dalla ruggine assumono una colorazione giallastra a causa della massiccia produzione di spore gialle (fig. 12).

8 Grafiosi dell'olmo

Questa pericolosa tracheomicosi dell'olmo è di nu- ovo diffusa in tutto l'areale di distribuzione di questa specie arborea, ad eccezione della parte orientale del Canton Grigioni (fig. 13). Negli scorsi decenni la malattia ha causato una sensibile riduzione dei vecchi esemplari di olmo in diverse regioni. Il nume- ro di circondari che ci hanno segnalato la malattia è leggermente diminuito, da 63% a 56%. Questa di- minuzione non può in nessun caso essere attribuita ad una diminuzione della malattia. In alcuni circondari forestali il quantitativo di olmi è talmente ridotto che la malattia in questi luoghi ha perso d'importanza. Inoltre le continue ristrutturazioni con conseguenti raggruppamenti di più circondari por- tano ad alcune imprecisioni nel confronto tra i risul- tati delle inchieste con gli anni precedenti. Un classico sintomo che permette di diagnosticare la malattia è la presenza di una zona concentrica di color marrone nell'alburno dei rami che stanno appassendo (fig. 14).

Fig. 12. La ruggine degli aghi dell'abete rosso, ricopre gli abeti di una polvere giallo-dorata.

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Fig. 14. Zona concentrica bruna nella sezione trasversale di un ramo: chiaro sintomo di grafiosi dell'olmo.

9 Malattie dal quadro sintomatico complesso su faggi e querce

La necrosi corticale del faggio è un esempio di malattia complessa caratterizzata dalla presenza contemporanea e non chiara di più fattori. Accan- to ai funghi Nectria e Phytophthora (JUNG 2004) e all'afide del faggio (Cryptococcus fagisuga) anche l'approvvigionamento idrico ha un ruolo centrale nella malattia. Secondo l'inchiesta fitosanitaria la necrosi corticale ha interessato 89 circondari, contro gli 85 dell'anno precedente ed è quindi leggermente più diffusa di prima.

Indipendentemente da quali siano i fattori scate- nanti dell'essudazione di mucillagine, vale il prin- cipio secondo il quale i faggi colpiti vanno allonta- nati il più presto possibile dal soprassuolo per evi- tare la svalutazione del legname dovuta ai funghi decompositori che attaccano il legno successiva- mente.

Gli ingiallimenti ed i fenomeni di moria delle far- nie sono sintomi di un'altra di queste malattie complesse. Questo fenomeno è stato segnalato dal 42% dei circondari e si situa nell'ordine di grandezza dello scorso anno (44% ), Responsabili del danno sono un regime idrico perturbato, Fig. 13. Segnalazioni di grafiosi dell'olmo 2006 (Ceratocystisi ulmi). (Risultati dell'inchiesta fitosanitaria 2006 presso gli Circondari e Uffici tecnici forestali).

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squilibri nell'apporto di sostanze nutritive e danni all'apparato radicale dovuti all'attacco da chiodi- no (Armillaria sp.) o da agarico a piede fusifor- me Collybia fusipes (fig. 15).

Dopo l'estate torrida del 2003 ci si aspettava un aumento di queste malattie complesse in quanto l'esperienza insegna che un fenomeno del genere può avere ripercussioni per anni sulla vitalità degli alberi. L'inchiesta fitosanitaria indica invece che sia nel caso della necrosi corticale del faggio, sia in quello della malattia complessa della farnia non si è notato alcun aumento marcato dei casi d'infe- zione. Sul piano dei singoli individui invece si con- ferma l'ipotesi secondo la quale questi periodi di siccità estrema sono negativi per l'albero, in quan- to la carenza idrica riduce la capacità difensiva della zona corticale dalle micosi. Un esempio su tutti è rappresentato dalla moria dei getti del tiglio, causata dal fungo Stigmina pulvinata, nota- to in Svizzera a partire dal 2005. I tigli soggetti manifestano una maggiore trasparenza della chi- oma anche se, presumibilmente, la loro vitalità non viene compromessa dalla malattia.

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10 Nuove malattie su alberi ornamen- tali e di bosco

Phytophthora ramorum è un patogeno individu- ato anche nel 2006 in alcuni vivai su rododendri e viburni. Su questi ultimi la malattia provoca un tipico marciume dell'apparato radicale, mentre sui rododendri il segnale caratteristico è dato dalla morte dei cimali. Nei boschi svizzeri per il momen- to il patogeno non è ancora stato segnalato, al contrario di quanto avviene negli USA dove, su una superficie di svariati chilometri quadrati, pa- recchie specie arboree sono state colpite e in par- te distrutte. Visto che questa specie di Phytoph- thora all'inizio è stata riscontrata sulle querce, la malattia è stata denominata "morte improvvisa delle querce".

Un'altra specie di Phytophthora (P.alni), colpisce invece varie specie di ontani causandone la morte.

Tipico sintomo è l'essudazione di mucillagine color catrame a livello del fusto (fig. 16). Queste chiazze mucillaginose su ontani sono state se- gnalate da 18 circondari forestali. È probabile, anche se non ancora dimostrato, che questi sin- tomi siano spesso causati da infezioni da Phy- tophthora.

Fig. 16. Flusso mucillaginoso di questo ontano bianco imputabile a Phytophtora?

Fig. 15. L'agarico a piede fusiforme provoca una putre- dine bianca all'apparato radicale della quercia.

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Spesso i nuovi patogeni vengono trovati in parchi e centri di giardinaggio. Nella città di Berna, su due faggi è stato individuato il fungo Asteromas- saria macrospora1 che colpisce rami grandi e piccoli causando una micosi settoriale (fig. 17). La micosi corticale povrebbe essere stata indotta dall'estate asciutta del 2003. Il quadro del danno è simile a quello prodotto da Massaria sul platano ed i rami colpiti soggiacciono ad un forte rischio di rottura.

Sempre nei centri di giardinaggio è stato individu- ato per la prima volta il fungo Cylindrocladium buxicola, che provoca danni massicci a foglie e getti del bosso (Buxus sp.).

