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Istituto federale di ricerca WSL (Ed.). (2000). L'anno 1999. Rapporto annuale dell'istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio.

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Rapporto annuale

dell'istituto federale di ricerca WSL

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Ricerca per l'uomo e per l'ambiente

L'Istituto federale WSL si occupa di ri- cerca nei campi «gestione, organizzazio- ne e protezione degli ambienti vitali ter- restri,, e ,,gestione dei pericoli naturali», elaborando supporti alle decisioni e pro- poste di soluzioni mirate a una gestione sostenibile del paesaggio. Le attività del WSL sono finalizzate alla creazione e al mantenimento di un paesaggio che tiene debitamente conto della qualità della vi- ta e della protezione delle persone con- tro i pericoli naturali. I settori tematici attualmente al centro delle attività di ri- cerca sono le aree verdi periurbane e le regioni di montagna.

Il WSL può attualmente contare su un organico di circa 400 collaboratrici e collaboratori, che lavorano nelle sedi di Birmensdorf, Davos, Bellinzona, Losan- na e Sion. Esso è uno dei centri di ricer- ca della Confederazione e fa parte del Settore dei Politecnici federali.

lmpressum

Respo11sabile dell'ed1zzone:

PD Dr Marzo F. Brogg1, Direttore WSL Co11cetto: WSL, Wild & Frey, Zurigo Redazzo11e: Dame/ Sch11yder, WSL Traduzzone: WSL Sottostazzo11e Sud delle Alp, (Sonja Depedrini, Fulvio G111dic1, Marco Conedera).

Concetto grafico e compos1zzo11e:

Servizio Pubbltcazioni WSL Ritratti: «La persona che c'è dietro»:

André Roth, WSL: pagme 4, 6, 12, 18, 24;

Ma11fred H. Deml, Monaco: pagi11a 14;

Pascal Wiiest, Zurigo: pagma 34;

Fornite da, collaboratori stessi: pagine 2, 28.

Fonti fotografiche:

WSL: pagme3, 5, 7a, 7b, 10, 11, 15, 17, 21, 25;

Peter Jaegg1, Giinsberg: pagma 7c;

Paul A11tener: pagina 8;

Jean-Bnmo Wettstein, Sainte-Cro1x:

pagma 13;

Pascal Wiiest, Zurigo: pagine 19, 26;

Docuphot, Z1mgo: pagma 20;

H. Glader, WWF Svizzera: pagina 22.

Citaz1011e:

Istituto federale d1 ricerca WSL (ed) 2000: L'anno 1999. Rapporto an11uale del/'1st1tuto federale di ricerca WSL. 36 p.

Ottembtle presso la B,blioteca WSL Zurcherstrasse 111 CH-8903 Birmensdorf Fax 01-739 22 15 E-mail: bibliothek@wsl.ch

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Indice

Ritratti« La persona che c'è dietro»

La ricerca viene svolta da persone. So- no circa 400 le donne e gli uomini che attualmente lavorano per il WSL. Anche

Un saluto

In breve

Uniti invece che divisi

Una mancata crescita rafforzata Ospite scientifico al WSL

Virus contro le malattie del castagno Veloce e forte

L'udito dei pipistrelli

Sotto i riflettori

Dal villaggio dormitorio al villaggio vissuto Il bosco riesce a prevenire gli smottamenti Bosco e pascolo allo stesso tempo Usciamo assieme dalla crisi

Le protezioni contro le valanghe hanno dato buoni risultati Azoto: troppa grazia!

Gestione sostenibile del paesaggio

Perché i predatori sono bene accetti? Perché no?

Sulle tracce del abete rosso e della quercia con nuovi metodi La protezione delle torbiere è efficace?

In cifre

Organo superiore e commissioni Organigramma

Personale e finanze

nel presente rapporto annuale, come lo Prospettive future scorso anno, vengono presentati 9 colla-

boratori o collaboratrici, al di fuori del- Maggiori informazioni sul WSL la loro attività professionale: cioè nel

tempo libero o nell'ambito di attività senza scopo di lucro. Essi rappresenta- no idealmente tutti coloro che mettono il loro tempo libero al servizio della società, nei campi più disparati: dalla politica al volontariato sociale, dalle attività di tipo religioso a quelle cultu- rali, dalla protezione della natura allo sport o in altre organizzazioni oppure in gruppi spontanei senza scopo di lucro con attività a favore del prossimo.

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Rap/Jorto a111111ale WSL 1999 1

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Un saluto

Mario F. Broggi, Direttore

Gli esempi dell'inverno valanghivo del 1999 e della tempesta «Lothar» del 26 dicembre 1999 illustrano bene il ruolo ed il compito del WSL quale centro di ri- cerca della Confederazione: ricerca su te- mi di interesse e rilevanza per la società.

Il WSL assicura un sostegno scientifico allorquando eventi catastrofici sono di attualità, analizzandone cause ed effetti, approfondendo quesiti aperti e formu- lando proposte di provvedimenti. Grazie a tali attività è in grado di offrire basi de- cisionali e possibili soluzioni a politici, autorità ed esponenti della pratica.

L'importanza per noi della divulga- zione pratica dei risultati delle nostre co- noscenze è dimostrata dal colloquio « Un Extension Service (Servizio di divulga- zione) svizzero al servizio della gestione sostenibile del paesaggio - un ponte tra la ricerca e la pratica», al quale nel gen- naio del 1999 sono stati invitate perso- nalità rappresentanti oltre un centinaio di enti ed organizzazioni interessati. Con questo servizio il WSL intende gettare verso la pratica un vero e proprio ponte, le cui fondamenta appoggiano sulla pro- pria ricerca di punta.

Affinché anche in futuro il WSL sia in grado di affrontare in maniera ponde- rata ed efficiente le questioni scientifiche importanti, nel 1999 abbiamo posato di- verse altre pietre miliari. Sulla base delle linee direttive formulate nell'aprile del 1998 abbiamo continuato negli sforzi mirati al ri-orientamenteo delle nostre attività di ricerca. Il 1 ° gennaio 1999 è entrata in vigore la nuova struttura or- ganizzativa interna del WSL. Tra i nuo-

vi programmi di ricerca del WSL, i primi due hanno preso avvio. Alle due temati- che principali «aree verdi periurbane» e

«regioni di montagna» sono state dedi- cate due «Forum fi.ir Wissen», giornate di studio che hanno permesso di racco- gliere importanti stimoli e proposte di attività per il futuro. Stiamo inoltre po- tenziando i settori del Marketing, del Transfer di tecnologia e delle attività di comunicazione. Per la prima volta ab- biamo poi elaborato un «mandato delle prestazioni», convenzione tra il WSL ed il Consiglio dei Politecnici, nostra auto- rità superiore. In essa sono contenuti gli obiettivi che intendiamo raggiungere nel 2000. Le risorse finanziarie per raggiun- gere tali traguardi ci sono state messe a disposizione sotto forma di budget glo- bale.

Si tratta di cambiamenti importanti che subentrano quasi contemporanea- mente e che rappresentano per noi tutti una nuova sfida. Ringrazio le collabora- trici ed i collaboratori per il loro straor- dinario impegno professionale e per la disponibilità a confrontarsi con questi mutamenti. Un sentito ringraziamento va inoltre ai nostri clienti ed ai nostri partner per la loro preziosa collabora- zione.

