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in Polonia, al Doge di Venezia

Im Dokument VII II 1,1 II ПОИСКИ (Seite 185-190)

V arsavia li 15 Marzo 1695.

. . . L a settimana passata fui a vedere il ressidente di Moscovia eccitandolo appoggiare la proposta del Re per le impressioni da farsi da Cosacchi sopra il Mar Negro. Mi estesi sopra la conquista importante fatta dalla serenissima Repubblica dell’ isola di Scio, con la quale pressarebbe Costantinopoli cittä capitale: ehe altre volte li Cosacchi havendo portate le fiamme non solo a vista, ma in vicinanza della medesima, potevano rinnovarne l’apprensione; se ciõ li venisse premuro- samente ordinato dalli Czari, quali haverebbero forse con questo il merito di contribuire a forzar li Turchi alia pace con la christianitä. Che ancora non si sapeva di qual mezzo piacesse a Dio di servirsi per abbattere la monarchia ottomana, e perõ doversi tentarli tutti, massime quelli del mare, parendo ehe sempre li Turchi habbiano mostrato di temere particolarmente le forze de’ christiani sopra il medesimo. Che l’interesse co- mune de’ collegati voleva si stringessero li Turchi alia pace, con la quale finirebbero li molti dispendij ehe egli tante volte mi haveva detto farsi dalli Czari per la guerra, et ehe questo modo essendo facilissim o, non si poteva dubitare del loro pronto concorso.

A tutte queste rimostranze rispose seccamente non essere tal punto espresso negl’articoli di lega con la Polonia, ehe perõ scriverebbe con efficacia et mi darebbe la risposta. Ho insistito perche appoggi la ricerca fattali dal Re, non solo in voce ma per lettera, ehe se gli e fatta consegnare, et della quale manderõ copia se mi sarä trasmessa questa sera conforme alia promessa.

Gratie.

Veneiia. Archivio di stato. Senato. D ispacci P o lo n ia;

filza 15, fogl. 477 terg., disp. № 577.

14. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

V arsavia li 22 Marzo 1695.

. . . Unisco la copia della lettera scritta dal R e alii Czari di Moscovia, et dimani sarõ dal ressidente per sapere certi av- visi, ehe si spargono de grandi preparamenti per la prossima campagna. Gratie.

Venezia. Archivio di stato. Senato. D ispacci P olonia;

filza 15, fogl. 493, disp. № 578.

15. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

V arsavia li 28 Marzo 1695.

. . . Non si allarma de nuovi avvisi ehe vengono della certa irrutione de Tartari da farsi a primo tempo fidandosi piu tosto di quello serivono da Jassi, ehe li Tartari ultimamente ritornati di Polonia siano quasi tutti smontati havendo persi li loro cavalli, et ehe il Soltano stesso fosse ivi arrivato con uno solo donatogli dal bassä di Kaminiez, ehe mori poi due giorni dopo dalla fattica, non havendo trovato in quelle Campagne deserte ne fieno, ne la minim’erba sotto le n e v i; che pero diffi- cilmente potranno pensare cosi presto ad una nuova corsa, et non la faranno certo, se si verifficano li avvisi di Moscovia, de’

quali pero il ressidente mi dice aspettare la confirmatione.

Scrive il signor L e Fort generale de Czari al signor Rey- ner consigliero dell’ Elettor di Brandeburgo fu ambasciatore in M oscovia: che il czaro Pietro Alexievicz (cioe il minore, l’altro essendo incapace di alcun’attione) si allestiva di marchiare all’apertura de giazzi ne’ fiumi per dove discenderebbe il can- none; che prettendeva assediare A sso f all’imbocatura del Tanais;

che lui Fort sarebbe primo generale, Gordon il secondo, et Aftaman Michalewic russiano il terzo, con ottanta pezzi di grosso cannone et centocinquanta m o rtari; che nel medesimo tempo Maseppa general de Cosacchi anderebbe al Perecop per far diversione alia Crimea, concludendo ch’avvisava tutto questo per ordine del Czaro, che g l’incaricava di mandare tale avviso a diverse corti di cristianitä.