Questo fungo ad alto rischio fitosanitario è stato pertanto inserito come organismo di quarantena sospetto nella "lista d'attenzione" dell'organizzazi- one europea e mediterranea per la protezione delle piante (OEPP). Va segnalato che il bosso allo stato selvatico è presente nel Giura ed in Ti- cino.

1La determinazione del fungo è stata possibile grazie alla fruttuosa collaborazione del Prof. Dr. R. Kehr, Göt- tingen.

11 Le nevicate abbondanti hanno por- tato ad un aumento dei danni da scortecciamento nelle Prealpi

Nel marzo 2006 le nevicate tardive, ancora più abbondanti dell'anno precedente, hanno privato la selvaggina di gran parte della pastura portando il danno da scortecciamento nelle Prealpi ben al di sopra della media.

Nella regione del Werdenberg (Rheintal San Gal- lese) su una superficie boschiva di circa 25 ettari sono stati osservati danni da scortecciamento.

L'80% delle aree colpite erano dominate dalla presenza dell'abete rosso. In queste superfici il grado di danneggiamento era relativamente basso (meno del 25% d'alberi colpiti). Alcuni ettari di bosco con una forte presenza di frassini, denota- vano invece un grado di danneggiamento alto o molto alto con 50-100% degli alberi colpiti (fig. 18).

Dato che questo tipo di danni non è molto fre- quente in Svizzera, gli indennizzi delle perdite per maggiori costi di manutenzione forestali e deprez- zamento del legname non sono un fatto di routine;

ciò ha portato a divergenze d'opinioni tra proprie- tari di bosco da un lato e istanze cantonali pre- poste al risarcimento e organizzazioni venatorie dall'altro. A questo proposito occorre considerare alcuni punti:

Fig. 17. La corteccia del faggio è disseminata di conteni- tori di spore nerastri (Sp). Sotto la corteccia morta il legno si colora (micosi settoriale, "Sektorfäule").

Fig. 18. Danni da scortecciamento su frassini.

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• Lo sgombero e la sostituzione dei sopras- suoli colpiti è necessaria solo nella mino- ranza dei casi. Potrebbe essere il caso ad es. per soprassuoli di abete rosso in zone minacciate dallo stacco della neve. E' meno costoso lasciare il soprassuolo così com'è fino al momento della maturità e del taglio conseguente. Non è provato che gli abeti danneggiati siano maggior- mente soggetti a schianti da vento, mentre le perdite dovute alla vendita del legname sono tangibili soprattutto per il peccio. In effetti le ferite possono dar luo- go allo sviluppo di legname rosato, ciò che provoca la svalutazione della parte migliore del legname dell'albero colpito.

• Se consideriamo il singolo albero, la pro- tezione dai danni da scortecciamento con mezzi d'aspersione chimici o con reti av- volgenti in materiale plastico sono senz'altro molto più economiche rispetto al risarcimento a danni ormai avvenuti.

Relativamente all bosco nel suo insieme, però, questo principio non è più valido: la protezione dei tronchi di un'intera superfi- cie rapportata al danno presente solo su una piccola percentuale di piante rende gli esiti del calcolo ben diversi. Inoltre va considerato che se solo una parte degli alberi viene protetta, il danno dovuto al cervo si concentrerà sugli alberi rimanenti.

Rischia quindi di verificarsi quanto suc- cesso nel 2006 nella regione del Werden- berg, dove nonostante si sia fatto un grosso sforzo nella protezione degli alberi il danno da scortecciamento è rimasto molto alto. Dal punto di vista economico, la protezione dei fusti dallo scorteccia- mento ha senso solo in casi particolari, per piante di qualità particolarmente alta.

• Nel caso di danni parziali, solo poche pi- ante vengono scortecciate e le perdite possono essere compensate in parte o to- talmente anche solo tramite diradamenti.

• Non esiste una correlazione diretta tra grandezza delle popolazioni di cervi e quantità dei danni. Visto che lo scortecci- amento non è un'attività indispensabile

per il cervo, ci sono regioni dove no- nostante la presenza abbondante di capi il danno da scortecciamento è assente.

Ridurre le popolazioni di cervo non è quindi la misura più efficace per contene- re questo tipo di danno. Risulta invece molto più importante fornire a questa spe- cie possibilità di pastura alternative, ren- dendo maggiormente accessibili radure e popolamenti forestali aperti.

Nuova applicazione della Circolare Bosco- Selvaggina della Confederazion

Per il momento, la Circolare 21 della Confederazi- one ha garantito l'applicazione delle decisioni con- tenute nella legge forestale per il contenimento dei danni al bosco dovuti alla selvaggina. Nel corso del 2008 la Circolare dovrebbe essere sostituita dalla Scheda programmatica bosco di protezione.

Questo allegato alla nuova impostazione della pe- requazione finanziaria e della ripartizione dei com- piti tra Confederazione e Cantoni (NPC) contiene tre differenze sostanziali rispetto alla Circolare 21:

1) Nelle aree con selvaggina situate in boschi di protezione, la rinnovazione naturale deve poter essere attuata sul 90% della superficie (fino ad ora 75%). Se questo non è possibile con misure venatorie, allora occorre raggi- ungere il risultato con un concetto di preven- zione dei danni da selvaggina.

2) Le quote d'abbattimento non sono più identi- che per tutti i contesti (50% femmine, ecc.) ma vengono differenziate a dipendenza dagli obiettivi che si vogliono raggiungere ("Diminuire la presenza di selvaggina",

"Mantenere la presenza di selvaggina",

"Aumentare la presenza di selvaggina").

3) Al massimo un terzo dei rimborsi per la pre- venzione dei danni viene attribuita alle mi- sure preventive tecniche. Vengono invece sostenute le misure attive per il miglioramen- to degli spazi vitali.

La Confederazione intende emanare una serie di consigli che illustrino con quali me- todi controllare la realizzazione degli obietti- vi prefissati.

