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Academic year: 2022

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(1)

Rapporto Sanasilva 1990

sui boschi in deperimento

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(2)

UFAP/Direzione federale delle foreste, Berna

Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, FNP, Birmensdorf

Rapporto Sanasilva 1990

sui boschi in deperimento

Berna e Birmens. dorf, novembere 1990

Questa pubblicazione è ottenibile presso l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, biblioteca, 8903 Birmensdorf

(3)

Responsabilità scientifica

Riassunto

Frank Haemmerli, Collaboratore scientifico della direzione, FNP, Birmensdorf 1. Risultati dell'inventario 1990 dei danni ai boschi

Peter Brassel, Sezione Inventario Forestale nazionale, FNP, Birmensdorf

2. Evoluzione locale dei danni ai boschi nelle regioni-test di Altdorf, Flims e Zofingen Daniel Luscher, Telerilevamento, FNP, Birmensdorf

3. I danni da tempesta nel febbraio 1990

Erwin Jansen, Servizio Fitosanitario di Osservazione e di Informazione, FNP, Birmensdorf

4. Danni ai boschi nel 1989 in Europa

Pierre Muhlemann, Direzione Federale delle Foreste, Berna Concezione

Coordinazione Programma Sanasilva Redazione

Charles von Buren, Servizio stampa ed informazione, FNP, Birmensdorf Traduzione italiana

Marco Conedera, FNP, Sottostazione Sud delle Alpi, Bellinzona Fulvio Giudici, FNP, Sottostazione Sud delle Alpi, Bellinzona Composizione

René Ruegg, servizio pubblicazioni, FNP, Birmensdorf Grafici e copertina

Mirek Sebek e Doris Pichler, servizio pubblicazioni, FNP, Birmensdorf

Copertina

Quattro classi di perdita (70 / 45 / 25 / 5%) del faggio Fagus sylvatica L.

(4)

Indice

Riassunto 5

1. Risultati dell'inventario 1990

dei danni ai boschi 6

Risultati 6

Situazione ed evoluzione del danno per gli

alberi con diametro superiore a 12 cm 6

Singole specie 8

Evoluzione nazionale e regionale dei danni 10 Evoluzione dei danni sui singoli alberi

dal 1989 13

Perdite di aghi e di foglie dovute a cause

conosciute 13

Danni da tempesta 13

Scopi dell'Inventario del danni al boschi -

prospettive future 14

Metodi 14

Indagine campionaria 14

Rilievo del bosco giovane 14

Ponderazione dei valori dei singoli alberi 15

Rilievi in bosco 15

Rappresentatività delle aree di saggio 15 Stima delle perdite di aghi e di foglie 15 Definizione delle categorie di danno 16 Problematica della soglia di danno 16 Influssi casuali e sistematici sui risultati

dell'inventario 16

Influsso delle utilizzazioni sullo

stato del bosco 17

2. Evoluzione locale dei danni al boschi nelle regioni-test di Altdorf, Flims e Zofingen 18

3. I danni da tempesta del febbraio 1990 21 4. Dannlalboschlne/1989/nEuropa 26

(5)

Scopo del rapporto

Il presente rapporto ha lo scopo di informare sullo stato di salute del bosco svizzero e sulla sua evoluzione. Si tratta di. una base decisionale all'indirizzo delle competenti autorità politiche per · una tempestiva introduzione delle misure di lotta necessarie contro i danni ai boschi. Le informazioni sullo stato di salute del bosco sono però destinate, grazie all'azione mediatrice della stampa, anche al vasto pubblico.

(6)

Riassunto

Nel 1990 lo stato di salute del bosco svizzero è peggiorato rispetto all'anno precedente. La percentuale di alberi danneggiati con più del 25 percento di perdita di aghi o di foglie (categorie di danno 2-4) è aumentata da 12 a 17 percento. E' così stato leggermente superato il valore massimo precedentemente registrato nel 1987 (15 percento). La porzione di alberi con più di 1 O percento di perdita di aghi o di foglie (categorie di danno 1-4, compresa quindi la categoria di primo allarme) è aumentata tra il 1989 ed il 1990 da 43 a 61 percento. Confermando la tendenza degli scorsi anni, l'evoluzione si presenta analoga in entrambi i raggruppamenti delle categorie di danno (2- 4 e 1-4). Secondo un'opinione internazionalmente riconosciuta, le perdite di massa fogliare inferiori al 25 percento (categorie di danno O e 1) sono difficilmente scindibili dal normale campo di variabilità della vitalità degli alberi. Per questa ragione anche in Svizzera si pone particolare attenzione all'evoluzione nelle categorie di danno da 2 a 4.

In quattro delle cinque regioni la percentuale di alberi nelle categorie di danno da 2 a 4 è aumentata tra il 1989 ed il 1990 in maniera marcata, ma con differente intensità:

+ 12 percento al Sud delle Alpi, + 8 percento nelle Alpi e nel Giura, +4 percento nelle Prealpi. Nessun cambiamento di rilievo percontro nell'Altipiano (-1 percento). I valori massimi registrati dal 1985 ad oggi sono stati superati nel 1990 nelle Alpi (+5 percento), nelle Prealpi (+3 percento) e nel Giura (+2 percento). Nel 1990 la frequenza di alberi con più di 25 percento di trasparenza della chioma è massima al Sud delle Alpi e nelle Alpi con, in entrambi i casi, 24 punti percentuali.

I risultati dei rilievi sullo stato del bosco per mezzo delle foto aeree agli infrarossi nei comprensori boschivi di Altdorf, Flims e Zofingen hanno tendenzialmente confermato l'evoluzione dei danni registrata a corto termine nelle Grandi Regioni delle Alpi e dell'Altipiano.

Nel loro insieme sia le conifere e che le latifoglie sono toc;cate in egual misura dal pèggioramento. Tra le singole specie arboree sussistono però differenze nell'evoluzione tra il 1989 ed il 1990. La percentuale di alberi nelle categorie di danno da 2 a 4 delle due specie più frequenti nel bosco svizzero, l'abete rosso e il fàggio, è aumentata di ben 9 punti; peggioramenti si sono registrati anche nelle querce (8 percento), aceri e frassini (6 percento) e larici (4 percento). Nessun cambiamento di rilievo nei pini (-1 percento) e negli abeti bianchi (-3 percento), specie questa ormai sofferente da parecchi decenni. Nell'evo- luzione dei danni a partire dal 1985, quattro delle otto specie considerate - abete rosso, acero, frassino e

quercia - hanno raggiunto un livello massimo. A livello nazionale, quest'anno sono state raggiunte, nelle categorie di danno 1 e 2, le frequenze massime dal 1985 a questa parte. Le percentuali dì alberi nelle categorie di danno 3 e 4 (perdite di aghi o di foglie superiori al 60 percento) sono invece rimaste stazionarie rispetto agli anni prece- denti.

