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Istituto federale di ricerca per la foresta,la neve e il paesaggio (Ed.). (1999). L'anno 1998. Rapporto annuale dell'istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio.

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Rapporto annuale dell'istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio

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Ricerca per l'uomo e l'ambiente

I due punti focali dell'atttvità dell'Istitu- to Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio (FNP) sono «gestio- ne, organizzazione e protezione degli ambienti vitali terrestri» e « gestione dei pericoli naturali». Scopo dell'FNP è fornire supporti alle decisioni e proposte di soluzioni per un uso sostenibile del paesaggio svizzero. In questo ambito si considerano anche le esigenze eco- nomiche e sociali dell'uomo, ciò che rende possibile un utilizzo sostenibile delle risorse. Al centro dell'attività di ricerca vi sono le regioni di montagna e le zone ad alta concentrazione urbana.

L'FNP impiega circa 400 collabora- trici e collaboratori a Birmensdorf, Da- vos, Bellinzona, Losanna e Sion. Esso è un istituto di ricerca della Confede- razione ed appartiene al settore dei Politecnici.

Impressum

Responsabrle dell'edizwne:

Dr. Mano F. Brogg1, Direttore FNP Idea: Daniel Schnyder, Dr. Ruth Landolt Redazwne: Daniel Schnyder

Traduzwne italiana a cura della FNP Sottostazione Sud delle Alpi.

Coordmazwne: Peter Henseler

Foto «La persona che c'e dietro»: André Roth Grafica: Wild & Frey (Zurigo)

Composizione: Wiid & Frey (Zzmgo), Servizw Pubblicaziom FNP

Fotografie:

FNP: pagine Sa, 6, 7, 9, 11, 15, 20, 21, 23, 24, 25, 27;

Comet Photo SA: pagina 3;

Heinnch Haller (Parco nazionale svizzero}:

pagina Sb;

Geobrugg SA: pagma 13;

Docuphot/E. Amman: pagina 16.

C1taz10ne:

Istituto federale d1 ricerca per la foresta, la neve e ,I paesaggio (ed.) 1999: l'anno 1998.

Rapp. annu. ist. fed. ne. far. neve paesagg.

36 p.

Ottemlnle presso la Biblioteca FNP Zùrcherstrasse 111

CH-8903 Birmensdorf Fax 01 739 22 15 E-mail: b1blwthek(a~wsl.ch

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Indice

Ritratti« La persona che c'è dietro»

Buongiorno

!Il breve

Un buon consiglio costa poco Dipende dalla giusta misura

Valanghe alla lente d'ingrandimento Parco naturale a Birmensdorf La ricerca è cablata

La vespa che fuoriesce dal coleottero La ricerca in immagini

Un futuro per i licheni

Sotto i n(letturi

La valanga estiva

Nessuna moria del bosco - ma un rischio di lungo periodo Reti per i pezzi grossi

Sistema prevenzione valanghe Svizzera 2000 Il bosco per le generazioni future

Paesaggio colturale svizzero, dove vai?

Il bosco dopo la tempesta Un fuoco per la scienza

Gli alberi forestali rifiutano anidride carbonica addizionale?

Estrarre il veleno dal suolo

!Il cifre

Organo superiore e commissioni Organigramma

Personale e finanze

La ricerca non accade semplicemente, Prospettive future ma viene fatta. Realizzata da persone.

400 tra donne e uomini lavorano per Maggiori informazioni sull'FNP l'FNP - sono l'FNP. Essi studiano,

osservano, sviluppano, progettano, programmano, analizzano, misurano, calcolano, valutano, consigliano, foto- grafano, scrivono, informano, pro- ducono, riparano, guidano, puliscono, cucinano, curano e raccolgono. In questo rapporto annuale 9 collabora- tori scelti casualmente vengono presen- tati per una volta in forma privata in rappresentanza di tutti coloro che fanno e rendono possibile la ricerca all'FNP.

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Rapporto a111111ale FNI' 1998 1

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Buongiorno

Dr. Mario E Brogg1, Direttore

Quale è stata l'attività dell'FNP nel 1998? Il nostro rapporto annuale pre- senta una scelta dei lavori realizzati in questo anno. Di questi, due vengono qui segnalati in maniera particolare: il primo riguarda il rapporto Sanasilva 1997, che rappresenta un bilancio di 15 anni di ri- cerca sul deperimento delle foreste. Con- giuntamente all'UFAFP in questo rap- porto si afferma l'inesistenza di una mo- ria delle foreste: esiste invece un rischio di lungo periodo a causa delle elevate immissioni di sostanze inquinanti. Il se- condo concerne la conclusione del 2. In- ventario Forestale Nazionale, lavoro che permette per la prima volta di disporre di dati scientificamente attendibili sull'evo- luzione del bosco svizzero. Queste pre- ziose informazioni trovano le più dispa- rate applicazioni.

Nel 1998 abbiamo anche elaborato il piano pluriennale dal 2000 al 2003 e le nuove linee direttrici dell'FNP. L'o- biettivo della nostra attività è un uso so- stenibile del paesaggio. Si vogliono for- nire alla politica ed alla società dei sup- porti alle decisioni e proposte di soluzioni. In questo contesto ci concen- triamo sulle regioni di montagna e sulle zone ad alta concentrazione urbana.

L'attività di ricerca dell'FNP si divide nei due punti focali «gestione, organizzazio- ne e protezione degli ambienti vitali ter- restri» e «gestione dei pericoli naturali».

Al fine di riuscire a realizzare gli obiettivi prefissati, nel 1998 sono state realizzate alcune importanti innovazio- ni. In futuro circa la metà della nostra at- tività di ricerca si svolgerà sotto forma di programmi di ricerca integrati. Abbiamo realizzato una nuova organizzazione in- terna che è diventata operativa il 1. gen- naio 1999. E' in corso il rafforzamento della attività di divulgazione e di tras- missione delle conoscenze; stiamo inol- tre potenziando la collaborazione con i nostri partner di ricerca e con i fruitori dei nostri prodotti nel mondo della pra- tica. La premessa principale resta però i circa 400 collaboratrici e collaboratori dell'FNP a Birmensdorf, Davos, Bellin- zona, Losanna e Sian. La loro compe- tenza professionale è la nostra forza. Noi vogliamo favorire in modo mirato que- sta competenza professionale e vogliamo anche in futuro offrire eccellenti condi- zioni di lavoro. Sono già sin d'ora lieto per la collaborazione futura.

Rapporto a111111ale rNI' /998 3

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In breve

Un buon consiglio costa poco

Quando nell'estate 1998 i forestali sviz- zeri osservarono un aumento di querce morenti, chiesero la consulenza del Ser- vizio Fitosanitario di Osservazione e di Informazione (SFOI) dell'FNP. Il re- sponso degli specialisti: una presumibile alterazione della disponibilità idrica ha indebolito le capacità di difesa delle querce. L'esempio è rappresentativo per molti altri casi: quando un albero si ammala, quando le foglie si colorano già in estate, quando gli alberi muoiono per cause sconosciute, allora i forestali si rivolgono allo SFOI. Solo nel 1998 si è risposto a più di 400 di queste domande.

Persona di contatto:

Dr. Roland Engesser,

Protezione della foresta e dell'ambiente, Birmensdorf, Te!. 01-739 23 88, E-mail: engesser@wsl.ch

U11 caso per gl, specwhst1 dell'f-NI':

ra1111111ort1 d, querce s'11111al:;;a110

!!l'/'SO ,/ c,e/o.