Rapporto a111111ale WSL 1999 3

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In breve

Uniti invece che divisi

Con l'ampliamento del piano mansarda- to della sede di Birmensdorf, nel 1999 il WSL ha esplorato una nuova via: invece di creare piccoli uffici singoli, come si è fatto fino ad oggi, si è trasformato una parte del solaio preesistente in un unico moderno, luminoso e spazioso ufficio, il primo di questo genere a Birmensdorf.

Con questo passo si vuole favorire il la- voro interattivo. Le esperienze fatte fi- nora sono molto positive. Chi ha inizia- to a lavorare in questo tipo di ufficio non è infatti più disposto a cambiarlo con quello precedente.

Una mancata crescita rafforzata

Una grossa parte dei boschi svizzeri ri- ceve un apporto di azoto più elevato di quanto ne sarebbe proprio necessario per la crescita delle piante (v. anche pa- gina 19). Gli scienziati sostengono che questa immissione di azoto rafforza la crescita. Un esperimento del WSL mo- stra però che a breve termine questa af- fermazione non può essere confermata.

Nell' Alptal una superficie forestale arti- ficiale è stata trattata con azoto. Nel 1999, dopo quattro anni di prova, non si è ancora osservato nessun effetto sulle piante. L'accrescimento diametrico e quello in altezza si sviluppano allo stes-

Ospite scientifico al WSL

Normalmente impiegato quale assisten- te presso un'Università giapponese, dal 1999 Nobuya Mizoue è ospite scientifi- co al WSL di Birmensdorf. Durante questo periodo ha messo a punto ed in seguito sviluppato un programma infor- matico. Tale programma permette di rilevare automaticamente il grado di trasparenza delle chiome degli alberi.

Nobuya Mizoue rappresenta idealmente tutti gli ospiti scientifici, che per qualche periodo lavorano al WSL. Questi sog- giorni sono proficui per entrambi le parti: i contatti personali facilitano infatti lo scambio di opinioni ed esper- so modo che sulle superfici non trattate. ienze tra specialisti.

La probabile spiegazione: l'impermeabi-

Una ma11sarda particolare: la co11111111- ca;;:1011e avv1e11e III modo spo11ta11eo da

1111 posto d1 lavoro all'altro.

le e pesante suolo ed una scarsità di fosforo limitano la crescita delle piante.

Persona di contatto:

Dr Patrick Schleppi

Sezione Protezione della foresta e dell'ambiente, Birmensdorf tel. 01-739 24 22

e-mail: patrick.schleppi@wsl.ch

L'll'ngatore spruzza mtrato d'ammo

1110 per s111111lare le 11111111ss10111 d1 azo to che so110 tre volte p111 gra11d1 se pa rago11ate a quelle 11s11ali dell'Alptal.

Nob11ya M1;;:011e fotografa 1111a e/noma d, albero. L'a11alis1 co111p11tenzzata del- le foto d1g1tali permette d1 calcolare ,I grado d1 traspare11za delle e/nome.

Raf>porto a111111ale WISL 1999 5

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In breve

Virus contro le malattie del castagno

Un fungo importato dall'Asia, con il no- me scientifico Cryphonectria parasitica, causa nel castagno europeo un pericolo- so cancro corticale. Fortunatamente esi- stono dei virus che sono in grado di in- fettare il fungo e di neutralizzarlo. Gra- zie alla diffusione di questo virus, in alcune parti d'Europa il cancro cortica- le è stato neutralizzato in modo natura- le. Il WSL, nell'ambito di un programma di ricerca europeo (COST G4), ha ana- lizzato il virus. I risultati, pubblicati nel 1999, hanno mostrato che esistono di- versi tipi di virus, uno dei quali si è dif- fuso efficacemente in tutta l'Europa.

Questo tipo potrebbe quindi essere in- trodotto in Europa per la lotta biologica contro il cancro del castagno.

Persone di contatto:

Dr Daniel Rigling, rei. 01-739 24 15 e-mail: daniel.rigling@wsl.ch

Dr Ursula Heiniger, rei. 01-739 22 70 e-mail: ursula.heiniger@wsl.ch (Sezione Protezione della foresta e dell'ambiente, Birmensdorf)

I tipi di virus posso110 essere 1de11t1f1cat1 attraverso 1111 'a11a/1s1 b10/og1ca a /,ve/lo molecolare. ll vm,s d, tipo 1ta/1a,10 ha avuto i,, Europa 1111 particolare successo.

Veloce e forte

La massa di neve caduta durante l'inver- no 1998/99 non ha provocato soltanto problemi. Il SLF, nella sua area di studio allestita nella Vallée de la Sionne in Val- lese, ha potuto provocare artificialmen- te il distacco di tre valanghe di grosse dimensioni. I ricercatori hanno potuto raccogliere una grande quantità di dati relativi alla dinamica delle valanghe, mostrando ad esempio che le valanghe raggiungono velocità molto elevate e che esse, grazie alle masse note voli, sono in grado di esercitare pressioni sugli ostacoli incontrati, fino ad oggi sottovalutate. Per le valanghe più gran- di si sono misurate velocità di 300 km/h e sollecitazioni di 100 t/m2 • Queste importanti acquisizioni potranno essere

L'udito dei pipistrelli

Molte specie di pipistrelli possono esse- re determinate grazie alle caratteristiche del suono da loro emesso. Al WSL è sta- to sviluppato il primo sistema che esegue automaticamente la determinazione in base a criteri acustici, in grado di identi- ficare la specie in pochi secondi. I meto- di elettronici usati in passato non fun- zionavano in modo automatico, richie- devano un grande dispendio di tempo e potevano identificare solo determinate specie. Con il nuovo sistema, ricercatori e addetti alla protezione della natura dis- pongono di uno strumento ideale che permette di facilitare e standardizzare lo studio delle specie di pipistrello e del lo- ro habitat. Da questo si possono anche trarre indicazioni sulle misure di prore- utili per migliorare lo sviluppo delle zione da adottare.

misure di protezione, per es. nel campo

dell'allestimento di piani delle zone Persone di contatto:

minacciate da valanghe.

Persona di contatto:

François Dufour SLF-Vallese rei. 027-324 03 89 e-mail: dufour@slf.ch

Dr Martin K. Obrist

Sezione Biodiversità, Birmensdorf rei. 01-739 24 66

e-mail: martin.obrist@wsl.ch

Dr Ruedi Boesch, Sezione Inventari del paesaggio, Birmensdorf

rei. 01-739 24 98

e-mail: ruedi.boesch@wsl.ch

L'1111patto della vala11ga è prossimo. Le forze sviluppatesi erano cosi elevate che u11a parte degli ostacoli pred1spost1 11el canale vala11- glnvo sono stati d1strutt1.

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ll 1111crofo110 ultrasuono cattura le frequenze dei suoni emessi dai pipistrel- li. Uno speciale program- ma appositamente sl'ilup- pato paragona il suono con 1111 campione di suoni pre-registrati i,, forma di- gitale.