Sia in Svizzera che in Europa, tra il 1988 ed il 1989 lo stato di salute dei boschi è in generale rimasto stazionario. Il nuovo aumento della trasparenza delle chiome registrato nel 1990 in Svizzera non può essere spiegato sulla base dei soli elementi forniti da un'indagine estensiva di sorveglianza quale l'inventario dei danni ai boschi. Le osservazioni effettuate nelle regioni colpite dalle tempeste del febbraio 1990 hanno permesso di individuare danni alle chiome degli alberi, specialmente sulle conifere, provocati dalle violente raffiche di vento.

L'effettivo i!1flusso di questo evento calamitoso sui risultati dell'inventario dei danni ai boschi non può però essere quantificato.

Le tempeste del 27 e 28 febbraio 1990 hanno causato gravi danni nei boschi centroeuropei. A livello svizzero le utilizzazioni forzate ammontano a 4,3 milioni di metri cubi, pari al 96 percento di una normale utilizzazione annua in tutto il bosco. Le zone più danneggiate sono state le vallate delle Prealpi e delle Alpi centrali e orientali. La vivace discussione sull'opportunità di esboscare ed utilizzare il legname d'infortunio, il pericolo di attacchi da scolitidi e le tecniche di reimpianto dei boschi protettivi nelle regioni di montagna hanno aperto una serie di quesiti che dovranno essere affrontati nell'ambito di progetti di ricerca.

L'inventario svizzero dei danni ai boschi deve essere portato avanti anche a lunga scadenza. Solo periodi prolungati di osservazione permettono di ottenere indicazioni significative sui danni di origine sconosciuta e sulla variabilità naturale delle chiome. Per poter corret- tamente interpretare i fenomeni osservati è necessario un'estensione del programma di monitoraggio, proce- dendo al rilievo di diversi fattori ambientali sia sulle aree di saggio dell'inventario dei danni ai boschi che su ulteriori aree permanenti di osservazione. Attualmente sono in corso le fasi di pianificazione e di preparazione presso l'Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio e presso la Direzione Federale delle Foreste.

Fattori climatici, presenza di sostanze inquinanti nell'aria, nelle precipitazioni e nel terreno e altri fattori ambientali ancora, dovranno essere rilevati e valutati in combinazione con lo stato del bosco.

(7)

1. Risultati dell'Inventario 1990 dei danni ai boschi

Lo stato delle chiome degli alberi del bosco svizzero è peggiorato rispetto al 1989 in tutte le regioni. La percentuale di alberi con più di 25 percento di perdita di massa fogliare (categorie di danno da 2 a 4) è aumentata da 12 a 17 percento, raggiungendo così il livello massimo dall'inizio degli inventari sui danni ai boschi nel 1985. La porzione di alberi con perdite di aghi o di foglie superiori al 1 O percento ( categorie di danno da 1 a 4, compresa quindi la categoria di primo allarme) è aumentata dal 43 al 61 percento.

Tale aumento della trasparenza delle chiome è stato osservato in tutte le regioni. Le trasparenze più forti sono state registrate nelle Alpi e al Sud delle Alpi con, in entrambi i casi, il 24 percento (categorie da 2 a 4) . Nell'Altipiano, invece, le categorie di danno da 2 a 4 hanno subito una leggera flessione di 1 percento, mentre tutte le categorie, inclusa quindi la categoria di primo allarme, denotano un aumento

del 9 percento. ·

La metodologia di rilievo attuale non permette di risalire alle cause delle perdite di aghi o di foglie.

Si può però ammettere che in estese zone delle Alpi e delle Prealpi vi è stato un diretto influsso delle tempeste di febbraio sulla densità delle chiome. Su circa il 16 percento delle aree di saggio sono stati osservati alberi schiantati o stroncati dal vento.

Risultati

Situazione ed evoluzione del danno per gli alberi con diametro superiore a 12 cm

Le frequenze delle classi di perdita di massa fogliare del 5 percento costituiscono la base per la formazione delle categorie di danno dell'inventario dei danni ai boschi (figure 1 e 2). Queste distribuzioni si differenziano da

percentuali ponderate

25~ - - - -- - - - -- - - - ~

o--- - ~ ~ ~ ~ -~---.-~--~__,

O 5 1 O 15 20 25 30 35/40 45/50 55/60 >60 classi del 5 percento di perdita di aghi

Figura 1

Conifere: Distribuzione delle classi del 5 percento di perdita di aghi.

Percentuali ponderate delle conifere degli inventari dei danni ai boschi 1989 e1990.

quelle dell'inventario 1989. I massimi raggiungono, sia per le conifere che per le latifoglie, valori chiaramente più alti di quelli dell'anno precedente; si osservano più frequentemente perdite di aghi o di foglie superiori al 10 percento. Poche sono invece le variazioni per le perdite superiori al 40 percento.

percentuali ponderate

25~ - - - ~

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classi del 5 p~rcento di perdita di foglie Figura 2

Latifoglie: Distribuzione delle classi del 5 percento di perdita di foglie.

Percentuali ponderate delle latifoglie degli inventari dei danni ai boschi 1989 e1990.

(8)

1985 1986 1987 1988

conifere

48 45

52

61

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3

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3

1989 53

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3

1990 37

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2

[:=J 0-10% perdita di aghi categoria

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E ] 11-25% perdita di aghi categoria 1

!:=:=:=:=:=:=::! 26--60% perdita di ~ghi categoria 2

- > 60% perdita di aghi categorie 3 e 4 Figura 3

Raffronto tr_a le percentuali ponderate di perdita di massa fogliare1985-1990 per le conifere.

Le conifere presentano, nelle categorie di danno 1 e 2, la più alta frequenza di alberi trasparenti dall'inizio dell'inventario, nel 1985. Anche nelle latifoglie lo stato della chioma

è

nettamente peggiorato. L'evoluzione

è

qui più marcata rispetto alle conifere. Nel 1990 la distribuzione per categorie di danno rispecchia nelle grandi linee quella del 1987.

La situazione della trasparenza delle chiome di tutte le specie è influenzata dalla forte presenza delle conifere.

Le percentuali 1990, 17 percento nelle categorie di danno da 2 a 4 e del 61 percento includendo la categoria di primo allarme, rappresentano un valore massimo. Alberi con più del 60 percento di perdita di massa fogliare (categorie di danno 3 e 4) ritornano in tutti gli inventari in proporzioni praticamente invariate. Le variazioni più grandi sono riscontrabili nella categoria di primo allarme con perdite di aghi o di foglie dall'11 al 25 percento, anche se tale grado di trasparenza può rientrare nella variabilità naturale dell'aspetto delle chiome degli alberi. L'evoluzione nelle categorie di danno da 2

a

4 ha un andamento simile a quello della categoria di primo allarme.

latlfoglle

19851 71

19861 55

19871 43 1:::rn::1?•:::::

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19881 67

19891 68

1990

I

45

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1

[:=J 0-10% perdita di foglie categoria O

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:·:I 11-25% perdita di foglie categoria 1

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- > 60% perdita di foglie categorie 3 e 4

Figura 4

Raffronto tra le percentuali ponderate di perdita di massa fogllare1985-1990 per le latifoglie.