Dipende dalla giusta misura

Nel 1998 le ricerche sullo sviluppo della vegetazione sul lungo periodo nel Parco Nazionale Svizzero hanno avuto una va- sta eco sui media. L'FNP ha potuto di- mostrare che, in un periodo di 80 anni e con una densità di popolazione media dei cervi (vale a dire 6-9 animali ogni 100 ettari) l'avanzata del bosco è stata accelerata. La molteplicità delle specie vegetali nei pascoli alpini è stata favori- ta addirittura sotto la pressione delle più elevate densità di cervi rilevate nel Par- co (24 animali ogni 100 ettari). E' an- cora aperta la questione su quanto que- sti risultati possano essere rapportati ad altre situazioni; pur tuttavia si è eviden- ziato che non è giustificata una condan- na unilaterale dei cervi come distruttori del bosco o fattori limitanti della rinno- vazione.

Persona di contatto:

Dr. Martin Schiitz, Biodiversità,

Birmensdorf, Tel. 01-739 25 26, E-mail: schuetz@wsl.ch

Nel Parco Na:;;1011ale 1111a de11s1ta d, 6-9 cen11 01(111 100 ettan accelera d, c,rca .J uolte /'aua11zata del bosco.

Rapporto a111111ale FN I' 1998 5

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Valanghe alla lente d'ingrandimento

All'inizio del marzo 1998 l'INV, un Isti- tuto dell'FNP, ha realizzato nella Valle della Sionne in Vallese un impianto di ri- cerca sulle valanghe unico nel suo gene- re in tutte le Alpi. Nei prossimi cin- que-dicci anni i ricercatori svizzeri e di diver~i Pac~i europei vogliono rilevare i movimenti delle valanghe e misurare la loro for7,1. L'impianto è stato finanziato dal Consiglio del Politecnico, da diversi Uffici Federali e dal Canton Vallese.

Persona di contatto:

François Dufour, Stazione esterna, Sion, Te!. 027-324 03 89,

E-mail: dufour@slf.ch

/111/na11to di nccrca sulle valanghe della Valle della .\io1111e: i11 mezzo ad 1111 canale da 11ali111ga di 1.5 cl1i/o111etn dz l1111ghezza,

s0110 localizzati le appareul11at11re dz 1111s1tra e diuersi 111a1111fatti.

6 Jfop/wrto 111111,wle FN P I 'J'JS

Parco naturale a Birmensdorf

L'FNP pensa seriamente alla sostenibi- lità, all'ecologia ed alla molteplicità spe- cifica, anche fuori dalla sua porta di ca- sa. Da anni il suo areale a Birmensdorf viene valorizzato con provvedimenti ecologici mirati. All'inizio del dicembre 1998 ha ottenuto dalla fondazione

«Natura ed economia» il certificato di

«Parco naturale dell'economia svizze- ra». Le misure di valorizzazione giovano anche alle dipendenti ed ai dipendenti dell'FNP. Grazie alla differenzazione degli ambienti, l'area ha notevolmente guadagnato in valore ricreativo.

Persona di contatto:

Anton Burkart, Vivaio sperimentale, Birmensdorf, Tel. 01-739 23 62, E-mail: burkart@wsl.ch

/.'areale di/() ettan dell'J--NI' a Bzr111e11sdorf cos/1/111sce 1111 a111lnc11tc 111/alc d, elcuato lllllorc per 111oltc S{ll'CIC llllllllillI e 11egetalz.

La ricerca è cablata

Senza l'informatica nulla funziona più neanche nella ricerca sull'ambiente e sul- la sostenibilità. Per prepararsi ad af- frontare il continuo incremento della massa di dati, nel 1998 l'FNP ha instal- lato nella sede di Birmensdorf una co- siddetta cablazione universale di comu- nicazione per dati e linguaggio; questi cavi possono trasportare fino a 1 GBit di dati al secondo. La sede di Davos dispo- ne di un cablaggio universale di comuni- cazione già dalla fine del 1996, dall'im- pianto dei nuovi uffici.

Persona di contatto:

Dr. Markus Sonderegger, Informatica,

Birmensdorf, Tel. 01-739 24 97, E-mail: sonderegger@wsl.ch

No11 1111'111salata d, ca11i, l1e11si 111w rete co111f!leta111e11te orga111zzata. li u1blagg10 1111iuersale d, co11w11Icaz1011e rende {lossz/11le il trasp,n lo d, e11or111i q11a11t1ta d, dati.

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La vespa che fuoriesce dal coleottero

Negli abeti rossi attaccati ed uccisi dagli scolitidi (bostrico) si sviluppa un elevato numero di nemici naturali di questi insetti, i cosiddetti antagonisti.

Quali sono gli insetti predatori o parassiti? Che effetti hanno? Per quanto tempo restano nel fusto? Per diversi anni l'FNP ha studiato in laboratorio sezioni di questi fusti; gli insetti più frequenti sono delle piccole vespe di due a tre millimetri che parassitizzano il

«bostrico». I lavori si chiuderanno nel 2000; i primi risultati sono stati pubbli- cati nel 1998.

Persona di contatto:

Dr. Beat Werrnelinger,

Protezione della foresta e dell'ambiente, Birrnensdorf, Tel. 01-739 22 58;

E-mail: werrnelinger@wsl.ch

Te111f,o della scln11sa: la uespa /){lrass1ta c/Je porta t! 1rn111e di To1111cobw set111en, grossa Circa tre 1111//1111etn, ba da poco lascwto lo sco/1t1de 11el quale ;1 e s11t!11/1pata.

La ricerca in immagini

Il 25 settembre 1998 è stata inaugurata al vivaio cantonale di Lattecaldo una mostra itinerante sul terna «Ozono ed al- beri forestali», realizzata dall'FNP ed il Canton Ticino in collaborazione con la Pennstate University (USA) e l'Univer- sità di Pisa; alcuni accattivanti poster in- formano sui risultati di un esperimento all'aria aperta che l'FNP ha realizzato nel Ticino meridionale nell'ambito delle Ricerche a lungo termine sugli ecosiste- mi forestali (LWF). In queste ricerche è stato possibile, per la prima volta in Eu- ropa, dimostrare che l'ozono, un gas ag- gressivo, danneggia in modo acuto di- versi alberi nel bosco. La mostra viene esposta presso scuole e centri commer- ciali. Le scuole dispongono inoltre di un opuscolo informativo.

Persona di contatto:

Dr. Paolo Cherubini,

Ecosistemi forestali e rischi ecologici, Birrnensdorf, Tel. 01-739 22 78, E-mail: cherubini@wsl.ch

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attrall11h1 c/Je auu1C11w ,I p11bb!tco t1c111ese ad 1111 tema co111plesso.

Ed ecco I ptiml rbLaltati

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Un futuro per i licheni

La situazione della Lobaria p11/111011aria è simile a quella di altri licheni: l'in- quinamento atmosferico ed il mutamen- to del suo ambiente vitale hanno forte- mente ridotto questa specie nel giro di pochi anni o decenni. Nessuna meravig- lia se la Lobaria è oggi considerata come specie in pericolo sull'Altopiano svizze- ro. Nel 1998 l'FNP ha perciò introdotto in un bosco di produzione alcuni cosid- detti nuclei di diffusione della Lobaria su alberi finora non colonizzati; qui dovrebbero svilupparsi dei nuovi licheni.

Occorrerà tuttavia del tempo, poiché nella fase giovanile la Lobaria cresce con estrema lentezza: in due anni si accresce solo di un millimetro.

Persona di contatto:

PD Dr. Christoph Scheidegger, Biodiversità,

Birrnensdorf, Tel. 01-739 24 39, E-mail: scheidegger@wsl.ch

La Lobana p11/111011aria, 1111a s1111b10s1 tra f1111go ed alga. Attrauerso 111111 d1ff11s1011e art1(1cwle si tenta di gara11t1me la sof,ra111•1- ve11za 11ell"Altopia11u s111zzero

Rapporto m11111ale 1-NP 1998 1

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La valanga estiva

Le lave torrentizie provocano nelle Alpi regolarmente seri danni.

