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L’indicazione dell’origo nelle iscrizioni dei soldati di provenienza danubiana e balcanica a Roma

Im Dokument Papers of the 3 (Seite 122-142)

I soldati costituiscono, insieme a mercanti e pellegrini, uno dei gruppi sociali che più di tutti nel mondo antico si contraddistingue per un alto livello di mobilità: non stupisce quindi che essi tendano a menzionare nei propri monumenti con frequenza e precisione la loro provenienza o quella dei commilitoni1.

In questo contributo si cercherà di fornire una panoramica sulle modalità dell’indicazione dell’origo nelle iscrizioni urbane dei soldati di origine danubiana e balcanica di stanza a Roma tra I e III secolo d.C., basandosi sui più di 300 monumenti sacri e sepolcrali2, in cui la provenienza è esplicitamente indicata3.

L’arruolamento sistematico dei soldati delle milizie urbane dal bacino danubiano inizia nel 193 d.C. in seguito alla riorganizzazione dell’antico corpo pretoriano attuata da Settimio Severo, il quale sostituisce i membri delle coorti pretorie, prima di origine quasi esclusivamente italica, con i legionari delle truppe da lui comandate, dopo che queste avevano sostenuto Didio Giuliano all’indomani dell’assassinio di Pertinace4. Se in seguito alla riforma severiana è ravvisabile un arruolamento in massa dei provinciali, i documenti relativi non solo ad equites singulares Augusti e classiarii, già presenti in gran numero a Roma, ma anche a pretoriani e urbaniciani sono tutt’altro che scarsi.

Mentre nel I secolo la provenienza di soldati di origine italica viene tendenzialmente espressa con il semplice nome della città di origine, talvolta

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La questione dell’origo di soldati di provenienza danubiana a Roma ha attirato l’interesse di numerosi studiosi già a partire da Mateescu 1923 e Durry 1938, 251–256 fino a Ricci 1993, 175–208, Kovács 2013 per la Pannonia; Tatscheva 1997, Tatscheva 1999, Topalilov 2013 per la Tracia.

2 Le due classi epigrafiche vengono trattate insieme: l’origo è attestata tuttavia in prevalenza nelle iscrizioni sepolcrali, che rappresentano più dell’80% del campione preso in esame. Non vengono invece trattati nel dettaglio i cosiddetti laterculi, nei quali la provenienza è espressa in maniera standardizzata attraverso il nome del centro di origine (vedi infra).

3 Per la redazione del dossier si è usato come punto di partenza l’elenco redatto da Cecilia Ricci (Ricci 1993), a cui sono state applicati aggiornamenti e modifiche. Dal momento che i dati presentati sono in ogni momento sensibili di variazioni, si è talvolta preferito arrotondare le cifre per eccesso o per difetto. Nelle iscrizioni prese in considerazione non mancano infatti casi dubbi, derivanti da problemi di lettura e di interpretazione delle iscrizioni stesse o da questioni più generali.

4 Passerini 1939, 171–203; Bingham 2013, 43–46.

introdotta dalla forma domo5, nei monumenti dei provinciali dei due secoli successivi essa è indicata prevalentemente attraverso il nome della provincia preceduto dal termine natione6, con il nome di un centro urbano7, con le due nozioni insieme8 o in varie altre combinazioni che si analizzeranno di seguito. Nel testo è generalmente fornita solo la provenienza del soldato defunto9, che talvolta può coincidere con quella dei dedicanti10.

Soldati di provenienza norica11 si trovano in 44 iscrizioni (tab. 1). Oltre agli equites singulares Augusti12, che venivano reclutati già nel II secolo tra i provinciali, non sono pochi i monumenti relativi a pretoriani norici databili anteriormente alla riforma severiana13, in accordo con quanto testimoniato in Cassio Dione sull’area di reclutamento di questo corpo selezionato dall’Italia, dalla penisola iberica, dalla Macedonia e, appunto, dal Norico14. L’espressione dell’origo dei Norici non subisce variazioni nel corso dei secoli. Nella maggior parte dei casi il soldato viene identificato con l’espressione Noricus/provincia Norica15, 16 volte con l’indicazione di una città (Virunum, Iuvavum, Celeia, Aguntum, Solva, Ovilava)16, in 8 casi con la

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L’espressione pare poi ricomparire nel III secolo avanzato (cfr. Benefiel 2001, 229).

