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Zierhofer, W., & Conedera, M. (1995). Nuove possibilità per il Castagno? Sul molteplice uso di un albero versatile. Argomenti dalla ricerca, 10, 7-12.

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ABGOMENTI DALLA RICERCA

Nuove possibilita per il Castagno ?

Sul moltepliee uso di un albero versatile Wolfgang Zierhofer, Media ed informazione Marco Conedera, Sottostazione Sud delle Alpi

La storia, la cultura ed II paesaggio del Sud delle Alpi sl intrecclano da millennl con il Castagno.

L1utilizzo del legno e dei frutti

e

decisivo per la diffusione e per la molteplicitä delle forme di coltiva­

zione e delle varietä del Castagno. Presso la Sottostazione Sud delle Alpi, FNP sono in corso diversi progetti riguardanti I piu svariati aspetti dell1uso del Castagno. Essi hanno lo scopo principale di mantenere e meglio finalizzare lo sviluppo della cultura Iegata a questa specie.

II eastagno europeo

e

diffuso in tutti i paesi dell'am­

biente mediterraneo settentrionale, dal Mar Caspio al Portogallo. Nell'ambito delle eondizioni naturali ehe ne permettono la crescita, la sua diffusione

e

stata, ed

e

tuttora, determinata primariamente dalle attivita economiche dell'uomo.

L'ascesa

II Sud delle Alpi deve i suoi eastagni ai Romani; essi hanno importato in Tieino questa pianta coltivata.

Da allora la storia del castagno

e

segnata da fasi alterne di gloria e di crisi. Un prima segno di regres­

so ehe la eoltura del eastagno ha dovuto subire e ehe si

e

protratto fino alla fine del primo millennio, si

e

avuto con l'invasione dei Longobardi nel VI seco­

lo. Soltanto dall'inizio del secondo millennio la col­

tura del castagno sl

e

affermata in modo definitivo.

In queste zone, in cui la coltura dei cereali

e

quasi

impossibile, la castagna ha rappresentato il pane quotidiano per un terzo dell' anno, almeno fino a quando furano introdotti la patata e il granturco come valide alternative.

La castagna

e

un prodotto sicuro e versatile.

L'albero produce regolarmente frutti ad alto valore nutritivo. Negli anni con eondizioni meteorologiche sfavorevoli, la castagna

e

stata spesso !'ultima possibilita di salvezza dalla fame; in easo di sovrap­

produzione essa

e

molto adatta all'ingrasso degli animali. 11 legno di eastagno trova applieazione soprattutto come legna da ardere, paleria e, in misura minore, come materiale da eostruzione. Al tempo in cui i trasporti erano molto piu difficoltosi, la possibilita di usare in modo decentrato questa risorsa consentiva ulteriori vantaggi. Poiehe il legno di castagno, essieeando, ha la tendenza a spaeearsi

lungo gli anelli e non radialmente, il suo utilizzo non da problemi quando si tratta di legname tondo, ma

e

limitato per tavolame, travi e mobili.

Al Sud delle Alpi sono presenti due tipi di gestio­

ne dei boschi di Castagno: il bosco ceduo e la selva castanile. L'uso del bosco per ricavame legna da ardere e paleria hanno dato vita a varie forme di_

bosco ceduo. 1 polloni venivano utilizzati ad un'eta compresa fra 15 e 25 anni. Soprattutto per il rapido accrescimento, anehe su terreni poveri, il castagno

e

stato preferito a queree, frassini, faggi e altre specie della vegetazione naturale potenziale del Sud delle Alpi. lnoltre il Castagno viene piantato nelle selve, cioe piantagioni rade di varieta seelte, eome albero da frutto. Questi boschi possono

Prodotti ottenibili dai boschi di Castagno

-frutti per uomo e animali

- legname duraturo, flessibile e facile da spaccare - tannino

- legna da ardere - carbone - lettiera -fogliame -fieno - pascolo - miele

- cupola e buccia de:'a castagne come combustibile -f�nghi e bacche

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essere utilizzati anche per il pascolo degli animali e abbisognano di relativamente poche eure. Le selve sono una combinazione fra l'uso del suolo agrario e forestale, adatto a quelle zone difficili da lavorare con mezzi meccanici. Tuttavia il Castagno richiede molta pazienza, in quanto porta i suoi primi frutti solo a partire da dieci, quindici anni.