R,1pporto a111111ale \VSL 1999 7

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Dal villaggio dormitorio al villaggio vissuto

Come gli abitanti partecipano a questa evoluzione I villaggi dormitori non

devono esistere. Un pro-

cesso di coinvolgimento Un villaggio in qualsiasi parte della suscita nuovi stimoli, Svizzera: alle società di paese mancano rinforza l'identificazione innesti della nuova generazione. Agli con l'ambiente eventi di paese partecipano sempre circostante, rafforza il meno persone e sempre gli stessi abitan-

sentimento di corre- ti. I residenti da lunga data ed i nuovi sponsabilità e porta ad abitanti sono molto scettici di fronte a una migliore qualità queste attività. La maggior parte degli di vita. Su questo tema abitanti non si identifica più con l'am-

il WSL ha redatto un biente attorno alla propria abitazione ed manuale. al paesaggio del quotidiano e non si sente quindi neanche responsabilizzata.

Il villaggio è diventato un dormitorio.

rablmca d, ,dee a Hi11delba11k, Ca11to11 Bema. Qui tutte le idee ve11go110 presenta-

te. La fabbrica attira 1110/11 abita11t1, essa costituisce 111w pietra milwre per il processo di compartecipazione a Hi11delba11k.

8 Rapporto a11111wle WSL 1999

Cause di questo ritiro nel privato Questa descrizione riguarda più o meno in maniera esatta diversi villaggi. Perché questo allontanamento dalla vita pub- blica e que~to ritiro nel privato? Due sono le possibili cause.

La causa più evidente: il crescente individualismo nella società di oggi. Gli abitanti non sono più disposti ad adat- tarsi agli stili tradizionali di vita di pae- se. Il reciproco controllo è sentito come una limitazione della propria libertà. Le organizzazioni di paese quali associazio- ni e partiti non offrono loro i necessari spazi per le proprie idee e necessità.

La seconda causa è meno evidente:

agli abitanti manca la possibilità di con- tribuire attivamente alla strutturazione del proprio spazio vitale, dell'ambiente in cui vivono e delle infrastrutture del villaggio. Questo può sembrare a prima vista sorprendente: in fondo proprio in Svizzera è data ad ogni singolo individuo la possibilità di partecipare alle decisio- ni politiche a livello comunale. Il tutto è però rigidamente codificato da procedu- re formali che al giorno d'oggi non mo- tivano più la gente. Esiste anche una se- conda possibilità prevista dalla legge sul- la pianificazione del territorio: la possibilità accordata alla popolazione di

essere coinvolta nella pianificazione at- traverso una procedura consultativa. Di solito questo avviene però quando le bozze di progetti sono già elaborate: lo spazio è quindi limitato a qualche obie- zione e raramente la gente osa corregge- re quanto proposto da specialisti. Non esiste una vera possibilità di essere coin- volti e di dare il proprio contributo sin dall'inizio. Anche qui quindi la motiva- zione di impegnarsi a livello personale viene meno. Le decisioni politiche e le misure pianificatorie sono normalmente gestite dalle autorità politiche, dalle am- ministrazioni e dagli operatori incarica- ti, senza un diretto coinvolgimento della popolazione. In pratica la popolazione può parzialmente partecipare alle deci- sioni politiche e di pianificazione del ter- ritorio, ma sono però nell'impossibilità di portare le loro idee e la loro creatività, ciò che porterebbe ad un progressivo disinteresse per la vita pubblica ed un ritiro nel privato.

La compartecipazione fa miracoli Cosa fare? L'esperienza in diversi Co- muni ha mostrato come la possibilità da- ta agli abitanti di contribuire alla strut- turazione del proprio villaggio viene sfruttata da molti e con risultati sor- prendenti. Un tale processo può ver- amente fare miracoli a livello comunale.

La compartecipazione:

porta nuove idee ed iniziative;

favorisce il dialogo, la reciproca comprensione e la collaborazione;

intensifica l'integrazione degli abi- tanti nella comunità di paese;

aumenta l'identificazione con l'am- biente circostante e suscita nuovi sti- moli;

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V1/lagg10 a110111111ico

Co11ti1111azio11e

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V1/lagg10 trad1z1011ale

Dal v1/lagg10 don111torio al v1/lagg10 v1ss11to; questo è reso possrbrle dal processo dr co111partec1pazio11e. ( I ll11straz1011e: Gesa Gerber)

- rafforza il sentimento di correspon- sabilità;

- migliora la qualità di vita.

Nel 1999 il WSL ha redatto un manuale a sostegno dei Comuni che intendono portare avanti un tale approccio. Alla base di questo manuale vi sono i risulta- ti delle ricerche del WSL e l'esperienza accumulata in diversi anni da Comuni ed organizzazioni in Svizzera, in Germania ed in Austria. La proposta non è appli- cabile soltanto a villaggi, ma anche a quartieri delle città.

Due sono i presupposti importanti:

1. La popolazione deve determinare in modo indipendente i temi e gli obiettivi per il villaggio. Il processo non deve es- sere influenzato dall'esterno o dall'alto.

Il processo si svolge nelle seguenti 5 fasi:

1. Creare una larga base

L'obiettivo di questa fase è formare un gruppo di lavoro, il cosiddetto «foro del villaggio o del quartiere» in cui sono rappresentati tutti i gruppi importanti.

Questo «foro di incontro» agevola il processo di compartecipazione.

2. Confrontarsi con i propri desideri e le proprie idee

In questa fase si tratta di mettere in luce il numero maggiore di desideri e di esi- genze degli abitanti. Essi devono dire co- me si immaginano il proprio villaggio degno di essere vissuto.

2. I partecipanti devono avere il corag- 3. Scambiare pubblicamente le idee gio di collaborare attivamente ad un Le diverse idee raccolte nella 2a fase de- processo aperto, il cui risultato iniziai- vono essere presentate e sviluppate in mente non è conosciuto. pubblico. Per avere un'alta partecipa-

4. Concretizzazione delle idee sotto forma di progetti concreti

In questa fase le idee selezionate vengo- no concretizzate. I gruppi di lavoro collaborano con la popolazione nella realizzazione di singoli progetti.

5. Ancorare la compartecipazione a livello comunale

Quando le idee sono state realizzate si conclude un primo ciclo del processo di compartecipazione. L'obiettivo della 5a fase è ora quello di sfruttare lo slancio esistente, ancorando solidamente lo scambio di idee nella vita di paese.

Persona di contatto:

Dr Matthias Buchecker

Sezione Paesaggio e società, Birmensdorf te!. 01-739 23 60

e-mail: matthias.buchecker@wsl.ch

Prospetti e Web-Paket

Il prospetto « Villaggio vivo, quartiere vivo» è ottenibile al prezzo di fr. 12.- presso:

Biblioteca WSL Ziircherstrasse 111 8903 Birmensdorf te!. 01-739 22 07 fax: 01-739 22 15 e-mail: bibliothek@wsl.ch Internet: http://www.wsl.ch

Al sito Web http://www.wsl.ch/land/pro- ducts/lebendiges_dorf/ è disponibile un pacchetto che fornisce informazioni sup- plementari rispetto al prospetto. Nume- rosi esempi, metodi descrittivi ed indiri- zzi utili completano la descrizione delle zione bisogna però creare un supporto singole fasi di lavoro.

organizzativo sotto forma di esposizione o di fabbrica di idee.

Ra/Jporto a111wale WSL 1999 9

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Il bosco riesce a prevenire gli smottamenti?

Indagine sui danni provocati dal maltempo a Sachseln Per quanto concerne

l'interrelazione tra smot- tamenti di terreno e bos- co gli scienziati sanno ancora poco. Il WSL tra il 1998 e il 1999 ha por-

tato avanti vaste ricer- che in merito.

