• Keine Ergebnisse gefunden

Meier, F., Engesser, R., Forster, B., Jansen, E., & Odermatt, O. (1995). Situazione fitosanitaria dei boschi nel 1994. Bolletino SFOI: Vol. Aprile.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Aktie "Meier, F., Engesser, R., Forster, B., Jansen, E., & Odermatt, O. (1995). Situazione fitosanitaria dei boschi nel 1994. Bolletino SFOI: Vol. Aprile."

Copied!
30
0
0

Wird geladen.... (Jetzt Volltext ansehen)

Volltext

(1)

Eidgenassische Forschungsanstalt tor Wald, Schnee und Landschafl

lnstitut fédéral de recherches sur la foret, la neige et le paysage

Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio

Swiss Federai lnslilute !or Forest, Snow and

Landscape Research

BOLLETTINO SFOI

Situazione fitosanitaria dei boschi nel 1994

di Franz Meier, Roland Engesser, Beat Forster, Erwin Jansen, Oswald Odermatt

Aprile 1995

(2)

(

BOLLETTINO SFOI Aprile 1995

Situazione fitosanitaria dei boschi nel 1994

di Franz Meier, Roland Engesser, Beat Forster, Erwin Jansen, Oswald Odermatt Traduzione: Nicola Petrlni

FDK: 453: 443.3: 422.2: (494): (047.1)

Indice

1 Riassunto

2 Condizioni meteorologiche nel 1993 3 Selvaggina

J.1 I danni da scortecciamento nell' Appenzello Interno 3.2 Rilevamento dei danni della selvaggina nel canton Glarona 3.3 Danni da morsicatura nelle zone colpite dalla tempesta Vivian 3.4 Cinghiale

4 Piccoli mammiferi 5 Insetti

5.1 Bostrico tipografo 5.2 lps cembrae

5.3 Hylastes cunicularius 5.4 Xylosandrus germanus 5.5 Lymantria dispar e monacha

5.6 Insetti con apparato boccale pungente-succhiante 6 Malattie batteriche

' \ 1 Situazione inerente il tizzone 7 Micosi

7.1 Arrossamenti e apoplessie degli aghi 7.2 Malattie dei pini

7.3 Malattie corticali 8 Danni abiotici

9 Gemeldete Organismen und lhre Bedeutung im Forstschutz

Der phytosanlllr■ B1ob1chtung1- und M ■lde•

dlenst PBMD 1st 1ln1 Gruppe der Eldg. For- 1chung11n1t1II tor Wald, Schnee und L1nd- 1chaH, WSL, Blrmensdorl.

Als Anlauf· und Beratungsstelle !Or Forstschutz•

fragen lnformlert der PBMD Ober Auftreten, Ver- breltung und Bedeutung aklueller Forstschutz- probleme In der Schwelz.

DerPBMD steht mli den kantonalen Forstschutz- beauHragten In dlreklem Kontakl, um anstehen- de Problema gemelnsam zu IOsen.

In der Aegel stammen dle Beobachtungen und Meldungen an den PBMD von den kantonalen Forstdlensten.

Le Servlce phytosanllalre d'observallon et d'ln·

formallon SPOI est un groupe appartenant l l'lnslllul 16d6ral de recherches sur la fori!, la nelge et le paysage, FNP, à Blrmensdorf.

En tani que servlce de consullalion et decana- lisalion des questions de protection des forèts, le SPOI informe et conseille lorsque des problè·

mes surgissent dans ce domaine.

Le SPOI reste en contaci direct avec les délé·

gués cantonaux à la protection des forèts a fin de résoudre en commun les problèmes qui se posent. Les observations et informalions trans- mises au SPOI proviennent habituellement des services forestiers cantonaux.

Il Servizio Fllasanllarla di Osservazione e d'Informazione SFOI 6 un gruppo dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, fa neve e li paesaggio, FNP, Blrmensdorf.

In qualità di ufficio di segnalazione e di consu·

lenza per le questioni sanitarie del bosco, lo SFO! Informa sulla presenza, la distribuzione e I' Importanza del problemi fitosanitari attuali a livello Svizzero.

Lo SFO I lavora In diretto contatto con I rispettivi responsabili cantonali delle quesllonl htosanl•

tarle, alla comune ricerca di soluzioni al vari problemi. Le segnalazioni e le osservazioni co·

munlcate allo SFOI provengono, di regola, pro·

prlo dal servizi forestali cantonali.

2 2 4 4 6

,

7 7 9 9 9 13 13 13 14 14 14 14 15 15 16 17 18 19

8903 Blrmensdorf Telefon 01 - 739 2111 Telefax 01 - 739 2215

(3)

1 Riassunto

. L'inverno 1993/94 e l'estate 1995 verranno ri- cordati rispettivamente come il più caldo del secolo e la più calda degli ultimi 240 anni. Le piante indebolitesi negli scorsi anni a causa della siccità, hanno avuto modo di riprender- si grazie alle precipitazioni da sufficienti a ricche che si sono avute nel periodo vegeta- tivo 1993 e nella prima metà del 1994. Giugno e luglio sono risultati comunque troppo secchi, ma nel complesso, le precipitazioni estive si situano nella media. Per la prima volta dal 1990, nel 1994 le utilizzazioni forzate dovute agli scolitidi sono calate anche se hanno rag- giunto i 2/3 di quelle dello scorso anno, vale a dire ancora 300'000m3 o, detto altrimenti, il 10% delle normali utilizzazioni di legname di conifere. Il tizzone o colpo di fuoco (Erwi- nia amylovora) - una pericolosa malattia batterica che colpisce specialmente le piante da frutta -è comparso nel nostro paese non solo in casi isolati ma, per la primq volta, su di una superficie di 4km2. La malattia, per la quale vige l'obbligo di notifica, può propa- garsi anche tramite piante tipiche dell 'am- biente forestale come il sorbo degli uccel- latori, il farinaccio, il chia vardello, il bian- cospino ed anche tramite le piante da frutta selvatiche. Tendenzialmente nel 1994, i danni dovuti ai funghi, che negli scorsi anni si erano moltiplicati a causa della debolezza delle piante dovuta all'aridità del clima, sono diminuiti. Le conseguenze del periodo secco si faranno però sentire ancora a lungo. La malattia che causa un flusso mucillaginoso nel faggio è ancora segnalata in un circondario fo- restale su due e pure la grafiosi dell'olmo con- tinua a causare numerose perdite. In Svizzera negli ultimi anni, le popolazioni di cervi, ca- prioli e camosci sembrano esser rimaste co- stanti anche se, a livello regionale, vi sono grosse differenze.

2 Condizioni meteorologiche nel 1994

L'inverno 1993/94 (nel linguaggio climatoli- gico con inverno intendiamo i mesi di dicem- bre, gennaio e febbraio) è da annoverare tra i più caldi del secolo. Dopo il mese di dicembre del 1993, nel quale, nella Svizzera nordorien- tale, si sono registrate temperature medie fino a 4 gradi superiori alla media, nella maggior parte del paese anche il mese di gennaio è ri- sultato da 2 a 4 gradi più caldo del normale.

Ma anche febbraio, pur registrando una media leggermente più fredda del solito, nelle Alpi

- 2 -

ed al nord di esse è risultato di 1 o 2 gradi più caldo della media e, nelle zone orientali della Svizzera toccate dal Fohn e nella valle del Rodano persino di 3 gradi più caldo. La se- rie di temperature record ha però raggiunto il culmine in marzo, quando al nord delle Alpi, a basse quote si sono registrate delle tempera- ture da 5 fino a 6 gradi superiori alla norma.

In queste regioni il mese di marzo è risultato essere il più caldo dal 1864, data che segna l'inizio dei rilevamenti, mentre per Basilea e Ginevra è stato il più caldo degli ultimi 240 anni!

Le temperature invernali particolarmente mi- ti hanno cosl permesso la sopravvivenza e la moltiplicazione partenogenetica delle fem- mine dell'afide verde dell'abete rosso (Lioso- maphis abietinum), ciò che ha portato alla comparsa massiccia dell'insetto all'inizio del periodo vegetativo.

In gennaio sono state segnalate precipitazioni dell'ordine rispettivamente del 100-200%

delle medie pluriennali per il Nord delle Alpi, e del 300-400 e persino 600% per il Sud delle Alpi. Le situazioni di sbarramento al Sud hanno portato a copiose precipitazioni all'inizio del mese, mentre nel contempo al Nord delle Alpi le violente raffiche di Fohn hanno causato localmente dei danni. Il 28 gen~

naio venti tempestosi da ovest hanno causato in gran parte del paese numerosi schianti iso- lati o su piccole superfici e, più raramente, su aree più estese.