6 La stretta corrispondenza instauratasi tra il nome della provincia e il termine natio nel II secolo lascia intendere che quest’ultimo venga utilizzato come sinonimo di provincia.

Quest’ultima viene indicata infatti nella maggior parte dei casi nelle forme natione, oriundus ex provincia/in provincia (ad es. CIL VI 2482, 2494a, 2544, 2602, 3204, 3293, 32804a). In rari casi il nome della provincia si trova invece accostato a civis (CIL VI 2501, 31176), domo (CIL VI 2698, 3216) o è indicato da solo (ad es. CIL VI 3588).

7 Anche il nome della città può essere introdotto da natione (AE 1946, 148; Speidel 1994, 258, nr. 415), oltre che dalle più usuali forme domo (ad es. CIL VI 2534) e da civis (ad es. CIL VI 3196, 32635).

8 Cfr. ad esempio natione Pannonius, domu Flavia Sirmio (CIL VI 3184); domo Septimia Aquinci ex Pannonia inferiore (CIL VI 3431).

9 Sono state incluse nel dossier anche alcune iscrizioni in cui la provenienza si riferisce a familiari defunti dei soldati, in cui si fa comunque uso di un formulario di tipo militare (vedi infra).

10 Cfr. espressioni come municeps (CIL VI 2520, 3177, 3304) e convicanus (CIL VI 3177).

11 Sull’organizzazione territoriale del Norico in età imperiale cfr. Alföldy 1974 e Alföldy 1989.

12 Sulla presenza di soldati norici tra le fila degli equites Singulares Augusti cfr. Speidel 1981/1982.

13 Pretoriani norici già nel II secolo si trovano in CIL VI 2453, 2483, 2522, 2619, 2751, 32681; AE 1924, 107.

14 Cass. Dio 75, 2.

15 CIL VI 2482, 2712, 3206, 3211, 3229 (schiavo di un eques singularis), 3253, 3283, 3295, 3229, 32867t, 32797, 32813, 32822, 32844; Ferrua 1951, 105, nr. 23; 110, nr. 50; Guyon 1977, 203, nr. 3; AE 1993, 165; Speidel 326, nr. 594; AE 2011, 140.

16 CIL VI 209, 2483, 2522, 2534, 2543, 2547, 2751, 3225, 3259, 32655, 32681, 37218, 37228; AE 1924, 107; AE 1983, 69; Ferrua 1951, 120, nr. 94.

combinazione di provincia e città17. L’indicazione della provincia sembra essere più frequente nel caso degli equites singulares Augusti, mentre i pretoriani preferiscono fornire il nome di un municipium, come i pretoriani italici.

Nelle 35 iscrizioni che fanno riferimento a soldati della Rezia18 (tab. 2) si trova prevalentemente l’indicazione della provincia (natione Raetus)19, mentre molto più raramente viene ricordata la città Aelia Augusta, città principale della Raetia e unico centro urbano a comparire nelle iscrizioni di Roma, da sola (sia nella forma Augusta Vindelicum che come Aelia Augusta dopo la fondazione del municipio adrianeo)20 o in combinazione con il nome della provincia21.

La Pannonia22 con più di cento attestazioni mostra una grande varietà nell’espressione dell’origo (tab. 3), che compare in molteplici forme, in cui l’indicazione della provincia senza altra specificazione23, insieme al nome di una città24 o di unità territoriali minori25 è comunque spesso presente. Il nome della provincia si trova prevalentemente associato al termine natio (natione Pannonius/Pannonia/Pannonia inferior/Pannonia superior)26.

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CIL VI 3304, 3588, 32805; Mancini 1922, 142, nrr. 4–5; AE 1948, 68; Ferrua 1951, 113, nr. 62; 119, nr. 89; Speidel 1994, 210, nr. 285.