Gli abitanti di Sachseln, nel Cantone di Obwaldo, non dimenticheranno facil- mente la notte del 15 agosto 1997. Per la durata di due ore si è scatenata una forte pioggia temporalesca. Al di sopra del pa- ese si sono verificati più di 400 smotta- menti. Masse di terra sono confluite nei torrenti in piena. Acqua, fango, sassi e tronchi di alberi hanno distrutto il vil- laggio. I danni sono stati dell'ordine di 100 milioni di franchi.

Analizzati quasi 300 smottamenti Come può essere ridotto il pericolo dita- li smottamenti? Quale influsso possono esercitare, in caso di forti piogge, la ve- getazione, il tipo di gestione, le caratte- ristiche dei suoli e la configurazione del terreno sulla stabilità di un pendio? Ma soprattutto, quale effetto ha il bosco?

Una domanda difficile, alla quale, fino

I ncercatori del WSL analtzzano nei pendi sopra Sac/Jseln 280 smottamenti di terre110. Vengo110 misurati tra l'altro la forma del terreno, le condizioni della vegetazione, la grandezza della superficie di scivolamento e lo stato del suolo.

10 Rapporto annuale WSL 1999

ad oggi, la scienza ha risposto solo in parte. L'elevato numero di smottamenti di terreno di Sachseln offre proprio l'op- portunità di analizzare questa questione.

Il WSL ha dunque iniziato un progetto di ricerca pluridisciplinare unico nella sua portata. Nell'estate del 1998 e in quella del 1999 i ricercatori hanno valutato, utilizzando dei criteri unitari, 280 smot- tamenti situati all'interno dei bacini im- briferi di quattro torrenti. Analisi suc- cessive dei dati sono state effettuate sul- la base delle fotografie aeree e attraverso l'uso di Sistemi di Informazione Geogra- fica (GIS). Alla fine del 1999 sono stati presentati i primi risultati.

I risultati mostrano essenzialmente come gli smottamenti di terra si sono ve- rificati soprattutto a causa delle penden- ze del versante, dell'altitudine, della ca- ratteristica del suolo e segnatamente del- la vegetazione. Al contrario, non sembrano avere influsso alcuno la dire- zione dei pendii (esposizione) o la con- formazione del terreno.

Che ruolo ha avuto il bosco al mo- mento del distacco degli smottamenti di terra? Nelle aree ad acclività ridotta l'attività franosa era nettamente minore in bosco rispetto al terreno aperto. In zone molto ripide e cioè a partire da pendenze del versante di 39 gradi non si nota più nessuna differenza tra bosco e campo aperto.

Che conta è lo stato del bosco Non tutti i boschi sono uguali. In boschi con pochi vuoti, con molte specie idonee alla stazione e strutture diversificate non si sono avuti praticamente smottamenti. Si sono invece avuti più smottamenti nei boschi in condizioni maggiormente pre- carie, come nel caso della presenza di molte radure. La maggior parte degli smottamenti di terra si sono inoltre veri-

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S111otta111e11t1 d1 terre110 e loro tracce. Così s1 prese11ta l'alpe B1tz/1sclnua11d uisto da Sachse/,, dopo ,I 111alte111po.

ficati in boschi già danneggiati da tem- peste e da attacchi di scolitidi.

Il bosco non può impedire gli smot- tamenti in modo generalizzato, soprat- tutto in caso di eventi estremi come quel- lo di Sachseln. Trovandosi però in con- dizioni ideali, il bosco diminuisce in modo notevole il numero di smottamen- ti di terra. Per la gestione questo signifi- ca: mirare ad ottenere un bosco stabile nel tempo con specie adatte alla stazio- ne e in grado di sviluppare apparati ra- dicali in profondità.

L'elaborazione dei dati non è ancora conclusa. Ulteriori risultati, quali ad esempio la situazione in campo aperto, seguiranno.

Il WSL ha condotto questo lavoro di ricerca in stretta collaborazione con il servizio forestale cantonale e le autorità di Sachseln, per quanto concerne la par- te pratica, con l'Università di Berna, l'ETH di Zurigo e l'Università di Erlan- gen-Ni.irnberg per la parte scientifica. Il progetto è stato finanziato per metà dal WSL e per l'altra metà dall'Ufficio fe- derale per l'ambiente, la foresta ed il pa- esaggio, il Cantone di Obwaldo come pure il Comune e le Associazioni di Sachseln.

Persona di contatto:

Christian Rickli

Sezione Movimenti delle acque, della terra e delle rocce, Birmensdorf rei. 01-739 24 03

e-mail: christian.rickli@wsl.ch

Rapporto a,11111ale \VSL 1999 11

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Bosco e pascolo allo stesso tempo

Mantenimento del tipico paesaggio cult11rale nel Giura Come può essere gestito

con continuità il pascolo

in bosco nel Giura? Il pascolo in bosco, è una caratteristica L' Antenne romande del delle zone ad alta quota del Giura sviz-

WSL ha preparato un zero. Qui, come in nessun altro paesag- progetto di ricerca per gio del Centro Europa, natura e coltura poter fornire la risposta si compenetrano. Una sinergia positiva:

a questa domanda. la pascolazione in bosco offre uno spa- zio vitale alle specie animali e a quelle ve- getali. Gli abitanti degli agglomerati ur- bani sfruttano questi paesaggi attrattivi nel loro tempo libero per passeggiate, pic-nic e giri in bicicletta. Anche econo- micamente la pascolazione in bosco in questo territorio rurale ha tuttora un ruolo importante per la produzione di latte, carne e legna. Inoltre questi pasco- li alberati svolgono un'importante fun- zione quali riserve di acqua potabile.

Un equilibrio in pericolo

Durante i secoli i contadini con il loro lavoro hanno mantenuto l'equilibrio tra bosco e pascolo. Questo equilibrio è però oggi in pericolo a causa della diffi- cile situazione economica dell'agricoltu- ra e la conseguente evoluzione delle tec- niche di pascolo. Le mucche selezionate da allevamento pascolano di preferenza su pascoli grassi e facilmente accessibili, mentre i pascoli poveri non vengono più sfruttati. Inoltre è diminuita anche la porzione di animali giovani in grado di pascolare anche su terreni impervi tra arbusti e giovani alberi.

Sebbene tutti i pascoli sono libera- mente accessibili, anche i turisti si com- portano in modo analogo, recandosi sempre nei soliti luoghi preferenziali.

Alcune aree di pascolo vengono quindi sovrasfruttati, altre invece sem- pre più trascurate. Come conseguenza di questa evoluzione risultano da una

Le questioni aperte sono: come è possibile gestire i boschi pascolati in modo che siano mantenuti a medio ed a lungo termine? Quanto forte può essere l'utilizzo e l'imboschimento affinché le loro caratteristiche non vadano perse?

Quale cura minima è necessaria da par- te dell'uomo?

Basi sci~ntifiche

L' Antenne romande del WSL di Losanna nel 1999 ha preparato un progetto di ricerca per poter rispondere a queste domande. In collaborazione con i Cantoni ed altri partner della ricerca vuole raggiungere i seguenti obiettivi:

- analizzare le basi scientifiche per una gestione che permetta di mantenere l'equilibrio dinamico tra bosco e pascolo;

- mettere a punto degli strumenti per uno sviluppo sostenibile del pascolo in bosco, vale a dire una gestione compatibile alle esigenze dell'agri- coltura, dell'economia forestale, del turismo e della protezione della na- tura;

- perfezionare le conoscenze dell'eco- sistema, come pure della comunità vivente degli animali e delle piante e del loro sviluppo.