Se i mesi da dicembre a febbraio sono risultati più piovosi del solito, lo stesso non si può dire del mese di marzo, risultato insolitamente povero di precipitazione in gran parte del Paese.

Da Aprile fino al primo terzo del mese di gi- ugno, il tempo è stato variabile e perlopiù ca- ratterizzato da situazioni di bassa pressione.

All'inizio d'aprile si sono avute condizioni meteorologiche da inverno tardivo con un brusco innalzamento della temperatura verso fine mese. Nel complesso abbiamo avuto un deficit termico pari a 0,5 fino ad 1 grado nelle zone basse e da 1 fino a 1,5 gradi in montagna e nel Giura. Il mese di maggio, nonostante il tempo cupo e bagnato, è stato però da 0,5 a 2 gradi più caldo della norma in tutte le re- gioni. Al nord delle Alpi il tempo, caratteriz- zato dai venti da ovest e da perturbazioni ha portato a precipitazioni più abbondanti della norma. Le precipitazioni eccezionali della notte tra il 18 cd il 19 maggio hanno fatto re- gistrare, nei cantoni Argovia e Turgovia, le somme giorÌ1aliere più alte mai misurate fi-

(4)

nora. Alcune porzioni di territorio sono state sommerse dall'acqua. In Aprile il tempo nel sud delle Alpi ed in Engadina è risultato chi- aramente troppo asciutto, mentre in maggio in Ticino si è avuto un leggero deficit di precipi- tazioni. Il primo terzo del mese di giugno si è rivelato ancora piovoso e freddo con precipi- tazioni sotto forma di neve in zone isolate fino a 1500 metri di quota. In diversi luoghi, anche nelle zone ad alte quote, sono stati segnalati danni da gelo tardivo su giovani germogli di diverse specie arboree. Le condizioni meteoro- logiche variabili con brevi periodi soleggiati hanno ritardato periodo di sfarfallamento del tipografo, periodo che è inoltre risultato pure molto differenziato nel tempo da regione a regione.

A metà giugno si è verificato un rapido pas- saggio a condizioni d'alta pressione con un forte aumento della temperatura. Le condi- zioni meteorologiche tipicamente estive si sono poi protratte fino all'inizio del mese d'agosto.

Il tempo tipicamente estivo della seconda metà del mese di giugno ha così compensato ampiamente il periodo insolitamente freddo d'inizio mese, tanto che le medie mensili sono in parte state anche ampiamente superate. Le temperature più alte, da 2 fino a 2,5 gradi su- periori alla media, sono state segnalate nella parte a nord-est dell'Altipiano. Nel mese di luglio nelle zone a basse quote si sono avuti da 23 a 26 giornate soleggiate (con 25 gradi e più), ciò che corrisponde a più del doppio dei valori normali. Ci sono stati anche dei surplus calorici pari a 3-4 gradi e, nelle parti più a nord del Paese anche di 4-5 gradi. Nelle Alpi si sono avute precipitazioni temporalesche che in alcune zone sono state dell'ordine o su- periori alle medie pluriennali.

All'inizio d'agosto, in molte zone le tempera- ture hanno raggiunto i valori massimi ed in seguito, alcuni forti temporali hanno portato ad un sensibile raffreddamento dell'atmos- fera. All'inizio dell'ultimo terzo del mese si è poi tornati ad un clima da piena estate. Le temperature medie mensili hanno superato nuovamente di 2,5-3,5 gradi la norma. All'o- vest ed al Nord Ovest del Paese, il mese d'agosto si è rilevato leggermente troppo secco, mentre nelle altre regioni si sono avute precipitazioni superiori alla norma in alcuni casi anche del 140%.

L'estate 1994 (mesi da giugno ad agosto) con temperature fino a 3,3 gradi superiori alla norma è risultata la più calda degli ultimi 240 anni, anche se al Nord delle Alpi l'estate 1947 era stata ancor più calda.

Le nidiate di tipografo hanno avuto da prin- cipio, uno sviluppo piuttosto ritardato, ma sono poi state molto favorite dal clima ecce- zionalmente caldo dell'estate e, di conse- guenza, nelle zone a basse quote, nel 1994 si sono avute due generazioni complete di coleot- teri. Di queste temperature eccezionali ha sa- puto approfittare specialmente un afide che attacca l'acero di monte, il Periphyllus aceri- cola che, in estati calde e asciutte, è in grado di proliferare al ritmo di una generazione ogni 2 settimane. In effetti in agosto era facile osservare le chiome di aceri di monte im- brunite a causa dell'attività degli afidi. Il periodo costantemente caldo ha però portato alla formazione di temporali con raffiche violente spesso accompagnate da forti grandi- nate.

Mentre in settembre l'andamento meteorolo- gico è stato troppo umido e caratterizzato spe- cialmente da situazioni di bassa pressione, in ottobre abbiamo avuto un periodo secco carat- terizzato invece da situazioni d'alta pressio- ne. Alla metà del mese di settembre si è veri- ficata un 'intrusione d'una corrente d'aria fredda che, nelle zone a basse quote ha porta- to alle prime leggere gelate. La neve è caduta fino a l '500 m di quota. Infine il Fohn prove- niente da sud ha causato un forte riscaldamen- to dell'atmosfera. Nel complesso però, le temperature medie mensili non si scostano che in modo insignificante dalle medie plurienna- li. In ottobre invece le temperature sono state da 1 a 2 gradi superiori alla norma nene Alpi e a nord di esse e da 0,3 a 0,7 gradi superiori alla media al Sud delle Alpi. Nonostante in ottobre vi sia stato un lungo periodo asciutto, nel Giura, nell'Altipiano e nelle Alpi orien- tali, le medie mensili hanno raggiunto i valo- ri normali grazie alle forti precipitazioni ve- rificatesi ad inizio mese ed al tempo variabi- le di fine mese. Verso Sud le precipitazioni sono state più scarse ed in diverse regioni dei Grigioni hanno raggiunto solo il 20 fino al 30%

della norma.

Anche in novembre ed in dicembre, come in di- versi altri mesi del 1994, il clima è stato sen- sibilmente più caldo del solito. Novembre nelle zone a basse quote è risultato il più caldo dall'inizio delle misurazioni ed a Basilea e Ginevra addirittura il più caldo degli ultimi 240 anni. In tutta la Svizzera le medie sono state superate di 3,5 -5,5 gradi. In dicembre invece le medie sono state superate di 3-4 gradi nelle zone basse del nord delle Alpi e di 5 gradi in Engadina.

Se in Novembre a nord del Paese il clima è ri- sultato troppo asciutto, al sud si sono avute

(5)

precipitazioni normali o superiori alla me- dia. In dicembre abbiamo invece avuto un'in- versione di tendenza: a sud è rimasto più sec- co, mentre a nord si sono avute precipitazioni troppo abbondanti. Le precipitazioni nevose del periodo natalizio tanto attese dagli amanti degli sport invernali non si sono avute che verso la fine dell'anno.

-4-

Il 1994 - ad eccezione delle zone d'alta monta- gna - è risultato l'anno più caldo dall'inizio delle misurazioni, nel 1864, rispettivamente metà del 18. secolo a Basilea e Ginevra. Nelle zone basse è stato persino 1 grado più caldo del 1947 e 1990, le due annate fino ad ora più calde. (Fonte: SMA 1994)

Fig. 1: La densità dei capi di selvaggina in Svizzera è ancora molto alta: camosci e cervi utilizzano spesso le stesse aree. (Foto:

Christian Dischi, Schwyz)

3 Selvaggina

Nel complesso negli scorsi anni, le popolazio- ni di cervi, caprioli e camosci sono rimaste ab- bastanza costanti in Svizzera (fig.1). Camosci e stambecchi sono aumentati lentamente ma continuamente, mentre il cinghiale è aumen- tato molto. Secondo la statistica della caccia, in Svizzera vi sono 20 capi di ungulati selva- tici ogni 100 ettari di bosco, ma regionalmente possono esser molti di più. Nel canton Bema, ad esempio è dimostrato che il numero di capi di cervo è stato in parte sottovalutato. Negli scorsi anni in effetti in questo Cantone si è pro- ceduto all'abbattimento del 30-45% della po- polazione di cervo inventariata ma non si é potuta constatare alcuna effettiva riduzione del numero di capi. Ciò indica che le prede catturate rappresentavano al massimo il 16%

della popolazione effettiva e che questa do- veva essere almeno il doppio o il triplo di quanto si presumeva. OUESY 1994)

3.1 I danni da scortecciarnento nell' Appenzello Interno

(FEUERSTEIN 1994)

Nel 1994 nella Valle di Weissbach (Weissbachtal) sono stati censiti i danni do- vuti a scortecciamento causati dal cervo no- bile (fig. 2). La valle di Weissbach si estende da sud di Appenzello in direzione sud-est verso Santis. Sono stati analizzati i sopras- suoli che per mescolanza, stadio di sviluppo e grado di copertura erano da ritenere a rischio di scortecciamento. Basandosi sulla lettera- tura specializzata il servizio forestale ha poi fatto eseguire da un praticante un rilievo con un sistema a punti per valutare il grado di minaccia per i diversi soprassuoli. Sulla base di questo sistema sono stati valutati 450 so- prassuoli, vale a dire 502,4 ha dei ca. 1 '000 ha boschivi della valle di Weissbac:h. I danni vecchi e quelli recenti non sono stati differenziati.

o

(6)

-5-

Tab. 1: Distribuzione, secondo la superficie, dei danni da scortecciamento sui 502,4 ha della superfi- cie boschiva analizzata della valle di Weissbach.

