• Keine Ergebnisse gefunden

Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia

Im Dokument VII II 1,1 II ПОИСКИ (Seite 176-185)

R om a li 4 A p rile 1693.

Debbono veramente compiangersi le incursioni de’ Tartari in cotesto regno, i gravi danni, ehe vi apportano, e le vestigia infelici, ehe lasciano del loro furore da per tutto ove giungono.

II vero modo di rimediare ad ulteriori rovine e l ’armarsi potentemente per custodire le frontiere, e reprimere l’orgoglio de’ barbari, non giä il pensare ad una pace particolare, ehe sospenderebbe, ma non toglierebbe affatto questo flagello. Poiche se la Polonia ora, ch’e in lega, e che g l’ infedeli sono divertiti altrove, stenta a resistere loro, in quali estreme angustie non si troverebbe, se distaccandosi presentemente da collegati, restasse poi in altri tempi esposta sola alle forze tutte del comun nemico?

Vuol perõ la prudenza, ehe si rifletta non meno alio stato presente, ehe al futuro per prendere una risoluzione salutare e generosa^

ch’e di continuare con vigore la guerra unitamente colie altre potenze, perche sol questa e capace di produrre uno stabile e glorioso accordo.

S e poi per concluderlo separatamente si vuol far valere il pretesto della necessitä di rompere со ’ Moscoviti, si renderebbe evidente, che s ’inclina alia pace particolare col Turco, non giä per mancanza di forze, ehe viene si altamente esagerata, quando si tratta di continuare ad impiegarle contra un nemico giä inde- bolito, ed occupato altrove; ma per rivolgerle in altre parti, e contra un principe potentissimo, ehe per risolversi ad attacarlo si richiedono eserciti numerosi, quali appunto sarebbero ora necessarii alia difesa del regno, et ai vantaggi della christianitä.

Questi motivi, ehe non potranno mai giustificarsi in cospetto del mondo, e molto meno di Dio, arrecherebbero detrimento

1693

avril alla gloria del Re ehe col suo egregio valore nella memorabile liberazione di Vienna ed in tante altre eroiche imprese l’ha si grande acquistata a se stesso, ehe non perirä mai nella memo­

ria degl’ huomini. D eve credersi dunque, ehe la Maestä Sua non sarä per dar luogo nel suo magnanimo, e religioso cuore ad altri pensieri, ehe a quelli, ehe hanno per oggetto il servizio di Dio, il bene della fede cattolica, e il vantaggio della causa pubblica. V. S. Ill.ma si esprima opportunamente in questi sensi per non mancare alle p arti, ehe convengono ad un ministro di un pontefice zelantissimo del bene della christianitä, e della fama della Maestä Sua verso la quale conserva affetto, e stima singolare, ehe in tali sensi si risponderä qui ogni volta, che ne venga fatto il motivo. E le auguro etc.

Arc/tivio Vaticanu. Polonia. V ol. 188.

2. Lettera del card. Spada, segretario di stato, a monsig.

Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia.

R om a li i l A p rile 1693.

Tutto ciõ, ehe a V. S. Ill.ma e stato insinuato dal per- sonaggio a lei noto, e ch’ella ha qua distesamente riferito circa le diligenze, ehe si stimarebbono opportune per divertire le prattiche della pace particolare col T u r c o ; sarä qui conside- rato con attenzione, e maturitä uguali all’ importanza dell’ affare.

S i approva intanto, ch’ella scriva a mons. nunzio in Vienna di far ufficij coll’ Imperatore per disporlo ad impiegare la sua autorita appresso i Czari a fine di distogliere il pensiero, ehe potessero havere di movere le armi contro la Polonia, come costi si vuol far credere; onde liberata da questa apprensione, rivolga tutto l’animo al proseguimento della guerra a’danni degl’ infedeli. Sopra le richieste ehe fossero per farsi a V.

S. Ill.ma in tal p roposito, risponda ella sempre ne’ sensi accennatili, e lo faccia con vigore, poiche non vi e alcun giusto motivo *di poter caricare questa Santa Sede la quale ha sommi- nistrati cosi abbondantemente i sussidij in tempo, che ha havuto il modo di farlo ; e se ora non si continuano, devono attribuirsi ad una pura impossibilitä come e evidente al mondo.

