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Meier, F., Engesser, R., Forster, B., & Odermatt, O. (2004). Situazione fitosanitaria dei boschi 2003. Birmensdorf: Istituto federale di ricerca WSL.

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Academic year: 2022

Aktie "Meier, F., Engesser, R., Forster, B., & Odermatt, O. (2004). Situazione fitosanitaria dei boschi 2003. Birmensdorf: Istituto federale di ricerca WSL."

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Eidgenössische Forschungsanstalt WSL

Institut fédéral de recherches WSL

Istituto federale di ricerca WSL

Swiss Federal Research Institute WSL

_________________________________________________________________________________

Situazione fitosanitaria dei boschi 2003

Franz Meier, Roland Engesser, Beat Forster, Oswald Odermatt

Traduzione: Nicola Petrini

Editore

Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL, Birmensdorf 2004

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Indice

1 Clima 2003: "l'estate record" mette in ginocchio il bosco 2

2 Disidratazione da gelo su douglasie e gelo tardivo 3

3 Conseguenze del caldo e della siccità dell’estate 2003 4

4 Bostrico tipografo e calcografo come non mai 7

5 Anche altre specie di coleotteri hanno approfittato della situazione 10

6 Defogliazioni contenute 10

7 Diffusione di specie di insetti invasive 12

8 Phytophthora ramorum – un nuovo organismo di quarantena in Svizzera 12

9 Perdite di abeti bianchi dovute a brucamento 12

10 Azione degli ungulati nelle aree colpite da tempesta 13

11 Asportazione di germogli di abete bianco da parte della ghiandaia 13

12 Bibliografia 14

13 Gemeldete Organismen und ihre Bedeutung im Forstschutz 15

Ringraziamenti

In questa sede vogliamo ringraziare tutti gli addetti del settore forestale per il sostegno e la cortese collaborazione. Le loro segnalazioni precise ed aggiornate riguardo agli eventi del bosco sono un’importante premessa perché il lavoro dello SFOI, come pure la stesura del rapporto fitosanitario annuale possano dare i loro frutti.

Indirizzo per le ordinazioni:

I dati PDF possono essere scaricati dal sito www.pbmd.ch oppure richiesti direttamente al Servizio fitosanitario SFOI

WSL

Zürcherstrasse 111 CH-8903 Birmensdorf Fax 01/739 22 15 E-Mail: pbmd@wsl.ch

Gli autori operano presso il Servizio fitosanitario d’osservazione e d’informazione SFOI, il servizio di consulenza per le questioni inerenti la protezione delle foreste al WSL di Birmensdorf, il quale fornisce informazioni aggiornate in merito ai problemi fitosanitari forestali in Svizzera. Grazie alle segnalazioni dei servizi forestali cantonali SFOI redige il bollettino fitosanitario annuale.

© Istituto federale di ricerca WSL Birmensdorf 2004

(4)

Il clima torrido, ed in molte località anche molto secco dell’estate 2003, ha lasciato le sue tracce nei popolamenti forestali dove, accanto alle conseguenze dirette dell’evento climatico estremo, si sono potuti osservare anche i primi danni indiretti. Gli attacchi dovuti al bostrico tipografo hanno condotto al taglio forzato di 2 milioni di m3 di legname, un nuovo record, mentre, oltre all’abete rosso, anche altre conifere sono state attaccate da coleotteri di diverse specie. Alcune specie di insetti non indigeni si sono diffusi ulteriormente sul territorio (è il caso ad esempio della Cameraria ohridella per quanto riguarda l’ippocastano) mentre altre sono state notate in Svizzera per la prima volta (vedi l’insetto di origine americana Corythucha arcuata). In un vivaio è stato segnalato per la prima volta anche il fungo Phytophthora ramorum, un patogeno particolarmente pericoloso per le latifoglie.

Vengono inoltre presentati i primi risultati inerenti gli studi sullo sviluppo della rinnovazione naturale nelle superfici colpite da Lothar e sull’utilizzazione di queste aree come zone di pastura per gli ungulati.

1 Clima 2003: "l'estate record" mette in ginocchio il bosco

Il 2003 si è rivelato molto caldo e povero di preci- pitazioni e la sua estate resterà negli annali.

L’anno è iniziato con qualche segnale negativo e premonitore: il 2 gennaio, infatti, venti tempestosi da ovest hanno causato l’abbattimento di 400’000 m3 di legname nel Giura, nell’altopiano e nelle Prealpi occidentali. Al clima variabile di gennaio è poi seguito un febbraio caratterizzato dall’alta pres- sione, quindi soleggiato e molto freddo. Marzo è pure stato molto soleggiato e nettamente più mite della media con una sola intrusione di correnti d’aria fredda a metà del mese. L’irraggiamento solare persistente dell’inverno 2002/2003, accom- pagnato dal terreno asciutto e gelato ha causato danni da aridità da gelo nei giovani popolamenti di douglasie. Dopo una parentesi di clima invernale nella prima parte del mese, anche aprile è risultato più caldo della norma. A Sud delle Alpi, i primi 4 mesi dell’anno molto asciutti hanno incrementato la penuria d’acqua ed il pericolo di incendi. Il 30 di aprile ed il 1. maggio, al Sud, si sono registrate per la prima volta dal 21 di gennaio, precipitazioni degne di nota che hanno migliorato la situazione. Al Nord i mesi di febbraio,marzo e aprile, sono stati in parte sensibilmente troppo asciutti.

Maggio è iniziato con periodo estremamente caldo, con temperature massime aggirantesi attorno ai 25- 30 gradi. L’8 maggio si è verificata una grandinata che ha colpito la zona tra Entlebuch, Lucerna, Zugo, lago di Zurigo e la regione di Wil (SG). I chicchi di grandine hanno raggiunto le dimensioni di palline da golf, causando gravi danni all’agricoltura ma anche ad auto, serre e vetrate. Verso la metà del mese, gelate notturne hanno danneggiato latifo- glie e conifere (fig. 1). Anche questo mese è risul- tato in gran parte troppo asciutto, a Sud sensibil- mente più asciutto del solito.

A partire dal 30 maggio si registra un periodo di caldo intenso protrattosi fino al 30 giugno, con tem-

perature medie superiori di 5,5 fino a 7,5 gradi a quelle pluriennali, confermando il mese di giugno del 2003 come il più caldo dall’inizio delle misura- zioni, che a Basilea e Ginevra risalgono alla metà del 18. secolo. Contemporaneamente, il clima troppo asciutto ed i temporali, a carattere general- mente locale, si sono concentrati nella parte occidentale del nord delle Alpi. Il caldo e la siccità hanno portato gravi perdite al settore agricolo.

Dopo un inizio fresco e piovoso, dal 6 luglio il clima è tornato tipicamente estivo e caldo. Anche luglio registra temperature di 2,5 gradi superiori alla media, ma nella maggior parte delle regioni si sono registrate precipitazioni del 70% superiori alla norma. Nonostante questo, le precipitazioni di inizio mese sono rapidamente evaporate cosicché, verso la metà del mese, la siccità ha creato una situa- zione precaria ed un forte pericolo d’incendio in vaste aree del Paese. L’attività temporalesca piut- tosto frequente della seconda metà del mese ha diminuito la siccità a livello regionale causando però anche danni: il 16 luglio, nella parte superiore del lago di Zurigo, un temporale accompagnato da venti tempestosi ha provocato la caduta di alcuni alberi.

Fig. 1. Le forti gelate notturne del mese di maggio hanno danneggiato germogli dei giovani alberi.

(5)

Dopo luglio, il più caldo in assoluto nelle zone a basse quote del nord e del sud delle alpi, ecco un agosto che, in alcune regioni, si è rivelato persino peggiore. Il clima estivo di inizio mese, protrattosi poi per tutta la sua durata, è stato caratterizzato da temperature molto alte che hanno superato sensibilmente la media pluriennale. La temperatura media dell’estate 2003 (da giugno ad agosto) è risultata fino a 2 gradi superiore a quella delle an- nate record del 1947 e del 1994. Estrema anche la siccità, infatti fino al 27 agosto le precipitazioni, su vaste aree del paese, non raggiungevano il 30%

del livello abituale.

Nel bosco, le conseguenze dirette della siccità si sono fatte visibili: ad inizio agosto, le foglie delle latifoglie hanno assunto colorazioni autunnali e sono cadute precocemente, mentre le conifere hanno accusato sintomi di moria degli alberi (fig.