Lo studio si intitola «Dal Doubs fino al Danubio». I pascoli in bosco non sono infatti solo un problema del Giura sviz- zero, ma si trovano anche nelle regioni dei Paesi confinanti che vanno dal Giura francese attraversando i Vosgi fino alla Foresta Nera. L' Antenne romande ha una stretta collaborazione con i Partner della ricerca francesi e tedeschi.

Pascolaz,one III bosco nel G111ra vo- dese. Ogg1g10r110 le mucche pascola- 110 d, preferenza s11 pasco/, grassi e factlmente access1bil1. L'eq111ltbno del bosco e del pascolo è per questa ragione III pencolo.

parte boschi chiusi e dall'altra pascoli Persona di contatto:

puri. Gli specialisti parlano di una Jean Combe

chiara disconnessione delle strutture del Antenne romande, Lausanne

paesaggio. tel. 021-693 39 02

e-mail: jean.combe@epfl.ch

RafJ!Jorto a111male WSL 1999 :l.3

(16)

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(17)

Usciamo assieme dalla crisi

Sotto la guida di un collaboratore del WSL,

Fusioni tra aziende forestali

le aziende forestali di Molte aziende forestali svizzere scrivono Bremgarten, Wohlen e cifre rosse da molti anni. Una delle pos-

Waltenschwil hanno sibili contromisure in questa situazione deciso la fusione. Dopo è stata adottata dalle aziende forestali due anni il bilancio è argoviesi di Bremgarten, Wohlen e Wal-

positivo. tenschwil, che a partire dal 1 ° gennaio 1997 si sono uniti in una unica azienda forestale con 676 ettari di bosco, un'am- ministrazione ed una contabilità uniche.

I tre comuni argoviesi sono stati i primi a percorrere questa via.

Questa operazione è stata condotta in maniera sostanziale da Anton Bi.irgi, ricercatore forestale al WSL e Ispettore forestale dei boschi di Bremgarten in vir- tù del contratto che lega il WSL al Patri- ziato di Bremgarten. Una collaborazione che dura già da quasi 30 anni e che è vantaggiosa per entrambi le parti: Brem- garten dispone di uno specialista per la conduzione dell'azienda, il WSL racco- glie esperienze pratiche in uno dei suoi settori nevralgici di attività che vengono poi inglobati nella ricerca.

L'azie11da forestale Bre111garte11-

\'(!o/Jle11- Waltensclnurl attualmente

Quando all'inizio degli anni 90 an- che nell'azienda forestale Bremgarten la situazione economica è degradata, i van- taggi di una tale collaborazione si sono evidenziati una volta di più. Assieme ai forestali di Bremgarten e Wohlen ed ai per 1111111eros1 lauon ricorre a

i111pre11d1ton specia!tzzat1.

Zona protetta a \'\!ohle11. Durante e dopo la prima guerra 111011dtale le torbiere di Torfmoos ue1111ero sfmttate e prosc111gate; dal 1995 e stato nprist111ato l'apporto tdnco.

membri delle tre commissioni forestali Anton Bi.irgi ha elaborato un progetto di fusione delle aziende.

Guadagno invece di perdita

Nel 1999, dopo due anni abbondanti di esperienza, si è potuto trarre il seguente positivo bilancio intermedio:

i costi per la piantagione, la cura del bosco giovane ed i tagli di bosco so- no diminuiti;

i costi amministrativi sono chiara- mente diminuiti;

l'intervento di imprese private spe- cializzate è più che raddoppiato.

pnma della fusione, due delle tre aziende hanno conseguito una perdita, la terza invece era ancora in attivo. Ora, al contrario, la nuova azienda forestale nel suo insieme propone conti decisamente in attivo.

L'esempio fa scuola. Molte aziende forestali da tutte le parti della Svizzera hanno chiesto informazioni su quanto svolto a Bremgarten e sulle esperienze effettuate.

Nuova Programma di ricerca

La creazione di grandi aziende forestali è soltanto una delle possibilità con cui l'economia forestale svizzera può migliorare la propria situazione. Ulter- iori importanti misure concernono le tecniche di lavoro, il flusso di materiale e di informazioni lungo tutta la filiera di produzione del legno, come pure la commercializzazione della preziosa, ecologica e rinnovabile materia prima indigena legno. Su questi temi il WSL vuole dedicare nei prossimi anni assieme ai suoi Partner intensi sforzi di ricerca e di sviluppo. Un programma di ricerca dal titolo «Gestione di un'utilizzazione del bosco compatibile alle esigenze future» inizierà nel 2000.

Persone di contatto:

Dr Anton Bi.irgi rei. 01-739 22 41

e-mail: anton.buergi@wsl.ch

Dr Oliver Thees (programma di ricerca) rei. 01-739 24 57

e-mail: oliver.thees@wsl.ch

(Sezione Risorse forestali e gestione, Birmensdorf)

Rapporto a1111uale WSL J 999 15

(18)

Le protezioni contro le valanghe hanno dato buoni risultati

Miglioramenti sono comzmque ancora necessari L'inverno delle valanghe

1999 ha portato molto lavoro all'Istituto fe- derale per lo studio del- la neve e delle valanghe

(SLF) ed ai servizi dei cantoni e dei comuni che si occupano di va- langhe. Grandi sforzi ma

anche un'importante conferma: il sistema di allarme valanghe CH- 2000 e tutte le misure di protezione connesse hanno dato buoni risulta-

Quantitativi record di neve, circa 1200 valanghe con danni, 17 morti, valli chiuse, vie di comunicazione interrotte, danni diretti per ca. 440 milioni di fran- chi, costi indiretti per circa 180 milioni di franchi: il mese di febbraio 1999 ver- rà ricordato nella storia della Svizzera, e delle vicine regioni alpine. Tre periodi in- tensivi di precipitazioni, accompagnati da venti tempestosi provenienti dal settore Nord-Ovest hanno portato sulle Alpi svizzere enormi quantità di neve tra il 27 gennaio ed il 25 febbraio. Certa- mente le intense precipitazione ed il voluminoso accumulo di neve soffiata, hanno contribuito ad aumentare il peri- ti anche in questa ecce-

zionale situazione.

16 Rapporto a111111ale WSL I 999

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Numerosi co11111111eferro11e di 11w11tag11a ha,1110 Ìlltro- dotto il programma di prev1s10111 d, 11ala11ghe NXD 2000 del SLF. E' stato pure i11stallato a S110wbasi,1 11el- lo stato dello Utah per i giodn oli111/1ic1 i,wemali 2002.

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Nel dicembre I 998 il SLr ;,, collal)(Jrazffme co11 il SMA Meteo Schweiz ha /)l'CSelltato il 1111ovo servizio

«Allarme 11e11e e vala11ghe».

colo di valanghe da periodo a periodo.

Nel suo bollettino nazionale del 9 feb- braio il SLF comunica per la prima vol- ta che il grado di pericolo di valanghe ha raggiunto il livello massimo. Tra il 21 ed il 25 febbraio questo grado di pericolo era praticamente valevole per tutto il versante Nordalpino, per il Vallese e per parte dei Grigioni. L'attività valangaria massima è stata raggiunta il 22 febbraio;

solamente in questa giornata s1 sono osservate più di 200 valanghe.