La crisi

Gon l'inizio del XVIII inizia anche il lento declino del­

la castanicoltura: commercio, lavoro salariato e svi­

luppo industriale minacciano i cardini di una fiorente coltura del castagno. Agli alberi non vengono ap­

portate le eure necessarie, alcuni cadono vittima della produzione di carbone ed un maggiore carico di pascolo rende difficoltosa o addirittura impossi­

bile la sostituzione delle piante invecchiate.

Toreion negro: varieta. di castagno di bassa quota pre­

sente nel Gambarogno nella zona del Monte Ceneri e in buona parte della Valle del Vedeggio. 1 frutti sono di buona pezzatura e particolarmente gustosi.

Nel XIX secolo la crisi ha un decorso piu veloce:

la patata e il granturco si diffondono e poco tempo dopo vengono importati, a prezzi favorevoli, riso e cereali, grazie all'espansione del trasporto su rotaia.

Cresce la mobilita delle persone; molti emigrano nei centri industriali e l'interesse alla coltura del casta­

gno decresce a vista d'occhio. Queste sviluppo ha colpito il Sud delle Alpi in maniera particolare, per- . ehe era strutturato in maniera tale da sopperire la

domanda del mercato locale, ma da non poter con­

correre a livello internazionale (soprattutto con l'ltalia) sul piano commerciale.

II nostro secolo apporta, alla coltura del casta­

gno, sia influenze positive ehe negative: durante i tempi di guerra il castagno scopre una nuova utilita, e quindi un maggior valore monetario, come fonte alimentare e di legname; i confini chiusi e la ri­

chiesta da parte dell'esercito di prodotti in pelle

Verdesa: la varieta. piu diffusa in Ticino e in Mesolcina grazie alla sua facilita di conservazione allo stato fresco (ricciaia). II frutto non

e

particolarmente gustoso e l'albero puo raggiungere stature notevoli (fino a 35 metri).

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fanno fiorire la produzione di tannino locale. Con una campagna di innesti il Canton Ticirio, durante gli anni trenta e quaranta, vuol accrescere la qualita dei propri castagni per renderli adatti alle richieste del mercato. A questi aspetti positivi se ne contra­

ppongono anche di negativi: molte selve piu vec­

chie, soprattutto quelle piu accessibili, vengono tagliate per la produzione del tannino. La campagna di innesti non mostra quasi nessun risultato posi­

tive, forse perche le eure necessarie non possono essere apportate o forse perche il pascolo causa la distruzione delle piantagioni. Quando il tannino, alla fine degli anni cinquanta, comincia ad esser siriteti­

zzato artificialmente, viene colpito anche l'ultimo uso redditizio del castagno. La domanda di pali da vigna in castagno ein diminuzione, sia perche dimi­

nuisce la superficie adibita alla coltura della vite, sia perche entrano in uso i pali di cemento. A tutto cio

Ensach: varieta pregiata della Bregaglia. Albero eretto ehe ,

tende, dopo la caduta delle castagne, a mantenere i ricci aperti sull'albero nel periodo invernale.

si aggiunge il Cancro corticale del Castagno, impor­

tato negli anni quaranta. Negli Stati Uniti d'America tutti i soprassuoli di castagno sono vittima, in pochi anni, di questa malattia. In Svizzera la situazione • non si presenta cosi scoraggiante: il Cancro corti­

cale, in Europa, ha un decorso meno dannoso; il castagno sopravvivera e continuera ad essere utili­

zzato.

Ritomo del castagno?

La coltura del Castagno e sopravvissuta al Cancro corticale. Tuttavia non sono stati ancora superati tutti gli ostacoli per la sopravvivenza dei boschi castanili. Boschi cedui non curati, nei quali non puo esser prodotto un legno di qualita, cipollatura del legno e domanda mancante rendono l'utilizzazione del legname poco attraente, circostanza ehe favori-

Cicatrice di innesto: cicatrice di innesto su di un albero di castagno da frutto. Nella castanicoltura tradizionale le tecniche di innesto erano pratiche ben conosciute e ampiamente diffuse.