1985 1986 1987 1988 1989 1990

tutte le specie

64 50 44

57 57 39

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2

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11-25% perdita di aghi/foglie categoria 1

t:::::::::::a 26--60% perdita di aghi/foglie categoria 2

- > 60% perdita di aghi/foglie categorie 3 e 4

Figura 5

Raffronto tra le percentuali ponderate di perdita di massa fogllare1985-1990 per tutte le specie.

(9)

Singole specie

Le percentuali di abeti rossi nelle categorie di danno da 2 a 4 sono salite rispettivamente da 11 a 20 percento e da 43 a 63 percento includendo la categoria di primo allarme.

Quale specie più importante e rappresentata nel bosco svizzero, l'abete rosso influenza il risultato globale dell'inventario ed è soprattutto decisiva per la situazione delle conifere.

L'abete bianco ha fatto registrare da una parte un lievo miglioramento da 23 a 20 percento nelle categorie da 2 a 4, mentre dall'altra, includendo nella valutazione la categoria di primo allarme, un leggero peggioramento da

0

abete rosso

1905

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1986 1987 1988 1989 1990

o

1985 1986 1987 1988 1989 1990

50

L ::: - :-:--::.: 3~:: ·:··· M3~JI

2

abete bianco

60 47 39

51 42 38

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11-25% perdita di aghi categoria 1

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- > 60% perdita di aghi categorie 3 e 4

Figure 6-9

58 a 62 percento. L'abete bianco è così l'unica specie arborea che mantiene costante lo stato delle proprie chiome.

Il pino silvestre resta la specie arborea con il peggior stato della chioma con una percentuale del 76 percento, inclusa la categoria di primo allarme, anche se le frequenze nelle categorie di danno da 2 a 4 sono rimaste invariate (27 percento).

Lo stato delle chiome del larice è peggiorato. La proporzione delle categorie di danno da 2 a 4 è aumentata da 1 O a 14 percento. Nella categoria di primo allarme è stato registrato un marcato aumento di 14 percento.

O

pino silvestre 1985

1986 1987

35

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5

34

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4

30

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1988 37

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6

1989 35

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6

199o 24

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5

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larice

1985 1986 1987 1988 1989 1990

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5

47

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[=:J 0-10% perdita di aghi categoria O C ) 11-25% perdita di aghi categoria 1

f=============I 26-60% perdita di aghi categoria 2

- > 60% perdita di aghi categorie 3_ e 4

Raffronto tra le percentuali ponderate di perdita di aghi 1985-1990 per abete rosso, abete bianco, pino silvestre e larice.

8

(10)

La percentuale di faggio nelle categorie di danno da 2 a 4 è aumentata da 4 a 13 percento. Quale latifoglia più importante, il faggio contribuisce in maniera determinante al risultato delle latifoglie.

La quercia si è sempre rilevata, in tutti gli inventari fin qui eseguiti, la latifoglia con il peggior stato della chioma. La proporzione delle categorie di danno da 2 a 4 ha fatto registrare un forte aumento. Includendo la categoria di primo allarme, le perdite fogliari risultano essere molto più frequenti rispetto agli inventari precedenti.

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faggio

1985 69

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1

1986 52

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1987 41

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1988 65

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1909 68 [/ •. ; ;:::/ ~:~

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1990 43

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1

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1985 1986 1987 1988 1989 1990

37

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2

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1

56

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0-10% perdita di foglie categoria O

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(::§::::::::j 26-60% perdita di foglie categoria 2 - > 60% perdita di foglie categorie 3 e 4

Figure 10-13

Aceri e frassini denotano un forte aumento delle frequenze nelle categorie di dan1101 e 2. Rispetto all'anno precedente, si registrano incrementi sia nelle categorie da 2 a 4 sia in considerazione della categoria di primo allarme.

L'evoluzione dal 1989 al 1990 delle otto specie principali sopra descritte denota un'evidente ed uniforme tendenza al peggioramento dello stato delle chiome.

Cf)

acero

1

1985 1 a6

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11

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2

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1989 .__I _ _ _ _ 10 _ _ _ _ ..._V_>:._i$_:::~,u 1 1990 . _ _ I __51 _ _ ... [/~( ·:·:""""-:· : ... ·:··4 ...

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frassino

1985

1986 57

1987 50

1988 1989

1990 49

77

75 76

C=:J

0-10% perdita di foglie categoria O i:::::::j 11-25% perdita di foglie categoria 1

E:=:=:=:====:=I 26-60% perdita di foglie categoria 2

- > 60% perdita di foglie categorie 3 e 4

Raffronto tra le percentuali ponderate di perdita di foglie 1985-1990 per faggio, quercia, acero e frassino.

(11)

Evoluzione nazionale e regionale del danni

L'evoluzione dello stato delle chiome per l'insieme della Svizzera si riflette in un aumento da 12 a 17 percento nelle frequenze delle categorie di danno da 2 a 4 e da 43 a 61 percento se si include anche la categoria di primo allarme.

Al miglioramento dello stato delle chiome dopo il 1987 e alla seguente stagnazione succede ora un'inversione di tendenza. Balza all'occhio la similitudine dell'evoluzione nelle categorie di danno da 2 a 4 negli alberi con più di 25 percento di perdita e nelle categorie di danno da 1 a 4, vale a dire alberi con più di 1 O percento di perdita.

Nel Giura, ai due anni consecutivi di miglioramento, ha fatto seguito un massiccio aumento della trasparenza delle chiome. Questo sia nelle categorie di danno da 2 a 4 che in con~iderazione della categoria di primo allarme, caso in cui è stato registrato un nuovo massimo.

Nell'Altipiano le perdite di massa fogliare sono leggermente diminuite nelle categorie di danno da 2 a 4.

La proporzione di alberi trasparenti è invece aumentata

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nelle categorie di danno da 1 a 4. Trattasi dell'unica regione in cui l'evoluzione dei diversi raggruppamenti di categ_orie da 2 a 4 e da 1 a 4 seguono un andamento contrapposto.

Nelle Prealpi, dopo un miglioramento e la susse- guente stagnazione, è di nuovo stato osservato un considerevole peggioramento delle chiome. La quota di alberi con chiome trasparenti, compresa la categoria di primo allarme, è ritornata ai livelli del 1987.

Nelle Alpi, dopo che la situazione era rimasta praticamente invariata per alcuni anni, si è ora assistito ad un peggioramento dello stato delle chiome. Tale aumento è stato registrato sia nelle categorie di danno da 2 a 4, che in considerazione della categoria di primo allarme. Anche per questa regione è stato raggiunto un massimo assoluto.