Massima attività al SLF

Questa situazione eccezionale ha richie- sto al SLF di Davos un notevole sforzo.

I collaboratori sono stati mantenuti sot- to pressione 24 ore su 24 redigendo bol- lettini di valanghe, garantendo la consu- lenza delle autorità e servizi competenti attivi a livello cantonale e comunale, ese- guendo sopralluoghi per esaminare ca- dute di valanghe, concedendo innumere- voli interviste alla stampa, radio e tele- v1s1one ed anche rispondendo a moltissime richieste di informazioni te- lefoniche.

Già durante questi giorni critici, gli specialisti del SLF in collaborazione con i comuni e cantoni colpiti hanno inizia- to ad analizzare e a studiare gli eventi va- langhivi. Le basi per questo genere di studi sono rappresentate da ricognizioni e misurazioni sui luoghi interessati, fo- tografie aeree e informazioni fornite da conoscitori locali. In breve termine il SLF su incarico della Confederazione ha redatto un rapporto intermedio inerente l'inverno di valanghe, che è stato pre- sentato al pubblico nel luglio del 1999.

Nel febbraio del 2000 è apparsa una rac- colta completa di documenti di base a carattere scientifico concernente le va- langhe dell'inverno 1999.

(19)

Combinazione vincente

In base alle analisi gli esperti del SLF hanno tratto il seguente bilancio:

La protezione integrata e globale contro le valanghe praticata già da alcu- ni decenni ha dato buona prova di sé.

Tale concetto di protezione integrata adottato con successo nel febbraio del 1999 ha sfruttato l'efficacia delle opere di premunizione e del bosco protettivo, ha implicato l'uso di carte e piani di pe- ricolo, il ricorso combinato a misure di preallarme e di allarme, di sbarramenti preventivi di strade, le evacuazioni delle popolazioni minacciate, nonché il di- stacco programmato di zone valanghive.

Infatti nell'inverno di valanghe del 1999 si sono chiaramente verificati minori danni alle persone che nell'inverno del 1951, malgrado oggigiorno le regioni al- pine siano frequentate da un numero maggiore di turisti. Anche il numero di case danneggiate questa volta è stato in- feriore. Naturalmente, come sempre, in situazioni di simili catastrofi naturali, la fortuna ha giocato il suo ruolo.

A detta degli specialisti, la protezio- ne delle zone abitate ha raggiunto un li- vello generalmente soddisfacente. Al contrario, non soddisfacente è il grado di protezione per le vie di comunicazio- ne, anche perché le misure protettive non hanno potuto essere sviluppate con la stessa velocità con la quale è aumentata l'intensità del traffico. L'inverno di va- langhe del 1999 ha chiaramente mostra- to come la mobilità della società la ren- de vulnerabile di fronte ad eventi natu- rali estremi.

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R1pan vala11gan a Sclnveif111e11 sopra Zermatt, ripresi il 25 febbraio 1999.

Q111 111e11e clnara111e11te mostrata l'eff,cac,a delle 1111s11re d, protezione di tipo tec111co. Esse /Ja11110 superato la prova d, protezione.

Si può ancora migliorare

Come si può ridurre il rischio di valan- ghe? Dove si possono migliorare le pro- tezioni contro le valanghe? Le analisi dell'inverno 1999 hanno mostrato che è necessario migliorare sopratutto le misure di tipo organizzativo:

Previsioni valanghe a livello locale con maggiore precisione spaziale e temporale possono ridurre il rischio di valanghe sugli assi di traffico come pure nelle zone abitate.

Il sistema di allarme in caso di peri- colo di valanghe con bollettini a livello regionale deve essere ulterior- mente completato ed esteso a tutte le regioni alpine. Nell'autunno 1999 il SLF ha introdotto due bollettini re- gionali per il basso e l'alto Vallese.

Il flusso di informazioni tra i servizi valanghe, le autorità, gli uffici ad- detti alle strade, la popolazione, co- me pure i media e gli enti turistici è da migliorare.

Dove sono presenti delle lacune, i servizi di vigilanza locali e regionali devono essere migliorati ed i membri di tali servizi devono perfezionarsi e aggiornarsi continuamente.

Per quanto concerne lo scarico pro- grammato di zone valanghive sono necessarie nuove basi decisionali.

Per la pianificazione e la progetta- zione di impianti di trasporto di tipo turistico sono necessarie direttive, basate sul rischio di pericoli natura- li.

Convivere con un rischio residuo Una cosa è certa: anche se tutte le pro- tezioni contro le valanghe vengono migliorate, una protezione completa ed assoluta dalle valanghe, ed anche da altri pericoli naturali, non è possibile per motivi di ordine tecnico, economico ed ecologico. Un rischio residuo sarà semp- re presente. In futuro, anche conside- rando le crescenti esigenze in fatto di sicurezza e la scarsità di risorse a dispo- sizione, un rapporto ed un confronto cosciente e sistematico con il rischio (la gestione integrale del rischio, detta anche Risikomanagement), avrà un ruolo sempre più importante. L'inverno 1999 ha messo in luce le lacune ed i punti di forza della società nel far fronte a tali eventi calamitosi: si tratta ora di tirarne i dovuti insegnamenti. Il SLF, in stretta collaborazione con i can- toni ed i comuni, nei prossimi anni intende moltiplicare gli sforzi per elimi- nare i punti deboli. Solo in tal modo sarà possibile sfruttare gli insegnamenti dell'inverno 1999, mettendo le esperien- ze raccolte al servizio della società.

Persona di contatto:

Dr Tom Russi

Servizio prevenzione valanghe e gestione del rischio

SLF Davos te!. 081-417 01 51

e-mail: russi@slf.ch, htttp:www.slf.ch

Rapporto a111111ale WSL 1999 17

(20)
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Azoto: troppa grazia!

Il bosco svizzero riceve ap- porti di azoto troppo eleva- ti; lo confermano le misu- razioni eseguite dal WSL

su aree di osservazione permanenti. A lungo termi-

ne le forti Immissioni di azoto mettono in pericolo il bosco.

Rdeva111e11to d1 11111111ss1011i di azoto i11 1111 'area d1 osservazio11e per111a11e11te.

Immissioni di azoto nel bosco

Le emissioni del traffico stradale e dell'agricoltura caricano l'aria di azoto.

Con la pioggia e la neve o attraverso il deposito di gas e aerosol l'azoto rag- giunge gli ecosistemi, come per esempio il bosco.

Oggi fertilizzante, domani sostanza nociva

Queste immissioni di azoto sono au- mentate in modo drastico a partire dalla metà degli anni '50 fino alla metà degli anni '80. Un aumento moderato può an- che essere positivo per le piante: l'azoto agisce come fertilizzante e favorisce la crescita. Immissioni troppo elevate, però, possono a lungo termine danneg- giare il bosco. Le possibili conseguenze sono squilibri nutrizionali, acidificazio- ne del suolo, diminuzione della stabilità delle piante, maggiorata suscettibilità delle piante alla siccità, mutamento del- la composizione della vegetazione ed au- mento dei valori di nitrato nell'acqua potabile. Gli specialisti hanno individu- ato valori di immissione critici, a partire dai quali potrebbero verificarsi a lungo termine queste conseguenze indesidera- te.

dezza dei valori critici. Nell'area di Novaggio in Ticino questi valori sono perfino nettamente superiori. In questi dati non sono contenuti i quantitativi che un albero assimila direttamente attraverso le foglie e gli aghi. A seconda delle aree, quindi, i valori effettivi sono superiori a quelli misurati fino a 12 kg di azoto per ettaro/anno. Questo signifi- ca che le immissioni di azoto si situano in tutte le aree esaminate attorno ai livelli critici e cioè tra i 1 O ed i 20 kg di azoto per ettaro/anno.