La lettera del R e per la irrutione de’ Cosacchi nel Mar Negro doverebbe trovare plauso, giä che li Moscoviti veramente attaccano e conquistano Assuff, li Cosacchi passeranno libera- mente per di lä, quelli essendo stati sempre li piu infesti al Mar Negro. A buon conto questa voce ritenirä li Tartari piu circonspetti a guardare le case loro, et li Turchi saranno forse costretti spedire armamenti a quella parte. Gratie.

Venezia. Archivio di stalo. Senato. D ispacci P o lo n ia;

filza 15, fogl. 502 terg., disp. № 579.

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16. Lettera di monsig. Santa Croce, nunzio apostolico

in Polonia, al. card. Spada, segretario di stato.

V arsavia li 29 Marzo 1695.

Nella Russia s ’e scoperta ultimamente una grandissima influenza di febbri maligne interne con petecchie pessime, et infiniti sono quelli, come mi ha detto mons. vescovo diVarm ia, ehe mancano giornalmente di questa infermitä, e ciõ ehe fa piu considerarla, e, ehe degl’animali medesimi n’e mancata, e ne manca una quantitä gran d e, et essendo stati ap erti, tanto g l’uomini, quanto i medesimi animali, gli si trovano i polmoni infetti, il ehe fa credere ai medici, ehe provenga dall’infezione dell’aria, onde se, Dio guardi, continuasse, per la vicinanza di quella provincia, e per non usarsi qui veruna regola, ne col bandire il commercio, ne con altra prevenzione, saressimo sicuri d’aver’ a soccombere a qualsivoglia disastro. Ho voluto avvisare all’ Em. V. questa particolaritä perche non le sia occulto quanto va succedendo in queste parti, et alia medesima umilissimamente m’inchino.

Archivio Vaticano. Polonia. V ol. 115.

17. Lettera del segretario G. Alberti residente veneto in Polonia, al D oge di Venezia.

V arsavia li 12 A p rile 1695.

. . . Scrivono di Kiovia e d’altri luoghi al gran generale castellano di Cracovia ehe Moscoviti siano attualmente in mar- chia verso al fiume Tanais, dove stiano pronte sei mille barche a cinquanta huomini l’una ehe rilevarebbero trecento mille per- sone, alia testa delle quali giä si muova il czaro Pietro per assediare Assuff. Che occupata quella piazza, per altro non molto forte, haverebbe mandati li Cosacchi del Tanais ad in- festare il Mar Negro, et lui s’accingerebbe alia impresa della Crimea, dove intanto passava a dirittura il Maseppa general de Cosacchi del B oristene; particolaritä tutte, ehe s ’incontrano con quelle da me humiliate all’ E. E. V. V. le settimane decorse.

Aggiongono ehe havutosi avviso in Moscua come se li Polacchi havessero fatta la loro pace particolare con li Tartari, anzi dati li ostaggi, nominando li figliuoli de stessi generali, si fosse rissoluto dalli Czari d’ordinare vinticinque mille Cosacchi sotto al comando del colonello Palli ultimamente andato alia loro

devotione со’ quali guardasse i confini et movimenti della Po­

lonia, sinche tutte le forze de’ Moscoviti saran occupate neile sudette imprese. Com e quest’ultima parte degl’avvisi e falsa desidero che l’altra si verifichi, et al Re ehe me li ha detti ris- p o si: vedersi chiaro, ehe Dio voleva presservare la le g a ; ehe con la sua provvidenza levava soldati per la medesima, ove giä ne parevano perse le speranze; che ognuno doverebbe a gara fare gli ultimi sforzi appunto quando il Gran Signore nuovo prettenderä rimettere l’orgoglio ottomano, ch’era giä stat’abbas- sato, et che sarebbe depresso per sempre, se tutti d’accordo havessero applicato alia guerra.

Com prese molto bene il Re il senso del mio discorso et replicõ non sapere se Dio perdonerä veramente a quelli, ehe hanno seminata la zizania, sturbando la concordia et le ope- razioni di questo paese; che io stesso vedevo le angustie alle quali era ridotto e massime per l’ultima rottura della dieta.