18 Sull’organizzazione della Raetia cfr. Gottlieb 1989, 75–87.

19 CIL VI 3190, 3208, 3210, 3213, 3218, 3224, 3228, 3233 (schiavo di un eques singularis), 3247, 3273, 3282, 3317, 3430, 3576 (liberto o parente di un eques singularis), 3601, 32804, 31144, 32796 (schiavo di un eques singularis), 32837f [frg. a] + 32852 [frg. b], 32848, 33025; Ferrua 1951, 118, nr. 84; Speidel 1994, 140, nr. 133; AE 1990, 61.

20 CIL VI 3353; AE 1973, 53 e 54; Speidel 1994, 147, nr. 145; 189, nr. 232; AE 2011, 144.

21 CIL VI 32840; Ferrua 1951, 117–118, nr. 80; 119, nr. 91; 128, nr. 111; Speidel 1994, 203, nr. 267.

22 Per una recente analisi sulla storia della Pannonia e i suoi centri urbani, in aggiornamento a Mócsy 1974, cfr. Kovács 2013 e Kovács 2014 (in particolare 93, 112 sulla questione delle civitates peregrinae), con bibliografia precedente.

23 CIL VI 2488, 2501 (moglie di un pretoriano), 2521, 2673, 2697, 2708 (moglie di un pretoriano), 2746, 2758, 3146, 3156.3157, 3183, 3186, 3204, 3222, 3232, 3239, 3256, 3264, 3266, 3267, 3270, 3285, 3286, 3293, 3307, 3411, 3472, 3489, 32657, 32793, 32798, 32807, 32808, 37271 (moglie di un pretoriano); Ferrua 1951, 98–99, nr. 1; 112, nr. 53; 113, nr. 59;

127, nr. 108; AE 1954, 79 e 81; AE 1983, 48; Virgili 1985, 418; Speidel 1994, 205, nr. 273 [frgg. a+b]; 218, nr. 306; 242, nr. 365 (frgg. a+b); 309, nr. 564.

24 CIL VI 3184, 3214, 3272, 3431, 32680, 32804a, 32862; AE 1954, 77; AE 1993, 335 e 336; Speidel 1994, 138, nr. 128; 141–142, nr. 135(frg. a+CIL VI 32859); 144, nr. 139; 258, nr.

415; AE 2008, 211.

25 Provincia+civitas peregrina: CIL VI 32544, 32557; provincia+pes: CIL VI 2494a, 3241; provincia+pagus: CIL VI 37224; provincia+pes+pagus+vicus: CIL VI 37213;

provincia+città+civitas peregrina: CIL VI 32542; provincia+città+vicus: CIL VI 3300;

provincia+città+pagus+vicus: CIL VI 3297; provincia+città+canabae: CIL VI 3198;

provincia+castellum: CIL VI 2544; AE 1968, 31.

26 Natio viene usato anche in modo improprio accanto a nomi di città (cfr. CIL VI 3192:

natione Savaria; CIL VI 3454: natione Acuicesem (!); CIL VI 2552: natione Petoviensis) o di civitates peregrinae (CIL VI 32785a: natione Varcianus; CIL VI 3308: natione Boius).

Il nome di un municipio o di una colonia senza ulteriori aggiunte compare invece una trentina di volte27.

Mentre nel II secolo si riconosce una certa regolarità nell’esprimere l’origo con il nome della provincia, di un centro urbano o di entrambi, nel III secolo compaiono unità territoriali più specifiche. Per riferirsi non al centro urbano, ma al suo territorio viene usata ad esempio l’espressione pes, che si incontra nel caso del pes Faustinianus28, toponimo che ricompare nell’iscrizione di un civis Faustinianus e con cui si intende il territorio di un municipium29, e in un’iscrizione in cui si indica il territorio di Sirmium (pes Sirmensis30).

In alcune iscrizioni si riscontra inoltre l’indicazione di pagi31 (Traiani32, Martius33, Iovista34) e vici (Budalia35, Cocconetibus36, Voleucionis37), mentre in un paio di casi viene fornita un’origo da vici militari o canabae38. In cinque iscrizioni, infine, si menzionano le civitates Varcianorum39, Boiorum40 e Cotinorum41.