Le immissioni di azoto troppo ele- vate rappresentano a lungo termine un rischio per il bosco. Il WS~ sostiene per- ciò la necessità di diminuire le immissio- ni di azoto.

Nelle aree LWF si continuerà a rile- vare l'azoto. A partire dal 1999 le misu- re sono state estese anche a boschi nelle Alpi. Al momento i ricercatori del WSL stanno lavorando al tentativo di mettere in relazione le immissioni misurate con la composizione chimica dell'acqua nel suolo ed il contenuto in sostanze nutriti- ve delle foglie e degli aghi delle piante.

Persone di contatto:

Dr Anne Thimonier Rickenmann

Troppe immissioni te!. 01-739 23 55

Quanto azoto presente nell'aria finisce e-mail: anne.thimonier@wsl.ch attualmente nel bosco svizzero? Il WSL Maria Schmitt

si occupa di questa questione in collabo- te!. 01-739 23 55 razione con la Confederazione ed i Can-

toni nell'ambito delle Ricerche a lungo termine sugli ecosistemi forestali (Lang- fristige Waldokosystem-Forschung, LWF). All'inizio del 1999 sono stati pre- sentati i primi risultati ottenuti da 7 aree di osservazione permanente. Si è potuto constatare quanto segue: nella maggior parte delle aree le immissioni di azoto misurate raggiungono l'ordine di gran-

e-mail: maria.schmitt@wsl.ch Dr Peter Brang

te!. 01-739 24 86

e-mail: peter.brang@wsl.ch

(Sezione Ecosistemi forestali e rischi ecologici, Birmensdorf)

Rapporto a111111ale \VSL 1999 19

(22)

Gestione sostenibile del paesaggio

Forum sc1ent1fico a Birmensdorf e Davos E' possibile una gestio-

ne sostenibile del pae-

saggio nelle aree periur- La gestione sostenibile del paesaggio è bane e nelle zone di diventata un cavallo di battaglia per il montagna? Due giornate WSL; infatti nei prossimi anni nell'am- di studio organizzate dal bito della propria ricerca il WSL intende

WSL hanno fornito im- intensificare gli sforzi nell'elaborazione portanti indicazioni per di basi decisionali. L'attenzione verrà fo-

la ricerca. calizzata sulle aree peri urbane e sulle re- gioni di montagna. Nell'ambito di due giornate di studio (chiamate «Forum fiir Wissen»} svolte nella primavera e nell'autunno 1999, il WSL ha mobilita- to esperti della ricerca e della pratica per identificare le problematiche e le do- mande più importanti alle quali si dovrà rispondere nei prossimi anni.

20 Rapporto a111111ale \VSL I 999

Aree periurbane

Durante il « Forum fiir Wissen » che si è svolto il 3 marzo a Birmensdorf sul tema

«Aree peri urbane» gli esperti erano con- cordi sui seguenti punti: la Svizzera è una città. Una grande fetta della popo- lazione svizzera vive attualmente nelle aree periurbane. Spesso lo sviluppo e la gestione di questi territori avvengono in modo disordinato. Il risultato è una ac- cozzaglia di agglomerati, che a detta dei relatori non è né bella né tanto meno ecologica. Il livello della qualità di vita non è particolarmente elevato ed inoltre la separazione spaziale delle funzioni di vivere, lavorare e svago comporta spostamenti considerevoli e quindi una forte dipendenza dai mezzi di trasporto.

Cosa fare? Come si possono ristrut- turare gli spazi vitali delle aree periur- bane in modo da soddisfare le esigenze economiche, ecologiche e sociali in mi- sura uguale, creando così dei parchi con caratteristiche di Biosfera, in grado cioè di offrire una maggiore qualità della vi- ta per le persone, senza per questo sacri- ficare gli spazi vitali di animali e piante?

Per i relatori del Forum è evidente che il coinvolgimento della popolazione è fon-

<lamentale. La popolazione tutta do- vrebbe poter intervenire direttamente nello sviluppo del paesaggio. Solo così il

«paesaggio quotidiano» può ritornare ad essere uno spazio vitale a misura d'uomo, che sta a cuore agli abitanti in- teressati e per il quale essi sono disposti ad assumersi delle responsabilità.

Un altro elemento importante è emerso: il paesaggio deve essere preso in considerazione in modo globale. Questo significa tra le altre cose un distacco dall'attuale approccio basato su una se- parazione fisica tra le zone abitate, in- dustriali, artigianali, agricole e forestali.

Regioni di montagna

Anche per quanto riguarda la gestione sostenibile delle regioni di montagna, il coinvolgimento della popolazione rive- ste un ruolo centrale. Questo è stato mostrato durante il « Forum fiir Wissen» svoltosi il 28 ottobre scorso a Davos. La popolazione dovrebbe potere essere coinvolta nelle decisioni importanti.

Si è potuto evidenziare in modo ine- quivocabile che non esiste una sola via percorribile per raggiungere uno svilup- po sostenibile in quanto ogni regione di montagna è diversa dall'altra. Come in un mosaico esse si compongono di una grande varietà di comuni, valli e regioni, le quali variano a dipendenza della loro posizione, della loro storia, delle loro ca- ratteristiche strutturali ed economiche, nonché del loro sviluppo.

Anche per quanto concerne l'eco- nomia delle regioni di montagna si possono trarre delle conclusioni inequi- vocabili: la montagna deve puntare su prodotti, servizi e paesaggi di alta qualità e gestiti in modo sostenibile.

Essi sono peraltro da certificare in modo

(23)

adeguato. Solo in tal modo le zone di montagna saranno in grado di imporsi alla concorrenza delle regioni di pianu- ra. Il settore economico più importante è il turismo. Solamente grazie al turismo sarà possibile assicurare a lungo termine la sopravvivenza delle regioni di mon- tagna quali spazi vitali, economici e di svago. Una premessa indispensabile è che il turismo deve preservare le proprie fondamenta vitali, rappresentate dal paesaggio e dalle proprie specificità culturali.

Il WSL riprende le proposte e gli im- portanti impulsi raccolti durante i due congressi, riprendendoli nell'ambito di due programmi di ricerca dedicati alla

«gestione sostenibile delle regioni di montagna», rispettivamente alla nozio- ne di «parchi della biosfera in aree peri- urbane». Le inter-relazioni tra aree peri- urbane e regioni di montagna saranno anch'esse oggetto di studi.

Persona di contatto:

Dr Martin Meyer-Grass, Davos rei. 081417 02 69

e-mail: meyer-grass@slf.ch

I p1111t1 focali della ricerca del \VSL per 1

prossi1111 a11111 so110 le aree pen11rba11e e le reg10111 dz 111011tag11a. Nelle aree pen11rba11e viue zl 70°0 della popolaz1011e s111zzera, le reg1011i dz 111011tag11a ncopro110 zl 70'10 della s11perf1c1e del paesaggzo.

Rapporto a111111ale WSL 1999 21

(24)

Perché predatori sono bene accetti? Perché no?