L'FNP in collaborazione con i Politecnici di Zurigo e Losanna hanno posto sotto osservazione questo fenomeno naturale dal 1995 al 1998.

Obiettivo: una migliore stima del pericolo e le misure per limitare i possibili danni.

li torre11te Clm111111er presso Dauos:

la laua ton entizw del I \" agosto 1998 ha trasc11wto a fo11doualle d111erse 1111glww di 111etn oi/11 di roccw e terra.

Sulle tracce delle lave torre11t1z1e

Davos, 15 agosto 1998. Un violento temporale imperversa nel bacino del tor- rente Chummer. Una miscela di acqua, fango e pietre scorre lungo il corso del torrente, si riversa su più ettari di prati e ricopre di detriti la strada cantonale e la linea ferroviaria Davos-Tiefencastel.

Scarse le conoscenze finora acquisite Con il termine di lave torrentizie o cola- te di fango si intende la miscela derivata da una combinazione di acque di piena, frane e cadute di massi. A volte viene an- che chiamata valanga di detriti in quan- to si muove come una valanga di neve.

Al contrario delle slavine però, al mo- mento attuale si conosce molto poco di questo fenomeno. Al tempo stesso que- ste conoscenze sarebbero molto impor- tanti in quanto le lave torrentizie provo- cano regolarmente grossi danni.

L'FNP, il Politecnico di Zurigo ed il Politecnico di Losanna hanno lavorato, dal 1995 al 1998, in un comune proget- to di ricerca sulle seguenti questioni: per- ché si formano le lave torrentizie? Come avanzano? Come è possibile una loro simulazione al computer? Quali sono i processi di deposizione?

Sviluppo di un modello computerizzato I ricercatori dell'FNP hanno valutato in laboratorio il movimento delle lave torrentizie. Osservazioni che hanno permesso di rilevare come sono i grossi massi presenti in testa alla lava a danneggiare l'alveo e le sponde del letto del torrente; la parte posteriore liquida della lava torrentizia trasporta le pietre più piccole ed il fango. E' stato anche simulato il movimento di una lava torrentizia

con un modello informatico di nuova concezione; l'FNP ha approntato a que- sto scopo delle stazioni di osservazione in due torrenti alpini. In questo modo, per la prima volta in Svizzera, è possibi- le misurare con esattezza velocità, pro- fondità di deflusso e quantità di mate- riale trasportato da questo fenomeno;

grazie a ciò è quindi possibile verificare le ricerche di laboratorio ed i modelli in- formatici.

Il Politecnico di Losanna ha svilup- pato i modelli informatici per la forma- zione e la sedimentazione delle colate, ed il Politecnico di Zurigo ha analizzato in laboratorio come le lave torrentizie si formano in torrenti con elevata penden- za. Questi lavori hanno evidenziato l'im- portante ruolo giocato nelle fasi iniziali e finali delle lave torrentizie dalle masse d'acqua e dalle caratteristiche meccani- che dei materiali trasportati.

Il lavoro comune tra FNP e Politecni- ci di Zurigo e di Losanna ha permesso un importante passo avanti nella ricerca sul- le lave torrentizie. Ulteriori progetti co- muni sono in cantiere. In questo modo in futuro sarà possibile migliorare l'analisi del rischio e limitare l'entità dei danni.

Persona di contatto:

Dr. Dieter Rickenmann,

Movimenti delle acque, della terra e delle rocce, Birmensdorf, Te!. 01-739 24 42,

E-mail: dieter.rickenmann@wsl.ch, http://www.wsl.ch/hazards/

hydro/hydro.htm

Rapporto a111111ale rNI' 1998 9

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Nessuna moria del bosco - ma un rischio di lungo periodo

Alla fine del maggio 1998, l'FNP e l'UFAFP hanno presentato il bi- lancio di 15 anni di ricer- ca sul deperimento delle foreste. Bilancio del Rap-

porto Sanasilva 1997:

non esiste alcuna moria del bosco, ma nel lungo periodo il bosco svizzero è messo in pericolo a causa delle sostanze in- quinanti; per questo mo- tivo la loro emissione

nell'aria deve essere ul-

teriormente ridotta.

Rapporto Sanasi/va I 997

«Il bosco muore.» Questi erano i termi- ni della discussione a metà degli anni '80 anche in Svizzera, prima in consessi spe- cialistici e sulle riviste scientifiche, poi sui media, in Parlamento, nella strada.

Esistevano effettivamente dei fondamen- ti per questo timore: intere foreste erano morte in breve tempo nell'allora Ce- co~lovacchia. La causa: inquinamento dell'aria dovuto a sostanze nocive. In quel periodo in Europa da un po' di tem- po si parlava di piogge acide e si aveva

;ivuto già una moria di ;ibere bi;inco.

Quando gli scienziati ed i forest;ili sviz-

agirono: fu introdotta l'Ordinanza per il mantenimento della qualità dell'ari;i e furono deliberati provvedimenti al fine di ridurre negli anni a seguire in modo sostanziale il carico di sostanze dannose nell'atmosfera.

Dopo alcuni anni fu tutt;ivia chiaro che non si poteva parlare di una acuta moria del bosco. Al posto delle supposi- zioni si ebbero risultati scientifici, alle emozioni subentrnrono riflessioni ogget- tive; l'FNP fu partecipe di questa ogget- tivizz;izione in modo determinante e do- vette per questo ;inche far fronte a pe- zeri osserv;irono ;ittentamente gli ;i(beri santi critiche.

del bosco, si evidenziò che le chiome era- no in p;irte trnsp;irenti. Sembrnv;i che b scomparsa delle foreste fosse ~olo una questione di ;inni. Furono richieste ur- genti misure di intervento cd i politici

Su orca il 90 /1er ce11to della s11J1er(icie forestale Sl'izzera 1•c11go1w superati I l,111111 critic, d1 tollera11za dell'azoto dc(i111ti a liuello i11tcma:wJ11<1lc {dati III clnlogra1111111 pe, ettaro e J1er a111w, secondo Rilm1 / 996).

10 Ra/1/)()rto a111111ale rNI' /998

Tasso di mortalità normale

Nel m;iggio 1998, dopo 15 anni di ricer- ca sul deperimento delle foreste, il Rap- porto Sanasilva edito congiuntamente dall'fNP e d;ill'Ufficio Federale per l'Ambiente, il Bosco ed il Paesaggio ha segnato la definitiv;i archiviazione della fase ;icuta della mori;i del bosco: il bos- co non muore. Questo è oggi assodato.

Dal 1985 ogni anno è morto solo lo 0,4 per cento degli alberi, un tasso di morta- lità che può essere considerato normale.

Tuttavia, in questo periodo la percen- tuale di esemplari b cui chioma ha un;i trasparenza superiore ;id un terzo è no- tevolmente aumentarn - dall'8 al 17 per- cento. I ricercatori sono però oggi dell'o- pinione che il parnmetro «trnsparenz;i della chioma» possa essere utilizzato so- lo in misura limirnt;i per determinare lo stato di salute di un albero; il grado di fogliazione dipende infatti anche dalle diverse condizioni in cui gli alberi si tro- vano a vivere. Si è anche potuto eviden- ziare come la trasparenza non sia semp- re solo in aumento, ma che anche gli al- beri con forti trasparenze possono riprendersi. In ogni caso i ricercatori

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ipotizzano che l'incremento della tras- parenza delle chiome sia dovuto ad un aumento dello stress.