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12 Le misure venatorie e selvicolturali hanno portato ad una riduzione dei danni da brucamento

Nella regione della Linth dove s'incontrano i Can- toni di Glarona, San Gallo e Zurigo, la combina- zione dell'applicazione di misure venatorie e selvi- colturali ha portato ad una sensibile diminuzione dell'intensità dei danni da brucamento. In partico- lare sono stati diminuiti gli effettivi della selvaggi- na, si è modificato la distribuzione delle zone di stazionamento e si è incentivata la rinnovazione selvicolturale del bosco. Il successo degli inter- venti ha potuto essere valutato con il rilevamento medio dell'intensità dei danni su una vasta super- fice (areale di distribuzione della selvaggina). Le misurazioni hanno interessato 121 aree campione fisse di 30 ha di grandezza, all'interno delle quali si trovavano 30 aree di saggio permanenti. In 55 casi l'intensità del brucamento è diminuita, in 49 è rimasta uguale e solo in 17 casi è aumentata.

Laddove l'intensità dei danni, rivelatasi utile quale unità di misura, è diminuita, sono calati i problemi di rinnovazione del bosco e si è potuto notare un chiaro miglioramento nella crescita della rinnova- zione (fig. 19). Con il termine d'intensità dei danni s'intende la quantità di getti terminali brucati in un anno espressa in percentuale rispetto al numero totale di piante inventariate. È una misura che indica il quantitativo di materiale da pastura prele- vato dalle piante rispetto al numero di piante totali presenti sul territorio.

Nel rilevamento annuale dei danni eseguito nel Canton Berna, su diciotto areali della selvaggina indagati, quattro presentavano localmente danni intollerabili. Queste quattro aree si trovano tutte nel Mittelland bernese, per contro nel Giura ber- nese e nell'Oberland non sono praticamente stati rilevati danni. Sull'insieme del Cantone non si no- tano mutamenti in atto.

13 Bibliografia

JUNG, T., 2004: Phytophthora schädigt Buchenbestände in ganz Bayern. In: LWF-aktuell Nr. 43 - Auswirkun- gen der Trockenheit 2003 - Waldschutzsituation 2004. S. 36-37.

METEOSCHWEIZ,2006:Monatlicher Witterungsbericht des Bundesamtes für Meteorologie und Klimatologie MeteoSchweiz. Zürich.

RIGLING,A.;DOBBERTIN,M.;BÜRGI,M.;GIMMI,U.;GRAF PANNATIER,E.;GUGERLI,F.;HEINIGER,U.;POLOMSKI,J.;

REBETEZ,M.;RIGLING,D.;WEBER,P.;WERMELINGER,B.;WOHLGEMUTH,T., 2006: Verdrängen Flaumeichen die Walliser Waldföhren? Merkbl. Prax. 41, Eidg. Forschungsanstalt WSL, Birmensdorf. 16 S.

Fig. 19. Nella regione della Linth ecco ricomparire gli abeti bianchi nella rinnovazione. Le tracce dei danni precedenti sono ancora ben visibili sul fusto dell'alberel- lo.

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14 Gemeldete Organismen und ihre Bedeutung im Forstschutz

Fichte (Picea sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Buchdrucker (Ips typographus) Seit dem Rekordjahr 2003, in dem die Massenvermehrung des Buchdruckers mit einer befallenen Fichtenholzmenge von über 2 Mio. m3 ihren Höhepunkt erreichte, ist der jährliche Befall kontinuierlich zurückgegangen. Im Jahr 2006 wurden 750'000 m3 Käferholz registriert, was immer noch fast einem Fünftel einer durch- schnittlichen Nadelholznutzung entspricht. Siehe auch unter "Föhre".

Kupferstecher (Pityogenes chal- cographus)

In den vom Nassschneefall im März geschädigten Fichtenstangenhölzern fand der Kupferstecher günstige Brutgelegenheiten. So wurde regional im zentralen Mittel- land ein verstärktes Auftreten dieser Käferart festgestellt.

Riesenbastkäfer (Dendroctonus mi- cans)

Der Riesenbastkäfer wird häufig an Fichten auf bestockten Juraweiden festgestellt (Meldungen 2006 Kt. NE, VD). Hin und wieder wird er auch in Blaufichten-Kulturen beobachtet (Meldung 2006 Kt. SO).

Fichtengallenläuse (Adelges sp., Sac- chiphantes sp.)

Schäden durch Fichtengallenläuse können in Jungbeständen der Hochlagen sowie in Christbaumkulturen entstehen. Siehe auch unter "Lärche".

Fichtennadel-/Alpenrosenrost (Chry- somyxa rhododendri)

Ähnlich häufig wie im Vorjahr trat 2006 der mit der Alpenrose wirtswechselnde Fichtennadelrost in Erscheinung.

Fichtennadelrost (Chrysomyxa abietis) Ein starker Befall durch den Fichtennadelrost wurde an Blaufichten in einer Christbaumkultur im Kt. AG, lokaler schwacher Befall an gewöhnlicher Fichte im Kt.

TG beobachtet.

Tanne (Abies alba Mill.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Krummzähniger Weisstannen- borkenkäfer (Pityokteines curvidens)

Gesamtschweizerisch ist der Befall durch den Krummzähnigen Weisstannen- borkenkäfer weiter zurückgegangen. Im Wallis und im Bündner Rheintal musste hingegen sogar ansteigender Befall verzeichnet werden.

Gefährliche Weisstannentrieblaus (Dreyfusia nüsslini = D. nordmann.)

Der Befall durch die Weisstannentrieblaus blieb auch 2006 insgesamt auf dem mässigen Niveau der Vorjahre. Im Jahr 2006 meldeten 40 % der Forstkreise einen Befall (2005: 43 %).

Weisstannen-Stammlaus (Dreyfusia piceae)

Ein mässiger, lokal in Nestern auftretender Befall durch die Weisstannenstammlaus wurde aus den Kt. BL und SO gemeldet.