Un'indagine sul/'of1inione della pofJOlazione svizzera

70 60

50 40 30 20. 10

La lince ed il lupo sono ricomparsi in Svizzera.

Cosa ne pensano gli sviz- zeri? Nell'estate del 1999 il WSL ha condotto un'inchiesta rappresen- tativa a questo proposito

ed in particolare sulle ragioni delle opinioni favorevoli o sfavorevoli.

LttfJO

Giugno 1999: il destino della lince

«Tito» ha lasciato la Svizzera con il fiato sospeso. L'ufficio federale per l'ambiente, le foreste ed il paesaggio ha autorizzato il suo abbattimento dopo che la lince aveva ripetutamente attac- cato ed ucciso pecore nella regione di Charmey (Friborgo). Nei media appaio- no commenti pro e contro Tito. Secondo un'inchiesta telefonica di una testata giornalistica, 1'85% delle persone contattate è favorevole a lasciare vivere Tito. Al contrario, da un sondaggio fatto nel Canton Friborgo risulta che la maggior parte della popolazione non vuole la presenza della lince.

Il caso Tito è esemplare per spiegare che tipo di reazione può suscitare il ri- torno dei predatori. Cosa si nasconde dietro a opinioni così contrastanti?

Dal 1997 il WSL sta studiando la posizione della popolazione verso i pre- datori, in particolare verso la lince ed il lupo. In una prima fase si hanno avuto colloqui con singole persone scelte, le co- siddette interviste di sondaggio. Da que-

Lince

Si111111e11tal

Zurigo

contrarlo Indifferente In favore contrario Indifferente In favore

Nelle zone urbane s1 è chiaramente più pred1spost1 ad accettare i preda- tori che 11011 nelle zone mral,, Lo 111ostra110 questi esempi riguardanti le città di Zurigo e l'Alto Si111111e11tal.

22 Rapporto a111111ale WSL 1999

sto primo passo è scaturito un chiaro quadro delle possibili attitudini della gente e delle loro motivazioni. In una se- conda fase il WSL ha condotto nell'esta- te 1999 un'inchiesta scritta rivolta ad un campione di persone scelte casualmente in tutta la Svizzera. Dei 3600 formulari spediti, 1442 sono ritornati debitamen- te compilati. Grazie a questa selezione rappresentativa è ora possibile ricostru- ire le opinioni del popolo svizzero.

L'importanza dell'atteggiamento nei confronti della natura selvaggia Una cosa è certa: gli svizzeri sono in ge- nerale propensi alla presenza dei preda- tori in Svizzera. Una netta maggioranza degli intervistati si è pronunciata a fa- vore.

Attualmente ai ricercatori interessa- no però le ragioni che portano alcune persone ad essere favorevoli ed altre con- trarie. L'inchiesta ha confermato l'im- portanza del diretto coinvolgimento:

cioè le possibilità che qualcuno possa subire perdite materiali o che si possa sentire limitato nelle sue libertà di movi- mento. Ma anche altre motivazioni re- condite possono giocare un ruolo fonda- mentale: da un lato una posizione di fon- do nei confronti dei predatori ed a un loro diritto all'esistenza, dall'altro l'atti- tudine di base della persona nei con- fronti della natura e del paesaggio. Chi è favorevole ad un'estensione della natura incontaminata e selvaggia, trova positi- va anche la presenza di predatori. Chi in- vece ha un atteggiamento di scetticismo verso la natura selvaggia tende anche a respingere l'idea dei predatori. Queste posizioni sono in stretto legame con la scala dei valori delle persone, come evi- denziato dalle interviste di sondaggio:

chi è più legato alla tradizione è tenden- zialmente scettico sia di fronte alla natu-

(25)

fil Svi;:;;:;era e 'é posto per la li11ce e per ,I lupo? Le op1mo11i so110 co11trasta11t1.

ra selvaggia, sia nei confronti dei preda- lince nel Simmental. Ma dal sondaggio

tori. si può evincere come nel Simmental, a

In confronto a questi valori di fon- differenza della città di Zurigo, si veda do, l'età e la formazione scolastica degli

intervistati hanno invece un influsso mi- nore. Si è tuttavia notato che tendenzial- mente i giovani e le persone con una for- mazione scolastica superiore sono ten- denzialmente più favorevoli ai predatori.

Nessun influsso ha invece il grado dico- noscenza delle singole persone sul tema dei predatori.

Rifiuto dei predatori nelle zone rurali Questi risultati sulle ragioni di un'ac- cettazione o di un rifiuto dei predatori sono validi per la popolazione della Svizzera in generale. La loro rappresen- tatività a livello regionale deve tuttavia ancora essere verificata, essendo l'opin- ione nei coqfronti del problema diffe- rente da regione a regione. Nell'Alto Simmental si è piuttosto sfavorevoli alla lince, mentre nella città di Zurigo ci si è espressi in modo favorevole (vedi figura). In un primo momento si potreb- be pensare che questo risultato sia dovuto alla notevole presenza della

negativamente anche l'avanzata del bosco nelle superfici abbandonate dall'agricoltura. Anche alla base dell'at- teggiamento negativo espresso nel Simmental, quindi, non vi è solo il coinvolgimento diretto, come si potreb- be inizialmente pensare, bensì anche l'attitudine di fondo nei confronti del paesaggio e della natura (dell'estensione della natura selvaggia in particolare).

Questa constatazione viene sostenuta da altri risultati: si può quindi affermare come, in generale, nelle zone urbane quali Zurigo, Ginevra o Basilea i preda- tori e l'avanzata del bosco sono visti in maniera positiva, mentre nelle zone rurali e alpine sono giudicati negativa- mente.

La natura come amica

Dall'inchiesta e dalle interviste di son- daggio che l'hanno preceduta il WSL ha tratto le seguenti conclusioni:

- In Svizzera l'accettazione dei preda- tori è già molto larga. In futuro

aumenterà probabilmente ancora, anche senza particolari misure al riguardo; è infatti pensabile che il progressivo cambiamento dei valori all'interno della società porti ad un incremento della percentuale di chi è favorevole alla natura selvaggia e quindi anche ai predatori.

Se si dovesse favorire una tale evolu- zione, questo deve essere fatto tenendo conto delle motivazioni di fondo. Bisogna lavorare con un'in- formazione a lungo termine, ad esempio nell'ambito dell'educazione ambientale, tentando di mostrare all'uomo la natura come un'alleata.

Con queste misure l'atteggiamento verso i predatori dovrebbe essere sostanzialmente migliorato anche nelle regioni rurali, dove sono neces- sari interventi concreti a corto termi- ne.

Sulla base dello studio sui predatori, il WSL redigerà un vademecum all'indi- rizzo delle autorità, delle associazioni e di altri potenziali interessati. E' stato inoltre sviluppato un sito didattico per la formazione ambientale a lungo termine per le scuole elementari (http://www.

wsl. eh/I and/pro d ucts/p reda tor/umset- zung.htm).

Attraverso lo studio sui predatori, il WSL ha inoltre potuto esemplificare co- me la ricerca possa contribuire ad evi- denziare le ragioni di fondo alla base di problemi sociali e ad allargare la paletta delle soluzioni possibili.

Persona di contatto:

Marcel Hunziker

Sezione Paesaggio e Società Birmensdorf

tel. 01-739 24 59 e-mail: hunziker@wsl.ch

Rapporto a111111ale \\'ISL 1999 23

(26)

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