A Sud. delle Alpi le percentuali nelle categorie di danno da 2 a 4 sono raddoppiate. L'aumento delle frequenze di chiome trasparenti nelle categorie di danno da 1 a 4

è

qui degno di nota ed

è

di molto superiore ai risultati delle indagini precedenti.

61

40--f--'--,:,.,....,...ii-,.,...,.,....~...-.--..;..-...----... -;.,.,.,.,.._ ... ~

- - - alberi con una perdita di massa fogliare dall'11 al 100% (categorie 1-4) - - - alberi con una perdita di massa fogliare dal 26 al 100% (categorie 2-4)

Figura 14

Percentuali ponderate di alberi danneggiati 1985-1990.

10

(12)

Giura valori percentuali

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1985 1986 1987 1988 1989 1990

Altipiano valori. percentuali

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30

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1985 1986 1987 1988 1989 1990

Prealpi

valori percentuali

~

7 0 . . . . - - - . - - - - , 1 - - - , 60 + - - - + - - -57---,f----~--57 50 ---~~

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2

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1985 1986 1987 1988 1989 1990

Figure 15-19

Alpi

valori percentuali 72

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60

50

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1985 1986 1987 1988

0

Sud delle Alpi

valori percentuali 7 0 - - - - 60

50-t":H~-nm~ -"'"""ITT"'"'""'~ =

1986 1987 1988

1989 1990

1989 1990

alberi con una perdita di massa fogliare da11'11 al 100%

(categorie 1-4)

- alberi con una perdita di massa fogliare dal 26 al 100%

(categorie 2-4)

Percentuali ponderate di alberi danneggiati nelle regioni Giura, Altipiano, Prealpi, Alpi e Sud delle Alpi negli ann/1985-1990.

(13)

Nell'ambito dell'inventario dei danni, oltre alla classica suddivisione del territorio forestale svizzero in grandi regioni, viene praticata anche una distinzione tra regioni di montagna

e

non, sulla base di una semplice definizione.

Un'area di saggio viene attribuita alle «regioni di montagna»

allorché si situa oltre i 900 m s.l.m. di altitudine o si trova in pendii con più del 40 percento di acclività. Le «regioni di montagna» così definite comprendono gran parte del Giura occidentale, parte delle Prealpi, le Alpi e il Sud delle Alpi, escluse le zone inferiori delle principali vallate alpine.

Nelle regioni di montagna, come d'altronde nelle rispettive Grandi Regioni, è stato registrato un forte au- mento di perdite di massa fogliare in corrispondenza delle categorie da 2 a 4.

Figure 20 e 21

Nelle regioni restanti, l'evoluzione della trasparenza delle chiome si traduce in un aumento sia nelle categorie di danno da 2

a

4 che nell'ambito della categoria di primo allarme. Degno di nota è l'andamento analogo delle frequenze in entrambi i raggruppamenti delle categorie di danno.

L'evoluzione a livello nazionale e regionale dello stato delle chiome denota tendenze unitarie sia per le perdite di massa fogliare superiori al 25 percento (categorie di danno çfa 2 a 4) che per quelle superiori al 1 O percento (inclusa la categoria di primo allarme). Le percentuali di alberi con chiomé trasparenti hanno raggiunto in tutte le regioni, ad eccezione dell'Altipiano, un nuovo valore massimo, rispetto gli inventari dei danni dal 1985 al 1989.

regioni restanti

valori percentuali

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40-+---=;~~;:....,.,;,,+;~-=----+---

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1985 1986

1987 1988 1989 1990

regioni di montagna

- - - alberi con una perdita di massa fogliare dall'11. al 100%

(categorie 1--4)

- - - alberi con una perdita di massa fogliare dal 26 al 100%

(categorie 2--4)

Percentuali ponderate di alberi danneggiati nelle regioni di montagna e nelle regioni restanti negli anni 1985-1990.

12

(14)

numero di alberi in percento 100

75 50

25

o

O 5 1 O 15 20 25 30 35/40 45/50 55/60 65-95 classi di perdita di massa fogliare del 5 percento

(situazione di riferimento: 1989)

lii

peggiorato ~ stazionario ~ migliorato

Figura 22

Evoluzione delle perdite di foglie e di aghi dei singoli alberi 1989-1990, percentuali non ponderate.

Evoluzione del danni sul slngoll alberi dal 1989

L'evoluzione dei danni sui singoli alberi è stata calcolata in base alla valutazione delle perdite fogliari dei 7304 alberi inventariati sia nel 1989 che nel 1990. Lo stato di salute è stato considerato cambiato a partire da una differenza del 1 O percento nella valutazione delle perdite fogliari.

La rappresentazione dell'evoluzione delle perdite fogliari sui singoli alberi rivela come sia senz'altro possibile un miglioramento anche negli alberi con la chioma molto trasparente. Nella maggior parte dei casi gli alberi rimangono stazionari mentre la maggior parte dei peg- gioramenti sono awenuti in alberi con perdite di massa fogliare inferiori a 25 percento.

Rispetto al 1989, il 53 percento degli alberi non denota nessun cambiamento di rilievo ed il 37 percento presenta una chioma molto più trasparente. Malgrado il peggioramento generale, il 1 O percento degli alberi ha fatto registrare un miglioramento. La maggior percentuale di alberi peggiorati ha quindi influenzato il risultato globale dell'inventario.

Malgrado la marcata tendenza del 1990, le chiome degli alberi possono presentare anche dei miglioramenti.

La rappresentazione dell'evoluzione delle perdite fogliari indica come la maggior parte delle chiome che sono peggiorate non presentavano trasparenze della chioma nel corso del 1989; tali alberi compaiono quindi per la prima volta nel 1990 nelle categorie di danno da 1 a 4.

Circa un quarto degli alberi che nel 1989 denotavano perdite di massa fogliare tra il 15 ed il 25 percento sono ulteriormente peggiorate e rientrano nel 1990 nelle categorie di danno da 2

a

4. Una frazione relativamente piccola di alberi della categoria di primo allarme è migliorata e si trova nel 1990 tra gli alberi valutati privi di danno. Le

percentuali di alberi in ripresa è più alta nelle classi di perdita superiori, anche se in questi casi l'interpretazione è resa difficoltosa dal ridotto numero di alberi.

Perdite di aghi e di foglie dovute a cause conosciute

Vuoti nella chioma dovuti a cause conosciute vengono registrati separatamente, in modo da permettere un'analisi più differenziata dello stato del bosco.

Il 33 percento degli alberi ha accusato trasparenze alle chiome di origine conosciuta. Nel 13 percento dei casi si è trattato palesemente di perdite dovute al forte vento.

Per il 7 percento degli alberi le perdite di massa fogliare sono per lo più dovute agli effetti della loro sottoposizione sociale. Ben il 7 percento degli alberi denota una forte copertura di licheni sui rami. Tutti questi influssi di origine conosciuta sono esclusi dai risultati dell'inventario dei danni ai boschi.

