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di protezione e principi di scelta

4. Costruzioni in calcestruzzo

4.2 Strutture dei sistemi di protezione

Le esigenze principali da soddisfare da parte di un sistema di protezione sono già state trattate nei ca-pitoli 2 e 3. Riassumendo sottolineamo comunque ancora che il cemento armato è una struttura com-posita nella quale, a seconda del tipo degli influs-si, deve essere protetto sia il calcestruzzo che l’ar-matura:

protezione del calcestruzzo contro influssi meccanici (ad es. abrasione), influssi chimici (ad es. acque solfatiche) influssi fisici (ad es. gelo).

Protezione dell’armaturacontro la corrosio-ne (ad es. causata dal sale antigelo).

Una delle caratteristiche della costruzione in cal-cestruzzo è la protezione dell’armatura a seguito dell’ambiente alcalino del calcestruzzo. Questa condizione si verifica soltanto se, ad es., è presente una copertura sufficiente in cemento, se lo stesso è resistente anche agli influssi esistenti e se si è in presenza di un grado di alcalinità sufficiente. Sia per progetti nuovi che per le riparazioni del calce-struzzo devono essere strettamente osservate e rispettate rigorosamente le esigenze di qualità soprattutto in relazione ai criteri di durevolezza.Le indicazioni che seguono su nor-mative rappresentano sicuramente una base per il rispetto di questi importanti criteri; comunque nella prassi non sono sufficienti per la produ-zione di un calcestruzzo durevole.

Nel nostro paese, negli ultimi anni sono stati mol-tiplicati i lavori di ricerca sulla durevolezza del ce-mento armato.

In base ai controlli delle costruzioni, degli esperi-menti di laboratorio ed analisi teoriche, oltre che allo studio della bibliografia punto [4.2], sono sta-ti elaborasta-ti i suggerimensta-ti di come sia, da un lato, possibile raggiungere l’obiettivo di avere una struttura portante in cemento armato durevole, e dall’altro, di come valutare la condizione di una struttura portante esistente.

È stato accertato che la compattezza e lo spes-sore dello strato di copertura dell’armatura han-no un’importanza decisiva per la durevolezza. La compattezza viene determinata dalla porositàe dalle fessure esistenti. Oltre ad una corretta progettazione dei dettagli costruttivi,è so-prattutto la tecnologia altamente qualificata nel settore del calcestruzzo, che garantisce una compattezza sufficiente (tabella 4.1). Si può, tra l’altro, segnalare il mantenimento di un va-lore W/Z di 0.45 - 0.55nel calcestruzzo da co-struzione usuale ed un trattamento successivo dello stesso corrispondente alle esigenze.

– Copertura in cemento necessaria:

• norma SIA 162 (1989): cpv. 4 32 o, se presenti

• direttive del committente

– esigenze poste nei confronti dell’idoneità d’uso, rispettivamente della durevolezza ri-ferita all’impermeabilità, resistenza al ge-lo, al sale antigege-lo, agli influssi chimici (ad es. acque dannose per il cemento), all’abra-sione:

• norma SIA 162 (1989) e 162/1 (1989):

cpv. 5 1

Figura 4.1 Provvedimenti per influenzare la compat-tezza del calcestruzzo [4.2].

Compattezza

Anche se nella prassi si notano alcuni progressi, di regola, il trattamento supplementare è ancora insufficiente. Lo scopo principale dello stesso è di impedire l’essiccazione troppo veloce del calce-struzzo di copertura che produrrebbe la diminu-zione del gradiente termico a causa del calore d’idratazione dell’elemento costruttivo. Ciò pro-vocherebbe, tra l’altro, la formazione di incrinatu-re da ritiro e, a causa della caincrinatu-renza d’acqua, un’in-terruzione del processo di idratazione determi-nando la porosità dello strato di copertura.

Nella figura 4.2 è riportata, come indicatore della compattezza, la permeabilità ed il relativo conte-nuto della quota di capillarità in rapporto al grado d’idratazione ed al valore W/Z. È visibile l’aumen-to della permeabilità nel caso di un grado d’idra-tazione ridotto.

La figura 4.3 mostra chiaramente il forte aumen-to della diffusione di ossigeno, quando il tratta-mento supplementare ha una durata inferiore ai 7 giorni.