Fino ad oggi non è però chiara l'ori- gine di questo stress. Quali cause vanno considerati l'invecchiamento degli albe- ri, la siccità, l'uragano « Vivian » del 1990 e gli inquinanti atmosferici. Tutta- via non sono state trovate prove per una chiara correlazione tra inquinanti at- mosferici e trasparenza delle chiome.

Questo in contrasto con le supposizioni degli anni '80.

Ridurre le immissioni di sostanze nocive

E con questo, il caso è archiviato? Nel bosco svizzero tutto è in ordine? No. An- che se non è stato possibile dimostrare che le sostanze nocive nell'aria influen- zino la trasparenza delle chiome, esse co- munque non sono innocue per il bosco.

E' dimostrato che le attuali immissioni acide e di azoto sono così elevate che i suoli forestali si acidificano in modo cre- scente e le sostanze nutritive vengono dilavate. In suoli che sono per natura acidi questi mutamenti possono avveni- re nel giro di decenni, nei suoli ricchi in calcare nel giro di secoli. Le possibili conseguenze sono degli squilibri nutri- zionali, una ridotta stabilità degli alberi ed una maggiore sensibilità degli stessi alla siccità. Il bosco è quindi messo in pericolo nel lungo periodo. La richiesta dell'FNP e dell'UFAFP è: le immissioni di sostanze nocive devono essere ulte- riormente ridotte fin al di sotto dei cosiddetti «limiti di tolleranza critici»

definiti a livello internazionale.

li bosco svizzero 111ve. Og111 a11110 11111ore solo 1111 albero og111 2 ìO.

Cl, 111q11111a11t1 pero lo 111etto110 111 pencolo 11el l1111go penodo.

Naturalmente molte questioni sono

forestali» della Confederazione, studia ed osserva alcune superfici forestali, in modo da aumentare la conoscenza dell'influsso dell'inquinamento atmosfe- rico e del cambiamento climatico sul bosco. La politica e la società non pos- sono però attendere indicazioni conclu- sive. Il rischio è conosciuto; in base al principio della prevenzione devono esse- re introdotti provvedimenti per una ul- teriore riduzione dell'inquinamento at- mosferico. Delle misure, nota bene, che non vanno solo a favore del bosco, ma anche e soprattutto della popolazione.

Persona di contatto:

Dr. Peter Brang,

Ecosistemi forestali e rischi ecologici, Birmensdorf, Te!. 01-739 24 86, ancora aperte. La scienza cerca ulteriori E-mail: peter.brang@wsl.ch risposte, per cui l'FNP, nell'ambito delle

«Ricerca a lungo termine su ecosistemi

Rapporto Sanasilva 1997

FNP e UFAFP hanno stilato in circa 100 pagine un bilancio dopo 15 anni di ri- cerca sul deperimento delle foreste. La pubblicazione (in lingua tedesca con riassunto in francese ed in italiano) è disponibile al prezzo di 21 franchi presso: F. Flueck-Wirth, Buchhandlung, CH-9053 Teufen, Fax 071-333 16 64.

E-mail: flueck-teufen@dm.krinfo.ch Un pieghevole per il vasto pubblico con importanti indicazioni del Rapporto Sanasilva può essere richiesto gratuita- mente presso:

Biblioteca FNP, Ziircherstr. 111, CH-8903 Birmensdorf, Fax 01-739 22 15, E-mail: bibliothek@wsl.ch

Rapporto a111walr: FN l' 1998 11

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Reti per pezzi grossi

Protezione contro la caduta di massi Dove il bosco non protegge

o protegge solo parzialmente

centri abitati e vie di transito, Cava di pietra calcarea presso Becken- le strutture artificiali devono ried NW. Il blocco di roccia penzola dal- adempiere a questo compito. la teleferica. Uno scricchiolìo, quindi il Un'Industria svizzera e l'FNP, carrello si mette in movimento. Il blocco nell'ambito di un progetto di roccia scende il ripido pendio, si libe- comune, hanno notevolmente ra del sostegno inferiore e vola nella re- migliorato l'efficienza degli te. In una frazione di secondo le forze si impianti di reti con funi ritorte. sprigionano una contro l'altra, il blocco viene frenato, respinto verso monte, e si ferma non appena caduto a terra. La pol-

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J

vere aleggia nell'aria.

La ricerca che l'FNP e la ditta indu- striale hanno condotto insieme è riusci- ta: nel giro di 0,5 secondi l'impianto ha contenuto un'energia di circa 2000 Kilo- joule; oppure, espresso in modo diverso:

il blocco di roccia, con una massa di 5,6 tonnellate ed una velocità di 97 chilo- metri all'ora, è stato fermato in un per- corso di frenata di 9 metri.

Tecnologicamente all'avanguardia Anche solo dieci anni fa, una prova con una energia così elevata sarebbe stata impensabile, in quanto le strutture utiliz- zate allora potevano abbattere energie fino ad un massimo di 230 Kilojoule. E' soprattutto dagli anni 1996 fino al 1998 che si è fatto un grande progresso verso energie più elevate; l'FNP ed una ditta industriale svizzera hanno ulteriormente sviluppato gli impianti di protezione nell'ambito di un progetto della Com-

il quale è possibile determinare le forze che agiscono nel'immobilizzazione dei massi.

Progettato nuovo impianto sperimentale

Come si prosegue? Un elevato numero di quesiti scientifici necessita ancora di una soluzione. Nel 1999 l'FNP realizzerà, sempre in collaborazione con ditte industriali, un impianto in una cava in disuso presso il Walensee. In quell'am- bito s1 vogliono ottenere ulteriori conoscenze scientifiche da utilizzare nello sviluppo degli impianti di prote- zione. Con le ricerche è possibile verifi- care anche i modelli informatici con i quali vengono valutati gli impianti di protezione; questi modelli sono attual- mente in fase di sviluppo presso l'FNP.

L'impianto presso il Walensee ser- virà anche ad un ulteriore scopo: nei prossimi anni la Confederazione, i Can- toni ed i Comuni dovranno sostituire un elevato numero di vecchi impianti di protezione, dovranno inoltre essere rea- lizzate delle costruzioni aggiuntive. A questo scopo nell'autunno 1998 la Con- federazione ha decretato l'introduzione di un collaudo ti po logico per tutti i nuo- vi impianti di protezione contro la ca- duta di massi, analogamente a quanto fi- nora esistente nel campo delle valanghe.

missione per la Tecnologia e l'Innova- L'FNP realizzerà questo collaudo per zione (CTI) della Confederazione. Que- conto della Commissione Federale allar- sti impianti possono oggi contenere gata per le valanghe e la caduta di mas- energie superiori a 2000 Kilojoule; si.

5

masso cade con 1111a veloc1ta d1 q11as1 I 00 ,z/0111etn all'ora 111!1/c reti di Jnotezzrme.

opo 0,4 seco11d1 esso è co111pleta111e11te enato ((1g11ra -I), do/J(J 1111 seco11do giace

suolo ((1g11ra 'i/.

rispetto a quelli vecchi essi sono inoltre

anche più economici e meno costosi Persona di contatto:

nella manutenzione. Con i suoi prodotti Werner Gerber, il costruttore svizzero assume un ruolo

leader a livello mondiale. Nel corso della ricerca l'FNP ha acquisito una gran quantità di nuove conoscenze scien- tifiche ed ha sviluppato un metodo con

Movimenti delle acque, della terra e delle rocce,

Birmensdorf, Te!. 01-739 24 69, E-mail: werner.gerber@wsl.ch

Rapporto a111111ale rNP 1998 13

(16)

Sistema prevenzione valanghe Svizzera 2000

Net 1998 l'Istituto federale per lo studio della neve e le valanghe (SNV) di Davos ha utte- rtormente migliorato il sistema di previsione delle valanghe.