*Intensità del danno

I II III IV V Totale

Scortecciamento invernale (ha) 24.64 34.92 17.33 8.08 2.91 87.88 Scortecciamento estivo (ha) 3.06 5.42 2.09 1.00 2.00 13.57 Scortecciamento radicale (ha) 15.48 11.15 6.41 6.45 7.00 46.49

Totale (ha) 43.18 51.49 25.83 15.53 11.91 147.94

Percentuale di superficie(%) 8.59 10.25 5.14 3.09 2.37 29.45

*Intensità del danno I II III IV V

1-3 alberi scortecciati per soprassuolo (in media 1,12 ha) fino al 25% degli alberi scortecciati

26-50% degli alberi scortecciati 51-75% degli alberi scortecciati 76-100 degli alberi scortecciati Se prendiamo il valore medio di ogni classe

d'intensità (vale a dire 12.5 per la classe II;

25% per la III; rispettivamente il valore 0,5%

per la classe d'intensità I), e moltiplichiamo questi valori per le rispettive superfici ot- teniamo, per l'intera superficie considerata, una percenttuale di piante scortecciate pari al 7,3%. Se consideriamo che nel resto della su- perficie i danni dovrebbero essere inferiori, è presumibile che ca. il 4-5% degli alberi della valle di Weissbach siano scortecciate. La spe- cie più colpita è l'abete rosso, che, anche se essa non è la pianta più frequente in questa zona, risulta comunque la più a rischio per i danni da scortecciamento.

-

.

Fig. 2: Il frassino é la spede che viene più scortecciata dopo l'abete rosso.

Si sono riscontrate alcune differenze tra i tre tipi di scortecciamento:

Lo scortecciamento invernale, che è il più fre- quente, si trova prevalentemente in soprassuo- li d'origine artificiale, uniformi, formati da popolamenti puri e fitti d'abete rosso e so- prattutto nei pendii esposti a Sud. Le piante più colpite avevano diametri di 30-40cm.

Lo scortecciamento estivo è concentrato in po- chi luoghi dove però è molto intenso. Non è cosl concentrato nelle zone esposte a Sud come il precedente ed è stato riscontrato anche in soprassuoli con densità normali e specialmen- te su piante di piccolo diametro (Dpu < 30cm).

Anche lo scortecciamento radicale non si con- centra nei popolamenti fitti.

Dei 450 soprassuoli analizzati 6, sommando tutti i tipi di danno hanno raggiunto un'inten- sità del danno pari al 76-100% e sono in parte completamente danneggiati.

In nessun caso sono stati riscontrati danni da scortecciamento invernale ed estivo sullo stesso albero.

Sopra i 1 '400 metri di quota non sono stati re- gistrati danni dovuti a scortecciamento.

Il danno da scortecciamento cessa al momento in cui le piante sviluppano una corteccia di spessore maggiore ciò che, nel caso dell'abete rosso, avviene dopo ca. 40 anni; nella Valle di Weissbach ciò avviene quando l'abete rosso raggiunge i 40cm di diametro a petto d'uomo.

Se consideriamo i danni da morsicatura e le stime dei capi, il numero di cervi presenti nella Valle di Weissbach non è eccessivo (fig.

3). La stima dei capi fatta dai guardacaccia, che sembra esser molto dubbia, ammonta a 12 capi per l'intera valle. La quota di catture annuali è fissata a 8 capi di cervo nobile. Ma i danni da scortecciamento nella valle del Weissbach si sommano ad altri problemi esi-

(7)

stenti. Il danno da scortecciamento, che in fondo è una forma naturale di nutrirsi per il cervo, può essere indotto da fattori esterni.

Tra questi fattori annoveriamo i soprassuoli boschivi innaturali, specialmente le monocol- ture di abete rosso e l'assenza di zone di sta- zionamento tranquille che includano anche aree aperte.

3.2 Rilevamento dei danni della sel- vaggina nel canton Glarona

(RÙEGG 1995)

,,55km2 o, altrimenti detto, il 66% dei boschi a protezione prevalenre del canton Glarona sono colpiti da danni intollerabili dovuti alla selvaggina". Questa è una delle constata~ioni principali fatte nella valutazione del 1994 dei boschi glaronesi.

Per valutare la situazione sono giustamente state seletionate tre categorie di bosco se- condo la quota:

• La zona del bosco misto di latifoglie (400- 800 di quota): crescita forte, buon 'Ilumero di specie e grande densità. Danno da mor- sicatura sopportabile e di facile indivi- duazione.

-6-

A causa dei danni da morsicatura nel canton Appenzello Interno, diversi proprietari bo- schivi appellandosi alla legislazione sulla caccia (art. 3 della legge cantonale sulla cac- cia del 30.4.1989) hanno chiesto risarcimenti nell'ordine di somme a cinque cifre.

• La zona dei boschi abete bianco-fag- gio/ Acero-faggio/ Acero (800-1300 metri di quota): l'abete bianco è la specie prin- cipale e viene considerato come il fattore limitante. Questa specie oltre ad essere molto amata dalla selvaggina, sopporta anche molto male i danni che questa le provoca.

• Zona dei boschi abete bianco e abete rosso/dell'abete rosso in soprassuoli com- pattii/pecceta subalpina· (> 1300m di quota): il potenziale arboreo è limitato.

Possono essere tollerate poche perdite. II rilevamento dei danni è reso difficile dal fatto che spesso non vi sono piante a suffi- cienza.

e

o

(8)

3.3 Danni da morsicatura nelle zone colpite dalla tempesta Vivian

Nelle zone rase al suolo dall'uragano Vivian nel febbraio del 1990 si sta installando la rin- novazione naturale ed i danni da morsicatura sono particolarmente ben osservabili. Per que- sto motivo sono molti i Servizi forestali che si sono assunti il compito di controllare i danni con dei campionamenti sistematici. In questo riassunto riportiamo i dati salienti di alcuni di questi rilevamenti, effettuati localmente su queste superfici in fase di rinnovazione:

• Le superfici colpite dai danni dovuti alle tempeste non sono le più problematiche riguardo ai danni dovuti agli ungulati selvatici in quanto queste grandi superfici aperte offrono ricche possibilità di pastu- ra e rendono quindi meno accentuata la problema tic a.

• Per quanto riguarda l'intensità dei danni, Eiberle ha fissato dei valori limite. Il criterio principale sul quale si basano questi valori è rappresentato dalla mor- talità delle piante. La valutazione dei risultati riferita a queste soglie ha senso solo laddove la perdita di piantine dovu- ta agli ungulati selvatici non può essere

tollerata, ciò che non è il caso per la mag- gioranza di queste superfici.

• L'intensità dei danni riferita ad una sin- gola annata è molto influenzata da fat- tori casuali, in particolare dalle precipi- ... tazioni nevose. L'interpretazione dei ri- sultati risulta quindi possibile solo dopo una serie di campionamenti annuali che concernano almeno tre annate oppure va rilevata anche il carico del danno (numero di piante con più tracce di morsi- catura sull'asse principale). Esistono dei valori inerenti la tolleranza dei danni anche per questo tipo di valutazione.

• Laddove rappresenta la specie principale del popolamento forestale, l'abete bianco è la specie con la quale va fatta la valu- tazione dei danni. La ,, pressione della selvaggina"1 si riferisce ad una zona am- pia, corrispondente all'areale di distri- buzione della selvaggina. La valutazione dei danni in un determinato periodo però, deve riguardare specialmente le zone dove è necessaria la rinnovazione con l'abete bianco, indipendentemente dal fatto che tale rinnovazione sia selvicol- turalmente necessaria su tutto l'areale di distribuzione della selvaggina o meno.