Danni da tempesta

Gli eventi tempestosi del mese di febbraio 1990 hanno avuto importanti conseguenze per il bosco svizzero, effetti che vanno al di là dei meri quantitativi di legname abbattuto dal vento. Gli alberi rimasti in piedi, specialmente le conifere, hanno subito perdite importanti sia a livello di rametti fini che di massa fogliare, a causa delle forti raffiche di vento. Nelle zone maggiormente colpite dalle tempeste di febbraio, il terreno si presentava coperto di gemme, di aghi e di ramaglia più o meno grossa. In queste regioni il maltempo ha avuto un effetto diretto sulla densità delle chiome.

Tale fenomeno non può però essere quantificato in termini di perdita di aghi o di foglie, tanto più che gli effetti degli eventi tempestosi sono raramente distinguibili dalle perdite di aghi e di foglie di origine sconosciuta. Un'indagine specifica sui danni da tempesta, eseguita nelle aree di saggio dell'inventario dei danni ai boschi, ha dato il seguente esito:

Numero di aree di saggio con danni da tempesta

rilevate in totale su di un reticolo 688 saggio di 4

x

4 km

- senza danni da tempesta 580

-con singoli alberi schiantati o stroncati su di una superficie di 50 x 50 m attorno

al centro dell'area 103

-singoli alberi schiantati o stroncati

all'interno dell'area di saggio 42 - con danni su intere superfici < 50 % 14

>50% 8

- con danni totali (tutti gli alberi all'interno dell'area e più del 90 % degli alberi su una superficie di 50 x 50 m schiantati o stroncati) 4

(15)

Danni da tempesta sug/1 alberi campione dell'Inventarlo del danni al boschi

Alberi osservati in totale

numero di alberi schiantati o stroncati

dalla tempesta 116

di cui

abeti rossi 95

abeti bianchi 7

larici 2

cembri 1

faggi 10

sorbo degli uccellatori 1

8333

=

100%

=

82%

=

6%

=

2%

=

1%

=

8%

=

1%

Gli alberi campione schiantati o stroncati dalla tempesta rappresentano l'1,4 percento di tutti gli alberi valutati.

Scopi dell'inventario dei danni ai boschi - prospettive future

L'inventario Sanasilva dei danni ai boschi è concepito quale strumento di controllo dello stato di salute del bosco e della sua evoluzione su grandi superfici. Ogni anno si procede alla valutazione dello stato della chioma di alberi- campione scelti in modo rappresentativo in tutto il bosco svizzero. L'inventario dei danni ai boschi, integrato nell'In- ventario Forestale Nazionale (IFN), è in grado di fornire indicazioni per la Svizzera nel suo insieme e per le regioni Giura, Altipiano, Prealpi, Alpi e Sud delle Alpi. Lo stato del bosco svizzero è presentato anche a livello delle principali specie arboree e delle varie classi di perdita fogliare.

Non possono per contro essere fornite indicazioni attendibili per unità territoriali più ristrette ed in particolare per i cantoni. Il reticolo di campionamento è troppo scarso anche per la valutazione della situazione su scala locale.

Conformemente agli scopi prefissati, nell'ambito dell'in- ventario dei danni ai boschi non ci si occupa della ricerca sulle cause. Questa lacuna dovrà essere colmata in futuro attraverso l'estensione e l'intensificazione dell'in- ventario attuale. Fattori climatici, presenza di sostanze inquinanti nell'aria, nelle precipitazioni e nel terreno a altri fattori ambientali ancora, dovranno essere rilevati e valutati in combinazione con lo stato del bosco. Anche la ripro- ducibilità delle valutazioni delle chiome degli alberi deve essere migliorata attraverso la ripetizione dei rilievi.

E' necessario proseguire nell'esecuzione degli inventari dei danni ai boschi: solo prolungati periodi di osservazione permettono di ottenere indicazioni signi- ficative sui danni di origine sconosciuta e sulla variabilità naturale delle chiome. Un valido inventario dei danni ai boschi non può prescindere da un adeguato ampliamento del catalogo di dati da rilevare.

14

Metodi

Indagine campionarla

L'inventario dei danni ai boschi è un rilievo per campionamento che viene organizzato ed eseguito annualmente dalla Sezione Inventario Forestale Nazionale dell'Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio (FNP). Il reticolo inventariale coincide con una parte dei saggi dell'Inventario Forestale Nazionale IFN (maglia quadrata di 1 x 1 km). Nell'Inventario dei danni ai boschi viene rilevato solo ogni sedicesimo assaggio dell'IFN distribuito su una maglia quadrata di 4x4 km.

Le aree di saggio constano di due cerchi concentrici di 500 m2, rispettivamente di 200 m2• Nel cerchio di area minore sono rilevati gli alberi con diametro superiore ai 12 cm a petto d'uomo (1,3 m da terra), nel cerchio più grande quelli con diametro superiore a 35 cm. Gli alberi così rilevati permettono di ottenere risultati rappresentativi per il bosco svizzero nel suo insieme e per sottounità quali regioni o alcune specie più frequenti.

L'applicazione di questo criterio di scelta ha fornito per l'inventario 1989 dei danni ai boschi il seguente volume di dati:

Volume del dati

Numero totale di aree di saggio 766

di cui accessibili e rilevate 688

Numero di alberi osservati

totale a partire da 12 cm di diametro 8333

di cui conifere 5357

di cui latifoglie 2976

per ogni specie

abete rosso 3533

abete bianco 930

pino silvestre 371

larice 382

altre conifere 141

faggio 1522

acero 280

frassino 262

quercia 127

altre latifoglie 785

Rilievo del bosco giovane

Nel 1990 si è rinunciato ad un rilievo del bosco giovane.

Dal 1985 al 1989 sono stati effettuati rilievi sullo stato di salute del bosco giovane in circa 170-180 aree di saggio dove il bosco giovane rappresentava il soprassuolo principale o dove la struttura di età era mista. Le osservazioni di cinque anni hanno permesso di constatare come il bosco giovane, in generale, possa essere considerato in buone condizioni di salute e che in nessun caso, neanche a livello locale, si sono manifestati gravi danni di origine sconosciuta.

(16)

I problemi più grossi per il bosco giovane sono causati da danni di origine conosciuta, come ha potuto essere constatato in 30 fino al 50 percento degli alberi valutati.

Localmente, i danni da selvaggina, i danni da insetti o da funghi possono assumere un'importanza estrema per la soprawivenza dei giovani soprassuoli. Danni di origine sconosciuta sono stati registrati solo sull'1 fino al 3 percento degli alberelli del bosco giovane.

Ponderazione del valorl del slngoll alberl

Sulla base dei dati rilevati sui singoli alberi vengono determinate diverse distribuzioni percentuali. Per il calcolo di queste percentuali ogni albero viene ponderato per il quadrato del suo diametro. Così facendo, agli alberi di grosse dimensioni è dato più peso che agli alberi sottili.