Più sicurezza grazie a nuovi fJrodotti

Dal 1995, nell'ambito del concetto pre- visione valanghe CH-2000, l'SNV proce- de ad una revisione di fondo del sistema di previsione delle valanghe. La preci- sione spaziale e temporale della previ-

grazie ad un'intensa ricerca ed all'impie- go delle più moderne tecnologie di rile- vamento e di trasmissione dei dati. I nuo- vi prodotti e la loro semplicità operativa aiutano ad aumentare la sicurezza nei sione viene continuamente migliorata confronti delle valanghe in ambiente al-

pino ed a ridurre gli incidenti.

14 Ra/1/JOrto a111lllaie FNP /998

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Reglonales Lawlnenbulletln fOr dle Zontralschwolz

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Di rece11te l'SNV pubblica 1111 bolletti110 regio11ale delle 11ala11ghe per la S111zzera ce11trale

(http.llllllll/ll.lllSl.ch!sl(!a11ala11chclreglml8d.ht111I}.

Informazione reglonale

L'esigenza di disporre di informazioni aggiornate ed a livello regionale sulle valanghe è grande. Dal primo dicembre 1998 l'SNV diffonde giornalmente un bollettino delle valanghe regionale per la Svizzera Centrale (vedi figura); l'utiliz- zatore viene informato sulle condizioni della neve, sull'andamento meteorologi- co e sul pericolo di valanghe per mezzo di grafici e simboli di facile comprensio- ne. Già nell'inverno 1997/98 l'SNV ha introdotto un bollettino delle valanghe per i Grigioni settentrionali e centrali e nell'inverno 1998/99 è stata realizzata una fase sperimentale con un bollettino regionale delle valanghe per l'Alto ed il Basso Vallese. I bollettini regionali delle valanghe vengono stilati in stretta collaborazione con gli esperti di valan- ghe locali e regionali, così come con l'ISM MeteoSvizzera.

Previsione nazlonale delle valanghe Un'importante pietra miliare è stata po- sata dall'SNV già nell'inverno 1997/98:

la ridefinizione della forma e del con- tenuto dell'ormai famoso bollettino del- le valanghe a livello nazionale. Il bollet- tino è ora aggiornato giornalmente e dif- fuso alle ore 17 come previsione per il giorno successivo. In base ad un'inchie- sta tra i fruitori, questa nuova veste è sta- ta accolta molto favorevolmente. Il bol- lettino nazionale delle valanghe viene pubblicato regolarmente da tutti i più importanti media ed è disponibile anche attraverso Internet:

(17)

( http://www.wsl.ch/slf/a valanche/

avalanche.html)

Fax (157 33 873), telefono (no.187) e teletext (pagina 197).

Allarme tempestivo

Al fine di riconoscere per tempo situa- zioni catastrofiche come quelle del 1984 oppure del 1975 e per approntare ade- guate misure, nel 1998 l'SNV ha svilup- pato in collaborazione con l'ISM un si- stema di allarme tempestivo ••pericolo di neve e valanghe» che è stato reso ope- rativo dall'inizio del 1999. Grazie a mo- derni strumenti di previsione dovrebbe- ro essere riconosciute situazioni estreme fino a 72 ore prima del loro verificarsi;

grazie a ciò gli amministratori cantona- li e regionali possono essere messi in allarme per tempo ed avere così la pos- sibilità di predisporre misure preventive come la chiusura e l'evacuazione e quin- di ridurre l'entità dei danni potenziali.

Gli sportivi della neve surfano anche su Internet

Da più anni sulle pagine WWW dell'SNV vengono pubblicati tutte le informazio- ni ed i bollettini riguardanti la neve e le valanghe; con un click del mouse è pos- sibile richiamare facilmente i bollettini delle valanghe ed informazioni aggiunti- ve come le carte dell'altezza della neve, la carta della neve fresca, oppure la car- ta dello stato del manto nevoso. Ogni anno questi siti vengono visitati da più di mezzo milione di utenti. Dall'inverno 1998/99 l'SNV ha aperto una nuova ru-

Le staz10111 d, nleua111e11to a11to111at1zzate fom1sco110 1111porta11t1 111d1cazw111 per la 11alutaz1<me del nsclno d, 1•ala11ghe.

L'importanza della formazione Nell'ambito del monitoraggio delle va- langhe CH-2000, l'SNV vuole ulterior- mente migliorare nei prossimi anni la qualità dei prodotti e delle informazioni.

In collaborazione con le organizzazioni

ro comportamento sulla neve alla situa- zione contingente potranno essere evita- ti molti incidenti. Questo implica una maggiore consapevolezza dello sportivo ed una nuova comprensione dei pericoli e dei rischi.

brica «Swiss-Snow»; qui gli amanti deg- regionali vengono introdotti nuovi bol- li sport invernali trovano giornalmente

informazioni aggiornate su altezza della neve, temperatura e vento nelle diverse regioni delle Alpi svizzere. Alla fine del 1998 «Swiss-Snow» è stato premiato con il «Best of Europe» Award di Euro- pe online.

lettini regionali e l'offerta on line viene ampliata. In futuro assumerà grande im- portanza la formazione ed il trasferi- mento delle conoscenze. Solo se gli sportivi della neve conosceranno ed in- terpreteranno correttamente i bollettini delle valanghe e sapranno adattare il lo-

Persona di contatto:

Dr. Tom Russi, Prevenzione valanghe e gestione del rischio,

INV Davos, Tel. 081-417 01 51, E-mail: russi@slf.ch,

http://www.wsl.ch/slf/a valanche/

avalanche.html

Ra/J/}()rfo illlllllille rNI' I 998 15

(18)

Il bosco per le generazioni future

I 11ve11tario nel bosco svizzero Come evolve il bosco

svizzero? Nel 1998

l'FNP ha concluso La domenica pomengg10 la famiglia fornito la maggior parte dei dati neces- l'analisi del secondo Rezzonico va a fare una passeggiata nel sari a questo scopo, dati che sono stati

inventario forestale bosco, con i nonni, il passeggino ed il raccolti dall'FNP tra il 1993 ed il 1995.

nazionale. cane. Martedì sera il falegname con- Nel 1998 l'FNP ha concluso l'interpre-

d1spos1z101ie 111 111ed,a 600 metri quadrati di /,osco fac,/111e11te access1-

lnlc. A11che le future ge11erazio111 de1•01w /JO/er godere delle 111olteplic1

fu11zw11i del /,osco.

16 lfo/JjJorto a111111ale rN P I 998

segna il nuovo tavolo da cucina. Posto per otto persone, in faggio massiccio proveniente dal bosco svizzero. Mari- lena e Marco Rezzonico sono felici. Tre settimane dopo la famiglia Rezzonico nel corso di un viaggio oltre Gottardo osserva con meraviglia i boschi di prote- zione sui ripidi pendii delle vallate.

Il bosco: possiamo darlo per acqui- sito? I figli di Marilena e Marco Rezzo- nico potranno in futuro approfittare del bosco, cioè godere delle sue funzioni? Ed i loro figli ed i loro nipoti? Oppure, det- to con le parole degli specialisti: il bosco svizzero evolve in modo sostenibile?

L'obbligo della sostenibilità

Nella Legge Forestale svizzera è chiara- mente espresso il concetto della necessità di un'evoluzione sostenibile del bosco svizzero. Anche in futuro il bosco dovrà proteggere in modo continuo i centri abitati e le vie di comunicazione da inon- dazioni, valanghe, lave torrentizie e ca- duta di massi, fornire la materia prima naturale legno, offrire ambiente vitale ad innumerevoli specie animali e vegetali e fornire all'uomo un ambiente per la ricreazione. La Svizzera si è impegnata a livello internazionale, nell'ambito della Conferenza Europea dei Ministri nel 1993 ad Helsinki, a garantire lo svilup- po sostenibile dei suoi boschi.