1 In tedesco Wilddruck

Quanto dev'essere grande una regione affinché sia possibile la valutazione dei danni da selvaggina?

Il rilevamento dei danni deve avvenire in un territorio dove sia all'occorrenza possibile rilevare dei cambiamenti in caso d'intervento preventivo. Ciò vuol dire che la scelta dev'essere effettuata con criteri legati all'ecologia della selvaggina ed alla caccia. Le condizioni sono: che le varie specie d'ungulati siano distribuite con una mescolanza piuttosto uniforme sul territorio analizzato; che ci siano dei collegamenti tra le popolazioni di ogni singola specie; che ci sia uno sfruttamento omogeneo del territorio durante l'anno e che ci sia una pianificazione venatoria comune. I criteri di classifica- zione forestali come quelli legati alle classi economiche, alla composizione dei soprassuoli, alle as- sociazioni vegetali o alle stazioni, sono inadeguati per la scelta dei comprensori di studio mentre sono molto importanti per la valutazione dei danni (cfr. punto 3.2 rilevamenti glaronesi).

Valori di riferimento per la grandezza degli areali di distribuzione

Una popolazione di cervo nobile utilizza una zona con una grandezza dell'ordine dei 20'000 ettari nei quali dobbiamo però ancora distinguere le zone di stazionamento invernali da quelle estive. Le zone di svernamento rappresentano di solito solo una minima parte di quelle estive. Nel canton Glarona ad esempio il rapporto è di 1 :20. (RAGETH 1992).

Le popolazioni di caprioli utilizzano aree di grandezza molto variabile, a dipendenza dalle condi- zioni ambientali. Il limite minimo per un campionamento dei danni dovrebbe essere di 2000 ettari (REIMOSER 1988).

L'areale di distribuzione di camosci e stambecchi è dato dai singoli massicci montagnosi (REIMOSER 1988).

3.4 Cinghiale

Delle specie indigene di selvaggina, le po- polazioni di cinghiale (fig.4) sono quelle per

le quali S(?nO stati notati i più grandi cambia- menti negli ultimi anni. In 13 cantoni (AG, BE,

(9)

- 8 -

:e: ~ 4 . , . ., ~ Fig. 4: Gli danni dovuti al cinghiale sono insignificanti per il bosco. (Foto: Sacha lneichen)

BL, GE, JU, NE, SH, SO, TG, TI, VD, VS, ZH) questi artiodattili indigeni non ruminanti sono diventati stanziali, mentre in altri (GL, SG, SZ) si notano solo presenze isolate. I dati che riguardano le popolazioni sono incompleti mentre sono molto più significativi quelli che riguardano le quote d'abbattimento. Nel 1993 in Svizzera, secondo la statistica federale sulla caccia, sono stati abbattuti 2311 cing- hiali; nel 1989 erano stati solo 621. Per il bosco il cinghiale è, tra gli ungulati selvatici, quello che causa i danni minori anche se può rovinare le piantagioni o danneggiare recin- zioni installate per evitare i danni di cervi e camosci. I cinghiali possono anche strappare giovani faggi dal terreno per masticarne le radici o decimare gli astoni di quercia. Dopo i bagni di fango i cinghiali si strofinano contro alberi prestabiliti. Visto che per questa ope- razione vengono sempre utilizzati gli stessi alberi, questi col tempo possono venir scortec- cia ti. Con la loro attività i cinghiali possono ,,rovistare" su superfici di qualche ara di grandezza (fig.5). Queste zone sono però gene- ralmente insignificanti rispetto al resto del bosco e questi casi isolati non vanno conside- rati come veri e propri danni. D'altra parte il cinghiale, eliminando molte larve, può impe- dire la proliferazione d 'insetti e muovendo il terreno favorisce l'inseminazione naturale delle piante. La sua riproduzione incontrol- lata non è comunque auspicabile nemmeno per

il bosco (SCHWENKE 1986). Fig. 5: Terreno utilizzato dai cinghiali per i loro .,bagni di fango".

o

(10)

4 Piccoli mammiferi

I danni dovuti allo scoiattolo (Sciums vulga- ris) sono nell'ordine di grandezza dello scorso anno. Nel canton Grigioni specialmente, si sono verificati di nuovo dei danni da scortec- ciamento nelle perticaie di larice, mentre nei rimboschimenti d'abete rosso si sono notati dei danni da morsicatura alle gemme termi- nali. Nei cantoni Zurigo e Berna sono s"tati segnalati pure danni a faggi, carpini bianchi e aceri di monte.

Nel 1994 sono stati segnalati danni da rodito- ri in molte colture. L'arvicola agreste (Micro- tus agrestis) è stata nuovamente osservata nelle ben note regioni del nord della Svizzera.

L'entità dei danni alle piantagioni di latifo- glie, specialmente faggi, appena messe a di- mora è nell'ordine di quelli del 1993.

Sono invece sensibilmente aumentati i danni da scorzatura causati dall'arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), le cui segnalazio- ne ci sono pervenute da tutta la Svizzera, Alpi comprese. I danni riguardavano speci- almente singoli alberi in rimboschimenti di faggi e larici.

Nelle colture di latifoglie invece, i danni ri- guardavano le radici delle piante, rosicchia- te da altre specie d'arvicole, come l'arvicola terrestre ( Arvicola terrestris).

A livello svizzero i danni dovuti ai roditori possono esser considerati minimi anche se, nelle colture dove si sono verificati hanno portato a perdite non indifferenti. I danni sono risultati particolarmente gravi nelle pi- antagioni di latifoglie eseguite per convertire le peccete artificiali inadatte alla stazione su cui si trovavano.

5 Insetti

5.1 Bostrico tipografo

Nel 1994 si segnala una netta regressione dei danni dovuti al bostrico tipografo (lps typo- graph11s). Nel 1994 le utilizzazioni forzate dovute a questo coleottero sono calate da 488'000m3 dell'annata record 1994 ai 300'000m3 (fig.6). Questa regressione è stata possibile grazie al tranquillizzarsi della si- tuazione al di fuori dalle grandi zone danneg- giate nel 1990.

Anche la quota di nuovi focolai è in calo ; nel 1992 e ,93 erano stati segnalati ancora 5'500 nuovi focolai d'infezione mentre nel 1994 il loro numero è sceso a 3'200.

Nelle regioni della Svizzera centrale ed ori- entale maggiormente colpite dal fenomeno, anche nel 1994 i danni sono stati notevoli, an- che se, pure in queste zone e per la prima volta, si nota un certo rallentamento. Ancora oggi, cinque anni dopo i danni da tempesta del 1990, il collegamento tra l'entità dei danni dovuti al vento e i danni conseguenti dovuti al tipografo è evidente. Nel 1994, la metà circa del legname d'infortunio dovuto ai coleotteri proviene dai cantoni Svitto, Glarona, San Gallo (soprattutto Toggenburgo e Oberland) e Grigioni (specialmente valle del Vorder- rhein)!

Le utilizzazioni forzate rappresentano però ancora il 10% ca. delle utilizzazioni di coni- fere che normalmente verrebbero eseguite in un anno, ciò che impedisce alle aziende fore- stali di poter lavorare normalmente. In alcuni circondari le quantità di legname abbattuto dalla tempesta nel 1990 sono state superate dalla somma delle utilizzazioni forzate degli ultimi cinque anni dovute ai coleotteri. Nel complesso, nella regione alpina danneggiata nel 1990, il rapporto tra danno da bufera e danno successivo da coleotteri è di 1 :0,3. La tabella 2 offre una panoramica della situa- zione per i cantoni principalmente colpiti. La tabella mostra anche che, a livello canto- nale il fatto di aver tolto o meno il legname dal bosco già nell'anno successivo ai danni da bufera non ha avuto grande influenza sulla quantità di legname poi danneggiato dai co- leotteri. Le osservazioni eseguite a livello lo- cale permettono di constatare che nelle grandi zone colpite dalla tempesta c'era comunque sufficiente materiale per permettere la pullu- lazione del tipografo.

Al contrario, nelle zone dove si verificano danni da tempesta di piccole e medie entità, le misure fitosanitarie hanno influssi positi- vi. In questi casi i danni conseguenti dovuti al tipografo sono chiaramente inferiori nelle zone tempestivamente esboscate rispetto alle zone dove il legname è stato lasciato a terra.

Queste osservazioni valgono pure per i sopras- suoli di abete rosso con danni isolati e distri- buiti.