2). Conseguentemente allo stress provocato dalla siccità, gli attacchi da bostrico sono aumentati notevolmente. Oltre a piccoli incendi boschivi se ne sono registrati alcuni di grandi dimensioni: a Leuk, il 13 agosto, un incendio ha distrutto 300 ettari di bosco protettivo, mentre in val Calanca, il 28 giugno, un fulmine ne ha scatenato uno in una zona inaccessibile, che ha potuto essere domato definitivamente solo dopo 2 mesi.

Fig. 2. A causa della persistente siccità, già in agosto, si sono avuti fenomeni di colorazione autunnale delle foglie.

A fine agosto si sono registrate piogge diffuse ed abbondanti che, però, in molte località non sono bastate per colmare il deficit idrico mensile. Dopo un inizio fresco, la metà di settembre ha portato diverse giornate dal clima tipicamente estivo. Molte regioni hanno registrato precipitazioni più scarse del solito: nei Grigioni ed in Ticino raggiungevano solo il 20-40% dei livelli medi.

Diverse intrusioni di aria polare hanno poi fatto sì che ottobre risultasse più freddo rispetto alla norma e, ad eccezione del Sud delle Alpi, nel resto del paese si sono registrate precipitazioni nettamente superiori alla media. Situazioni di sbarramento hanno poi causato piogge notevoli al sud delle Alpi in novembre e dicembre. A Nord è soffiato nuova- mente il Föhn ed entrambi i mesi sono stati leggermente troppo asciutti.

(Fonte: METEOSCHWEIZ 2003)

2 Disidratazione da gelo su douglasie e gelo tardivo

Il forte irraggiamento solare unito alla siccità dei mesi invernali 2002/2003 ha causato, regional- mente, forti arrossamenti degli aghi su giovani dou- glasie in spessine, posticce e perticaie. Gli aghi leggermente danneggiati presentavano punta ar- rossata e base ancora verde. Contemporanea- mente, gli aghi sono stati attaccati dalla micosi Phaeocryptopus gaeumannii, agente della fillop- tosi. Le douglasie con lieve arrossamento degli aghi superano un attacco di questo genere senza alcun problema mentre, nei casi gravi, possono venir danneggiati tutti gli aghi di un ramo o dell’intero albero che, in questo caso, seccano. La particola- rità della douglasia di aprire gli stomi anche in inverno nei periodi soleggiati, la rende a rischio, anche perché la disidratazione dovuta alla traspira- zione non può venir compensata dall’assorbimento radicale di acqua dal terreno asciutto o gelato.

L’attacco contemporaneo da parte del patogeno succitato ha inoltre probabilmente aggravato le perdite per traspirazione (fig. 3).

Fig. 3. Le douglasie colpite da Phaeocryptopus

gaeumannii portano ancora l’ultima generazione di aghi e subiscono in modo maggiore i danni causati dal gelo.

(6)

Questo tipo di danno agli aghi della dougla

fenomeno noto, osservato in proporzioni abbas- sia è un

siccità dell’estate 2003

p d alla

icci è stata la be-

alutazione degli effetti della siccità da parte

situazione fitosanitaria ese- tanza rilevanti sull’altipiano svizzero nella primavera

del 1996, dove si è constatato che le douglasie con forti arrossamenti sono poi state preda dei coleot- teri Pityophthorus pityographus, bostrico calco- grafo (Pityogenes chalcographus) così come del chiodino (Armillaria sp.); il tutto con esito letale.

In maggio, l’intrusione di una corrente d’aria fredda ha causato danni ai germogli di conifere e latifoglie, colpendo soprattutto i giovani soprassuoli situati nelle depressioni del terreno dell’altipiano ma anche zone situate più in alto, nella valle del Reno presso Coira.

Conseguenze del caldo e della 3

La rima specie arborea a reagire al caldo e tà persistenti dell’estate scorsa

s

tulla; in giugno, le sue foglie presentavano già i primi ingiallimenti, mentre in agosto molti alberi erano privi di foglie. Dalla fine di luglio, sulle chiome di faggio era presente fogliame dalla colorazione autunnale, così come imbrunimenti precoci sono stati notati su altre latifoglie (vedi quercia e fras- sino). La depigmentazione autunnale ha dunque preso avvio con due o tre mesi d’anticipo rispetto alla norma. In alcuni casi, senza causa apparente, si è verificata la spaccatura con conseguente crollo di grossi rami di pioppi, faggi e platani, un feno- meno conosciuto con il termine tedesco di "Som- merbruch", riscontrabile soltanto in periodi di sic- cità persistente. Nelle perticaie di abete rosso si sono osservati singoli casi di fissurazioni dei tronchi dovute alla siccità. Le conifere hanno presentato una filloptosi delle vecchie generazioni di aghi nella parte più interna delle chiome (fig. 4), fenomeno conosciuto come "arrossamento degli aghi" per quanto riguarda l’abete rosso, e "filloptosi fisiologica" nel caso del pino silvestre.

In aree particolarmente asciutte come dossi, mar- gini boschivi esposti o terreni a scarsa capacità di

Fig. 4. Decolorazione delle vecchie annate di aghi su abete rosso (sopra) e su pino silvestre (sotto). A causa

ritenzione idrica, si sono osservati i primi fenomeni di moria di alberi anche in giovani esemplari.

Numerosi semenzali sono seccati con la vegeta- zione erbacea. Nei soprassuoli stratificati si è no- tata la morte frequente di abeti bianchi alti anche 1,5 m. Le piantine hanno sofferto parecchio il caldo e la siccità anche nelle aree aperte, coperte da rinnovazione, messa a dimora artificialmente negli scorsi 2 anni.

della siccità gli aghi si decolorano prematuramente per poi cadere a terra.

V

dei Servizi forestali La valutazione della

guita dai circondari e dalle amministrazioni forestali nel 2003 mostra come le conseguenze della siccità siano state piuttosto rilevanti lungo il Giura come pure nella parte occidentale e centrale dell’Altipiano.

In queste regioni, la decolorazione precoce delle foglie con conseguente caduta è stata valutata come particolarmente pronunciata (fig. 5), così come i fenomeni di moria dovuti alla siccità estiva concernenti le conifere (non sono stati notati attac- chi dovuti al bostrico in questi casi) (fig. 6). Gli effetti negativi della siccità sono stati classificati localmente come significativi anche nella parte alta del Vallese. In questa zona, i già noti problemi le- gati al pino hanno potuto espandersi ulteriormente ed è probabile che ci si debba attendere una nuova moria dei rametti per infezione fungina da Cenan- gium (Cenangium ferruginosum), una micosi corti- cale particolarmente favorita dal protrarsi di periodi secchi.

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Fig. 5. Segnalazioni 2003: “Latifoglie: filloptosi estiva dovuta a siccità”. (risultati dell’inchiesta fitosanitaria 2003 presso i rcondari forestali e gli uffici tecnici forestali)

ell’inchiesta fitosanitaria 2003 presso i circondari forestali e gli uffici tecnici forestali) ci

Fig. 6. Segnalazioni 2003: "Conifere: fenomeni di moria dovuti alla siccità, senza attacco da bostrico". (risultati d

(8)

Malattie agli apparati radicali

ato da agenti pato-

tante di chiodino ad un popolamento di uerce. Gli alberi colpiti hanno reagito con abbon-

trasportato dai veicoli sulle strade forestali e che il veicolo.

llontanare tempestivamente queste piante dal oprassuolo, in modo da evitare il rapido deprezza-

s- secondari (fig. 9).

Il sistema radicale (in particolar modo le radicole) viene danneggiato da periodi asciutti persistenti e

fungo, con le sue spore, si diffonda poi verso il basso nel terreno utilizzando l’acqua come

spesso, di conseguenza, attacc

geni. Il chiodino (Armillaria sp.) è un tipico rappre- sentante di questi parassiti radicali ed il suo micelio (fig. 7) era spesso visibile sotto la corteccia alla base del fusto di conifere e latifoglie morenti.

Fig. 7. Un segno classico dell’attacco da chiodino è rappresentato dal micelio feltroso bianco del fungo sotto la corteccia.