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Poetovio: CIL VI 2552, 2571, 2579; Siscia: CIL VI 2644, 2689, 3180, AE 1984, 68;

Savaria: CIL VI 2710, 2877, 3192, 3276, 3287, 3336, 32538, 37206, Mancini 1924, 47, nr. 3, AE 1946, 148, AE 1967, 33, AE 1993, 334 e 337, Speidel 1994, 171, nr. 199, 200, nr. 261, 232, nr. 346, 250, nr. 391; Mursa: CIL VI 3235, AE 1948, 68, AE 2011, 139; Aquincum: CIL VI 3454 (moglie di un pretoriano), 37208; Carnuntum: CIL VI 3625; Sirmium: CIL VI 31146, Speidel 1994, 219, nr. 309. L’attribuzione di Emona alla regio X è ormai un dato acquisito, per questo motivo si è deciso di non includere la città nel presente studio (cfr. Šašel Kos 2012, 79–

80 e da ultimo Šašel Kos 2016).

28 CIL VI 2494a.

29 CIL VI 3241. Per il municipium Faustinianum, forse non lontano da Siscia, cfr. CIL III 3974, CIL VI 1788 e 3241 e vedi Galsterer-Kröll 1972, 124.

30 CIL VI 37213.

31 Per la nozione di pagus cfr. in particolare Tarpin 2002, 188–189.

32 CIL VI 37224.

33 CIL VI 37213.

34 CIL VI 3297. Il pagus corrisponde forse al territorio della mutatio Iovia, per cui cfr.

Itin. Ant. 130, 2: Iovia; Itin. Hierosolym. 561, 10: civitas Iovia; Geogr. Rav., 4, 19, 14.

35 CIL VI 37213.

36 CIL VI 3297. Il vicus dovrebbe corrispondere con la già nota mutatio Cocconis (Itin.

Hierosolym. 562, 4) Secondo Delamarre (2009, 93) si tratta di un nome derivante da un etimo celtico.

37 CIL VI 3300.

38 AE 1968, 31: nat(ione) Pann(onia) inferior(e), natus ca[---] / ala pret(oria) (!); CIL VI 3198: natus in Pa/nonia inferiore, domo Briget(i)/one, at (!) legione(m) prima(m) At[i]utri(cem) (!) e CIL VI 2544: oriundus ex pro/vincia Panno(nia) inferiore,/ natus castello Vixillo. Cives Romani consistentes ad legionem II Adiutricem sono menzionati anche in un’iscrizione di Aquincum (CIL III 3505). Per un’analisi sullo stato giuridico dei cives consistentes ad legionem e ad canabas cfr. Mócsy 1965, Bérard 1993, Todisco 2007, 1447–

1453.

39 CIL VI 32785a.

40 CIL VI 3308.

41 CIL VI 32542, 32544 e 32557 e vedi infra.

Nel caso delle quasi 30 iscrizioni di soldati provenienti dalla Dacia42 (tab. 4) si nota chiaramente come l’origo venga indicata quasi esclusivamente sotto forma di provincia/natio43. Le città, da sole44 o in combinazione con la provincia45, sono menzionate molto raramente. Vici, pagi e altre unità territoriali, a differenza di quanto accade in Pannonia, sono completamente assenti. In un’unica iscrizione si ha l’indicazione di un’origo dalle canabae della legio XIII Gemina ad Apulum46.

Un caso a sé è costituito da due monumenti di fine III secolo, in cui sono menzionate la regio Scodriensis e la regio Serdica47, con le quali si intendono i territori delle città di Scodra e Serdica, che in quest’epoca sono rispettivamente le capitali della Praevalitana e della Dacia Mediterranea, ma che fino a pochi decenni prima facevano parte delle province di Dalmazia e Tracia.

Nelle 16 iscrizioni di soldati dalmati48 (tab. 5) la provenienza è espressa tramite la provincia/natio49 soprattutto nel caso dei classiarii e dei pretoriani reclutati nel III secolo, mentre pretoriani e urbaniciani di I e II secolo tendono a fare riferimento a colonie o municipi (Aenona, Flanona, Salona, Iader, Senia)50, come i loro commilitoni reclutati dai centri dell’Italia.