Nei punti [4.3] e [4.4] (bibliografia) vengono indi-cati i vantaggi del cosiddetto calcestruzzo ad alto rendimento. In futuro il concetto «calcestruzzo ad alto rendimento» dovrà essere ulteriormente pre-cisato. L’obiettivo consiste nel miglioramento del-le caratteristiche di resistenza e della durevodel-lezza attraverso una scelta idonea delle componenti usuali, l’utilizzo di additivi (ad es. per la liquefa-zione) e di materiali inerti (ad es. polvere di silice) con conseguente contenimento dei fattori W/Z al disotto dei valori 0.4. Sia le ricerche che l’applica-zione pratica dimostrano, che l’utilizzo di questo calcestruzzo è idoneo ed opportuno per elementi costruttivi particolarmente sollecitati da aggres-sioni del gelo e dei sali antigelo nelle zone sog-gette a spruzzi d’acqua.

Figura 4.2. L’influsso del grado d’idratazione e del va-lore W/Z sulla permeabilità di un blocchet-to di cemenblocchet-to [4.2].

Figura 4.3. Influsso sulla porosità della durata del trat-tamento supplementare [4.2 [4.5].

durata del trattamento supplementare [giorni]

permeabilità all’acqua [•10 -10 ms]

grado di idratazione a [%]

quota parte di pori capillari in [vol.–%]

coefficiente di diffusione [m2/s]

65% u.rel.a.

W/Z = 0.6 PZ 45 F

Costruzioni in calcestruzzo

In [4.4] sono raggruppati i risultati dei controlli ef-fettuati su 82 ponti in calcestruzzo fresco nel Tici-no. È stato dimostrato che anche un fattore W/Z basso può dare un calcestruzzo lavorabile. Si de-ve comunque considerare con molta cautela l’eventuale adozione generalizzata di valori W/Z ancora più bassi, anche se esiste la possibilità, con valori di 0.35 o inferiori, di migliorare alcune caratteristiche specifiche. Ciò determinerebbe comunque anche importanti svantaggi come ad es. una pessima possibilità di lavorazione (tra l’al-tro con la formazione di cavità di ghiaia), un aumento del pericolo di formazione di fessure, condizioni di fragilità e per finire, maggiori costi.

Queste osservazioni sulla tematica del calcestruz-zo durevole dimostrano che il tipo di

costru-zione in cemento armato dispone di una buo-na capacità di autoprotezione del materiale medesimo.Nella costruzione di nuove opere è as-solutamente necessario osservare in modo otti-male le condizioni quadro sia nella fase di proget-tazione che in quella dell’esecuzione. Un sistema di protezione supplementare sarà quindi ne-cessario soltanto in casi particolari.

Per contro, nelle costruzioni in calcestruzzo esistentici si trova spesso confrontati con stra-ti di copertura in calcestruzzo qualitastra-tiva- qualitativa-mente insufficienti. Ciò provocherà, presto o tardi, a seconda dell’influsso e dell’esposizione dell’elemento costruttivo, l’insorgere di danni al calcestruzzo od all’armatura (figura 4.4.)

Figura 4.4. Danneggiamento del tondino per cemento armato causato dalla corrosione, due immagini che dimo-strano il danno [4.7].

Nella tabella 4.2 è rappresentata un’articolazione dei sistemi di autoprotezione del materiale da costru-zione, delle protezioni supplementari e delle procedure.

Tabella 4.2 Articolazione dei sistemi di protezione per le riparazioni; i sistemi di protezione supplementari vengono utilizzati anche nelle nuove costruzioni. A seconda del caso i sistemi di protezione devono essere com-pletati con iniezioni delle fessure.

Categorie di sistemi di protezione

Calcestruzzo e malta – calcestruzzo – malta

– calcestruzzo a proiezione

Protezione delle superfici:

– impregnazione idrofobizzante – sigillatura

– rivestimenti

– coperture (ad es. lastre in ceramica) – ecc.

Impermeabilizzazione:

– teli d’impermeabilizzazione – materiale sintetico liquido – impermeabilizzazione a mastice – impermeabilizzazione combinata

con cemento – ecc.

Procedimenti elettro-chimici

– protezione catodica contro la corrosione – (estrazione di cloruro)

– (rialcalinizzazione) Sistemi di

autoprotezione del materiale da costruzione

Sistemi di protezione e procedure supplementari

Costruzioni in calcestruzzo

4.3 Meccanismi di