A Büren an der Aare è stato osservato un attacco olto impor

m q

dante essudato mucillaginoso alla base del fusto - una reazione, questa, fino ad oggi mai osservata nelle querce. Per contro, questo tipo di essudato è noto nei faggi colpiti da necrosi corticale. Nel 2003 la malattia è stata segnalata da 92 circondari fores- tali e, rispetto al 2002, la situazione è rimasta inva- riata. Considerato però come la necrosi corticale del faggio aumenti dopo lunghi periodi di siccità, c’è da attendersi, nei prossimi anni, un aumento delle segnalazioni di questa malattia (fig. 8). Nella zona viticola zurighese, la malattia è stata riscontrata per l’ennesima volta lungo una strada forestale. Su di un terreno in leggera pendenza, come d’altro canto già osservato in precedenza, sono stati danneggiati solo faggi che si trovavano al di sotto della strada.

Una ricerca eseguita a Bayern (JUNG 2004) fornisce delle spiegazioni a questo proposito: in 54 popola- menti di faggio su 57 sono stati isolati funghi del tipo Phytophthora nelle chiazze mucillaginose alla base del fusto e in campioni di terreno. Si sospetta che le specie di Phytophthora identificate causino marciume radicale ed essudato mucillaginoso nei faggi. Le spore di questa micosi vengono diffuse dal terreno contaminato e dall’acqua presente nel suolo. Si presume che il terreno infettato venga

Indipendentemente dalla provenienza della malattia, vale sempre il principio secondo il quale occorre Fig. 8. Chiazze mucillaginose alla base del fusto di un faggio morente.

a s

mento del legname causato dall’infezione succe siva di parassiti

Fig. 9. Il fungo Fomitopsis pinicola attacca conifere e latifoglie. Lo si trova spesso su fusti di faggi morenti.

(9)

Altri patogeni amanti del caldo

La moria dei rametti di pino causata da phaeropsis (Sphaeropsis sapinea

S ) si è accre-

ciuta notevolmente negli ultimi anni e risulta parti- i e o si diffusa per la prima volta, dopo una forte grandi-

tre (Pinus sylves-

ig.10. Nella micosi corticale dell’acero di monte, sotto la orteccia si forma una polvere simile a fuliggine

segnamenti tratti da esperienze precedenti

’40 r-

Bostrico tipografo e calcografo come non mai

po

999, in Svizzera abbiamo assistito alla pullula-

na terza generazione. Così, nel 2003, è stata raggiunta la cifra record di ca. 2 milioni di s

colarmente appariscente sui pini neri di giardin parchi. Nel 2002, nei cantoni di Argovia e Zurig è

nata, in vaste aree sul pino silves

tris) nei boschi. L’attacco fungino viene favorito anche dalla siccità, e, dopo l’estate 2003, è proba- bile che colpisca più pini silvestri. I primi esemplari colpiti sono stati trovati nel 2003 nel canton Vaud.

Dell’estate particolarmente calda sembra aver approfittato anche la micosi corticale dell’acero di monte, osservata nel 2003 su pochi esemplari giovani nel canton Ticino (fig. 10). Il patogeno, il fungo corticale Cryptostroma corticale, amante del caldo estremo, è stato identificato negli scorsi anni nella regione del lago di Ginevra. Esperienze inglesi mostrano che questa micosi appare solo se nei mesi estivi di giugno, luglio o agosto la tempera- tura media supera i 23° C.

F c

composta da spore fungine che possono indurre problemi respiratori.

In

Dalle descrizioni dei periodi secchi degli anni sembrerebbe che le conifere soffrano maggio mente delle latifoglie la carenza idrica. Nelle aree ad approvvigionamento solitamente buono, le conseguenze della siccità si rivelavano, per tutte le specie, più gravi rispetto a quelle con apporto idrico medio. A seguito della siccità degli anni 1947 e 1949, più di 100'000 m3 di abeti rossi, faggi e abeti bianchi sono seccati in assenza apparente di un attacco di funghi o insetti. Le conseguenze della siccità si sono poi rispecchiate anche in una diminuzione sensibile dell’accrescimento annuale.

4

Do Lothar, l’uragano del secolo del dicembre tura ad u 1

zione, peraltro attesa, del bostrico tipografo (Ips typographus). L’attacco ha provocato un quantita- tivo mai raggiunto di legname d’infortunio, toccando quota 1,3 milioni di m3 di legname in piedi d’abete rosso danneggiato nel 2001 e quasi 1,2 milioni nel 2002 (fig. 11). Il clima torrido dell’estate 2003 ha acuito ulteriormente la situazione. La prima genera- zione di bostrici sfarfallati ha trovato nelle peccie indebolite dallo stress idrico materiale nutritivo a volontà, ponendo le basi per lo sviluppo di una seconda generazione di coleotteri. In certi casi, nella tarda estate ed in autunno, si è arrivati addirit-

m3 di abete rosso danneggiato in piedi. Con- siderato che in autunno parte del legname danneg- giato non era ancora stato scoperto o era stato solo stimato, dati precisi verranno rilevati solo nel 2004.

Dopo l’uragano Lothar (8,5 milioni di m3 di legname d’abete rosso abbattuto), sono stati tagliati in Svizzera ancora 4,5 milioni di m3 di abeti rossi dan- neggiati dal bostrico. Questo quantitativo è pari ad un’utilizzazione annuale complessiva (conifere e latifoglie), e ca. un milione di m3 vanno ascritti all’estate torrida 2003.

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Volume di legname bostricato (in m3)

Numero di focolai di bostrico

ig. 11. Quantità di legname danneggiato dal tipografo e numero di focolai in Svizzera dal 1984 al 2003.

a quantità di legname in piedi danneggiato la- ciato nel bosco è aumentata notevolmente rispetto

ferenze nell’evoluzioni dei danni. Nelle

0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000 1400000 1600000 1800000 2000000

1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000 20000

alberi lasciati in piedi: rilevato per la prima volta nel 1999; 2003 stima utilizzazioni forzate del semestro invernale (ottobre - marzo): 1984 dati non rilevati; 2003 stima

utilizzazioni forzate del semestro estivo (aprile - settembre) focolai di bostrico

F

L s

al passato (fig. 11), e questo a ragione dei nuovi orientamenti economici, delle strategie di prote- zione del bosco di Cantoni e Confederazione come pure a causa di attacchi regionali non più arginabili.

A partire da Lothar calcoliamo che nel bosco siano rimasti 700’000 m3 di legname danneggiato da bostrico.

A livello regionale, nelle Alpi e nelle Prealpi si sono notate dif

zone fortemente colpite da Lothar si è riscontrato ancora una volta un attacco massiccio del bostrico alle piante in piedi, inoltre, specialmente nelle zone dove negli anni precedenti era stato lasciato nel bosco molto legname danneggiato in piedi, i danni sono estesi e crescenti (fig. 12).

Fig. 12. Un’estensione crescente dei danni si è

riscontrata in particolar modo nelle zone calcaree e dove non sono state adottate misure preventive.

(11)

Per contro, nelle zone di montagna con d

tempesta contenuti o dove l’intervento per arginare danni da bostrico è stato attuato tempestivamente, anni da

situazione non si è acuita e, anzi, in alcuni casi è

trema- sivi ndiamo danni molto elevati. Se e quanto rapi- amente essa potrà rientrare sarà determinato in

nziale dall’andamento climatico e dalle misure di lotta adottate. A medio e corto termine, i

la

leggermente migliorata. Come già nel 2002, anche le specie di pino dell’arco alpino sono state aggre- dite dal bostrico tipografo; il pino mugo (varietà arborea) è stato localmente decimato.

Nelle zone a basse quote, il bostrico tipografo è apparso spesso affiancato dal bostrico calcografo (Pityogenes chalcographus), che ha pure approfit- tato dell’estate calda, e nell’altipiano e nel Giura si è giunti ad una pullulazione (fig. 16). La parte alta degli abeti rossi, sotto stress idrico, è stata spesso prima colonizzata dal bostrico calcografo (fig. 13), mentre l’insediamento del bostrico tipografo nel fusto avveniva solo qualche giorno o settimana dopo. Sovente, con il vento, il bostrico calcografo si distribuisce anche nelle zone residenziali, e nei parchi e nei viali sono state danneggiate parecchie conifere già sofferenti per la siccità.

Fig. 13. Attacco da bostrico calcografo alla parte terminale della chioma di un abete rosso sotto stress idrico.