L'Ufficio Federale per l'Ambiente, il Bosco ed il Paesaggio (UFAFP), con diversi rilievi, ricerche ed osservazioni, ha cercato di fornire un quadro il più possibile preciso dello stato e dello

razione dei dati. Il confronto con il pri- mo inventario forestale nazionale del 1988 rende per la prima volta possibili alcune indicazioni certe sull'evoluzione dei boschi.

La superficie forestale aumenta Il bilancio appare in generale positivo (vedi Tabelle). La superficie forestale è ad esempio aumentata tra il 1985 ed il 1995. Il bosco si è diffuso soprattutto nelle zone di montagna, nei luoghi dove l'attività agricola si è ridotta, per cui og- gi il 30 percento della superficie nazio- nale svizzera è coperto da fore te. Se cal- colato in base alla superficie che per na- tura sarebbe poten7ialmente coperta da foreste, la quota attuale di bosco am- monta addirittura al 41 percento. Nel bosco sviu:ero ogni anno crescono circa 10 milioni di metri cubi - un cubo di 68 centimetri di lato ogni secondo. Dato che viene raccolto meno legname di quanto non ne cresca, la quantità di legno in pie- di è aumentata di circa 1'8 percento. Il sottoutilizzo ha delle conseguenze: la quota di bosco giovane si è ridotta e rag- giunge oggi solo il 60 percento della su- perficie che sarebbe necessaria per una produzione legnosa sostenibile.

Come sono cambiati lo stato e la struttura dei boschi? Nelle stazioni d'alta quota la percentuale di alberi con danni riconoscibili esternamente è leg- germente aumentata, in quelle a bassa quota è rimasta invariata; le cause prin- cipali sono la raccolta del legname, la caduta di massi ed il vento. Nel bosco sviluppo del bosco svizzero. Il secondo di protezione le evoluzioni in senso po- Inventario Forestale Nazionale (IFN) ha sitivo e negativo si bilanciano. Le condi-

(19)

Valutazione della sostenibilità sulla base di indicatori dell'IFN

Criteri ed i11dicaton stato evo/. 11/t1111i Criten ed mdicatori stato evo/. 11/ti1111

1993-95 1 O a1111i 1993-95 1 O a11m

1. risorse forestali

s11fi. forestale, cost1t11z1011e del bosco firovvigio11e leg11osa

carbo11io

2. salute e vitalità

da1111i ad alberilfiofiola111e11ti stabil,ta de, fiofiola111e11t1 11ti/,zzazio11i forzate da1111i da /)asco/o da1111i da selvaggma

3. produzione legnosa

i11cre111e11tolt1t1/1zzazio11e costilncav, della raccolta leg11ame v,ab,/1ta

strutt11ra delle età s11fierfic1e III ri1111ovaz1011e fi ,a 111 f1cazio11elt1 t 1 /1zzaz1011e

+ fios1t1vo/a - 11egatwo/a [ i11differe11te

zioni di base per la vita per molti uccel- li, insetti, funghi e licheni sono miglio- rate: nel bosco è aumentata la quantità di legno morto, così come il numero di alberi di grosso diametro, il cosiddetto legno vecchio. Inoltre, nel bosco giova- ne dell'Altopiano è notevolmente au- mentata la quota di latifoglie - i boschi diventano più naturali. Tuttavia molti boschi sono oggi più densi rispetto a 10 anni fa, a sfavore delle specie animali e vegetali che vivono alla luce ed al caldo.

In sintesi: tra il 1988 ed il 1998 il bosco svizzero è cambiato in generale in modo positivo; i segnali sono positivi anche per lasciar usufruire ai nipoti di Marilena e Marco Rezzonico delle sue funzioni; in ogni caso lo sviluppo so- stenibile del bosco non è ancora assicu- rato. Sul piatto negativo pesano princi-

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mvariato/a

4. molteplicità delle specie

co11ifere 11ei boschi di latifoglie q11ota di esotici

m1111ero di sfiecie leg11ose ri1111ovaz1011e 11at11rale densità die fiofiola111e11ti q11ota di legno 111orto q11ota di alberi grossi d1st11rb1 i11 stazioni fiarticolari costruzio11e di strade forestale

5. effetto protettivo

f1111z1011alià att11ale da1111i, stalnlità

sfiec,e arboree, r11111ovaz1011e viab,lità

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6. aspetti socioeconomici

s11fi. forestale accessibile firo cafiite ncreazio11e fieri11rb. (strade/estetica)

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11011 rilevato 11ell'IFN o 11011 fiarago11abile co11 l'IFN2 solo de/70/1 vanaziom

palmente i danni agli alberi e la insuffi- Il secondo Inventario Forestale ciente stabilità di molti boschi di prore- Nazionale

zione; inoltre si aggiungono le elevate Tra il 1993 ed il 1995 le collaboratrici ed immissioni di sostanze inquinanti che i collaboratori dell'FNP hanno visitato per il bosco rappresentano un rischio nel 6600 aree di saggio nel bosco svizzero, lungo periodo (vedi pag. 10). misurato circa 70 000 alberi e descritto lo stato del bosco; Su foto aeree sono Persone di contatto: state analizzate 165 000 aree di saggio.

Dr. Peter Brassel, Il rapporto completo dell'IFN2 uscirà Inventari del paesaggio, nella primavera 1999 in lingua tedesca, Birmensdorf, Te!. 01-739 22 38, francese ed italiana. La pubblicazione E-mail: brassel@wsl.ch può essere richiesta al prezzo di 98.- fr.

presso: Verlag Paul Haupt, Berna,

Urs-Beat Brandii, Te!. 031-301 23 45,

Inventari del paesaggio, E-mail: buchhandlung@haupt.ch, Birmensdorf, Te!. 01-739 23 43, Internet: www.haupt.ch.

E-mail: braend1i@wsl.ch L'interpretazione di politica forestale dell' UFAFP sull'IFN2 può essere ottenu- ta presso: EDMZ, 3000 Berna, no. rif.

310.346i.

Rafifiorto a111111ale FN l' 1998 17

(20)
(21)

Paesaggio colturale svizzero, dove vai?

li \\'l\\"\\'l come off1c111a del f11t11ro Chi oggi vuole pianificare

lo sviluppo del paesaggio

deve coinvolgere la Con il progetto « WWW come officina popolazione. Il WWW su del futuro» nel 1998 l'FNP è riuscito a Internet si offre come rendere accessibili degli scenari virtuali uno strumento di comuni- di paesaggio ed a trasferirli al campo del-

cazione ideale. L'FNP ha le esperienze delle utilizzatrici e degli uri- predisposto nel 1998 lizzatori. Così facendo si possono vivere

dei pacchetti WWW con emozioni personali dei concetti altri- appositamente pensati menti molto astratti come ad esempio il

allo scopo. «cambiamento del clima», il «ritorno dei predatori selvatici» ed il «vivere in una biosfera». I pacchetti WWW elaborati

Consultazione

Come si dovrebbe evolvere un paesaggio dal punto di vista delle persone che vi abitano? Quali sono i loro desideri e le loro esigenze? Inchieste ed esperimenti forniscono risposte a queste domande.