I Macedoni vengono reclutati già a partire dal I secolo, quasi esclusivamente per il pretorio e le coorti urbane, mentre solo un soldato originario di questa provincia è attestato tra gli equites singulares Augusti. I milites macedoni di stanza a Roma vengono scelti tra le élite urbane, secondo una prassi che ricorda il reclutamento dai centri italici e, proprio come nelle iscrizioni dei pretoriani reclutati dall’Italia, nei loro monumenti (tab. 6) si menziona sempre un centro urbano (Dyrrachium, Philippi,

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Sulla nascita della provincia e le sue caratteristiche amministrative cfr. Piso 2008, con bibliografia precedente.

43 Dacus/Dacia/provincia Dacia: CIL VI 2495, 2602, 2696, 3191, 3200, 3227 (liberto di un eques), 3234, 3238, 3268, 3277, 3288, 3320; 3419, 3456, 37252; AE 1993, 331(moglie di un evocatus) e 333. In CIL VI 32845b, 32791, 37258a; AE 1983, 82 la lacuna Da[---] potrebbe anche essere integrata con Da[lmatia] o Da[rdanus], tuttavia i Daci sono più numerosi tra gli equites singulares, al cui corpo appartengono i soldati in questione, e dunque una provenienza da questa provincia risulta più probabile.

44 CIL VI 269 e 32538.

45 CIL VI 3236; Speidel 1994, 150, nr. 151.

46 CIL VI 2425: nat(us) provinc(ia) Dacia, / leg(ione) XIII Gem(ina). Le stesse canabae sono note anche da un’iscrizione della Dacia: c(ives) R(omani) consist(entes) / kan(abis) leg(ionis) eiusd(em). Sulle canabae in Dacia cfr. Piso 1991, 141; 148–149.

47 CIL VI 2605 e 2698.

48 Sulla Dalmazia cfr. soprattutto Wilkes 1977 e da ultimo Sanader 2009.

49 Dalmatia/dalmata/dalmaticus: CIL VI 2633, 3108, 3126, 3149, 3261, 3663, 32588; AE 1912, 184; AE 1988, 1138; Mancini 1922, 142, nr. 3.

50 CIL VI 209, 221, 2451, 30881, 32895; AE 1984, 63.

Stobi, Thessalonica, Doberus, Amphipolis)51, mentre la provincia è indicata solo due volte, nel caso di un vigile e dell’unico eques singularis52.

Ai soldati originari da Moesia superior e Moesia inferior sono da attribuire in totale una ventina di iscrizioni (tab. 7). In cinque casi la provenienza viene espressa solo tramite il riferimento alla provincia53, mentre più spesso tale indicazione è completata dall’aggiunta di una città54, di una regio55, di un vicus56, o di regio+vicus57. In un unico caso si trova solo l’indicazione della regio58. In tre iscrizioni si indica un’origo dalla Dardania, con cui si fa riferimento al distretto aurifero in Moesia superior59 o alla provincia tardoantica con capoluogo a Naissus, una volta nella forma Naissus Dardaniae60 e un’altra accompagnata dal nome di alcuni vici61.

La menzione di una città senza altra specificazione si riscontra nel caso della principale comunità cittadina della Moesia superior, Viminacium62, del municipium Scupi63 e di Oescus, unica colonia della Moesia inferior64. In una iscrizione troviamo invece Nicopolis, molto probabilmente da identificare con Nicopolis ad Istrum65. È degno di nota il monumento di un soldato Fl(avia) Scupis nat(ione) Bessus66: egli, pur

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CIL VI 218a, 2520, 2611, 2645, 2646, 2679, 2715, 2767, 2790, 2886, 2916, 30719, 32738, 40556; Paribeni 1915, 41, nr. 7. Nei monumenti posti in occasione del congedo compaiono spesso le due colonie della provincia, Dyrrachium e Philippi.