Rindenpilz (Nectria fuckeliana) Im Kt. BL wurden von der Weisstannenstammlaus befallene Bäumen gleichzeitig vom Rindenpilz Nectria fuckeliana befallen.

Tannenkrebs, Hexenbesen (Me- lampsorella caryophyllacearum)

Die Rostpilzerkrankung mit Wirtswechsel zwischen Tanne einerseits und Mieren- und Hornkrautarten andererseits tritt im ganzen Tannenverbreitungsgebiet in unter- schiedlichem Ausmass auf. Wirtschaftlich von Bedeutung sind die Stammkrebse.

Für 2006 liegen Meldungen aus den Kt. FR und SZ vor.

(17)

Waldföhre (Pinus sylvestris L.) / Bergföhre (P. montana Mill.) / Schwarzföhre (Pinus nigra Arn.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Waldgärtner (Tomicus sp.) Die beiden Waldgärtner-Arten sind vor allem in den Föhrenbeständen des Wallis sowie in einzelnen Tälern Graubündens von Bedeutung. Sie traten nach dem Hit- zesommer auch an anderen Orten in geschwächten Föhrenbeständen verstärkt in Erscheinung. Für 2006 liegen Meldungen aus den Kt. BE, GE, GR, LU, TG und VS vor.

Sechszähniger und Grosser Zwölfzäh- niger Föhrenborkenkäfer (Ips acumina- tus, Ips sexdentatus)

Der seit Jahren anhaltende Befall durch den Sechszähnigen Föhrenborkenkäfer im Puschlav (GR) ist nach wie vor stark, in weiteren Regionen im Kt. GR meist schwach bis mässig. Vereinzelt wird gleichzeitig auch ein Befall durch den Zwölf- zähnigen Föhrenborkenkäfer beobachtet. Lokaler Befall durch diese Art wurde zu- dem in den Kt. GE und VS festgestellt.

Buchdrucker (Ips typographus) Auch 2006 konnte vereinzelt Buchdruckerbefall in Bergföhrenbeständen beobach- tet werden. Siehe auch unter "Fichte".

Blauer Kiefernprachtkäfer (Phaenops cyanea)

Beim Absterbeprozess von geschwächten Föhren ist neben Borkenkäfer-Arten in vielen Fällen auch der Blaue Kiefernprachtkäfer mitbeteiligt. Für 2006 liegen Mel- dungen aus dem Wallis vor.

Rotgelbe Kiefern-Buschhornblattwespe (Neodiprion sertifer)

Wie im Vorjahr wurde auch 2006 an jüngeren Föhren in Gärten der auffällige Na- delfrass durch die Afterraupen dieser Blattwespe beobachtet (AG, ZH).

Pinienprozessionsspinner (Thaumeto- poea pityocampa)

Der Pinienprozessionsspinner trat in letzter Zeit deutlich stärker in Erscheinung. Er ist auf der Alpensüdseite, im Wallis, in der Genfersee-Region und entlang des Waadtländer Jurasüdfusses verbreitet. Die Brennhaare der Raupen können zu Belästigungen der Bevölkerung führen.

Kiefernknospentriebwickler (Rhyacio- nia buoliana)

Frass durch den Kiefernknospentriebwickler wurde 2006 in den Kt. GE, GR und VS festgestellt.

Nadelschütte (Lophodermium seditio- sum)

Schwacher Nadelschütte-Befall der Föhre wird aus den Kt. NE und TG gemeldet.

Braunfleckenkrankheit der Föhre, Lecanosticta-Nadelbräune (Scirrhia acicola HFF, Lecanosticta acicola NFF)

Dieser EPPO-Quarantäneorganismus wurde Mitte der 1990er Jahre erstmals in der Schweiz festgestellt. Bis 2006 wurden insgesamt 3 Befallsherde gefunden (Zollikon ZH, Weesen SG und Sarnen OW).

Kiefernnadelrost (Coleosporium sp.) Über den Kiefernnadelrost liegt eine Beobachtung aus dem Kt. GR vor.

Diplodia-Triebsterben der Föhre (Diplodia pinea, Syn. Sphaeropsis sapinea)

Neben der besonders anfälligen Schwarzföhre kann der Pilz auch andere Föhren- arten befallen, insbesondere nach Verletzungen der Triebe, z.B. durch Hagel. Für 2006 liegen Beobachtungen über das Auftreten des Triebsterbens an Schwarzföh- ren aus den Kt. BE, JU und ZH, über das Auftreten an Schwarz- und Waldföhren aus dem Kt. GE vor.

(18)

Lärche (Larix decidua Mill.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Grosser Lärchenborkenkäfer (Ips cembrae)

Der grosse Lärchenborkenkäfer trat 2006 lokal im Wallis und in Graubünden aber auch an verschiedenen Orten auf der Alpennordseite wieder verstärkt in Erschei- nung. Es liegen Meldungen aus den Kt. AG, BE, BL, GR, SG und VS vor.

Fichtengallenläuse (Adelges sp., Sac- chiphantes sp.)

An Lärchen verursachen Fichtengallenläuse Verfärbungen und Abknicken der Na- deln. Siehe auch unter "Fichte".

Lärchenblattwespe (Pristiphora sp.) Nadelfrass mit anschliessend auffälligem Vergilben der Nadeln durch die Grosse oder Kleine Lärchenblattwespe wurde lokal im Wallis festgestellt.

Lärchenminiermotte (Coleophora lari- cella)

Nadelverfärbungen infolge eines stärkeren lokalen Miniermottenbefalls wurde 2006 aus dem Kt. GR gemeldet.

Lärchenblasenfuss (Taeniothrips larici- vorus)

Beobachtungen über leichten Lärchenblasenfuss-Befall liegen aus den Kt. SG und TG vor.

Meria-Lärchenschütte (Meria laricis), Braunfleckigkeit der Lärche (My- cosphaerella laricina)

Das Auftreten von Nadelschütte bei der Lärche wurde von verschiedenen Orten im Kanton Graubünden sowie aus dem Wallis gemeldet.