A rthioio Vaticano. P olonia. V o l. 188.

3. Lettera del card. Spada, segretario di stato, a monsig.

Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia.

R om a li 20 Giugno 1693.

Poiche Г inviato di Moscovia ha dato parte a cotesta corte per ordine espresso de Czari della mossa delle loro armi contra i Tartari crimensi, sopra de’ quali hanno di giä principiato a riportare vantaggi considerabili; non potendosi mettere piu in dubbio questo lieto successo, ne ha concepito Nostro Signore quei sensi di consolazione, ehe convengono ai vantaggi della causa pubblica della christianitä. Questa importante diversione nel cominciar la campagna, ehe mostra anche in Ungheria felici gli auspicii coll’ acquisto di Genu, dovrebbe eccitare ad una generosa emulazione lo spirito guerriero della Polonia, ed ap- profittarsi della congiuntura favorevole per intraprendere contra g l’ infedeli imprese corrispondenti al suo valore, ehe potrebbe sperarsi fosse per essere accompagnato dalle celesti benedizioni del Dio degl’ eserciti.

Archivio Vaticuno. Polonia. V o l. 188.

I

Г

1693 juin

4. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

Z õ lk ie w li 12 Gennaro 1694.

(1693 m. v.)

. . . Sono venuti avvisi ancora confusi, ehe li Cosacchi et Chinesi attacchino li Moscoviti nella Siberia, di che s’attendono ancora le particolaritä, ma non bisogna aspettare alcuna diver- sione da quella parte contro li Tartari. Gratie.

Venezia. Archivio di stato. Senato. D ispacci P o lo n ia ; filza 15, fogl. 96, disp. № 515.

5. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

Zõlkiew li 9 Marzo 1694.

. . . II ressidente di Moscovia chiede 1’altr’ hieri audienza, dolendosi fra l’altre eose che molte chiese de Greci ruteni si fossero unite alla cattolica per industria del R e che da lunga mano travaglia in questa grand’ opera. Pretendono li Czari di essere tutori e curatori della loro religione anco nel regno di Polonia. Sono queste braggie sotto le ceneri ch’un giorno possono accendere gran fuoco. Gratie.

Venezia. Archivio di stato. Senato. D ispacci P o lo n ia ; filza 15, fogl. 179, disp. № 523.

6. Lettera del card. Spada, segretario di stato, al P. C. M. Vota.

Rom a li 17 L uglio 1694.

Colle lettere scritte quä da monsig. W inicki vescovo unito di Premislia si sono riferite anche le altre di V. R iv.a su lo stesso argomento nella s. Congregazione de Propaganda fide, tenuta ultimamente alia presenza di Nostro Signore e dopo resi i

do-vuti applausi all’ insigne pietä del R e indefessamente applicato a dilatare la santa fede cattolica, ehe si spera di veder ristabi- lita in tutte le parti de’ suoi vasti dominij nel glorioso governo della Maestä Sua: si e ingiunto a cotesto monsignore nunzio apostolico, ehe inanimisca il prelato sudetto a porre in esegu- zione tutte le condizioni preserittegli neil’ avergli conceduto il governo di quella diocese. Non sara, che opportuno, e fruttuoso, che V. R iv.a ancora glie ne porga i piu vivi eccitamenti, nel ehe esercitando ella il suo zelo, puõ credere, che concilierä a se stessa un merito distinto in cui sara per riflettere benignamente Sua Beatitudine, ehe in tanto le retribuisce con larga mano 1’apostolica benedizione . . .

Archivio Vaticano. Lettere p artico la ri, № 162.

1694 ju illet

7. Письмо К. М. Воты кард. К. Барберини.

Варшава, 4 января 1695.

. . . Съ^здъ, созванный раскольничьимъ епископомъ Шум- лянскимъ (L ’assamblea del vescovo scismatico Chiumlianski), съ 1гклью церковнаго соединешя, остался безъ результата; но Шумлянскш надеется, что рано или поздно ц^ль будетъ до­

стигнута, и ему удастся привести къ единенш 5 тысячъ душъ (?) своей епархш .

Uiblioteca Barberin . Письма В оты кардиналу К . Барберини.

8. Письмо К. М. Воты кард. К. Барберини.