Non ho mancato di eccitare l’animo generoso della Maestä Sua, riflettendo ehe mai piu si troverebbe una tanta distratione de Turchi e Tartari per potere tentar l’acquisto di Kam iniez;

non rispondo di grand’effetto, troppa essendo la divisione di questo regno ehe mi consterna, et leva il cuore abbattuto al m aggior segno.

Venezia. Archivio di stato. Senato. D ispacci P olon ia;

filza i6, disp. № 581.

18. Lettera di monsig. Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia, al card. Spada, segretario di stato.

V arsavia li 12 A p rile 1695.

. . . Si conferma tanto per parte della corte, quanto del gran generale del regno il grand’armamento de’ Moscoviti, e queste buone notizie si sono ricevute per un’espresso spedito qua da un polacco, ehe si ritrova appresso il general Maseppa cosacco, ehe si suppone partecipe d’ogni segreto del medesimo.

II disegno dunque de’suddetti Moscoviti, secondo le relazioni, e di calare con trecento mila uomini, numero per veritä assai grande, per il fiume Tanai all’impresa d’A ssov cittä presidiata dai Turchi, poco distante dall’imboccatura del sudetto fiume nella palude Meotide, e per quella impadronirsi della Crimea confinante con la cittä suddetta: soggiunge inoltre il detto es­

presso, ehe a questo fine hanno fabbricate nelle selve vicine al

1695 avril

1695

avril medesimo fiume sei mila navi capaci di cinquanta uomini per

ciascheduna, oltre g l’attrezzi militari, e cannone, ehe porteranno seco neile medesime in gran numero, dicendosi ehe ne averanno ottanta pezzi da batteria, e cento cinquanta mortari da bombe, e questa fabbrica di navi, l’espresso ha detto a Sua Maestä di averla veduta con g l’occhi proprij. Per la parte di terra poi verso il Precop, faranno accostare alla Crimea il general Maseppa con l’esercito cosacco numerosissimo con intenzione, ch’esso debba osservare g l’andamenti de’ Polacchi, de’ quali dubitano siano per unirsi con i Tartari, e dar loro aiuto sul fondamento di sentirsi continuamente spargere, ehe i medesimi Polacchi siano per far quanto prima la pace con i Tartari suddetti, credendo, come viene scritto di *), che giä si siano dati recipro-camente g l’ostaggi, e ehe quando saranno assicurati della fede dei Polacchi sopra il punto di non far pace con i Tartari, allora il sudetto general Maseppa doverä assaltare la Crimea per terra, о pure unito con i Polacchi entrar nel Budziak, e somministrar loro fanteria per l’impresa di Kaminietz, e questa sicurezza da darsi da Moscoviti, sarä uno dei principali punti, ehe si tratteranno nel consiglio bellico, l’intimazione di cui s ’attende di giorno in giorno. Non si pud negare ehe le cose esposte non meritino gran riflesso, e benche non tutte probabilmente s ’avvereranno, nulla- dimeno se anco s ’avverassero in parte, vi sarebbe un saldo fondamento da fabbricarvi sopra ogni ragionevole speranza, e qui all’ Em. V. profondamente m’inchino.

Archivio Vaticano. P olonia. V o l. 115.

19. Lettera del card. Spada, segretario di stato, a monsig.

Santa Croce, nunzio apostolico in Polonia.

R om a li 16 A p rile 1695.

Per le precedenti informazioni date da V. S. Ill.ma non e riuscito nuovo, benche sia qui dispiaciuto il pretesto mendicato dal Szumlanski per non adempire quello havea altre volte intenzionato di fare, e vedendo ehe il difetto procede da mancanza di volontä, si come non poträ prestarsi molta fede alli suoi andamenti neil’ avvenire, cosi dovrä pregarsi Dio a dargli lumi maggiori, onde riducendo una volta detto soggetto al sentiere della salute, si degni anche di lui servirsi per van- taggio della sua chiesa.

Archivio Vaticano. P olonia. V o l. 188.

1) Spazio vuoto. E . Seh.

20. Lettera del segretario G. Alberti, residente veneto 1вэ5

avril

Im Dokument VII II 1,1 II ПОИСКИ (Seite 185-190)