Questa ponderazione è giustificata dalla maggiore superficie occupata dagli alberi più grossi e dalla loro funzione fondamentale per la stabilità del bosco.

Rilievi In bosco

Le 688 aree di saggio accessibili, con più di 8000 alberi- campione da valutare, sono state inventariate da sei squadre di due operatori durante il periodo dal 12 luglio al 30 agosto 1990. Ogni albero del campione è (o viene) identificato in modo da poterne seguire l'evoluzione anche nel corso degli inventari successivi. Gli operatori, appositamente istruiti, dispongono di serie fotografiche di riferimento per la stima delle perdite di aghi e di foglie secondo classi del 5 percento. Ogni chioma di albero è valutata con l'ausilio di un binocolo, a partire da una direzione prefissata che deve rimanere invariata negli anni.

Oltre alla perdita di aghi e di foglie vèngono rilevate anche diverse, altre caratteristiche che contribuiscono a caratterizzare la struttura del bosco e le condizioni di crescita. Per una valutazione differenziata dell'evoluzione dei danni, riveste importanza anche il rilievo dei danni dovuti a cause conosciute, come ad esempio la raccolta del legname, i danni da selvaggina, le infestazioni parassitarie, gli attacchi fungini e i danni da neve, da vento, da caduta sassi, ecc.

Rappresentatività delle aree di saggio

Tutte le aree di saggio dell'inventario dei danni ai boschi sono state rilevate la prima volta nell'ambito dell'Inventario Forestale Nazionale (IFN) svizzero. Delle circa 11 000 aree di saggio dell'IFN sono state scelte nel 1985 un totale di 766 aree per il rilievo dei danni ai boschi. Circa un terzo dei cantoni utilizzano lo stesso impianto campionario per effettuare inventari dei danni ai boschi su reticoli più densi.

Alcune aree di saggio, su cui si effettuano anche i rilievi di controllo, vengono visitate fino a quattro volte ogni anno, ciò che lascia naturalmente anche delle tracce. Le aree di saggio sono inoltre situate sui punti nodali del reticolo chilometrico delle carte topografiche e sono facilmente reperibili sul terreno, anche senza il ricorso a strumenti di

Raffronto della distribuzione delle categorie di danno tra le aree di saggio permanenti dell'inventario dei danni e le 99 aree di saggio supplementari

aree di saggio aree di saggio permanenti supplementari n

=

688 n

=

99

categoria numero % numero %

di danno alberi alberi

categoria O 3479 44,3 416 39,2

categoria 1 3093 39,4 469 44,3

categoria 2 1031 13, 1 134 12,7

categoria 3 33 0,4 9 0,9

categoria 4 218 2,8 31 2,9

totale* 7854 100,0 1059 100,0

*solo alberi valutabili

misurazione, perchè demarcate con colori. Non si può quindi escludere a priori una localizzazione delle aree di saggio da parte dei servizi forestali locali, con conseguente modifica, anche involontaria, della normale gestione del bosco.

Per questo motivo, nel 1990 per la prima volta, si è deciso di procedere ad una verifica della rappresentatività delle aree di saggio, rilevando 99 aree di saggio supplementari (per un totale di 1059 alberi). Queste nuove aree ~ano state scelte casualmente sul reticolo di 1x1 km dell'IFN. In ogni regione il numero delle nuove aree di saggio cctemporanee" è stato fissato in pro- porzione al numero di aree dell'Inventario vero e proprio.

Quale prima verifica si è proceduto al raffronto delle frequenze di distribuzione delle caratteristiche a livello di singole specie e di aree di saggio (specie presenti, stadio di sviluppo) tra i dati del campione su 4x4 km e le 99 aree supplementari. Anche la valutazione della vitalità delle chiome dei singoli alberi del reticolo permanente e •di quello temporaneo è stata effettuata basandosi sul con- fronto della distribuzione delle frequenze: la distribuzione delle perdite di aghi o di foglie nelle 688 aree di saggio permanenti si discosta solo in modo insignificante da quella delle 99 aree temporanee. Sulla base di questi dati si può quindi concludere che gli alberi-campione e le aree di saggio valutati ormai per la sesta volta nell'ambito dell'inventario dei danni, forniscono indicazioni rap- presentative sullo stato di salute del bosco svizzero.

Stima delle perdite di aghi e di foglie

La stima della perdita di massa fogliare costituisce il criterio più importante e attualmente anche l'unico praticabile per la valutare lo stato di salute della chioma di un albero nell'ambito degli inventari dei danni ai boschi a livello europeo. Dal 1986 è disponibile e si utilizza quale mezzo ausiliario nella stima delle perdite di massa fogliare la raccolta di foto a colori

cela

chiome degli alberi», dell'Istituto Federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio, FNP, Birmensdorf. Le illustrazioni vengono

(17)

utilizzate dall'operatore quale standard di riferimento durante la valutazione della chioma di un albero.

Nella collezione sono contenute le serie fotografiche di 6 conifere (abete rosso, abete bianco, pino silvestre, larice, pino cembro e pino montano) e di 8 latifoglie (faggio, quercia, frassino, acero montano, tiglio, olmo, betulla e castagno). Di ogni specie sono proposte 4 foto a colori con diversi gradi di perdita fogliare da

o

all'85 percento. Per l'abete rosso sono inoltre proposti tre biotipi diversi (il tipo a pettine, iltipoaspazzolae il tipo appiattito);

per l'abete bianco ed il larice sono presentati due fenotipi differenti: quello normale e quello di montagna.

La

trasparenza della chioma viene dapprima valutata nel suo insieme. Se nella chioma esistono dei danni riconducibili a cause note, viene stimata la loro parteci- pazione alle perdite totali di aghi o di foglie. I risultati degli inventari dei danni riguardano unicamente perdite di aghi o di foglie di causa sconosciuta.

Definizione delle categorie di danno

Le squadre di rilevamento stimano le perdite di aghi e di foglie in classi di danno a gradazione del 5 percento, classi che vengono in seguito riunite in cinque categorie di danno. Queste categorie sono state definite a livello internazionale in base alle direttive ECE, in modo da permettere dei confronti tra i vari inventari nazionali europei.

Problematica della soglia di danno

Le classi di perdita di aghi o foglie del 15, 20, 25 percento sono considerate, a partire dal 1989 ed in rispetto delle convenzioni internazionali, come «categoria di primo allarme». li grado totale di danneggiamento, sia a livello nazionale che regionale, è rappresentato dalla percentuale di alberi con perdite di massa fogliare superiore al 25 percento. Si garantisce cosl la comparabilità dei dati a livello internazionale.

La

contemporanea rappresentazione dei risultati per i raggruppamenti delle categorie di danno da 1 a 4 e da 2 a 4 permette il confronto dei risultati con gli inventari dei danni degli anni precedenti. ·

La

soglia di danno effettiva, dipendente dalla stazione e dalla specie arborea, resta ancora sconosciuta. L'analisi dell'evoluzione dei singoli alberi ha però dimostrato che perdite di aghi o di foglie uguali o Inferiori al 25 percento possono rientrare nella variabilità naturale della chioma.