L'FNP ha realizzato simili ricerche sui temi «evoluzione futura del paesaggio in ambito montano» e «espansione dei pre- datori selvatici». I relativi pacchetti WWW divulgano i primi risultati della dall'FNP assolvono alle seguenti impor- ricerca derivanti da approfondite inter- ranti funzioni di moderni strumenti di viste; le fruitrici ed i fruitori possono comunicazione: informazione, consulta- esprimere le loro opinioni e conoscere zione e partecipazione. cosa gli altri pensano riguardo a questa

Bws(ere UNESCO 111 S1•1zzera http:ll1VIV1V.1usl.chlla11dle1•0/11t1011llnosphaerel lvi odellrzzazw11e co11 1111 s1ste111a esperto della lno-

dwcrs1ta pote11zwle (a11111st1ca 111 Svizzera h t t fJ :lliu111111.111sl. chi/ a 11 d lez•o/11 I 1,,1,!b,0111 ,,di l- spa11sirmc dc, preda ton seluat,c, http:ll1V1VIV.1VSl.ch!la11dlel'ol11tuml/Jredatorl Euol11zumc (11t11ra del paesaggw

111 a111/nto 111011ta110 http:lli111Vw.1Vs!.chlla11dlevo/11t1CJ11!euol11t1011.ht111!

Informazione

L'evoluzione del paesaggio avviene spes- so in modo complesso e su scala sovra- regionale; in questo ambito non è possi- bile e non avrebbe neanche senso riusci- re a coinvolgere direttamente le persone interessate. Attraverso scenari, visualiz- zazioni e organizzazione delle informa- zioni idonee si può però anche in simili progetti favorire il dialogo tra popola- zione e pianificatori. Nel 1998 l'FNP ha predisposto tre pacchetti WWW di questo tipo ed in particolare sui temi

« biosfera», «cambiamenti climatici - cambiamenti vegetazionali?» e «model- lizzazione della biodiversità potenziale faunistica in Svizzera».

Ca111/na111e11t1 clr111at1c1 - ca,11bw111e11t1 vegetaz1011alrt h ti /J :lli111V1V. wsl. chi/a 11dl euol II t 1011lk I, 111aa 111111a I rn11I

evoluzione.

Partecipazione

In questo caso si tratta di un coinvolgi- mento diretto della popolazione nella pianificazione. In molti Comuni le ricer- catrici ed i ricercatori hanno scelto e se- guito questi metodi di coinvolgimento. Il loro obiettivo: i residenti dovrebbero es- sere coinvolti con il loro paesaggio di tutti i giorni, scambiare visioni ed idee e contribuire a formare il paesaggio quo- tidiano. E' in preparazione un pacchetto WWW che dovrebbe servire come ma- nuale per i Comuni.

Persona di contatto:

PD Dr. Felix Kienast,

Dinamica e gestione del paesaggio, Birmensdorf, Tel. 01-739 23 66, E-mail: kienast@wsl.ch

Iris Heller-Kellenberger,

Dinamica e gestione del paesaggio, Birmensdorf, Tel. 01-739 25 24, E-mail: heller@wsl.ch

Rapporto a111111ale l-Nl' I 998 19

(22)

Il bosco dopo la tempesta

Boschi 11at11rali mssi come laboratorio all'aria aperta Dal 1993 l'FNP, in colla-

borazione con l'Accade- mia di Tecniche Forestali degli Urali, studia alcune superfici con schianti da vento in questa regione della Russia. Gli studi nella taiga russa com-

pletano le ricerche condotte In Svizzera.

I primi risultati sono sta- ti presentati nel 1998.

20 Ra/J/mrto a111111ale rNI' I 'J'JS

Questa eccezionale opportu111ta si è presentata all'FNP per ben due volte: la prima nel febbraio 1990, quando la tempesta del secolo « Vivian» attraversò la Svizzera spezzando come fiammiferi molti alberi del bosco; interi versanti furono devastati, provocando vere catastrofi nelle zone colpite. La seconda volta nell'anno 1991, quando l'Accade- mia di Tecniche Forestali degli Urali di Ekaterinburg in Russia richiese la colla- borazione dell'FNP per un lavoro comu- ne. Uno dei temi possibili verteva sulle vaste zone forestali negli Urali nelle quali le tempeste avevano schiantato gli alberi.

Imparare dalla natura

Le zone di schianti da vento costituisco- no per la ricerca una grande occasione, in quanto permettono di seguire con precisione la formazione di una nuova foresta e la reazione delle piante e degli animali alle mutate condizioni di luce e di disponibilità in sostanze nutritive.

Giol',111' a/,etc sd,cr111110 111 1111'arca di scln,111/1 11cgli Urali Cc11tra/1. Dato che ma gode di 1111a g1,111de d1sJm111/J1/ita di /11a.

la sua ,n·suta si è accclerat,1.

Inoltre si possono confrontare superfici sulle quali giacciono gli alberi schian- tati con altre dalle quali il legno è stato allontanato, deducendo così importanti indicazioni per la gestione forestale.

L'FNP utilizzò questa possibilità: da otto anni, con il sostegno dei Cantoni e dell'Ufficio Federale per l'Ambiente, il Bosco ed il Paesaggio, vengono osser- vate 20 aree nelle Alpi svizzere; inoltre, dal 1993, è attiva la collaborazione con i ricercMori di Ekaterinburg su aree con schianti da vento negli Urali, in boschi che da lungo tempo non vengono più utilizrnti. Questi lavori sono stati promossi dall'Istituto Tedesco per le Ricerche sul Clima di Potsdam, dal Ministero russo per la Formazione e, dal 1997, dalla Direzione per lo Sviluppo e la CooperaLione della Confederazione e dal Fondo Nazionale Svizzero per il Promovimento della Ricerca

Vantaggi e svantaggi dell'utilizzazione del legname

L'FNP ha finora reso pubblico un gran numero di risultati relativi alle aree con schianti da vento in Svizzera. Nel 1998 sono stati presentati i primi risultati del- le ricerche negli Urali. Si è così potuto evidenziare come le modalità e le tipolo- gie di intervento dopo uno schianto da vento siano fondamentali per la ricosti- tuzione boschiva. Nel caso in cui si lasci il legname a terra, si salvaguardia la maggior parte dell'abbondante rinnova- zione presente in questi boschi naturali.

Se viceversa le superfici vengono utiliz- zate, si distrugge una grande percen- tuale della rinnovazione con i lavori di raccolta del legno da una parte e si favo- risce la disseminazione di molte specie pioniere dall'altra parte. A partire dallo schianto da vento, in tutte le superfici è marcatamente aumentato il numero

(23)

Nel g111g110 I 993 1111 11wle11to temporale ba distrutto questo lmscr, di J,ùw srfoestn· ed abete rosso 11eglr Urali. Da allora riarn1torr rnssi ,, s1•1;;~err st11dia110 I., 11asc1ta ddla 1111011a foresta.

delle specie erbacee ed arbustive, dei funghi decompositori del legno e quello degli insetti lignicoli.

A causa dei mutamenti del clima gli schianti da vento negli Urali sono diven- tati più frequenti rispetto al passato? I ricercatori non sono stati in grado di riconoscere una simile tendenza nell'am- bito dei più di 300 schianti analizzati.

Questo nonostante l'aumento da 1 a 2 gradi delle temperature medie mensili degli ultimi 100 anni.

Ulteriori risultati dovrebbero essere pubblicati nel 1999. In questi ultimi 7 anni si è sviluppato uno stretto rap- porto di fiducia tra gli specialisti di Birmensdorf e di Ekaterinburg. Fino ad oggi circa 200 persone hanno fornito, sotto diversa forma, un contributo alla ricerca comune. Per il futuro questo numero aumenterà addirittura grazie al coinvolgimento di ulteriori partners.