Pronosticare l’evolversi della situazione è es mente difficile, ma per il 2004 e gli anni succes

i atte c d

modo sosta

anche le alte provvigioni di abete rosso dovranno essere considerate come potenzialmente a rischio di danno da bostrico o da bufera.

Risultati dell’inchiesta bostrico 2003 2002:

Nei mesi da aprile a settembre 2002 sono stati utilizzati 834'000 m3 di legname bostricato in piedi. Da ottobre 2002 fino al marzo 2003 ne sono stati tagliati altri 169'000 m3. Sempre nel 2002, secondo le stime del personale forestale sono stati lasciati nei boschi 165'000 m3 di le- gname in piedi. Per il 2002 si giunge quindi a una quantità di legname d’infortunio com- plessiva di 1'003'000 m3, e con il legname ri- masto nei soprassuoli si giunge ad un quantita- tivo complessivo di legname danneggiato dal bostrico pari a 1'168'000 m3. Nel 2002 sono stati rilevati 11'090 nuovi focolai (con più di 10 abeti rossi colpiti).

2003:

Nell’estate 2003 (mesi da aprile a settembre 2003) è stato utilizzato un quantitativo di le- gname bostricato in piedi pari a 1'218'000 m3. A fine estate, nei soprassuoli, rimaneva ancora parecchio legname danneggiato in piedi nelle zone principalmente colpite delle Alpi e delle Prealpi. Il danno principale nei popolamenti indeboliti dalla siccità si è verificato spesso solo in estate ed ha potuto essere identificato tardi.

Considerando il legname bostricato che verrà utilizzato in inverno la quantità totale di le- gname danneggiato dal bostrico nel 2003 dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,0 milioni di m3 (fig. 11). Anche la quantità di nuovi focolai è aumentata notevolmente rispetto all’anno prece- dente, passando da 11'090 a 17'085 nuovi foco- lai del 2003. Nelle 6'450 trappole con esca ormonale installate sono stati raccolti 22'000 coleotteri per trappola, un numero un po’ infe- riore all’anno precedente.

(12)

5 Anche altre specie di coleotteri hanno approfittato della situazione

ccanto ai bostici tipografo e calcografo, altri co- otteri hanno approfittato del clima caldo e sciutto. Per la prima volta dagli anni ’40, si è

l bo-

stric )

ome mostrato dalla fig. 16. Sono stati colpiti in

scato, non si sono verificate allora

e protettive fino a 1700 metri (fig. 14).

cuminatus la situazione nel 2002 sembrava erano dell’estate torrida, estensione e la quantità dei nuovi focolai si è uovamente e sensibilmente accresciuta. Anche ltre specie di coleotteri del pino, come Phaenops

tanto che danni appariscenti si ono verificati solo nel settore sud alpino. Così, in saltamatino a una defo- A

le a

notata una pullulazione sovra regionale de o dai denti curvi (Pityokteines curvidens c

particolare i soprassuoli di abete bianco su suoli poco profondi o ad umidità variabile. Complessiva- mente dovrebbero essere stati danneggiati irrever- sibilmente più di 100'000 m3 di abeti bianchi. Le zone maggiormente colpite sono la regione ai piedi del lato sud del Giura, l’Ajoie e il nord-ovest dell’altipiano, così come il Vallese e le valli attraver- sate dal Föhn.

Agli abeti danneggiati dalle tempeste, il bostrico dai denti curvi sembra preferire quelli sotto stress idrico. Sebbene dopo gli uragani Vivian e Lothar il legname di abete bianco danneggiato sia stato utilizzato solo in seconda priorità e spesso non sia stato tutto esbo

pullulazioni di rilievo. Nel 2003, anche per il bostrico dai denti curvi si è osservata una terza generazione nelle zone temperate. Una grande parte dei danni si è quindi resa visibile solo nei mesi invernali 2003/2004.

In molte zone del paese, è apparso quasi dal nulla l’Ips cembrae (fig. 16). Indipendentemente dalla struttura, dall’età o dalla quota, nei popolamenti di larice si sono notati danni alle piante in piedi. Nel canton Vallese sono state in parte danneggiate anche forest

Nella zona bassa di Poschiavo (canton Grigioni), dove da 10 anni è in corso una gradazione di Ips

a

essersi calmata in quanto i nuovi attacchi iminuiti. Nel 2003, a causa

d l’

n a

cyanea sono apparsi, regionalmente, in misura più marcata del solito.

6 Defogliazioni contenute

Gli insetti che si nutrono di aghi e foglie hanno approfittato in modo minore dei coleotteri del clima

ell’estate scorsa, d

s

Ticino, si è avuta una gradazione del iramella formosanta che ha portato M

gliazione parziale o totale di pochi ettari di bosco (fig. 15). A Sud delle Alpi, nel Vallese e nella regione del lago di Ginevra si è molto diffusa la processionaria (Thaumetopoea pityocampa), ciò che ha causato erosioni alle chiome dei pini ed un aumento, in uomini ed animali, di casi di irritazioni cutanee derivanti dai peli urticanti delle sue larve.

Non si segnalano altri danni appariscenti da lepidot- teri; non è avvenuto ad esempio il temuto attacco della processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) e nemmeno la pullulazione della Lymantria monacha, apparsa in modo più marcato unicamente sugli abeti rossi nella bassa Engadina (canton Grigioni), ma con erosioni complete della chioma su abeti rossi e larici solo nella vicina Austria, a pochi metri dall’Inn che segna la linea di confine.

Fig. 14. Tagli forzati in bosco di protezione dopo il

massiccio attacco di Ips cembrae. Fig. 15. Miramella formosanta ha causato localmente erosioni totali del manto fogliare nei boschi di latifoglie.

(13)

Bostrico calcografo (Pityogenes

halcographus)

Bostrico dei denti curvi (Pityokteines curvidens)

Ips cembrae c

Fig. 16. Segnalazioni di danni 2003 inerenti Bostrico calcografo (Pityogenes chalcographus), Bostrico dai denti curvi (Pityokteines curvidens) e Ips cembrae. (segnalazioni e risultati dell’inchiesta fitosanitaria 2003 presso i circondari forestali e gli uffici tecnici forestali)

(14)

7 Diffusione di specie di insetti

ttero Cameraria ohridella, impor- nel 1998 e che colpisce gli ippo- astani, ha nel frattempo raggiunto tutte le grandi ittà; nel 2003, in alcuni quartieri, l’intensità dei anni è aumentata tanto che già in tarda estate gli

pocastani davano alla città un aspetto autunnale.

on è stata ancora chiarita la provenienza e origine di questo lepidottero, ma attualmente, ell’Europa centrale, si stanno sperimentando isure di lotta che ottengono i primi successi par- iali. A lungo termine si consiglia la sostituzione ell’ippocastano a fiori bianchi con quello a fioritura

ssa (più resistente).

el 2003 l’afide lanigero delle ortensie (Pulvinaria ydrangeae), un'altra specie importata, ha preso la . Nel Canton Zurigo, in autunno, sono i per la prima volta danni ad acero di io selvatico. Presumibil- enetrazione dell’afide era già avvenuta egli anni scorsi e l’origine va ricercata nelle piante ella zona residenziale poco lontana. Approfittando ell’estate 2003, ideale per l’afide, questa specie ià segnalata sporadicamente in diversi boschetti rnamentali negli anni ’90, ha sferrato per la prima olta un attacco appariscente a specie forestali, pur enza minacciarle a corto termine. Ciononostante, afide lanigero rappresenta un ulteriore fattore di tress per gli alberi. Contrariamente ad altri afidi, ulvinaria hydrangeae non depone le sue uova ulla corteccia di rami e rametti, bensì sulla pagina

feriore delle foglie. Scu i e sacchi contenenti le ova possono raggiungere gli 8 mm e sono rico-

ettature cerose bianche (fig. 17).

verde a giallo-brune e di una lun- hezza pari a 1 mm, attaccano la pagina inferiore ella foglia, spesso lungo le nervature, ed un ttacco massiccio porta al disseccamento delle

ydrangeae ricoperti a fiocchettature cerose bianche.

foglie che cadono prematuramente verso la fine dell’estate. Inoltre, sulla pagina superiore si depo- sita la melata prodotta dagli afidi, dove si insediano spesso dei funghi di colore nerastro.

Anche a sud delle alpi è stata notata una nuova specie di insetto, si tratta di tingide americana della quercia (Corythucha arcuata), importata dall’America ed osservata per la prima volta in Italia nel 2000 (BERNARDINELLI e ZANDIGIACOMO 2000).