Варшава, ю января 1695.

. . . Донсше казаки разбили татаръ. Является надежда, что Б огъ поможетъ нашему д^лу . . .

U iblioteca ßarberini. Письма В оты кардиналу К- Барберини.

9. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

V arsavia li 14 Gennaro 1695.

(1694 m. v.)

. . . . Di questo bisognerä parlare col gran generale castellano di Cracovia per anco non comparso di Russia, d’onde scrive disponere le possibili preventioni per cuoprire il regno dalle scorrerie, ma nulla pensa contro di Kaminiez.

Si hanno avvisi certi, che li Cosacchi del Tanai sudditi de’ Moscoviti approssimatisi alia Crimea siano penetrati nella medesima per certa lingua di sabbia per dove si passa ordina- riamente a guazzo, e che sorpresa la guarniggione di quella

torre, vi habbiano ucciso la maggior parte asportando sei pezzi di cannone con qualche bottino. Che in ritornando si siano incontrati nel Soltano ehe con vinti a trenta mille Tartari ve­

niva da una corsa dentro a’ confini della Moscovia, со’ quali havuto duro conflitto fosse riuscito a’ Cosacchi di salvarsi con il cannon e bottino, il ehe fa vedere ehe non e impossibile vi- sitare li Tartari neile case loro, quando vi sia della rissolutione.

Venezia. Archiviu di stato. Senato. D ispacci P olon ia;

filza 15, fogl. 412 terg., disp. № 568.

10. Lettera del card. Spada, segretario di stato, a monsig.

Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia.

R om a li 12 Febbraro 1695.

Si ё rimessa alla s. Congregazione de Propaganda fide la lettera di V. S. Ill.ma colli doeumenti, ehe concernono la riunione altre volte promessa e tuttavia proerastinata dal sig. S zu m lan sky, capo de Ruteni in L eo p o li, e piaccia al Signore D io , che la dilazione non provenga da incertezza, о mancanza divolontä. Sin che perõ ciö non apparisca chiara- mente, ogni possibile applicazione a ridurre detto soggetto, deve stimarsi ben condonata alia speranza dell’ utile ben grande ehe ne risultarebbe alia santa fede in quella diocesi.

Archieio Vaticano. Polonia. V o l. 188.

11. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

V arsavia li 8 Marzo 1695.

. . . Dato luogo al calore con ehe si sono trattate queste materie li giorni passati, ho poi rimostrato al R e li grandi sforzi ehe li Turchi facevano per ricuperare l’isola di S c io ; con- quista importantissima fatta dall’ armi della serenissima Repub- blica, le quali turbavano la cittä istessa di Costantinopoli: ehe Vostra Serenitä con augumento dell’ armata nell’ anno immi­

nente pressarebbe dal suo canto li Turchi alia pace; al ehe

1695 jan vier

mfrs potrebbe contribuire la Maestä Sua promovendo li Cosacchi a fare qualche vigorosa inrutione alia parte del Mar Negro, con que’ buoni effetti, ch’altre volte Sua Maestä medesima mi haveva tanto essagerati. Mi rispose che molto volontieri contribuirebbe a questo comun interesse, anco per la stima particolare della serenissima Repubblica; et ch’ebbe questo pensiero fin da prin- cipio della sua lega со’ Moscoviti, со’ quali poi non ha mai potuto convenire di alcun attione d’armi contro al comune ini- m ico ; che li Cosacchi dipendevano da lo r o ; et che pensarebbe a ripieghi come mostrare in questa occasione il suo buon animo alla serenissima Repubblica. Di fatto richiesto il ressidente di Moscovia in conferenza espressa venne hieri, et fu ricercato di scriver efficacemente alli Czari che ordinassero alli Cosacchi di rinnovare le loro scorse nel Mar Negro, rimostrando che stretti li Turchi dalP armi della serenissima Repubblica, e divertiti da tutte le parti, sarebbero alia fine costretti alia pace con vantaggio et gloria di tutti li collegati. Rispose il ressidente che questo punto non era nel trattato di le g a ; fräse sua solita, con la quäle i Moscoviti hanno sempre mai esclusi tutti li proietti di questa parte.