(11)

Fig.6:

Inchiesta «tipografo 1994»

Risultati delle inchieste 1984 -1994: Svizzera

Realizzazioni forzate (en m3)

500000

400000

300000

200000

100000

-

,

I I

I I

I

viocor--como..-NMv

CX) CX) CX) CX) CX) CX) O) O) O) O) O)

mmmmmmmmmmm ,....,-,....,-,-,....,....,....,....,-,....

Numero di nuovi focolai di bostrico 7500 -

VIOCDr--como..-C\IMV

CX) CX) CX) CX) CX) CX) O) O) O) O) O)

mmmmmmmmmmm ,....,....,...,....,-,-,....,....,....,....,....

5 -~

Cl)

._:, C Cl : - Cl)

"O UI Cl) E

E a>

111 >

e e c,-

(1)

-:-: E

111 Cl) ._ UI 0 . -

!il ~

.E t:

e o

~~

Cl) Cli

E:

111!, C U1 Cl Cl)

~E •• Cl)

o Cli

%::-0

Cl)

"' "O

·e: o cii >

g

.!!!

Cl

l

e

a

Numero di bostrici catturati per trappole 9000

7500

6000

4500

3000

1500

?

-: .::•·_:~: : __ . . _ :_ , _,·.~- _ -:: :··:· _·.: __ : TI , : ·;,, T :::;:;:

vlOCDr-.CX)O>O..-C\IMv CX) CX) CX) CX) CX) CX) O) O) O) O) O)

mmmmmmmmmmm ,-,-,-,-,....,....,....,....,....,....,-

(12)

Fig. 7: Numero di focolai e di utilizzazioni forzate per sezione.

Numero di focolai di bostrico sorti nel 1994 nelle

singole sezioni

(focolai con più di 10 alberi)

Realizzazioni forzate di legname da bostrico, per sezione,

aprile - settembre 1994

numero di focolai:

1 - 10 11 - 20

0 21 - 30 o > 30

legname d'infortunio caduto al taglio in 1 - 500

501 - 1000

0 1001 - 1501

0 > 1500

(13)

-12-

Tab. 2: Legname d'infortunio dovuto all'uragano Vivian 1990 paragonato alla somma delle utilizza- zioni forzate dovute ai coleotteri dal 1990 fino all'estate 1994 (in 1000m3) come pure quantità di legname non esboscato in % (conifere).

Cantoni AI AR BE GL GR NW

ow

SG

sz

UR

Legname d 'infor- 29 55 849 268 669 95 150 572 333 133

tunio 1990

Utilizzazioni forzate 14 15 220 137 195 9 68 164 137 34 per ipidi 1990-1994

Utilizzazioni forzate 50% 27% 26% 51% 29% 9% 45% 29% 41% 28%

in % del legnarne d'infortunio

Legname di conifere 9% 13% 25% 38% 35% 30% 28% 24% 40% 46%

non esboscato alla fine del 1990 in %

Legname di conifere 3% 4% 8% 14% 6% 8% 9% 9% 5% 13%

non esboscato in %

Fonti: i11dagini SFOI 1990-1994, rilevamenti sul mercato del legno 1990/91 della Direzione federale delle Foreste.

Fig. 8: Popolamenti di abete rossi radi dopo l'utilizzazione forzata di un focolaio infestato dal bostrico.

Nonostante le popolazioni di coleotteri fos- sero molto numerose dello scorso anno, le quote dei cattura delle trappole munite d'esca or- monale si aggirano attorno ad una media di 9'200 tipografi per trappola, poco al di sotto quindi del valore record dell'anno precedente.

· Molto probabilmente c'è stata una diminuzio- ne del materiale nutritivo disponibile ris- petto al 1993 cosicché le trappole sono risul- tate più concorrenziali.

Nel 1994 in Svizzera sono state installate complessivamente 11 '635 trappole, il numero

più basso dalla loro introduzione quale mezzo di controllo e di lotta.

Nel 1994 le condizioni meteorologiche prima- verili hanno fortemente ritardato il periodo di sfarfallamento del tipografo tanto che, solo in maggio e giugno, si sono avuti attacchi estesi a piante in piedi. A causa però del tempo bello e asciutto dell'estate successiva, le larve hanno trovato ottime condizioni am- bientali ed a basse quote abbiamo di conse- guenza assistito alla formazione di due gene- razioni complete di coleotteri. Nelle zone so-

(14)

leggiate sono stati osservati giovani appar- tenenti alla seconda generazione fino ad una quota di 1 '300 metri.

Per quanto concerne le zone colpite va detto che da una parte, come nel 1993, è stata segnalata la presenza di nuovi focolai in zone precedentemente intatte, dall'altra abbiamo però anche assistito all'espansione di focolai già esistenti. In casi isolati, specialmente nel canton Glarona, focolai di più ettari d'esten- sione sono entrati in contatto tra loro unendosi.

5.2 Ips cembrae

Nel 1992 in diverse regioni della Svizzera era stato segnalato un aumento di Ips cembrae, mentre nell'anno seguente le segnalazioni erano poi state sensibilmente inferiori. Nel 1994 si è invece assistito ad un nuovo aumento.

Questa volta, ad essere colpite sono stati spe- cialmente i soprassuoli di larice del nord dell'Altipiano e del Giura tabulare, al di fuori dell'areale di distribuzione naturale di questa specie arborea. I focolai più estesi sono apparsi in piena estate o ad estate inoltrata e sono stati la conseguenza della riuscita di una seconda generazione. Sono stati colpiti speci- almente alberi allo stadio di perticaia o di fustaia giovane.

.,___~..., --

Fig. 9: ~hema di gallerie scavate da lps c.embrae.

5.3 Hylastes cunicularius

Nel Oberland grigionese nelle zone danneg- giate nel 1990 si è notata la pullulazione di Hylastes cttnicttlaritts. I giovani coleotteri hanno dann~ggiato le radici di abeti rossi ap- pena messi a dimora. Questi danni, che posso- no facilmente esser confusi con quelli causati da Hylobius abietis, hanno portato a nu- merose perdite. In alcune aree colpite dalle tempeste sono state aggredite anche piante appartenenti alla rinnovazione naturale, ma in questi casi le perdite sono state irrilevanti.

La verifica fatta in altre zone della Svizzera colpite dall'uragano Vivian ci ha portato a scoprire che anche in queste vi erano stati danni da imputare ad Hylastes cunicularius ma di entità minore a quanto rilevato nell'Oberland grigionese.

Fig. 10: Giovane pianta vittima di Hylastes c1111iculari11s.

5.4 Xylosandrus germanus

Lo Xylosandrus germanus, originario dell' As- ia orientale, è stato osservato per la prima volta nella regione di Basilea e si è espanso in altre zone della Svizzera (JANSEN e FORSTER 1991). È cosl stato segnalato un caso di attacco nella Svizzera centrale. Anche a Disentis (GR) due esemplari 'sono stati raccolti in una trappola ed è quindi probabile che fra poco possa esser diffuso in tutto il Paese.

(15)

5.5 Lymantria dispar e monacha

Nel 1994 si è arrestata la pullulazione del bombice dispari (Lymantria dispar) ed in Svizzera non è stato osservato alcun danno. I soprassuoli di latifoglie, in prevalenza cas- tagni, le cui foglie erano state divorate com- pletamente dalle larve di questo lepidottero, si sono ripresi bene. Non sono stati notati at- tacchi appariscenti dovuti a parassiti secon- dari e nemmeno perdite di piante degne di nota. Non è stata fatta alcuna lotta al bombi- ce.

Per contro a Saastal (canton Vallese) dove già nel 1993 si era registrato un attacco dovuto a Lymantria monaclza, si sono avuti nuovamen- te dei danni. I larici hanno superato indenni anche questa seconda erosione completa degli aghi consecutiva, mentre parecchi abeti rossi non hanno potuto fare altrettanto e sono morti.

5.6 Insetti con apparato boccale pun- gente-succhiante

L'inverno mite del 1993/94 e l'estate calda e asciutta seguente hanno contribuito a creare condizioni ideali per la moltiplicazione di molti insetti con apparato boccale pungente- succhiante. In parecchi soprassuoli boschivi si sono avute pullulazioni di diverse specie di afidi, cicale ed altri insetti che si procurano il nutrimento succhiandolo dalle foglie, dagli aghi o dai giovani getti delle piante.

Sono aumentati di conseguenza sepsibilmente i danni dovuti all'afide verde dell'abete rosso (Liosomaphis abietinum) che ha colpito in particolar modo l'abete del Colorado (Picea p,mgens var. glauca) in parchi e giardini, ma ai bordi boschivi soleggiati è stato colpito pure l'abete rosso.