Dalla Lombardia, l’insetto ha raggiunto il Sud del Ticino e, nella zona di Chiasso, sulle foglie di rovere sono state trovate delle deposizioni di uova.

Analogamente a quanto avviene con Corythucha ciliata sul platano, anche Corythucha arcuata risucchia la linfa dalla pagina inferiore delle foglie, ciò che può condurre ad una colorazione autunnale e ad una caduta precoce delle foglie. In Ticino non si segnalano però danni alle querce.

8 Phytophthora ramorum – un nuovo organismo di quarantena in

Svizzera

In un vivaio, su di un arbusto della specie Viburnum è stato riscontrato, per la prima volta in Svizzera, il fungo Phytophthora ramorum (HEINIGER e STADLER

2003), che in California ha causato in passato la moria estesa di querce e altre specie arboree. Non è ancora chiaro in quale misura questo fungo possa minacciare le specie europee, ma secondo le più recenti ricerche sembrerebbe che il faggio sia quella più a rischio. Dopo la prima identificazione del patogeno sono state introdotte misure di sicu- rezza per impedire, specialmente nel bosco, la diffusione della malattia.

9 Perdite di abeti bianchi dovute a brucamento

Nelle zone montane perdura la carenza di abeti bianchi causata dal brucamento da parte di ungulati selvatici. Le conseguenze non sono solo forestali: il gallo cedrone si pastura con questa specie arborea e la mancanza di abeti bianchi provoca una svalu- tazione dell’areale di diffusione di questo tetraonide (SCHWEIZ.FORSTVEREIN 2004); un aspetto quindi di primo piano, considerate le più recenti preoccupa- zioni per la conservazione del gallo cedrone.

I primi risultati derivanti dal progetto "Influssi degli ungulati" del programma di osservazione della fore- sta in Svizzera (WBS) confermano la perdita di

etti, ono state osservate delle località nei cantoni GR, NW, SG, SH, TI, UR e VD dove nel passato si erano

invasive

Il piccolo lepido ato in Svizzera t

c c d ip N l’

n m z d ro N h

via del bosco at stati registr

monte, acero riccio e tigl mente, la p

n d d g o v s l’

s P s

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perti da fiocch e larve, da L

g d a

Fig. 17. Scudi e uova di Pulvinaria h

abeti bianchi. Dal 2000 al 2003, lungo dei trans è stata analizzata la rinnovazione del bosco. S d

(15)

riscontrati problemi con la rinnovazione de ati dall’azion

l bosco caus e degli ungulati selvatici. Per 28 elle 50 aree campione di 50 m2 analizzate, le con-

ato un solo esemplare di

un intervento

enza tracce di fregamento.

es ni

(190 zione

ell’O otuto identifi-

d

dizioni di rinnovazione (quindi stazione, condizioni di irraggiamento e presenza di semi) erano favore- voli alla presenza di abete bianco, ma non è però stata rilevata alcuna pianticella di abete bianco di altezza superiore a m 1,30. Presso Niesen, nell’Oberland bernese, è stata rilevata, su una superficie, la presenza di un abete bianco di più di 100 cm di altezza e di due con altezza tra i 70 e i 100 cm. Probabilmente, la regolazione degli effettivi di caprioli e camosci data dalla forte presenza di linci limita in questo caso le difficoltà di rinnova- zione dovute agli ungulati. Su tutte le superfici rimanenti è stato trov

abete bianco che superava i 70 cm.

10 Azione degli ungulati nelle aree colpite da tempesta

Nel periodo 2000 - 2003, su mandato della dire- zione federale delle foreste, è stato elaborato il progetto "Ricerca sullo sviluppo della rinnovazione naturale e sul comportamento degli ungulati selva- tici nelle zone colpite dell’uragano Lothar (UVSL)". I danni da selvaggina al bosco sono stati monitorati su 30 superfici dal canton Turgovia fino al cantone Friborgo. Sulle superfici colpite dalla tempesta, i problemi di rinnovazione del bosco dovuti alla pasturazione degli ungulati, in un primo momento, si erano attenuati. L’influsso della selvaggina era più contenuto rispetto alle zone risparmiate dai danni della tempesta. La biomassa a disposizione della selvaggina è in seguito aumentata anno dopo anno incrementando parallelamente anche la quan- tità di piante brucate, tanto che nello scorso anno l'aumento di consumo era più elevato dell’aumento di biomassa. L’aumento sproporzionato del con- sumo rispetto all’offerta va ascritto all’effetto attrat-

Fig. 18. Il punto di stacco scabro causato dall’azione della ghiandaia. (Foto: N. Nigsch)

tivo delle aree. La rinnovazione con specie idonee alla stazione è messa in pericolo specialmente nelle piccole superfici colpite da tempesta e, in questi casi, sarebbe auspicabile

venatorio controllato, rispettivamente un utilizzo maggiore di mezzi di prevenzione.

11 Asportazione di germogli di abete bianco da parte della ghiandaia

Durante l’inverno 2003/2004, sullo Triesenberg (Principato del Liechtenstein) ad una quota di 1000 m, si è osservato un fenomeno molto interessante: i germogli apicali di numerosi abeti bianchi di altezza variante dai 2 ai 6 m erano stati brucati e l’abete era l’unica specie danneggiata, i punti di distacco si presentavano scabri (fig. 18) e non lisci come ci si potrebbe aspettare da un roditore, e s

s

Qu to quadro dei danni era già stato descritto 100 an or sono dai forestali ECK (1904) e BARGMANN

5). Dopo giorni di paziente osserva berbayern ed in Alsazia, si era p

n

care il responsabile nella ghiandaia (Garrulus glan- darius) (fig. 19), che stacca il germoglio per poi volar via con esso fino a raggiungere una superficie piana, ad es. un ceppo, sulla quale tiene il germo- glio saldamente fermo con le zampe per nutrirsi poi della gemma apicale. Nel gozzo di una ghiandaia abbattuta erano state trovate 1250 gemme di abete bianco.

Fig. 19. Nella dieta della ghiandaia troviamo pure le gemme di abete bianco.

(16)

Il bollettin ETH E-Co Con ques

o S llection

ta nuova piattaforma la Biblioteca del Politecnico di Zurigo offre la possibilità di pubblicare documenti fuori del contesto editoriale tradizionale e di renderli al tempo stesso facilmente accessibili.

Ulteriori informazioni all'indirizzo seguente:

http://e-collection.ethbib.ethz.ch/

FOI può essere consultato anche nella E-Collection.

chä

ord arcuata (SAY)

tologico, 12: 47-49.

,10 tän /52 nde f

12 Bibliografia

BARGMANN, 1905: Der Eichelhäher ein gefährlicher S 290-292.

BERNARDINELLI, I.; ZANDIGIACOMO, P., 2000: First rec (Heteroptera, Tingidae) in Europe. Informatore Fitopa ECK, 1904: Nusshäherschaden. Forstwiss. Cent.bl. 23 HEINIGER,U.;STADLER,B., 2003: Gefährliche Quaran erstmals auch in der Schweiz. Der Gartenbau 124 (51 JUNG,T., 2004: Phytophthora schädigt Buchenbestä der Trockenheit 2003 - Waldschutzsituation 2004.

Oder:

diger der jungen Tannen. Forstwiss. Cent.bl. 24,5;

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ETEOSCHWEIZ,2003:Monatlicher Witterungsbericht der rvate un

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M MeteoSchweiz. Zürich.

SCHWEIZERISCHER FORSTVEREIN, 2004: Waldrese //www.forest.ch/ag/wuw/dok

d Auerhuhn. Reihe Vernetzung Nr. 2; 8 S. Online:

h

(17)

13 Gemeldete Organismen und ihre Bedeutung im Forstschutz

sp.)

S

Fichte (Picea

chadursache Bemerkungen zum Auftreten

B rjahren hatte sich die Buchdrucker-

situation zumindest im Mittelland bis im Frühjahr 2003 deutlich beruhigt. Mit dem sich die Situation drastisch. Es kam erneut zu hdrucker verursachte Käferholzmenge dürfte

3

uchdrucker (Ips typographus) Nach dem starken Befall in den beiden Vo heissen, trockenen Sommer änderte massivem Befall. Die durch den Buc

sich für das Jahr 2003 auf 2 Mio. m belaufen, den bisher höchsten in der Schweiz registrierten Wert. Siehe auch unter "Föhre".