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Lo "jus plantandi"

In rapporto alla superfieie neeessaria alla produzio­

ne, alle limitate esigenze di suolo e di eure, la selva eastanile

e

senz'altro un tipo di gestione molto van­

taggioso, speeialmente se eonsiderato sul lungo periodo. Uno dei prineipali svantaggi sono pero i lunghi tempi di attesa neeessari per la prima raeeol­

ta dei frutti. Da sempre questa eireostanza ha eosti­

tuito l'ostaeolo piu duro ehe ha impedito una diffu­

sione maggiore della eoltura del eastagno. II "diritto di piantare", ehe in aleune zone si e mantenuto fino al giorno d'oggi, dava la possibilita ad un privato di piantare eastagni, e sueeessivamente di raeeoglier­

ne i frutti, su qualsiasi terreno pubblieo. In questa maniera i privati erano ineentivati a eostituire le selve eastanili, mentre la eomunita traeva a sua volta vantaggio dall'ombreggiamento offerto alle zone di paseolo eomune.

La raccolta delle castagne

Essa seguiva spesso delle regole uffieiali. A partire da una data prefissata gli animali non potevano piu aeeedere alle selve. Nel periodo sueeessivo, di una durata di qualehe settimana, solo il proprietario ed i suoi aiutanti potevano raeeogliere i frutti. A partire da una seadenza sueeessiva (di solito fissate nel mese di novembre) terminava il periodo di raeeolta uffieiale, e le eastagne aneora a terra diventavano di dominio pubblieo e dei piu poveri soprattutto. In molte zone la seuola veniva ehiusa in ottobre, "il mese delle eastagne". affinehe anehe i bambini potessero aiutare nella raeeolta delle eastagne.

sce un crescente inselvatichimento dei boschi di castagno: i castagni vengono soppiantati dalla vegetazione naturale e si trasformano in- boschi di latifoglie miste. Per ora, dagli 800 ai 1000 m s. 1. m., domina ancora il castagno; il primo lnventario Fo­

restale Nazionale (1983 - 1985) dimostra ehe il ea­

stagno occupa il 21 % della superficie boschiva, ma questo valore

e

in una fase di diminuzione.

Ma non

e

solo l'aspetto del legno a destare pre­

occupazione! Anche i frutti del eastagno hanno bisogno di essere favoriti in modo particolare. Do­

vrebbero esser offerte le varieta ticinesi adatte ad un'ampia diffusione, dovrebbero esser chiarite le questioni di proprieta e di diritto di raccolta ed esser

strutturate le catene di commercio dal produttore al consumatore, visto ehe quest'ultimo, fino ad ades­

so, trova solo i marroni italiani - la diretta concor­

renza - negli scaffali del supermercato.

Oggi l'interesse alla cura e all'uso dei prodotti dei boschi di castagno sta di nuovo crescendo, non in ultima analisi perche in molti casi essi costitu­

iscono una fascia di protezione sui ripidi pendii del Sud delle Alpi, garantendo la sicurezza delle zone sottostanti. Grazie a nuove tecniche di produzione di laminati in legno, nonostante i problemi di cipolla­

tura, il legno di castagno sta riscuotendo nuovo interesse per la produzione di travi e finestre. Anche la domanda di pali di castagno, ad esempio per la sistemazione temporanea delle valanghe, sta cre­

scendo. 11 legno di castagno

e

molto resistente alle intemperie e non deve essere impregnato. lnfine si sono sviluppate delle iniziative locali per la valo­

rizzazione del castagno come elemento del pae­

saggio e della cultura. In queste senso vanno gli sforzi del "Gruppo di lavoro sul castagno", della

"Centrale del legno" e della Sottostazione Sud delle Alpi della FNP.