Lärchenkrebs (Lachnellula willkommii) Feuchte Lagen fördern das Auftreten der Krankheit. Starker Krebsbefall kann Äste und Wipfel zum Absterben bringen (Meldungen 2006: Kt. FR und GR).

Arve (Pinus cembra L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kleiner Buchdrucker (Ips amitinus), Kleiner Arvenborkenkäfer (Pityogenes conjunctus)

Der Kleine Buchdrucker wurde im Oberengadin (GR) an liegendem Arvenholz, ver- einzelt auch an stehenden Bäumen festgestellt. Ebenfalls an stehenden Bäumen wurde hier auch der Kleine Arvenborkenkäfer gefunden.

Arvenminiermotte (Ocnerostoma copi- osella)

Der bis vor zwei Jahren anhaltende Zyklus im Oberengadin (GR) mit starkem Befall der Arven jeweils in den ungeraden Jahren wurde im Vorjahr unterbrochen. Statt starkem Befall war 2005 nur noch schwacher Befall zu beobachten. 2006 konnte gar kein Befall festgestellt werden.

Strobenblasenrost (Cronartium ribico- la)

Der Blasenrost der fünfnadeligen Föhrenarten wurde 2006 an Arven in der Land- schaft Davos (GR) und an Weymouthsföhren in der Region Bern festgestellt.

Cenangium-Triebsterben (Cenangium ferruginosum)

Das Cenangium-Triebsterben an Arven wurde aus dem Oberengadin (GR) gemel- det.

Strobe, Weymouthsföhre (Pinus strobus L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Strobenblasenrost (Cronartium ribico- la)

Der Blasenrost der fünfnadeligen Föhrenarten wurde 2006 an Weymouthsföhren in der Region Bern und an Arven in der Landschaft Davos (GR) festgestellt.

Douglasie (Pseudotsuga menziesii Franco)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Frosttrocknis

Furchenflügeliger Fichtenborkenkäfer (Pityophthorus pityographus), Russige Douglasienschütte (Phaeocryptopus gaeumannii), Hallimasch (Armillaria sp.)

Sehr kalte Perioden bis weit in den März hinein führten an verschiedenen Orten in den Kt. BE, FR, SG und ZH zu Frosttrocknisschäden an Douglasien. In den meis- ten Fällen waren die betroffenen Bäume vom Furchenflügeligen Fichtenborken- käfer, teilweise auch von der Russigen Douglasienschütte und dem Hallimasch befallen.

Douglasienwollaus (Gilletteella cooleyi) Die Douglasienwollaus ist 2006 deutlich auffälliger in Erscheinung getreten als in anderen Jahren. Es liegen Beobachtungen aus den Kt. BE, TG, ZG und ZH vor.

(19)

Nadelhölzer im Allgemeinen

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Gestreifter Nutzholzborkenkäfer (Xylo- terus lineatus)

Mit seinem tief ins Splintholz reichenden Gangsystem ist der Gestreifte Nutzholz- borkenkäfer der häufigste und bedeutendste Lagerholzschädling.

Wacholderborkenkäfer (Phloeosinus thujae)

Weitere 2006 beobachtete rindenbrütende Borkenkäfer: Wacholderborkenkäfer an Seqoiadendron (ZH).

Bockkäfer (Cerambycidae) Bockkäferbefall in der Regel an bereits durch andere Ursachen geschädigten Bäumen wurde 2006 an Fichten, Föhren und Lärchen aus den Kt. FR, GE und TG gemeldet.

Grosser Brauner Rüsselkäfer (Hylobi- us abietis)

In Pflanzungen von Lärchen und Douglasien im Kt. BE ist es 2006 zu grösseren Ausfällen gekommen. Nebst anderen Ursachen war auch starker Frass durch den Grossen Braunen Rüsselkäfer zu verzeichnen.

Rüsselkäfer (Polydrosus sp.) An Weisstannen verschiedenen Alters wurde im Kt. BE Nadelfrass durch Rüssel- käfer beobachtet.

Nadelholz-Markröhrenrüssler (Magda- lis memnonia)

Eine Bergföhre im Siedlungsgebiet (Kt. ZH) war gleichzeitig durch den Kupfer- stecher und durch diese Rüsselkäfer-Art befallen.

Südlicher Wacholderprachtkäfer (Pal- mar festiva)

Dieser wärmeliebende Prachtkäfer, welche in letzter Zeit vermehrt an Thuja in der Romandie festgestellt wurde, konnte 2006 an Thuja in Gampel (VS) entdeckt wer- den. Die Art ist vor einigen Jahren vom Wacholder auch auf andere immergrüne Wirtsbaumarten wie Thuja oder Scheinzypresse übergegangen.

Pflanzensauger (Homoptera, dh. Zika- den, Blattflöhe und Läuse)

Neben den bereits erwähnten Arten wurden 2006 folgende Homopteren an Nadel- hölzern festgestellt: Cinara cedri an Zeder (FR); Grosse Schwarze Fichtenrinden- laus (Cinara piceae) an Blaufichte (JU, VS)

Triebsterben (Ascocalyx sp.), Schwar- zer Schneeschimmel (Herpotrichia juniperi), Weisser Schneeschimmel (Phacidium infestans)

Diese Trieb- und Nadelkrankheiten führen in Hochlagenaufforstungen zu Proble- men. Im Oberengadin (GR) wurden das Triebsterben an Arven (Ascocalyx abietina) und der Schwarze Schneeschimmel an Arven und Fichten beobachtet. Der Befall von Arven durch den Weissen Schneeschimmel wurde ebenfalls im Oberengadin sowie in den Aufforstungen auf der Nordseite des Julierpasses (GR) festgestellt.

Rotfäule, Wurzelschwamm (Heteroba- sidion annosum)

Die Rotfäule ist ein klassisches, in der ganzen Schweiz vorhandenes Forstschutz- problem und verursacht alljährlich bedeutende Wertverluste beim Nadelholz, ins- besondere in Fichtenbeständen.