K chalcogra

ssten Fichtenbeständen ist es im Sommer 2003

urch den Buchdrucker.

upferstecher (Pityogenes In den von der Trockenheit gestre

phus) auch zu einem sehr starken Befall durch den Kupferstecher gekommen. Oft wurde der Kronenraum der Bäume zuerst durch den Kupferstecher besiedelt, später der Stammbereich d

R micans)

ird häufig an Fichten auf bestockten Jura-Weiden

(Beobachtungen 2003 Kt. BE, NE, VD) sowie an Blautannen (Picea pungens var.

iesenbastkäfer (Dendroctonus Der Riesenbastkäfer w glauca) festgestellt.

Grosser Brauner Rüsselkäfer (

Neben dem aussergewöhnlichen Frass an Eichen wurden auf einer Sturmscha- Hylobius abietis) denfläche auch junge Fichten befressen. Siehe unter "Eiche".

F

abietinum)

llen wurde 2003 leichter bis mässiger Fichtenröhrenlaus-Befall festge- stellt (BE, GR).

ichtenröhrenlaus (Elatobium In zwei Fä

Grosse Schwarze Fichtenrindenlaus (Cinara piceae)

Verschiedene Anfragen betrafen im Frühling die in Massen auftretende Fichtenrin- denlaus (BE, ZH). Obwohl an der Fichtenrinde saugend, verursacht sie keinen eigentlichen Schaden.

F allenläuse (Adelges sp., Sacchiphantes sp.)

Schäden können in Jungbeständen der Hochlagen und in Christbaumkulturen entstehen. Siehe auch unter "Lärche".

ichteng

Kleine Fichtenblattwespe (Pristiphora abietina), Grosse Fichten-Kotsackge- spinstblattwespe (Cephalcia abietis)

Nadelfrass durch die Kleine Fichtenblattwespe wurde 2003 im Goms (VS) und in Bremgarten (AG) festgestellt. Die Grosse Fichten-Kotsackgespinstblattwespe wurde an Fichten im Kt. SO beobachtet.

Knospensterben der Stechfichte ( emmamyces piceae)

Das Knospensterben der Stechfichte wurde 2003 in einem Fall festgestellt (FR).

G

Nadelpilze (Lophodermium sp., Tiarosp

Die gen n Nadelpilze an der Fichte wurden nur vereinzelt beobachtet (BE, FR).

orella sp.)

annte

Fichtennadel-/Alpenrosenrost (Chrysomyxa rhododendri)

Der zwischen der Fichte und der Alpenrose wirtswechselnde Rostpilz trat 2003 lediglich lokal und wenig auffällig in Erscheinung.

Tanne (Abies alba Mill.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Krummzähniger Weisstannen- borkenkäfer (Pityokteines curvidens)

Im trock envermehrung des

Krummz ach Schätzungen dürften

über 10 sein.

enen, heissen Sommer 2003 ist es zu einer Mass ekommen. N ähnigen Weisstannenborkenkäfers g

0'000 m3 Weisstanne befallen worden Kleiner Tannenborkenkäfer (Cryphalus

piceae)

Der Kleine Tannenborkenkäfer wurde 2003 in zwei Fällen an geschwächten, absterbenden Bäumen festgestellt (Kt. NE, VS).

Weisstannenrüssler (Pissodes piceae) An verschiedenen Orten in den Kt. FR, JU und VD war ein Befall durch den Weisstannenrüssler zu verzeichnen. Nur zum Teil waren die Bäume vorgängig von Borkenkäfern befallen.

Gefährliche Weisstannentrieblaus (Dreyfusia nüsslini = D. nordmann.)

Der Befall durch die Weisstannentrieblaus blieb 2003 auf dem mässigen Niveau des Vorjahres.

(18)

Tanne (Abies alba Mill.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

W s (Dreyfusia

piceae)

Ein lokales, stärkeres Auftreten der Weisstannen-Stammlaus wurde im Kt. JU beobachtet.

eisstannen-Stammlau

Tannenkrebs, Hexenbesen

m)

irtswechsel zwischen Tanne einerseits und Mieren- (Melampsorella caryophyllacearu

Die Rostpilzerkrankung mit W

sowie Hornkrautarten andrerseits tritt im ganzen Tannenverbreitungsgebiet in unterschiedlichem Ausmass auf. Wirtschaftlich von Bedeutung sind die Stamm- krebse. Für 2003 liegen Beobachtungen aus den Kt. FR, GR und SZ vor.

stris L.) / B (Pinus nigra Arn.)

Schadursache

Waldföhre (Pinus sylve Schwarzföhre

ergföhre (P. montana Mill.) /

Bemerkungen zum Auftreten

Waldgärtner (Tomicus sp.) Die beiden Waldgärtner-Arten, welche vor allem in den Föhrenbeständen GR und VS von Bedeutung sind, traten 2003 verstärkt in Erscheinung. Es liegen Meldungen aus den

der Kt.

Kt. AG, BE, BL, FR, GR, SG, TG, VS und ZH vor.

Sechszähniger und Grosser

Zwölfzähniger Föhrenborkenkäfer (Ips hren eine Gradation

acuminatus, Ips sexdentatus)

Diese beiden Borkenkäfer-Arten werden wiederholt in den Föhrenbeständen der Kantone GR und VS beobachtet. Im Puschlav (GR), wo seit Ja

des Sechszähnigen Föhrenborkenkäfers im Gange ist, schien sich im Vorjahr die Situation endlich zu beruhigen. 2003 nahm der Befall jedoch wieder zu.

Buchdrucker (Ips typographus) Wie im Vorjahr wurden 2003 in einzelnen Gebirgsregionen auch Bergföhren- bestände vom Buchdrucker befallen. Siehe auch unter "Fichte".

Blauer Kiefernprachtkäfer (Phaenops tkäfer konnte 2003 verschiedentlich beobachtet werden cyanea)

Der Blaue Kiefernprach

(AG, GR, VD). Oft wiesen die betroffenen Föhren auch Borkenkäfer-Befall auf.

Gespinstblattwespen (Acantholyda urde 2003 in einer Baumschule im Kt. AG

sp.), Rotgelbe Kiefern-

Buschhornblattwespe (Neodiprion sertifer)

Ein Befall durch Gespinstblattwespen w

sowie auf Lotharflächen im Kt. ZG festgestellt. Frass an jungen Bergföhren durch die Rotgelbe Kiefern-Buschhornblattwespe wurde in Langwies (GR) beobachtet.

Siehe auch unter "Arve".

Pinienprozessionsspinner (Thaumetopoea pityocampa)

Der auf der Alpensüdseite, im Wallis und der Genfersee-Region verbreitete Pinien prozessionsspinner tritt seit 1999 verstärkt in Erscheinung. Er kann auch an Zede

- rn und Douglasien beobachtet werden.

Kiefernbeulenwickler (Cydia cos-

mophorana), Kiefernharzgallenwickler den.

(Retinia resinella)

Diese beiden Wicklerarten wurden an Waldföhre in der Region Stalden (VS) gefun

Nadelschütte (Lophodermium seditio- sum, Schwedische Föhrenschütte (Lophodermella sulcigena)

lschütte wurde aus den Kt.

NE und TG gemeldet. In einer Hochlagenaufforstung in Langwies (GR) konnte an Legföhren ein Befall durch die Schwedische Föhrenschütte festgestellt werden.

Schwacher bis mässiger Befall durch die Föhrennade

D rrhia pini

H

Die Krankheit wurde bisher in Baumschulen und Parkanlagen an Berg- und Schwarzföhren gefunden (Beobachtung 2003: Kt. ZH).

othistroma-Nadelbräune (Sci FF, Dothistroma pini NFF) Braunfleckenkrankheit der Föhre,

rrhia

rganismus wurde Mitte der 90er Jahre erstmals in der ZH, Lecanosticta-Nadelbräune (Sci

acicola HFF, Lecanosticta acicola NFF)

Dieser EPPO-Quarantäneo

Schweiz gefunden. Bisher sind drei Befallsherde festgestellt worden (Zollikon Weesen SG, Sarnen OW).

Diplodia-Triebsterben der Föhre (Diplodia pinea, Syn. Sphaeropsis sapinea)

len gelschlag). Es

den Kt.