Molte conoscenze sui boschi di castagno sono gia andate perdute. La Sottostazione ha sviluppato un concetto di ricerca sul castagno, grazie al quale puo esser migliorata la conoscenza della coltura del castagno, necessaria al Servizio forestale per ga­

rantire una buona base conoscitiva. Lo spettro di problematiche toccate dal concetto di ricerca

e

molto ampio e va dalla storia del castagno agli aspetti ecologici, dallo sviluppo naturale e dalla stabilita dei boschi castanili alla produzione del legno e dei frutti, fino ad arrivare alla documen­

tazione e alla divulgazione dei risultati.

Varieta colturale

Attraverso una ricerca bibliografica e grazie all'aiuto dei contadini piu anziani, Marco Conedera, della

"Sottostazione" dell'FNP, ha elaborato, per la Sviz­

zera ltaliana, un inventario delle varieta di castagni da frutto. Lo scopo

e

di descrivere, localizzare e analizzare geneticamente, con il supporto del gruppo Genetica forestale dell'FNP, il maggior numero possibile di varieta di eastagni. In conside­

razione del fatto ehe i castagni da frutto sono stati innestati, risulta ovvio ehe la variabilita genetica

e

influenzata da fattori colturali, owero economici.

Per queste motivo la variabilita colturale loe�le va da un minimo di una varieta, o addirittura di un clone, situazione riscontrabile in una piantagione di marroni in ltalia, fino alle selve rieche di qulita delle

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regioni montane della Svizzera italiana e dell'ltalia settentrionale. Entrambi gli esempi sono comunque ben altra cosa rispetto alla variabilita genetica delle popolazioni naturali.

Quali sono i risultati ottenuti fino ad adesso? Al Sud delle Alpi il castagno

e

stato originariamente coltivato soprattutto per il consumo personale e per l'offerta sui mercati locali. Come in molti casi di economia di sussistenza sie sviluppata, anche per il castagno, una differenziazione nella gamma dei prodotti e degli usi. Ancor oggi, in molti paesi, si ritrova una combinazione tipica di varieta: poche primaticce, di gusto non particolarmente buono e a bassa conservabilita; qualcuna dr buona varieta, per il proprio fabbisogno o per il commercio in piccole quantita; molte da seccare e da conservare fresche - porre qualche giomo in acqua e conservare in sabbia o segatura - per costituire la necessaria di­

spensa alimentare. Grazie ad un'ampia differenzia­

zione si puo diminuire il rischio di avere uno scarso raccolto in caso di condizioni meteorologiche sfavo­

revoli. Queste tipo di strategia era conosciuto prati­

camente in tutte quelle regioni nelle quali le casta­

gne venivano prodotte per il proprio fabbisogno o per il commercio locale, ma non per la vendita su vasta scala.

Per queste motivo nei paesi della Svizzera ltalia-· na si ha un elevato numero di varieta, partendo da quattro o cinque fino ad un massimo di sedici per ogni villaggio. Sono stati raccolti fino ad oggi 1

oo

nomi di varieta di castagni da frutto. Nonostante ehe molte di queste siano gia scomparse, ne sono state rintraeeiate sul terreno ben 50. In generale il numero delle varieta

e

maggiore nei eomuni di mon­

tagna, in partieolare nella regione del Maleantone.

Nell'ambito del progetto di rieerca di Marco Conedera altre all'identificazione delle varieta, que­

ste vengono anche analizzate geneticamente. Que­

ste eompito viene eseguito dal Gruppe di genetica della FNP di Birmensdorf. Motte delle varieta identi­

fieate in base al loro nome sono distinguibili anehe geneticamente. E stato possibile dimostrare ehe la grandezza dell'eterogeneita genetica puo essere molto variabile: le varieta a diffusione irregolare sono geneticamente piu eterogenee rispetto a quelle ad areale ampio e senza soluzioni di conti­

nuita. Alberi e frutti eon aspetto simile sono simili anche dal punto di vista genetieo.