Fig. 11: Afide verde dell'abete rosso.

-14-

Ma sono aumentati pure i danni dovuti alla pericolosa Dreyfusia nordmannianae, per la quale ci sono giunte segnalazioni soprattutto dai Cantoni dell'Altipiano.

Nelle Prealpi si è avuta la pullulazione di 1:eripltyllus acericola, che colpisce l'acero di monte provocandone la defogliazione precoce.

I danni più appariscenti si sono avuti nel can- ton Glarona e nell 'Oberland bernese fino ad una quota di 1200m (FORSTER 1994).

Fig. 12: Colonia di afidi dell'acero, Periphyllus" açericola, sul lato inferiore di una foglia.

6. Malattie batteriche

6.1 Situazione inerente il tizzone

Nel 1994, per la prima volta in Svizzera il tizzone, o colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora) è stato notato in una zona di diversi chilometri quadrati. Attorno a Rohrdorf (AG), nel distretto di Baden, sono stati colpiti meli, peri e cotogni come pure arbusti come biancospino e cotognastro su una superficie i quattro clJilometri quadrati. I vettori di propagazione della malattia sono probabilmente gli uccelli. Per contenere la malattia in Svizzera si applica la strategia dell'eliminazione delle piante, grazie alla quale negli scorsi sei anni è stato possibile

o

(16)

risanare piccoli focolai nei dintorni di Stein am Rhein. Per il risanamento nella zona di Rohrdorf sono stati dissodati 8 vivai e 70 piante singole, ciò che ha ca\}sato perdite per 650'000 franchi. Dato che la malattia col- pisce anche piante campestri e da siepe (spe- cie Crataegus e Sorbus), i servizi forestali possono svolgere un ruolo non indifferente nella sorveglianza e nella lotta contro questa temuta malattia per la quale vige l'obbligo di notifica. Le altre piante soggette alla malat- tia sono gi arbusti da giardino delle specie Chaenomeles, Pyracantha e Stranvaesia.

Come si deduce dal nome della malattia, le piante colpite dal tizzone presentano sintomi simili ai danni conseguenti da un incendio:

foglie arrossate, parti terminali dei getti morte e ripiegate. Se vengono osservati questi sintomi allora occorre informare tempestiva- mente i servizi fitopatologici cantonali. Visto che i rischi di propagazione della. malattia attraverso vestiti o strumenti di taglio sono molto alti a causa della mucillagine collosa prodotta dal batterio, in casi di dubbio non bisogna prelevare campioni. Questo compito va delegato agli specialisti che si occupano della malattia.

7. Micosi

7.1 Arrossamenti e apoplessie degli aghi

Nell'inverno 1994/95 ci sono stati segnalati degli arrossamenti di aghi su vecchi abeti rossi verificatisi su superfici boschive nei can- toni Giura, Svitto, Grigioni e Ticino. Sono stati colpiti specialmente gli aghi dei cicli annuali più vecchi. Su questi aghi arrossati sono stati trovati diversi funghi (Tiarospo- rella parca, Lophodermium piceae, Rhizos- phaera kalkhoffii) in quantità variabili.

L'arrossamento degli aghi dall'interno verso l'esterno della chioma, accompagnato dall'apparizione più massiccia di funghi se- condari degli aghi, può esser osservato tutti gli anni, anche se con intensità molto varia- bili. È probabile che la causa vada fatta risalire a situazioni climatiche estreme. Pro- babilmente i mesi estivi del 1994, decisa- mente troppo caldi ed in parte anche molto asciutti, hanno contribuito all'apparizione di questi fenomeni.

Negli .scorsi anni su giovani abeti rossi di 5-25 anni d'età, sono state osservate delle apoples- sie degli aghi che riguardavano tutti i cicli annuali. Alcuni abeti colpiti da questa apo- plessia sono stati poi attaccati da altri orga- nismi nocivi e sono morti. Queste infezioni,

Fig. 13: Apoplessia degli aghi su di Wl ramo di Wl giovane abete rosso. Gli a aghi caduti, co~e pure quelli ancora appesi al ramo sono coperti da chiazze brune grandi da 0,5 a 2 mm. Sugli aghi si trovano spesso anche i corpi fruttiferi del fungo wpluxlennium piceae.

limitate a poche are, sono state notate in di- verse zone dell'Altipiano svizzero e del Giu- ra. Il fungo Loplzodermittm piceae, che soli- tamente si trova solo su vecchi aghi indeboli- ti dalla mancanza di luce, sembra essere il re- sponsabile del fenomeno ed açldirittura frutti- fica talora anche sugli aghi più recenti. Gli aghi verdi che rimangono appesi ai rametti mostrano molte chiazze brune, lunghe fino ad un millimetro che sono chiaramente concresci- u te con i filamenti del fungo. Si sta verifican- do se l'azione succhiatoria dovuta ad insetti possa scatenare o favorire l'insorgere della malattia.

Nel 1994 ali 'interno dell'areale di distribu- zione delle rose delle alpi la ruggine dei ra- metti dell'abete rosso (Chrysomyxa rhodo- dendri) è apparsa ma in misura sensibilmente inferiore al 1993. Probabilmente in questo caso il clima caldo e troppo secco d'inizio estate ha creato condizioni sfavorevoli per l'infe- zione.

Anche i danni agli aghi del larice (Larix de- cidua) causati da funghi sono diminuiti nel 1994. L'unico caso degno di nota è stata la comparsa della Mycosplzaerella laricina in un novelleto di larici presso Losanna, dove la micosi degli aghi ha portato già in estate ad

(17)

-16-

Fig. 14: Sezione cli un ago al microscopio. Sotto la superficie bruna (E=epidermide) si trova la parte danneggiata dell'ago, che risulta infestata dai filamenti fungini (P).

un'apoplessia degli aghi. Questa micosi colpisce prima di tutto gli aghi dei rametti che si trovano in prossimità del suolo e, se trova condizioni favorevoli, si propaga poi velocemente al resto della chioma.

Nelle Franches Montagnes (JU) l1Herpotri- cl1ia parasitica ha causato un'apoplessia degli aghi appariscente in una spessina di abeti bianchi, su una superficie di diversi et- tari. La caratteristica principale di questa malattia degli aghi, che colpisce i giovani abeti bianchi ( Abies alba) in popolamenti densi, é data dal fatto che gli aghi di color bruno, avvolti da fini filamenti fungini, an- che se morti, grazie a questi filamenti non ca- dono al suolo ma restano appesi ai rami anco- ra a lungo. La malattia si incontra special- mente laddove l'umidità dell'aria é spesso alta.

7.2 Malattie dei pini

Contrariamente a quanto pronosticato, la ma- lattia dei getti dovuta a Spliaeropsis sapinea si è ulteriormente estesa anche nel 1994. Le manifestazioni tipiche della malattia consi- stono nella morte a gruppi delle parti termi- nali dei getti, con aghi bruni bloccati nella loro crescita e per questo molto piccoli. La ma- lattia si poteva facilmente riscontrare speci- almente sui pini neri ( Pinus nigra) in giardini e parchi a nord-est della linea Montreux - San Gallo. A Boncourt (JU) su un'area di tre ettari per la prima volta sono stati aggrediti dei pini neri facenti parte di un soprassuolo bo- schivo. La gran parte degli alberi colpiti ha dovuto esser abbattuta prematuramente.

Il parassita degli aghi Dotliistroma septo- spora (forma dei conidi di Scirrhia pini) che è stato individuato da noi per la prima volta in Svizzera nel 1989 su un pino montano (Pinus mugo) in un giardino, minaccia di espandersi ulteriormente. L'infezione da Dothistroma, che provoca l'imbrunimento degli a_ghi, mi- naccia varie specie di pini ed è praticamente diffusa in tutto il mondo. Sebbene nel Nord e Sud America come pure nella Nuova Zelan~~

questo fungo sia considerato uno dei più temi- bili parassiti degli aghi per le giovani pian- tagioni di pino (Pim,s radiata, Pimts pondero- sa), nella maggior parte degli altri paesi ha solo un'importanza locale. In Svizzera, dove il fungo potrebbe rappresentare presumibil- mente un pericolo per i giovani pini montani, il patogeno è stato trovato solo su pini monta- ni in giardini e vivai ma non nell'areale fore- stale. La situazione si presenta invece diversa in Germania, dove il patogeno Dothistroma ha attaccato piante di pino mugo autoctone nella regione delle Alpi nella zona di confine tra Austria e Bayern. Si presume che la ma- lattia degli aghi sia stata importata con ma- teriale arboreo infetto. Al momento é difficile valutare quale importanza potrà avere l'im- brunimento degli aghi causato da Dothis- troma per i soprassuoli di pino mugo svizzeri come pure per le altre specie di pino presenti sul nostro territorio. Occorre però esser pru- denti e cercare di limitare la diffusione della malattia attraverso l'informazione dei pro- duttori di piante di pino e dei commercianti.