Das Diplodia-Triebsterben ist im ganzen Mittelland und Jura verbreitet. Neben der besonders anfälligen Schwarzföhre können auch die anderen Föhrenarten befal werden, insbesondere nach Verletzungen der Triebe (z.B. durch Ha

wurde 2003 an Schwarz-, Berg- und Waldföhren an verschiedenen Orten in AG, BL, NE, VD und ZH festgestellt.

Kiefernrinden-Blasenrost (Cronartium en Pflanzen wirtswechselnde Blasenrost der zwei- flaccidum, Syn. Cronartium

asclepiadeum)

Der mit verschiedenen krautig

nadeligen Föhrenarten wurde an einzelnen Bergföhren in den Kt. GL und ZH beobachtet.

(19)

Lärche (Larix decidua Mill.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Grosser Lärchenborkenkäfer (Ips cembrae)

all ossen Lärchenborkenkäfer gekommen. Im Kanton Wallis wurden zum An verschiedenen Orten in der Schweiz ist es 2003 auch zu einem starken Bef durch den Gr

Teil Schutzwälder geschädigt.

Fichtengallenläuse (Adelges sp., Sacchiphantes sp.)

An Lärche verursachen Fichtengallenläuse Verfärbungen und Abknicken der Nadeln (Beobachtungen 2003: Kt. GR, SZ). Siehe auch unter "Fichte".

Lärchenminiermotte (Coleophora laricella)

im Bergell (GR) beobachtet.

Leichter bis mässiger Lärchenminiermotten-Befall wurde im Schanfigg und

Lärchenblasenfuss (Taeniothrips l

Leichter Lärchenblasenfuss-Befall wurde im Kt. TG festgestellt.

aricivorus) L

Cytospora sp.)

Das durch einen Befall durch Rindenpilze verursachte Absterben der Langtriebe der Lärche wurde 2003 in den Kt. GR, SZ und VS beobachtet.

angtriebsterben (Phomopsis sp.,

Lärchenschütte (Meria laricis,

podermella laricis)

ärche traten 2003 nicht auffällig in Erscheinung. Ledig- Mycosphaerella laricina, Hy

Die Nadelschüttepilze der L

lich in einem Fall im Kt. GR konnte Hypodermella laricis nachgewiesen werden.

Lärchenkrebs (Lachnellula willkommii) Feuchte Lagen fördern das Auftreten der Krankheit. Starker Krebsbefall kann Äste und Wipfel zum Absterben bringen (Meldungen 2003: Kt. FR und GR).

Arve (Pinus cembra L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kleiner Buchdrucker (Ips amitinus) Der Kleine Buchdrucker wurde im Oberengadin (GR) an Arven beobachtet.

Rotgelbe Kiefern-Buschhornblatt- wespe (Neodiprion sertifer)

Die Rotgelbe Kiefern-Buschhornblattwespe wurde an Arven in den Julierauf- forstungen im Oberhalbstein (GR) beobachtet. Siehe auch unter "Föhre".

Arvenminiermotte (Ocnerostoma

copiosella) auch 2003 wieder beobachtet werden.

Das alle zwei Jahre stattfindende stärkere Auftreten der Arvenminiermotte im Oberengadin (GR) konnte

Cenangium-Triebsterben (Cen ferruginosum)

angium Das Cenangium-Triebsterben wurde 2003 an Arven im Oberengadin (GR) beobachtet.

föhre (Pinus strobus L.) Strobe, Weymouths

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Strobenblasenrost (Cronartium ribicola)

Über den zwischen Johannisbeere und fünfnadeligen Föhrenarten wirtswechseln- den Strobenblasenrost liegt eine Meldung aus dem Kt. BE vor.

Douglasie (Pseudotsuga menziesii Franco)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Frosttrocknis Starke Sonneneinstrahlung bei trockenem oder gefrorenem Boden führte im Winter 2002/2003 in jungen Douglasienbeständen zu starken Nadelverfärbungen. Diese Frosttrocknisschäden wurden an verschiedenen Orten in den Kt. AG, BL, SZ und VD beobachtet.

Douglasienwollaus (Gilletteella cooleyi) Leichter Douglasienwollaus-Befall wurde lokal im Kt. TG beobachtet.

Russige Douglasienschütte

(Phaeocryptopus gaeumannii), Rostige Douglasienschütte (Rhabdocline pseudotsugae)

us- sienschütte befallen. Ein Befall durch die Rostige Douglasienschütte wurde aus dem Kt. BL gemeldet.

Die durch Frosttrocknis geschädigten Douglasien waren häufig auch von der R sigen Dougla

(20)

Nadelhölzer im Allgemeinen

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Gestreifter Nutzholzborkenkäfer (Xyloterus lineatus)

Mit seinem tief ins Splintholz reichenden Gangsystem ist der Gestreifte Nutzholz- borkenkäfer der häufigste und bedeutendste Lagerholzschädling.

Gelbbrauner Fichtenbastkäfer (Hylur- r- s autographus),

fer rus pubescens

nbrütende Borkenkäferarten: Gelbbrauner Fichten- flü- ls sekun- gops palliatus), Zottiger Fichtenbo

kenkäfer (Dryocoete

Furchenflügeliger Fichtenborkenkä (Pityophthorus pityographus), Pityophtho

Weitere 2003 beobachtete rinde

bastkäfer und Zottiger Fichtenborkenkäfer in Fichtenholzpoltern (TG); Furchen geliger Fichtenborkenkäfer an Fichten (VD); Pityophthorus pubescens a däre Art in den Zweigen von Waldföhren (GR).

Bockkäfer (Cerambycidae), Fichtenbock (Tetropium sp.),

von Bäumen, die bereits von Borkenkäfern befallen wurden, konnte auch 2003 verschiedentlich Lärchenbock (Tetropium gabrieli)

Ein Bockkäfer-Befall von liegendem oder gelagertem Holz sowie festgestellt werden (Beobachtungen Kt. GR, FR, JU, LU, SG, TG, VD)

Pflanzensauger (Homoptera, dh. opteren an Nadel-

Zikaden, Blattflöhe und Läuse)

Neben den bereits erwähnten Arten wurden 2003 folgende Hom

hölzern festgestellt: Stroben-Rindenlaus (Eopineus strobus) an Weymouthsföhre (SH); Cinara cedri an Atlas-Zeder (BS).

Nonne (Lymantria monacha) Leichter Nadelfrass durch die Raupen der Nonne war an Fichten im Unterengadin s.

(GR) unmittelbar an der Landesgrenze zu verzeichnen. Nur wenige Meter daneben, auf österreichischem Territorium kam es hingegen zu Kahlfras Eulen (Noctuidae sp.) Lokal war im Kt. AG ein Ausfall von Tannensämlingen wegen Frass an den Wur-

zeln durch Erdeulenraupen zu verzeichnen.

K m sp.,

C

ankheit (Strasseria

In Einzelfällen konnten 2003 die Keimlingskrankheitserreger Fusarium sp. und Cylindrocarpon sp. an Fichten, Tannen und Lärchen sowie die Triebspitzenkrank-

n werden. Betroffen waren jeweils Sämlinge in Pflanz- eimlingskrankheiten: Fusariu

ylindrocarpon sp., Triebspitzenkr geniculata)

heit an Fichten nachgewiese gärten (FL).

Triebsterben (Gremmeniella sp., früher eri),

ium

ble- t. GR elholz- Ascocalyx sp.), Schwarzer Schnee-

schimmel (Herpotrichia junip Weisser Schneeschimmel (Phacid infestans)

Diese Trieb- und Nadelkrankheiten führen in Hochlagenaufforstungen zu Pro men. Das Triebsterben wurde an Legföhren und Arven in Aufforstungen im K festgestellt. Der Schwarze Schneeschimmel wurde an verschiedenen Nad arten in den Kt. BE und GR beobachtet. Über den Weissen Schneeschimmel, welcher die Arve befällt, liegen Meldungen aus dem Kt. GR vor.

Rotfäule, Wurzelschwamm (Heterobasidion annosum)

Die Rotfäule ist ein klassisches Forstschutzproblem und verursacht alljährlich bedeutende Wertverluste beim Nadelholz, insbesondere in Fichtenbeständen.