Ricerca sul castagno alla Sottostazione Parallelamente al progetto di ricerca di Marco Conedera sulla,variabilita e sulla distribuzione delle

varieta da frutto di castagno al Sud delle Alpi, pres­

so la Sottostazione sono in corso altri progetti di rieerca sul castagno. Fulvio Giudici raccoglie e valuta le conoscenze e le esperienze della selvicol­

tura dei boschi cedui, con lo scopo di sviluppare dei modelli selvieolturali per i boschi di castagno attuali.

In un ulteriore progetto egli studia le possibilita sel­

vieolturali, pianificatorie e tecniche per incentivare l'uso del legno di eastagno: in collaborazione con l'EMPA ed il Politecnico di Zurigo sta lavorando per sviluppare nuove tecnologie per il legno di casta­

gno. Pietro Stanga (FNP Sottostazione) esegue in eollaborazione con il prof. Peter Bachmann (ETH Zürich) ed il Dr. Bernhard Oester (FNP Birmensdorf) un lavoro di dottorato ehe ha come obiettivo prinei­

pale lo sviluppo di una tecniea per lo studio dell'e­

voluzione dell'areale del eastagno al Sud delle Alpi con l'ausilio di foto aeree. Nei boschi d'alto fusto, creati per lo studio del eanero corticale del casta­

gno, Hansheinrich Bachofen (FNP Birmensdorf) sta eseguendo rilievi dendrometrici.

II Team della Sottostazione (Stato maggio 1995)

Marco Conedera, ingegnere forestale, dirige la Sottostazione dal 1990. 1 suoi campi di ricerca sono l'ecologia, la coltivazione e la storia del castagno e gli incendi boschi.

Fulvio Giudici, ingegnere forestale, lavora dal 1990 presso la Sottostazione e dirige la squadra opera­

tiva di Copera. Si occupa di produzione e lavora­

zione del legno di castagno e di selvicoltura dei boschi di castagno.

Marco Marcozzi, ingegnere forestale, lavora dal 1992 ad un progetto di ricerca sugli incendi bo­

schivi. A meta 1995, con la conclusione del pro­

getto lascero la Sottostazione.

Pietro Stanga, ingegnere forestale, svolge un lavoro di dottorato sull'uso di foto aeree per l'analisi e l'interpretazione dell'evoluzione dei boschi della fascia castanile al Sud delle Alpi.

Franco Fibbioli e Karl Siegrist, selvicoltori, unita­

mente ad Alan Boi�ni, apprendista selvicoitore, si occupano della gestione delle piantagioni speri­

mentali e delle infrastrutture annesse. Collaborano inoltre alle ricerche scientifiche della Sottostazione Caterina Hüg/e, studentessa in scienze forestali all'Universita di Firenze, assolve un periodo di pra­

tica di sei mesi presso la Sottostazione.

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Castagnaccio

Questo rustico e casalingo dolce toscano si prepara con la farina di castagne, facilmente reperibile nei negozi di specialita. Un tempo la farina di castagne costituiva l'alimento invernale base delle popo­

lazioni dell'Appennino toscano ed il castagnaccio e rimasto un dolce tipico ehe in autunno profuma le panetterie di tutta la regione.

lngredienti: 4 cucchiai di noci 5 cucchiai di pinoli 5 cucchiai di olio di oliva 3 cucchiai di uvetta 350 g di farina di castagne 2 rametti di rosmarino sale q. b.

Far ammorbidire l'uvetta in acqua calda. Setacciare la farina di castagne ed aggiungere 1/2 1 d'acqua a poco a poco mescolando in modo da ottenere una pastella abbastanza liquida e senza grumi. Aggiun­

gere un pizzico di sale, 3 cucchiai di olio d'oliva, 3 cucchiai di pinoli, 3 cucchiai di noci sminuzzate e l'uvetta sgocciolata. Oliare una teglia (di una gran­

dezza tale ehe il castagnaccio risulti alto circa un dito) e versarvi la crema cosi ottenuta. Cospargere la superficie con i restanti pinoli e molti rametti di rosmarino. "Arabescare" la superficie con il restante olio. Cuocere per circa mezz'ora nel forno preriscal­

dato a 200°. II castagnaccio

e

pronto quando la superficie sara croccante, abbronzata e avra for­

mato le caratteristiche "crepe".

Buon appetito!

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