A Neftenbach, nei dintorni di Wintertur, è stato osservato un interessante tipo di marci- ume al cuore del legno di pino. Il responsabile

o

(18)

è stato identificato nel patogeno Onnia tri- queter, che può svilupparsi parassiticamente sul pino provocando marciume radicale o del fusto. Nella sezione trasversale dei pini di 130 anni d'età il cuore del legno appariva con una colorazione rossastra ed ed era infestato . da un tipo di marciume che gli dava un aspetto bucherellato, simile ad un favo. Il marciume interessava un pino su tre su di una superficie di 3 ettari ed ha quindi causato una forte svalutazione del legname. Quando si ve- rifica una forte presenza di marciume nelle .piante di un soprassuolo, l'unica prevenzione nota da adottare per evitare il ripetersi del fenomeno consiste nella scelta accurata delle specie arboree idonee alla stazione.

7.3

Malattie corticali

Nel 1994 il fenomeno che porta alla crescita arbustiva delle giovani querce messe a dimora

è comparso solo sporadicamente. A,Miinsingen

(BE) su una superficie di 3 ettari le farnie (Quercus robur) di 8-10 anni d'età sono in parte state colpite da una moria dei getti terminali.

I rami morti presentavano spesso, sul lato in- feriore, delle necrosi corticali dalle quali è stato possibile isolare diverse specie di fun- ghi corticali (Cryptosporiopsis grisea, Colpo- ma quercina, Amphiporthe leiphaemia, Fu- sarium sp.). Da quanto noto finora, questi fun- ghi corticali sono da considerare dei parassiti secondari che possono attaccare solo la cortec- cia di querce indebolite. È presumibile che l'indebolimento delle piante succitate sia da attribuire ai periodi di siccità verificatisi ne- gli scorsi anni.

Anche per quanto riguarda il faggio, i danni dovuti alla siccità sono tendenzialmente di- minuiti. Per contro le segnalazioni inerenti la malattia che causa un flusso mucillaginoso nel faggio, continuano ad esser molte, tanto che la malattia viene oramai segnalata in un circon- dario forestale su due.

Fig. 15: Onnia triqueter causa sul pino silvestre un marciume del cuore bucherellato a livello del ceppo.

(19)

8 Danni abiotici

L'intrusione di correnti d'aria fredda all'ini- zio del mese di giugno ha causato danni da gelo tardivo su diverse specie arboree nelle zone ad alte quote delle Alpi. Questi danni sono stati notati nel corso dell'anno nei canto- ni Vallese, Berna, San Gallo, Nidvaldo e Grigioni (ZUBER 1995).

Nel 1994 le tempeste nel nostro Paese hanno causato solo danni locali. Quella più grave si è verificata il 28 gennaio con forti venti da ovest; ha colpito vaste parti della Svizzera ed ha abbattuto complessivamente 210'000 m3 di legname (Fonte: WVS 1994). La regione più colpita delle violente raffiche di Fohn all'inizio del gennaio é stata quella di Inter- laken, nell'Oberland bernese. Da ricordare

- 18 -

pure le forti grandinate accompagnate da ven- ti tempestosi del 2 giugno (regioni di Lucerna, Zugo, Zurigo) e del 24/25 giugno (Svizzera oc- cidentale, Vallese, Oberland bernese, Svizze- ra interna) come pure diversi eventi locali ve- rificatisi nella prima metà del mese d'agosto.

I danni causati dalla grandine alle cortecce sono riconoscibili e classificabili come tali an- che anni dopo il verificarsi dell'evento. I danni corticali si trovano in effetti sempre solo sul lato superiore dei getti o dei ramo- scelli danneggiati. Queste ferite, anche se con frequenza diversa, si possono trovare su tutte le piante e gli arbusti lungo il corridoio di passaggio della grandine.

Fig. 16: Ramoscelli danneggiati dalla grandine (a sinistra: quercia; a destra: faggio). Le ferite, che si trovano sempre sulla parte superiore dei rami, vengono solitamente rimarginate dal cambio l'anno seguente.

(20)

9 Gemeldete Organismen und ihre Bedeutung im Forstschutz

Fichte (Picea sp.)

Schadursache Bemerkungen zum Auftreten

Buchdrucker (Ips typographus) Gegeniiber dem Votjahr ist ein Riickgang der Buchdruckerschaden zu verzeichnen. Die Zwangsnutzungsmenge belauft sich 1994 auf rund 300'000 m3 gegeniiber 500'000 m3 im Rekordjahr 1993.

Kleiner Buchdrucker (Ips amiti1111s) Der kleine Buchdrucker wurde 1994 nur einmal bestimmt. Fundort:

Susch-Fliielapass GR.

Kupferstecher ( Pityogenes Der Kupferstecher trat seit 1991 verstarkt in Erscheinung. 1994 chalcographus) meldeten wieder weniger Forstkreise Kupferstecherbefall als noch

1992 und 1993.

Doppelaugiger Fichtenbastkafer Der in den Vorjahren in verstiirktem Masse an geschwachten Biiu- ( Polygraphus poligraphus) men aufgetretene Doppelaugige Fichtenbastkiifer wurde 1994

lediglich einmal (Kt. SH) registriert.

Riesenbastkafer (Dendroctonus Auch der Befall geschwiichter oder verletzter Fichten durch den micans) Riesenbastkiifer ist im Vergleich zu den Vorjahren zuriickgegangen

(Beobachtungen 1994: AG, GR, NE, VD, VS, ZH).

Zottiger Fichtenborkenkiifer Der meist in bereits vom Buchdrucker befallenen Baumen auftreten- (Dryocoetes a11tograph11s) de Zottige Fichtenborkenkafer wurde 1994 in 2 Fiillen beobachtet

(BE, GL).

Schwarzer Fich tenbastkafer Der Schwarze Fichtenbastkafer (Hylastes c1111iwlari11s) trat in den (Hylastes wnicularius) 1990er-Sturmschadenfliichen im Forstkreis Disentis (GR) auf und

verursachte den Ausfall von bis

zu

25 % der gepflanzten Fichten.

Auch im Forstkreis March-Wiigital (SZ) wurden in 1994er Auf- forstungen bis 30 % der Fichten vernichtet.

Kleine FichtenbJattwespe Schaden von Bedeutung durch die Kleine Fichtenblattwespe ent- ( Pristiphora abietina), standen 1994 in einzelnen Weihnachtsbaumkulturen (AG). Wieder- Gebirgsfichtenblattwespe holter Frass an dcn frischen Trieben durch die Gebirgsfichtenblatt- (Pachy11emat11s mo11ta1111s) wespe ist in Fichtendickungen aufgctreten (GR).

Fichtenrohrenla us ( Liosomaphis Begunstigt durch dcn milden Wintcr, erfolgtc 1994 eine Massenver- abieti1111m) mehrung der Fichtenrohrenlaus. A usser in Bcrglagcn waren in wei- ten Teilen der Schweiz vor allem die fremdlandischen Fichten (P.

p1111gens, P. orie11talis) in Garten abcr auch dic hcimische Fichte (Picea abies) im Wald bctroffen. Bcsonders haufig erfolgtcn Mcldungcn aus dcm St. Galler Rheintal.

Grosse Schwarze Fichtenrinden- Letztes Jahr unbeachtet, wurde diesc ungcfahrliche aber auffallige laus (Cinara piceae) Lausart bei Beratungen in drei Fiillen festgestellt (LU, ZH).

Fichtengallenlause (Adelges sp., Bedeutende Schaden konnen in Jungbestanden dcr Hochlagen und in Sacchiphantes sp.) Christbaumkulturen entstehen. Siehc auch unter "Larche".

Fichtennestwickler (Epinolia E-twas Fichtennestwickler-Frass wurde 1994 in zwei Fallen (BE, tede/la) ZH) festgestellt, teilweise handelte es sich um vorjahrigen Frass.

Knospensterben der Stechfichte Gemmamyces piceae war 1994 lediglich in einem Fall festzustellen

(Gemmamyces piceae) (AI).