Influssi casuali e sistematici sui risultati dell'inventarlo

La

precisione dei dati percentuali di ogni categoria, ottenuti ponderando le perdite di massa fogliare per il quadrato del diametro a petto d'uomo degli alberi corrispondenti, è espressa sotto forma di «errore standard semplice». Tale caratteristica dipende dal numero di alberi o di aree di saggio osservate e dalla variazione all'interno di una unità di interpretazione. L'errore standard semplice sarà tanto più piccolo quanto più numerosi ed omogenei saranno i dati del campione. Unità di interpretazione poco

16

Denominazione delle categorie di danno a partire dalle stime delle perdite fogllarl del singoli alberi In classi del 5 percento

perdita di massa designazione categoria fogliare in percento

0-10 senza danno

o

11-25 primo allarme 1

(leggermente danneggiato)

26--60 mediamente

danneggiato 2

~

>60 fortemente

danneggiato• 3

100 morto 4

rappresentate sono di regola accompagnate da errori di stima alti. Gli errori di stima per tutti gli alberi nelle categorie O e 1 è di 1 percento ed aumenta per le unità di interpre- tazione latifoglie, rispettivamente conifere a 2 percento.

Gli errori di stima per le specie più rappresentate abete rosso, abete bianco e faggio sono 3 percento e per le specie più rare da 4 a 6 percento.

L'inventario dei danni ai boschi si basa sulla valutazione dello stato della chioma. Malgrado un'accurata istruzione degli operatori, è praticamente impossibile liberare tale valutazione da influssi soggettivi. Una squadra di operatori ha pertanto effettuato rilievi di controllo valutando una seconda volta 96 aree di assaggio per un totale di 811 alberi. In media i rilievi della prima tornata sono del 5, 7 percento superiori al controllo, con una deviazione standard del 10,2 percento. A differenza degli inventari precedenti, quest'anno si sono registrate grosse differenze tra i gruppi.

percentuali ponderate

70.---.

6 0 + - - - P . ~ - - - . . . f 5 0 + - - - - W ; . . < A - - - ~ 40+---v.<"44--

30 20 10

o

0-10% 11-25% 28-60%

perdita di aghi/foglie

>60%

• rilievo ordinario ~ rilievo di controllo Figura 23

Raffronto tra I rlsuitatl degli assaggi sottoposti a controllo.

(18)

Tali risultati mettono in rilievo il problema della stima delle perdite di aghi o di foglie. Queste differenze relativamente.grosse evidenziano l'insicurazza nella stima della trasparenza delle chiome in riferimento ad un presunto aspetto ideale della chioma. Malgrado il buon livello di preparazione degli operatori, gli influssi soggettivi e le condizioni di rilievo al momento della valutazione giocano un ruolo importante. L'esperienza dimostra inoltre che anche le dipendenze interne tra le varie aree di saggio non possono essere eliminate: le valutazioni in un'area di saggio vengono in altre parole influenzate dalla situazione riscontrata nell'area precedente.

Confronto tra le frequenze ponderate degli alberi ut/1/zzatl durante Il periodo ·tra g/1 Inventari 1989 e 1990 e la situazione del 1989 secondo le categorie di danno.

categoria o 1 2-4 numero

di alberi valutati

utilizzazioni 89/90 40 37 23 240

stato 89 57 31 12 7894

Influsso delle utillzzazlonl sullo stato del bosco Il confronto delle frequenze di distribuzione nelle categorie di danno tra la situazione complessiva nel 1989 e gli alberi

utilizzati nella stagione 1989/90 evidenzia la maggior presenza nella categoria di primo allarme e nelle categorie di danno da 2 a 4 degli alberi utilizzati. Si può quindi concludere che le utilizzazioni coinvolgono più spesso gli alberi più trasparenti. L'esiguo numero di osservazioni impedisce ogni ulteriore analisi degli alberi utilizzati. ·

Metodi e confrontabilità degli Inventari del danni al boschi 1983-1990

anno metodo di rilievo volume dei dati risultati dell'inventario

perdite di perdite di

aghi/foglie > 10% aghi/foglie > 25%

-1983 inchiesta presso i forestali di sezione 1429 moduli d'inchiesta 14% degli alberi malaticci,

non paragonabile con gli inventari malati, morenti o morti

1984-1990

1984 aree di saggio a grappoli nel bosco 371 unità campionarie, 34% 8%

pubblico accessibile (48% della super- 26927 alberi ficie boschiva della Svizzera),

non paragonabile con gli inventari 1985-1990

1985 ripetizione del campionamento sulle 361 unità campionarie, 34% 5%

aree di saggio a grappolo del. 1984, 25467 alberi non paragonabile con gli inventari

1985-1990

1985 aree di saggio singole IFN; primo inven- 766 aree di saggio, 36% 8%

tario in tutto il bosco svizzero 8065 alberi

1986 aree di saggio singole IFN; secondo 766 aree di saggio, 50% 13%

inventario in tutto il bosco svizzero, 8059 alberi prime indicazioni sull'evoluzione dei

danni in tutto il bosco

1987 aree di saggio singole IFN; terzo inven- 766 aree di saggio, 56% 15%

tario in tutto il bosco svizzero 8068 alberi

1988 aree di saggio singole IFN; quarto 766 aree di saggio, 43% 12%

inventario in tutto il bosco svizzero 8175 alberi

1989 aree di saggio singole IFN; quinto 766 aree di saggio, 43% 12%

inventario in tutto il bosco svizzero 8304 alberi

1990 aree di saggio singole IFN; sesto inven- 766 aree di saggio, 61% 17%

tario in tutto il bosco svizzero, condizioni 8333 alberi di rilievo difficoltose

(19)

2. Evoluzione locale dei danni ai boschi

nelle regioni-test di Altdorf, Flims e Zofingen

L'analisi comparata tra le foto aeree all'infrarosso del 1990 e quelle dell'anno precedente indica che il numero di alberi il cui stato è peggiorato è chiaramente superiore a quello registrato nel periodo tra il 1988 e il 1989. A Zofingen il peggioramento è risultato inferiore a quello del periodo precedente.

Quest'anno si sono comunque registrati anche alcuni miglioramenti. Nella maggior parte degli oltre 1600 alberi analizzati non si sono tuttavia denotati cambiamenti consistenti. I risultati confermano come localmente l'evoluzione dello stato delle chiome possa awenire in modo differenziato.

Procedimento

Il procedimento adottato per valutare l'evoluzione della vitalità degli alberi è rimasto invariato dal 1985, anno in cui sono iniziate tali ricerche. Esso è basato sull'analisi comparativa di foto aeree agli infrarossi. Grazie a queste pellicole le tonalità cromatiche riflesse dalla massa fogliare verde, variabili a seconda della vitalità degli alberi, vengono rese visibili all'occhio umano nello spettro dei colori Infrarossi. Per garantire una sicura identificazione dei singoli alberi, le coppie di immagini stereografiche vengono analizzate fotogrammetricamente ogni anno.