(20)

Buche (Fagus sylvatica L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kleiner Buchenborkenkäfer (Taphrory- chus bicolor)

An Randbäumen entlang von Sturmschadenflächen in der Region Niederbipp (BE) war 2006 ein starker Befall durch den Kleinen Buchenborkenkäfer zu verzeichnen.

Buchenspringrüssler (Rhynchaenus fagi)

An den durch die Buchenzierlaus (siehe unten) befallenen Bäumen konnte jeweils auch leichter Buchenspringrüssler-Befall festgestellt werden.

Buchenprachtkäfer (Agrilus viridis) In der Region Winterthur (ZH) trat der Buchenprachtkäfer im Sommer 2006 in ver- stärktem Masse auf.

Buchenwollschildlaus (Cryptococcus fagi)

Buchenwollschildlaus-Befall kann zu Rindennekrose führen. Meldungen über leich- ten Wollschildlaus-Befall liegen aus dem Kt. TG vor.

Gemeine Buchenzierlaus (Phyllaphis fagi)

An verschiedenen Orten in den Kt. GL, SG und SZ wurde 2006 ein verstärktes Auf- treten der Gemeinen Buchenzierlaus beobachtet.

Blattbräune (Apiognomonia errabunda) Das Auftreten der Blattbräune der Buche wurde im Frühjahr an einzelnen Orten in den Kt. BL, GL und SG festgestellt, meist im Zusammenhang mit anderen Schad- faktoren wie der Buchenzierlaus oder Spätfrostschäden.

Buchenrindennekrose, Schleimfluss Eine wesentliche Ursache dieser Krankheit dürfte in der Störung des Wasserhaus- haltes der Bäume liegen. Der Pilz Nectria coccinea, Phytophthora-Arten oder die Buchenwollschildlaus können am Krankheitsausbruch beteiligt sein.

Eiche (Quercus sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kronenverlichtungen, Vergilbungen, Absterbeerscheinungen an Eichen

Kronenverlichtungen und Absterbeerscheinungen sind in älteren Eichenbeständen zu beobachten und wurden etwa im selben Umfang wie im Vorjahr gemeldet. Die Ursachen sind komplexer Natur. Teilweise sind der Hallimasch (Armillaria sp.) und der Spindelige Rübling (Collybia fusipes) beim Krankheitsverlauf mitbeteiligt. Letz- terer wurde bei einem Beratungsfall in der Ajoie (JU) festgestellt.

Eichensplintkäfer (Scolytus intricatus), Zottiger Eichenborkenkäfer (Dryo- coetes villosus), Kleiner Eichenborken- käfer (Taphrorychus villifrons)

Diese drei Borkenkäferarten wurden anlässlich eines Borkenkäfer-Monitorings in jungen Eichenbeständen im Kanton Genf festgestellt.

Eichengoldafterspinner (Euproctis chrysorrhoea)

Siehe unter "Laubhölzer im Allgemeinen".

Eichenprozessionsspinner (Thaumeto- poea processionea)

Der Eichenprozessionsspinner trat in den vergangenen Jahren verschiedentlich in Erscheinung. Die Brennhaare der Raupen verursachen starke Hautreizungen, was beim Auftreten in Siedlungsgebieten Säuberungsaktionen notwendig machen kann.

Für 2006 liegen keine Meldungen vor.

Eichenmehltau (Microsphaera alphitoi- des)

Eichenmehltau an Jungpflanzen wurde aus dem Kt. BE gemeldet.

Esche (Fraxinus excelsior L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Fliedermotte (Gracillaria syringella) Im Tösstal (Kt. ZH) und am Bürgenstock bei Stans (Kt. NW) kam es 2006 zu einem starken Befall der Eschen durch die Fliedermotte. Ein grosser Teil der minierten und eingewickelten Blätter war verdorrt. Ein derart starkes Auftreten wurde letzt- mals in der Schweiz in den Jahren 1957 – 1959 verzeichnet.

Eschenkrebs (Pseudomonas syringae subsp. savastanoi oder Nectria galli- gena)

Die Krankheit wurde aus dem Kt. TG gemeldet. Sie wird durch ein Bakterium (Gat- tung Pseudomonas) oder vom Pilz Nectria galligena verursachtet.

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Ahorn (Acer sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Spitzahornsterben, Bergahornsterben Nectria coccinea

Ein auf komplexe Ursachen zurückzuführendes Absterben des Bergahorns wurde aus den Kt. AG, BL und SO gemeldet. Zum Teil wurde der sekundäre Rindenpilz Nectria coccinea festgestellt.

Russige Rindenkrankheit (Cryptostro- ma corticale)

Die Russige Rindenkrankheit wurde 2006 an Ahornbäumen im Stangenholzalter im Kt. TI festgestellt.

Ulme (Ulmus sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Ulmensplintkäfer (Scolytus sp.) Die Ulmensplintkäfer sind als Überträger der Ulmenwelke von Bedeutung. Starker Splintkäferbefall wurde 2006 bei St. Gallen festgestellt.

Ulmenblattkäfer (Galerucella luteola) Blattfrass durch den Ulmenblattkäfer wurde im Tessin bei Tenero sowie in der Re- gion Ceresio beobachtet.

Welkekrankheit der Ulme (Ceratocystis ulmi)

Die Krankheit ist heute in weiten Teilen des Verbreitungsgebietes der Ulme vor- handen. Sie hat in den vergangenen Jahrzehnten den Ulmenbestand stark redu- ziert, lokal gar zum Verschwinden gebracht.

Linde (Tilia sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Blattbräune der Linde (Apiognomonia tiliae)

Die Blattbräune der Linde wurde 2006 einmal aus dem Kt. ZH gemeldet.

Zweigspitzendürre (Stigmina pulvinata) Das in der Schweiz seit 2005 beobachtete Zweigsterben der Linde, welches durch den Pilz Stigmina pulvinata verursacht wird, konnte 2006 in den Kt. AG und ZH festgestellt werden.