Nadelpilze (Lophodermium Nadelverrotungen und Nadelschuttcn in Jungbcstandcn traten 1994 piceae, Rhizosphaera kalkhoffiiJ, in ahnlichem Ausmass wie in dcn Vorjahren auf. Dic Nadelpilze Fichtennadelritzenschorf Lophodermi11m piceae und/ oder Rhizosphaera kalkhoffii konnten (Lophodermi11m macrosporum), wiederum an zahlreichen Orten (AG, BE, BL, GR, JU, SH, SZ, ZH) Fichtcnnadclrotc (Tiarosporel/a festgestellt wcrden, L. macrospontm nur cinmal (BE).

parca) Im Spathcrbst konnten verschicdcntlich starkc Nadelverrotungcn an Altfichtcn bcobachtct werdcn. Als Auslèiscr wcrdcn Witterungs- cxtrcma vcrrnutet. Nebcn dcn obcn crwahntcn Nadclpilzcn konnte hicr auch Tiarosporella parca gcfundcn wcrdcn.

Fichtcnnadel-/ Alpcnroscnrost Diese auffallige Nadclkrankhcit der Fichte trat 1994 in deutlich (Chrysomyxa rhodode11dri) geringcrem Ausmass als im Vorjahr in Erschcinung.

Fichtennadelrost (Chrysomyxa Fichtennadelrost-Befall wurde 1994 in vcrschicdencn Fallen fest- abietis) gcstellt, unter andcrem auch an Stcchfichtcn (P. p1mge11s var. gla11-

ca, "Blautannen"). Bcobachtungcn: AG, BE, GR, LU, SG, TG, ZH.

(21)

- 20-

Tanne (Abies alba Mili.)

Schad ursache Bemerkungen zum Auftreten

Krummzahniger Weisstannen- Starkere Schaden durch die Weisstannenborkenkafer waren 1994, borkenkafer (Pityokteines neben lokalen Befallen, einerseits in der "iiblichen" Hauptscha- wrvidens), Mittlerer denregion, niimlich in den Bestanden der siidlichsten Jurakette fest- Tannenborkenkafer (Pityokteines zustellen. Andererseits kam es 1994 zu einem starken Populations- vorontzovi), Pityokteines spinidens anstieg in der Ajoie JU. Zur Hauptsache durch die zweite Kaferge-

neration wurden hier relativ spat im Jahr - die Kronen blieben bis Ende Winter 1994/95 griin - einige 1000 m3 Weisstanne befallen.

Furchenfliigeliger Fichtenborken- Der meist an Fichte vorkommende Furchenfliigelige Fichtenborken- kafer (Pityophthorus pityogra- kafer (Frassbild wie dasjenige des Kupferstechers) wurde 1994 phus), Gekornter Fichtenborken- lediglich ein Mal an geschwachten Tannen in Bassecourt (JU) kafer (Cryphalus abietis), Kleiner festgestellt. An den selben Baumen fand sich auch der Gekornte Tannenborkenkafer (Cryphalus Fichtenborkenkafer. Ebenfalls ein einziges Mal wurde 1994 der

piceae) Kleine Tannenborkenkafer bestimmt (Langenthal, BE).

W eisstannenriissler ( Pissod es Gegeniiber den zwei Vorjahren sind die Beobachtungen iiber das piceae) Auftreten des Weisstannenriisslers deutlich zuriickgegangen. (1994

nur einmal registriert: Kt. BE)

Gefahrliche Weisstannentrieblaus Nach dem Riickgang im Vorjahr haben die Schaden durch die Ge- (Dreyfusia 11iissli11i = D. 11ordma11.), fahrliche Weisstannentrieblaus 1994 wieder leicht zugenommen.

Europaische Weisstannentrieblaus Die weniger haufige Europaische Weisstannentrieblaus wurde 1994

(M indarus abietinus) einmal in einer Christbaumkultur beobachtet (Kt. SZ).

o

Weisstannen-Stammlaus Uber diese Lausart liegt fiir 1994 eine Meldung aus dem Diemtigtal ( Dreyfusia piceae) BE vor, wo sie schon wiederholt auffallig aufgetreten ist.

Tannennadelbra une ( Herpotrichia Fiir 1994 liegen Beobachtungen dieser auffalligen Nadelschiitte aus parasitica) den Kantonen

JU,

LU, NE, SZ und ZH vor. lm Kanton Jura trat die

Krankheit in einer mehrere Hektar grossen Dickung auf.

W cisstannenri tzenschorf Dieser ungefahrliche Schiitteerreger an altercn Nadeln wurde 1994 (H11podermella 11erviseq1t ia) bei eincm Beratungsfall (Kt. BE) festgcstcllt.

Tannenkrebs, Hexcnbesen lm ganzen Tanncnverbreitungsgcbict in unterschiedlichem Ausmass

(M elampsorella auftretendc Rostpilzcrkrankung mit Wirtswcchsel zwischen der ca ryoph11llacear11 m) Tanne und Micren- odcr Hornkrautartcn.

Waldfohre (Pinus sylvestris

L.) /

Bergfohre (P. montana Mill.) /

S h e warz o f°"h

re

(P

. mgra

. A rn. )

Schadursache Bemerkungen zum Auftretcn

Waldgartner (Tomirns sp.) Starkere Schaden sind in den Fohrenbestanden des Wallis festzu- stellen. Lokales Auftretcn wurde 1994 auch in dcn Kantonen AG, BE, GR, JU, TG, TI und ZH beobachtct.

Scchszahniger Fohrenborkenkafer Ein Befall grosseren Ausmasses erfolgte 1994 im Puschlav GR.

(lps acuminatus) Lokaler Befall wurde auch in Trin GR und im Domleschg GR festgestellt (ZUBER 1995).

Fohrentriebnagekafer (Ernobius Die Frasstatigkeit von Nagekafern im Inncm der Triebe wurde 1994 sp.) an Schwarzfohren lediglich einmal bei gleichzeitig von Sphaeropsis sapi11ea befal-

lenen Schwarzfohren beobachtet (Kt. VD).

Gespinstbla ttwespen Wie schon im Vorjahr wurden auch 1994 nur vereinzelt Blattwes- (Aca11tholyda sp.) pcn an Fohren beobachtet. Es handelte sich dabci um Gcspinst-

blattwespen (Aca11thol11da sp.) (BL, ZH an Arvc).

Pinicnprozcssionsspinncr Das Verbreitungsgebiet des Pinienprozessionsspinners in der (Thaumetopoea pityocampa) Schweiz umfasst gcgcnwartig das Tessin, dic Siidbiindncr Taler, das

Wallis und die Spalicrlagcn cntlang dcs Lac Léman (VD und GE).

Wahrcnd sich dcr Bcfall 1994 im Untcrwallis ehcr abgcschwacht hat, brcitctc cr sich im Obcrwallis wcitcr aus und rcicht nun an den sonnscitigcn Hangcn bis hinauf auf 1'200 m ii.M.

Nadclschiittc (Lophodermium Dic Nadclschiittc war im Friihjahr (Infcktion im Vorsommer) in seditiosum) Jungbcstandcn in dcn Kt. BE, GR, NE, SH, TG und ZH zu bcmcrkcn.

Referenzen

ÄHNLICHE DOKUMENTE

In den Hauptschadengebieten der Zentral- und Ostschweiz kam es 1994 aber nach wie vor zu einem beachtlichen Buchdruckerbefall, ob- ' schon auch hier erstmals ein Rückgang

• Un taux d'abroutissement annuel étant trop fortement modifié par des événements fortuits, comme l'enneigement, une inter- prétation ne peut se faire que sur la base de

Die Befallssituation in der Schweiz ist wei- terhin kritisch. Nach diversen warmen Som- mern und weiteren kleineren bis mittleren Sturmschadenereignissen seit dem

Dans ce pays voisin par contre, des peuplements de pins de montagne autochtones ont été infectés dans les Alpes bavaroises; ici le champignon a égale- ment formé les

La corrispettiva forma derivante da aschi (Mycosphaerella dearnessii = Scirrhia acicola) si manifesta raramente e, epidemiolo- gicamente, assume un'importanza secondaria.

Questo nuovo record va attribuito a più fattori concomitanti e non è di facile interpretazione: da un lato, molti abeti rossi sembrano essersi ripresi dai danni dovuti

VOLK ha identificato, nel rapporto tra alberi a foglie caduche e sempreverdi, una soglia che, perlomeno nell'areale di distribuzione del cervo nella regione di

FDOGD GDOO¶LQL]LR GHOOH PLVXUD]LRQL QHO ƒ VHFROR 1HOOH ]RQH D EDVVD TXRWD GHOO¶$OWLSLDQR OD SULPD JHQHUD]LRQHGLWLSRJUDIRqJLjVIDUIDOODWDLQJLXJQR VHJXLWD LQ DJRVWR GDOOD