Evoluzione della vitalità delle chiome nelle singole regioni studiate

Il peggioramento registrato quest'anno ad Altdorf è stato Il più consistente dall'inizio delle ricerche. Lo stato di salute è peggiorato sul 21,4 percento dei 435 alberi

analizzati e migliorato solamente sullo 0,2 percento. La positiva tendenza del periodo 1987/88, con un miglio- ramento di 5 punti percentuali, non ha potuto essere confermata né lo scorso, né quest'anno. L'entità del peggioramento di quest'anno è doppia rispetto a quella registrata lo scorso anno.

· In seguito a un diradamento e ad alcune utilizzazioni forzate, il numero di alberi analizzati è diminuito del 5,3 percento rispetto allo scorso anno. Le tempeste dello scorso inverno hanno provocato forti danni nella fascia posta al di sopra del perimetro esaminato, a quote superiori ai 1200 m.

Il soprassuolo esaminato, situato nella faura di Alt- dorf, è composto da perticaie dense e da fustaie mature piuttosto aperte. Il grado di mescolanza è il seguente:

conifere per il 70 percento {abeti rossi e bianchi, pini isolati) e latifoglie per il 30 percento {faggi con alcuni frassini ed aceri). •

Nei boschi di Flims le analisi di quest'anno hanno evidenziato un peggioramento dello stato di salute sul 5,0

Raffronto delle foto aeree del 1990 e dell'anno precedente zona numero di alberi numero di alberi evoluzione in percento

analizzati tagliati

migliorati stazionari peggiorati tagliati

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Altdorf 259 176 435 20 3 23

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76 69 73 16 29 21 8 2 6

Flims 571 31 602 3

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-

95 94 95 5 3 5

- - -

Zofingen i77 393 570 21 14 35 1 3 2 78 83 82 9 10 10 12 4 6

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Figura 24

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Evoluzione del danni nelle regioni test di Altdorf, Fllms e Zoflngen.

Percentuale di alberi il cui stato di salute è migliorato o peggiorato in base al confronto delle foto di questo e dello scorso anno. Dallo scorso anno in tutte e tre le stazioni si sono verificati peggioramenti evidenti e miglioramenti di lieve entità. Sull'arco qi un periodo relativamente breve come quello di sei anni durante i quali si sono eseguite le valutazioni, le tendenze osservate risultano alquanto differenziate.

percento dei 618 alberi campione. Questa percentuale è superiore a quella registrata nei due anni precedenti.

Durante l'indagine non si sono praticamente trovati alberi il cui stato è migliorato rispetto allo scorso anno.

Durante l'anno precedente il rilievo fotografico non vi sono praticamente state utilizzazioni forestali.

Nella zona di Uaul-Zupau interessata dalle analisi, i boschi sono composti da fustaie giovani e da fustaie adulte accompagnate da singoli alberi di grosse dimensioni. Le specie conifere, specialmente abeti rossi e bianchi, larici e pochi pini, sono dominanti con una

Figura 25

Modifiche su singoli alberi chiaramente visib/11 1989: Abete bianco nello Steinbruchwald di Zofingen. Lo scorso inverno le cacciate più recenti della parte superiore della chioma sono state danneggiate a seguito di una proliferazione di tortrici dell'abete bianco Cacoecia muriniana.

presenza di oltre il 90 percento. I faggi rappresentano poco meno del 1 O percento. Le chiome hanno una copertura da aperta a rada. Nelle zone con condizioni di luce favorevoli il ringiovanimento è abbondante.

Nei boschi di Zofingen la situazione è simile a quella dello scqrso anno. Dei 570 alberi esaminati il 9,8 percento

è

peggiorato. Rispetto all'anno precedente, durante il quale non vi sono stati miglioramenti, nel periodo 1989/90 si è registrato un miglioramento sul 2,3 peréento degli alberi. A partire dal periodo 1985/86 la percentuale di alberi che sono peggiorati è rimasta più o meno costante.

Figura 26

1990: Crollo demografico della popolazione di tortrici. Gli aghi danneggiati sono caduti. Grazie alle nuove cacciate l'albero ha potuto riprendersi. La chioma non presenta comunque ancora la struttura appiattita tipica degli alberi sani.

(21)

Figura 27

1989: Trasparenza della chioma dovuta a cause sconosciute su un abete rosso nello Steinbruchwald di Zofingen. La struttura e la tessitura della chioma nonché la messa a nudo dei rami sono sintomi di una consistente perdita di aghi.

Il 6, 1 percento degli alberi situati nel perimetro oggetto delle analisi è stato utilizzato durante gli interventi di diradamento, di ampliamento di tagli successivi e di raccolta di alberi abbattuti dal vento.

Lo Steinbruchwald è composto da fustaie adulte o mature, con 1'80 percento di latifoglie (in prevalenza faggi,

20

Figura 28

1990: Lo stato di salute dell'abete rosso è fortemente peggiorato.

L'albero è in fin di vita e sulla foto aerea si presenta con un aspetto chiaramente scheletrico. Solo su alcune parti della chioma sono ancora visibili degli aghi.

con singole querce ed aceri). Il rimanente 20 percento di conifere è costituito in maggioranza da abeti rossi accompagnati da abeti bianchi, pini, larici e abeti di Douglas. La copertura dei soprassuoli, attualmente da normale a leggera, tende ad aprirsi per la progressiva creazione di centri di ringio~animento.

(22)

3. I danni da tempesta del febbraio 1990

Il 27 febbraio 1990 un profondo sistema di bassa pressione situato sull'Atlantico settentrionale e sulla Scandinavia ha sospinto diverse ondate di aria marittima ed umida verso la zona alpina. I venti tempestosi da Nord-Ovest originati da tale sistema hanno provocato importanti danni in vaste zone boschive del paese. li legname abbattuto dai venti corrispondeva, alla fine di agosto, al 96 percento del quantitativo normalmente utilizzato in un anno nei boschi svizzeri. Le discussioni che hanno coinvolto sia gli ambienti professionalmente interessati che l'opinione pubblica si sono incentrate sull'opportunità di adottare misure di sgombero del legname e sui rischi di un'eventuale infestazione da scolitidi.

DlBll'l'M-t 'Z/. FEB. 1980

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Figura 29

Il sistema di bassa pressione situato sull'Atlantico settentrionale e sulla Scandinavia è all'origine del venti tempestosi che il 27 febbraio 1990 hanno sospinto diverse ondate di aria marittima ed umida verso la zona alpina. I venti hanno raggiunto le velocità massime nel

corso della notte e della mattinata. ·

Fonte: Istituto Svizzero di Meteorologia: Bollettino meteorologico del febbraio 1990; Bollettino giornaliero dell'ISM.

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