Persona di contatto:

Dr. Reinhard Lissig, Risorse forestali e gestione, Birmensdorf, Tel. 01-739 23 89, E-mail: laessig@wsl.ch

Rapporto a111111ale rN l' I 998 21

(24)
(25)

Un fuoco per la scienza

Quale effetto hanno gli incendi boschivi sulle piante, gli animali, il suolo e l'aria? La Sottostazione Sud delle Alpi dell'FNP ha incendiato nel marzo del 1998 un piccolo appez-

zamento di bosco per ottenere alcune risposte a questi quesiti.

li fuoco avanza attraverso lo strato dr foglre. I a temperatura nella let-

flera può arnvare fmo a 6 rn °C.

Per la pnma volta III Svizzera 1

ncercaton ham10 potuto effettuare delle 1111s11razw111 11el corso dr 1111

111ce11d10 bosclnvo.

S111golare esperimento in Ticino

Gli incendi boschivi sono frequenti al Sud delle Alpi. Nel solo 1998, un anno non particolarmente secco, si sono con- tati più di 100 incendi. Spesso è l'uomo la causa dell'innesco, come è stato il ca- so anche il 28 marzo 1998, quando ha preso fuoco un bosco sopra S. Antonino, presso Bellinzona. Questa volta però la piromania aveva obiettivi ben precisi:

l'incendio è stato infatti provocato dai ricercatori della Sottostazione Sud delle Alpi dell'FNP di Bellinzona alfine di ve- rificare gli effetti del fuoco sulle piante, gli animali, il suolo e l'aria. Aspetti sui quali si conosce ancora poco, anche per- ché normalmente non è possibile né co- noscere lo stato del bosco prima dell'in- cendio, né procedere a rilievi durante lo sviluppo del fuoco. Grazie all'esperi- mento del 28 marzo 1998 questo è inve- ce stato possibile per la prima volta in Svizzera. L'incendio sperimentale è stato eseguito nel quadro del progetto euro- peo di ricerca «Prometheus» ed ha visto la partecipazione di ben 16 gruppi di ri- cerca dell'FNP, dell'EMPA di Diiben- dorf, della SPF di Zurigo, delle Univer- sità di Berna, Basilea e Freiburg i.Brsg., nonché dell'esercito svizzero.

Su una parte della superficie da bruciare è stato aggiunto uno strato di fogliame secco addizionale, in modo da ottenere un'intensità di fuoco più elevata. Si è così voluto simulare una situazione di bosco non più gestito.

Il pericolo di erosione aumenta I dati sono ancora in fase di elaborazio- ne, ma i primi risultati sono già disponi- bili:

- durante il passaggio del fuoco la tem- peratura è salita nella lettiera a valori tra 250 ed i 400 °C nella variante con poco combustibile ed a valori tra 350 e 650° C nella variante con combustibile addizio- nale. A 2,5 cm di profondità sotto la superficie del suolo le temperature massime registrate sono state di 35° C.

Il terreno si è quindi rivelato un ottimo isolante contro il calore;

- sulla superficie bruciata il numero del- le catture di insetti, ragni e miriapodi è rimasto praticamente costante, anche dopo il passaggio dell'incendio;

- i più colpiti dall'incendio sono stati gli arbusti e gli alberi di piccole dimensioni.

I grossi alberi non sono praticamente stati danneggiati e hanno formato nella stagione vegetativa successiva una chio- ma normale, anche perché si trattava in sostanza di un incendio di superficie.

L'effetto ombra così prodotto ha impe- dito un sostanziale cambiamento nella composizione dello strato erbaceo;

- dopo l'incendio è aumentata in modo netto la quantità di acqua piovana che scorre in superficie e questo in modo proporzionale all'intensità del fuoco.

Contrariamente alle zone di controllo non incendiate, all'interno della super- ficie bruciata si è registrato anche tra- sporto di terra. Dopo il passaggio dell'incendio aumenta quindi il pericolo di erosione.

Ulteriori elaborazioni dei dati segui- ranno. I risultati serviranno ad elabora- re metodi per la previsione del potenzia- le di erosione e delle conseguenze ecolo- giche degli incendi boschivi.

Persona di contatto:

Marco Conedera, Sottostazione Sud delle Alpi, Bellinzona, Tel. 091-821 52 31, E-mail: conedera@wsl.ch

Ra/1/wrto an111wle f-NP I 998 23

(26)

Gli alberi forestali rifiutano anidride carbonica addizionale?

Esf,eri111e11to con piccoli boschi modello Come sono influenzati

gli alberi forestali da

maggiori concentrazioni Quando gli esseri umani aumentano no- di anidride carbonica tevolmente il loro consumo di zuccheri e nell'aria e da più grandi di grassi di norma il loro peso aumenta.

immissioni di azoto? Un Succede lo stesso anche con gli alberi del esperimento dell'FNP e bosco quando ricevono più anidride di altri Istituti di ricerca carbonica (C02) cd azoto? Questa ha fornito risposte in domanda impegna da anni la scienza. Il

parte sorprendenti. tasso di anidride carbonica presente nell'aria cresce costantemente e le im- missioni di azoto nel bosco aumentano.

24 Raf,f}()rto m1111wlc FN I' I 998

Bosco in camere a cielo aperto Molti sono gli esperimenti già realizzati su piantine da vivaio e giovani alberelli in vaso; non è però ancora chiaro in che modo i relativi risultati possano es~ere estrapolati ad interi boschi. Il bosco in- fatti non è solo un insieme di singoli al- beri, ma è costituito da un elevato nu- mero di esseri viventi che si influenzano reciprocamente, ciò che a livello scienti- fico viene definito l'ecosistema bosco.

Alteua cm 275 250 225 200 175 150 125 100 75 50 25

C02 ed N maggiorato maggiorati

Nel quadro della collaborazione euro- pea a livello di ricerca scientifica e tecni- ca (COST), molti Istituti, tra cui l'FNP, hanno iniziato nell'autunno del 1994 un vasto ed innovativo progetto. Per la pri- ma volta in Europa si sono studiati gli in- flussi di una concentrazione maggiore di anidride carbonica e di una più grande immissione di azoto in condizioni il più possibile naturali, in eco i temi forestali modello. Come in natura, gli alberi dovevano essere in competizione per acqua, sostanze nutritive, spazio e luce.

A questo scopo nell'areale dell'FNP a Birmensdorf i ricercatori hanno pian- tato dei boschetti modello in 16 camere a cielo aperto. Ogni camera era divisa in due parti: la prima conteneva suoli acidi e poveri di sostanze nutritive, l'altra suoli calcarei e ricchi di sostanze nutriti- ve. In ogni metà il boschetto modello era costituito da 8 abeti rossi e 8 faggi, le due specie più frequenti nel bosco svizzero, insieme a specie erbacee tipiche della vegetazione al suolo.

I boschetti sono stati trattati in quattro modi diversi: nel controllo gli al- beri crescevano nelle normali condizioni atmosferiche dell'ambiente circostante e senza immissioni più elevate di azoto;

nel secondo trattamento la concentra- zione atmosferica di anidride carbonica

h1st1 d1 abete rosso dopo essere aeso11t1 -I a11111 11ellc camere a cielo aperto. A destlil g/, a//,eri cresu11t1 111 co11dizio11i d1 C01 raddofJ· /nata e co11te111/J0ra11eo a11111c11to del con te1111to d1 a~oto. Q11est1 a/1,cri erano 11ote110/- 111c11te /n11 grossi sw del gmppo d1 co11trollo (a simstra), sw degli a/ben sottofw,t1 ad 1111 solo tratta111c11to (C02 imwlzata of,fmrc 0111/e1111to maggwrc di azoto, seco11do e ter- zo gmppo da ,mistra). Al co11trario del/'a/,e- tc msso, ti (aggw ha rcm;ito solo del}()/111c11te al tratta111e11to co11 C02 cd az,oto (l/{J/1 n/}()r- tato i11 (ig11ra).

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