II refferendario del regno, che per parte del Re fece la propositione da me previamente pregato di promovere questo proietto rispose: che la lega portava l’obligo di attaccare l’ini- mico in qual si sia modo possibile, et che questo essendo faci- lissimo alli Czari, Sua Maestä in conseguenza non dubitava, che l’ordinarebbero, anco per compiacere ad un collegato cosi bene- merito com’ era la serenissima Repubblica di Venetia.

Non s ’e cavato altro dal ressidente, ma il Re che mi ha riferto tutto, si essibisce di scrivere lui stesso alli Czari, come procurerõ che sia fatto in efficacissimi termini, ch’e quanto si puö spremere da questa parte, non havendo il Re alcun domi- nio sopra quei Cosacchi dopo l’ultime tregue со’ Moscoviti, et molto meno dopo l’ultima расе per la quäle ha la Polonia sacrifficate si grandi provincie, nella speranza che dovessero aggiutare a ben finire la guerra col Turco.

Volevo io vedere il ressidente di M oscovia, ma se n’e scusato fin a dimani, che gli parlero informandolo distintamente del tutto con quegl’ eccitamenti che potro dargli perche appoggi la propositione. Gratie.

Venezia. Archivio di stato. Senato. D ispacci Polonia;

filza 15, fogl. 466 terg., disp. № 576.

12. Lettre chiffree de Pabbe de Polignac, am bassadeur JJjjJJ francjais en Pologne, ä Louis XIV, roi de France.

V arsovie, le 14 Mars 1695.

. . . Le i2 me de ce mois le cardinal m’envoya dire, que le tresorier de la couronne et les Sapieha m ’attendoient chez luy pour me declarer eux mesmes leur resolution.

. . . L e cardinal et les deux tresoriers me parurent bien reso- lus ä to u t; mais le grand general de Lithuanie se faisoit aussi prier tantost alleguant son fils, tantost les Moscovites et le triomphe de la cour sur luy, s ’il consentoit ä ce qu’elle pretendoit . . .

Enfin le grand general de Lithuanie convaincu par les per­

suasions des autres declara qu’il se rendoit1) ä condition qu’on le garantit de la guerre des Moscovites, parce qu’ il a tous ses estats sur leur frontiere. Je repondis que je ne me contentois p asd ’une proposition conditionnee, et qu’il falloit parier absolument.

Ils furent aussi quelque temps ä concerter entre eux lä-dessus, et me dirent qu’ils prieroient V. M. d’accorder sa garantie ä l’egard des Moscovites aussi bien qu’ ä l’egard des Turcs. Je repondis que pour ce qui estoit des Turcs, la chose n’estoit pas difficile, mais que sur le chapitre des Moscovites il estoit fort inutile de la demander, veu le grand eloignement de la France et de la Moscovie. Cependant ils me prierent de la proposer а V. M. disant, que son seul nom suffiroit pour les garantir de ce cote-lä, comme il a suffi jusqu’ä present pour maintenir la paix entre la Suede et la Pologne, depuis le traite d ’ . . . . 2).

Leurs raisons principales en cela sont qu’ils ont toujours ap- prehende, que cette couronne apres la paix particuliere avec les Turcs n ’excität une guerre en Moscovie pour les ruiner, et quoique je les aye fortement assures du contraire, ils sont per­

suades que V. M. seule estoit capable d ’empecher Г execution de ce dessein, au quel le roy de Pologne ni eux n’ont jamais pense.

Ces messieurs me donnerent enfin leur parole, que dans le senatus consultus, ou Ton delibereroit pour la paix particuliere ils у consentiroient, et ils feroient consentir tous leurs amys.

Je demandai qu’ils m’assurassent leur promesse par ecrit pour l’envoyer а V. M. par une vo ye secure, mais comme je ne voulus pas en donner une semblable, ils le refuserent . . .

Venezia. Archivio di stal.o. Senato. D ispacci Germania, filza 175, pag. 204,205— 206. Inserta al disp. № 26, Cimerin, 24 Settem bre 1695 : --- „L ettres cy frees de l ’abbe de Polign ac au ro y de F ra n ce“.

1) faire la paix particuliere av e c les Turcs. E. Sch.

2) Traite d’O liv a de 1660. E. Sch.

1695

m ars

13. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto

Im Dokument VII II 1,1 II ПОИСКИ (Seite 176-185)