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Laubhölzer im Allgemeinen

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Ungleicher Holzbohrer (Xyleborus dispar), Kleiner Schwarzer Nutzholz- borkenkäfer (Xyleborus monographus)

Der Ungleiche Holzbohrer wurde anlässlich eines Borkenkäfer-Monitorings in jun- gen Eichenbeständen im Kt. GE und an Laubholz in einem Pflanzgarten im Kt. VD gefunden. Der Kleine Schwarze Nutzholzborkenkäfer konnte in absterbenden Ei- chen festgestellt werden (VD).

Kahlnahtiger Graurüssler oder Hasel- rüssler (Strophosomus melanogram- mus), Phytodecta quinquepunctatus

An jungen Vogelbeerbäumen im Sihlseegebiet (Kt. SZ) konnte 2006 auffälliger Blattfrass durch die Larven der Blattkäferart Phytodecta quinquepunctatus sowie durch den Kahlnahtigen Graurüssler beobachtet werden.

Pflanzensauger (Homoptera, dh. Zika- den, Blattflöhe und Läuse)

Neben den bereits erwähnten Arten wurden 2006 folgende Homopteren an Laub- hölzern festgestellt: Hagebuchenzierlaus (Myzocallis carpini) an Hagebuche (ZH);

Ahorn-Borstenlaus (Periphyllus californiensis) an Ahorn (UR); Schwarze Kirschen- laus (Myzus cerasi) an Kirsche (GR); Aphis illicis an Stechpalme (AG); Hortensien- wollschildlaus (Pulvinaria hydrangeae) an Bergahorn, Spitzahorn und Hartriegel (ZH).

Platanennetzwanze (Corythucha cilia- ta)

Ein mässiges Auftreten der Platanennetzwanze wird aus der Südbündner Region Roveredo – Calancatal gemeldet. Die Netzwanze kann zunehmend an Platanen im städtischen Bereich gefunden werden.

Rosskastanienminiermotte (Cameraria ohridella)

Die vor einigen Jahren eingewanderte Rosskastanienminiermotte ist heute in der ganzen Schweiz, besonders im urbanen Bereich, verbreitet.

Gespinstmotten (Yponomeuta sp.) Der Blattfrass und die auffällig eingesponnenen Futterpflanzen, meist Trauben- kirschen, konnten 2006 an verschiedenen Orten in den Kt. AG, GR, VD, VS und ZH beobachtet werden.

Eichengoldafterspinner (Euproctis chrysorrhoea)

Gegenüber den beiden Vorjahren kam es 2006 weniger häufig zu Kahlfrass an Eichen und anderen Laubhölzern. Es liegen verschiedene Beobachtungen aus den Kt. BE, FR, GE und VD vor.

Grosser Frostspanner (Erannis defolia- ria), Gemeiner Frostspanner (Ope- rophthera brumata)

Die Frostspanner-Arten, welche in den beiden Vorjahren auffälligen Blattfrass ver- ursacht hatten, traten 2006 nur noch vereinzelt in Erscheinung.

Braune Heidelbeereule (Conistra vac- cinii), Mondvogel oder Mondfleck (Pha- lera bucephala), Grosser Fuchs (Nymphalis polychloros)

Im Rahmen der Beratungstätigkeit wurden die Raupen folgender Schmetterlings- arten festgestellt: Braune Heidelbeereule an Hagebuche (ZH); Mondvogel an Linde (ZH); Grosser Fuchs an Kirschbaum (TI, ZH).

Hornissenschwärmer (Aegeria apifor- mis)

Die Raupen dieser Schmetterlingsart verursachten mit ihrem platzartigen Frass unter der Rinde Schäden an den Wurzelanläufen junger Weiden (Kt. TI).

Weidenbohrer (Cossus cossus), Blau- sieb oder Rosskastanienbohrer (Zeu- zera pyrina)

Ein Befall von Bergahorn durch den Weidenbohrer wurde in der Stadt Basel beo- bachtet. Das Blausieb wurde an Ahorn in der Stadt Zürich sowie an Buche im Kt.

BE gefunden.

Gallmilben Im Rahmen der Beratungstätigkeit wurden folgende Gallmilbenarten festgestellt:

Aceria pseudoplatani, Haarfilz auf Blättern an Bergahorn (GR); Aceria fraxinivora, Deformation von Blüten- und Fruchtständen der Esche, sog. "Eschenklunkern" (Kt.

NW); Eriophyes leiosoma, Haarfilz an den Blättern der Winterlinde (GR).

Blattbräune der Platane (Apiognomo- nia veneta)

Relativ häufig konnte im Frühjahr die Blattbräune der Platane festgestellt werden (verschiedene Meldungen aus den Kt. BE und ZH).

Mehltau der Rosskastanie (Uncinuliella flexuosa)

Das Auftreten des Echten Mehltaus der Rosskastanie wurde an Parkbäumen in Spiez (BE) beobachtet.

Blattrost der Erle (Melampsoridium sp.) Ein Rostpilzbefall der Erlen wurde aus dem Kt. VS gemeldet.

Weidenschorf (Pollaccia saliciperda) Der Weidenschorf, welcher eine Blatt- und Triebspitzendürre verursacht, wurde 2005 in zwei Fällen im Kt. ZH diagnostiziert.

Asteromassaria macrospora Diese Pilzkrankheit wurde an Buchen in der Stadt Bern festgestellt. Ein starker Be- fall durch diesen Rindenpilz kann vermehrt zu Astabbrüchen führen.

Kastanienrindenkrebs (Cryphonectria parasitica = Endothia parasitica)

Die Krankheit ist auf der Alpensüdseite (TI und GR Südtäler), im Wallis und in der Genferseeregion (VD) verbreitet. Einzelne Befallsherde finden sich auch in der Deutschschweiz.

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Laubhölzer im Allgemeinen

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Tintenkrankheit der Kastanie (Phy- tophthora sp.)

Die gefährliche Tintenkrankheit der Edelkastanie trat in den vergangenen Jahren auf der Alpensüdseite vermehrt in Erscheinung. Sie wurde 2006 aus dem Malcan- tone (TI) gemeldet.