Physiologische Nadelschütte Gelbe und rote Verfärbungen und das anschliessende Schütten älterer Nadeljahr- gänge konnte häufig an Fichte (Beobachtungen Kt. AG, BE, SG), verschiedentlich an Eibe (BE, NE) und vereinzelt an Föhre (GR) festgestellt werden. Dieser vorzei-

urch Pilze noch durch Insekten verursachte Nadelfall, wird als physio- elschütte bezeichnet. Trockenheit fördert die physiologische Nadel- tige, weder d

logische Nad schütte.

(21)

Buche (Fagus sylvatica L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kleiner Buchenborkenkäfer

(Taphrorychus bicolor) n Kt. FR,

An frisch geworfenen oder geschwächten Buchen konnte 2003 vermehrt der Kleine Buchenborkenkäfer festgestellt werden. Beobachtungen liegen aus de

SO, VD und ZH vor.

Buchenprachtkäfer (Agrilus viridis) Wie der Kleine Buchenborkenkäfer konnte auch der Buchenprachtkäfer an ge- schwächten Bäumen beobachtet werden (FR, VD, ZH).

Buchenspringrüssler (Rhynchaenus fagi)

Nach dem auffälligen Befall im Vorjahr war 2003 kein nennenswertes Auftreten des Buchenspringrüsslers zu verzeichnen (eine Beobachtung Kt. SG).

Buchenwollschildlaus (Crypt fagi)

ococcus Buchenwollschildlaus-Befall kann zu Rindennekrose führen. Es liegen Meldungen aus dem Kt. TG vor.

Blattbräune (Apiognomonia errabunda) Die Blattbräune wurde lediglich in einem Fall gemeldet (Kt. SG).

Buchenrindennekrose, Schleimfluss Eine wesentliche Ursache dieser Krankheit dürfte in der Störung des Wasserhaus- haltes der Bäume liegen. Der Pilz Nectria coccinea oder die Buchenwollschildlaus können am Krankheitsausbruch beteiligt sein.

Buchenkrebs (Nectria ditissima) Buchenkrebsbefall wurde aus dem Kt. GL gemeldet.

Eiche (Quercus sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Kronenverlichtungen, Vergilbungen, heinungen an Eichen wurden etwa im selben Umfang wie im Vorjahr Absterbeerscheinungen an Eichen

Absterbeersc

gemeldet. Die Ursachen sind komplexer Natur. Teilweise sind der Hallimasch (Armillaria sp.) und der Spindelige Rübling (Collybia fusipes) beim Krankheitsver- lauf mitbeteiligt.

Grosser Brauner Rüsselkäfer (Hylobius abietis)

i- en bei den jungen

u- Auf mit Eiche ausgepflanzten Sturmschadenflächen bei Möhlin (AG) hat der Re fungsfrass des Grossen Braunen Rüssekäfers zu etlichen Ausfäll

Eichen geführt. Auch an den wenigen, naturverjüngten Fichten war Frass festz stellen, welcher jedoch bisher keine Ausfälle verursachte.

Eichennetzwanze (Corythucha arcuata)

Im Südtesstin konnte erstmals die nach Europa verschleppte amerikanische Eichennetzwanze festgestellt werden.

Eichenprozessionsspinner (Thaumetopoea processionea)

Die Brennhaare der Raupen führen zu unangenehmen Hautreizungen. Im Schwimmbad Pratteln (BL) mussten 3 Eichen von den Raupen und Nestern gesäubert werden. Weitere Beobachtungen für 2003 liegen nicht vor.

Eichenmehltau (Microsphaera alphitoides)

hltau wurde in einem Einzelfall im Kt. BE festgestellt.

Eichenme

Esche (Fraxinus excelsior L.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Bunter Eschenbastkäfer (Leperesinus varius)

Ein auffällig starker Befall auch von stehenden, lebenden Bäumen durch den Bunten Eschenbastkäfer wurde aus dem Kt. TI gemeldet.

Eschenkrebs (Pseudomonas syringae subsp. savastanoi oder Nectria galligena)

Meldungen über den durch ein Bakterium oder den Pilz Nectria galligena verur- sachten Eschenkrebs liegen aus den Kt. BL und TG vor.

(22)

Ahorn (Acer sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Spitzahornsterben, Bergahor Nectria coccinea, Pezicu

nsterben

la acericola h

e zurückzuführen sein.

Das Absterben von Ahornen wurde aus den Kt. BL und SO gemeldet. Es dürfte auf Störungen im Wasserhaushalt des Rindengewebes und auf den Folgebefall durc sekundäre Rindenpilz

Teerfleckenkrankheit (Rhytisma acerinum), Ahornmehltau (Uncinula

u im bicornis)

Die Teerfleckenkrankheit wurde lokal im Kt. BL an Bergahorn, der Ahornmehlta Kt. NE an Spitzahorn festgestellt.

Russige Rindenkrankheit n jungen Berg-

(Cryptostroma corticale)

Die Russige Rindenkrankheit wurde 2003 oberhalb Cugnasco (TI) a

ahornen festgestellt. Der wärmeliebende Pilz wurde bisher gelegentlich im Genfer- seegebiet gefunden.

Ulme (Ulmus sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

W lkekrankheit der Ulme (Ceratocystis u

Die Krankheit ist heute fast im ganzen Verbreitungsgebiet der Ulme vorhanden. Sie hat in den vergangenen Jahren den Ulmenbestand stark reduziert, lokal gar zum Verschwinden gebracht.

e lmi)

Laubhölzer im Allgemeinen

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Ungleicher Holzbohrer (Xyleborus dispar), Laubnutzholzborkenkäfer nnutz-

natus)

aubnutzholzborkenkäfer wurde in Buchenbrennholz (SG), der (Xyloterus domesticus), Eiche

holzborkenkäfer (Xyloterus sig

Der Ungleiche Holzbohrer wurde 2003 in jungen Kastanien (VS) und Eichen (AG) festgestellt. Der L

Eichennutzholzborkenkäfer in liegenden Eichenstämmen (ZH) beobachtet.

Kastanienblattroller (Attelabus nitens) Der Kastanienblattroller wurde 2003 im Forstkreis Verzasca-Locarno-Navegna (TI) beobachtet.

Blauer Erlenblattkäfer (Agelastic Erzfarbener Erlenblattkäfer (Melas

a alni), oma aenea)

Weniger häufig und auffällig als im Vorjahr traten 2003 die Erlenblattkäfer in Erscheinung. Es liegt eine Meldung aus dem Kt. TI vor.

Prachtkäfer (Agrilus ater) Diese Prachtkäferart wurde an Kanadischer Pappel beobachtet (TG).

Pflanzensauger (Homoptera, dh. n an Laub-

an Eiche (ZH);

Gemeine Buchenzierlaus (Phyllaphis fagi) an jungen Buchen (ZH); Ulmenblatt- oder Birnenblutlaus (Schizoneura lanuginosa), Blasengallen an Feldulme (VS);

Weidenschildlaus (Chionaspis salicis) an Esche (SG); Wollige Napfschildlaus (Pulvinaria regalis) an Rosskastanie und Linde in den Städten Yverdon (VD) und Zürich (ZH). Die ursprünglich eingeschleppte Hortensienwollschildlaus (Pulvinaria hydrangeae) ist erstmals im Wald an Ahorn und Linde auffällig in Erscheinung getreten (ZH).

Zikaden, Blattflöhe und Läuse)

Neben den bereits erwähnten Arten wurden 2003 folgende Homoptere hölzern festgestellt: Steineichenzwerglaus (Phylloxera coccinea)

Tessiner Gebirgsschrecke (Miramella Südtessin kam es zu einer lokalen Massenvermehrung formosanta)

Am Monte San Giorgio im

der Tessiner Gebirgsschrecke. Auf einigen Hektaren war Licht- und Kahlfrass an verschiedenen Laubholzarten zu verzeichnen.

Blatt- und Gallwespen Im Jahr 2003 an Laubholz beobachtete Blatt- und Gallwespen: Blattwespe (Periclista lineolata) an Eichen (JU); Blattwespe (Heterathrus aceris) an Ahorn im Unterwallis und im angrenzenden Waadtland; Knopperngallwespe (Andricus quercuscalicis) mit Gallen an Fruchtbechern der Eiche, sog. "Knopperngallen" (TI);

Eichenschwamm-Gallwespe (Biorhiza pallida), "Schwammgallen" an Zweigen der Eiche (SO); Wurzelgallen durch Ahorn-Gallwespe (Pediaspis aceris) an Bergahorn (SG).

Referenzen

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