Platanenwelke (Ceratocystis fimbriata f.sp. platani)

Die Platanenwelke ist bisher auf der Alpensüdseite und im Kanton Genf aufgetre- ten. Die gefährliche Krankheit führt zum raschen Absterben der Bäume. Für 2006 liegen Meldungen aus den Tessiner Regionen Ceresio und Malcantone vor.

Blatt- und Zweigpilze an Buchsbaum (Pseudonectria rousseliana, Cylindroc- ladium buxicola)

Diese beiden Pilzarten können an Buchsbaum das Verfärben und Absterben von Blättern und Zweigen verursachen. Cylindrocladium buxicola wurde 2006 erstmals in der Schweiz nachgewiesen (ZH). Für Pseudonectria rousseliana liegen im Jahr 2006 zwei Beratungsfälle aus dem Kt. ZH vor.

Feuerbrand (Erwinia amylovora) Die Bakterienkrankheit stellt in erster Linie für den Erwerbsobstbau (Apfel, Birne, Quitte) eine grosse Gefahr dar. Sorbus-Arten, Steinmispel und Weissdorn spielen als weitere Wirtspflanzen bei der Krankheitsausbreitung eine Rolle. Informationen zum Feuerbrand finden sich unter: http://www.feuerbrand.ch

Rindenpilze, Fäuleerreger oder holz- abbauende Pilze an Laubholz

Ein lokal sehr starkes Auftreten des Zunderschwamms (Fomes fomentarius) an Buche wurde aus dem Kt. TI gemeldet.

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Schäden an verschiedenen Baumarten

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Schalenwild Hohe Schalenwildbestände (Rothirsch, Reh und Gämse) stellen insbesondere bei der Gebirgswaldverjüngung ein vordringliches Problem dar. Wegen der grossen Schneemengen im Spätwinter war 2006 in den Voralpen das Ausmass der Schäl- schäden durch das Rotwild beträchtlich.

Eichhörnchen (Sciurus vulgaris), Sie- benschläfer (Glis glis)

Häufig konnten im Winter 2005/2006 und im Frühjahr an Fichten die auffälligen Triebabbisse zum Verzehr der Knospen durch das Eichhörnchen festgestellt wer- den. Das Abschälen der Rinde durch Eichhörnchen oder Siebenschläfer wurde in den Kt. GL und JU an Ahorn und Buche beobachtet.

Mäuse

Erdmaus (Microtus agrestis)

Grosse Wühlmaus (Arvicola terrestris)

Frassschäden an den Stämmchen gepflanzter Eschen durch die Erdmaus sowie Wurzelfrass in Pflanzungen vor allem an Eichen aber auch anderen Laubhölzern durch die Wühlmaus wurden aus dem Kt. TG gemeldet.

Schwarzer Nutzholzborkenkäfer (Xylo- sandrus germanus)

Der Schwarze Nutzholzborkenkäfer wurde 2006 im Schweizer Mittelland wieder häufiger festgestellt als in früheren Jahren.

Maikäfer (Melolontha sp.) Ein stärkeres Auftreten von Maikäfern wurde bei Flüelen (Kt. UR) beobachtet. Kahl- frass an Eichen durch den Maikäfer wurde aus der Region Ilanz (Kt. GR, Vorder- rheintal) gemeldet.

Moschusbock (Aromia moschata), Veränderlicher Scheibenbock (Phyma- todes testaceus)

Der Moschusbock wurde in einer Weide (ZH), der Veränderliche Scheibenbock überwiegend in gelagertem Brennholz gefunden (LU, NE, VS, ZH).

Sägehörniger Werftkäfer (Hylecoetus dermestoides)

Ein Befall durch den Sägehörnigen Werftkäfer wurde 2006 an Buche, Tanne und Föhre festgestellt (Beobachtungen in den Kt. GR, TG und ZH).

Hallimasch-Arten (Armillaria sp.) Der Hallimasch ist ein klassisches Forstschutzproblem. Nach der Schwächung der Bestände durch die Trockenheit des Sommers 2003 war der Hallimasch in den Folgejahren an dem zu beobachtenden Absterben von Einzelbäumen häufig mit- beteiligt. 2006 befiel der Pilz oft auch die durch Frosttrocknis geschwächten Doug- lasien.

Grauschimmelfäule (Botrytis cinerea) Botrytis cinerea befiel 2006 den Neuaustrieb von Fichten und Tannen in einer Christbaumkultur im Kt. VD.

Mistel (Viscum album) Der Einfluss der Mistel auf die Vitalität von Föhren und Tannen wird regional als gravierend eingestuft. Auf Forschungsflächen im Kt. VS wurde in den letzten Jah- ren eine deutliche Zunahme des Mistelbefalls bei der Föhre beobachtet (RIGLING et al. 2006). Starker Laubholz-Mistelbefall an Linden und Spitzahorn wird auch an verschiedenen Orten im Kt. GL festgestellt.

Dürre, Trockenheit, Hitzeschäden Infolge der Trockenheit und Hitze war im Juli z.B. im Churer Rheintal (Kt. GR) vor allem auf exponierten Standorten das Abdorren des Laubes sowie vorzeitiger Blatt- fall festzustellen.

Spätfrost Ein Kaltlufteinbruch Ende Mai hatte in höheren Lagen an verschiedenen austrei- benden Laub- und Nadelhölzern Spätfrostschädigungen zur Folge.

Schneelastschäden Der Nassschneefall vom 4./5. März verursachte im zentralen Mittelland Schnee- lastschäden mit einer Schadholzmenge von 120'000 m3.

Streusalzschäden Der vermehrte Einsatz von Auftausalzen im strengen Winter 2005/2006 verur- sachte entlang von Strassen Schädigungen an Laub- und Nadelhölzern.

Murgang Entlang von Flüssen, wie etwa der Reuss, sind in Waldbeständen, welche beim Unwetter vom August 2005 von Geschiebe übermurt wurden, Bäume abgestorben.

Referenzen

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