52 CIL VI 220 e Ferrua 1951, 128, nr. 112.

53 Moesus o Moesia superior/inferior: CIL VI 3199, 3271, 3292, 31164; Speidel 1994, 194, nr. 246.

54 CIL VI 2760: nat(ione) Mesia (!) inferiore, domo Escum (!); Mancini 1924, 46, nr. 2:

nat(ione) Mo[esus Ul]pia Oesci; CIL VI 13352 (in questo caso l’origo da Remesiana, riferita alla moglie di un pretoriano, è associata alla natio Thrax).

55 CIL VI 32549: provincia Mysia (!) inferiore, regione Dimesi.

56 CIL VI 32589: nationem (!) Mesacus, vico (vacat).

57 CIL VI 2730: natione Mysia superiore, regione Ratiarese, vico C[a]nisco; con la stessa accezione si usa il termine civis in CIL VI 2736: natione Mesacus civis Meletinus, vico Perepro.

58 CIL VI 32583: ex regione Marcianopolitana cives. Marcianopolis e Nicopolis passano alla fine del II secolo dalla Thracia alla Moesia inferior. Dal momento che le iscrizioni qui trattate sono relative sicuramente al III secolo, si è preferito attribuire i monumenti al gruppo della Moesia.

59 CIL VI 32800: natione Dardanus; cfr. Mócsy 1974, 131–134 e 223; Petrović 2007, 7–

23. 60 CIL VI 32937b.

61 CIL VI 32605: ex Dardania ex vico Perdica et ex vico Titis. Per altre iscrizioni in cui si intende la provincia tardoantica cfr. CIL V 898, CIL VI 32937, CIL XIII 6823.

62 CIL VI 2525.

63 CIL VI 533.

64 CIL VI 3342, 31146.

65 AE 1980, 141: domo Nicopoli. Potrebbe potenzialmente trattarsi anche di Nicopolis ad Nestum, in Tracia. La Nicopolis di CIL VI 375 è invece con ogni probabilità il centro dell’Epiro.

66 CIL VI 3205.

essendo originario della colonia in Moesia superior, è designato come Bessus, etnico con cui vengono individuati gli abitanti del territorio a sud di Serdica e che fino almeno alla riforma amministrativa di Traiano era organizzato nella strategia Βεσσική. La presenza di un Bessus nel territorio di Scupi testimonia che i Bessi non si trovavano solo in Tracia, ma anche nella Macedonia orientale e nella parte della Moesia superior prossima alla Tracia.

Da ultimo la Tracia, che, insieme alla Pannonia, costituisce la provincia più interessante per quanto riguarda l’indicazione dell’origo (tab. 8).

Soldati di origine trace a Roma sono attestati da più di 60 iscrizioni. La provincia compare una decina di volte quale unica indicazione di origine67, in altrettanti casi si riscontra solo il nome della città68, in sette monumenti provincia e città sono abbinate (Serdica, Philippopolis/Trimontium, Beroe/Augusta Traiana, Traianopolis, Ulpia Tonzus69)70 e in una sola iscrizione la provincia accompagna direttamente il nome di un vicus71. Analogamente alla Moesia, anche per i soldati di origine trace ricorrono spesso, soprattutto nelle iscrizioni sacre di III secolo, l’uso del termine regio o l’indicazione di un territorio rurale, che possono essere completati dalla specificazione di un vicus72. Con il termine regio in particolare si intende, forse, nelle iscrizioni di ambito militare di III secolo provenienti da Roma, il territorio che gravita intorno a una città o una regione rurale priva di un centro urbano. Un riferimento di questo genere si trova ad esempio nell’iscrizione dedicata dai cives Usdicenses, il cui nome ricorda una delle strategie in cui era organizzata la provincia fino al II secolo (Οὐσδικησική)73.

Accanto alla menzione della provincia si riscontra in una ventina di iscrizioni l’uso dall’etnonimo Bessus74, che per due volte accompagna il nome di una città75 e in

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CIL VI 2461, 3195, 3201, 3216, 3217, 3250, 31147; 31157 [frg. b] + 31176 [frg. a], 31162, 33005; Ferrua 1951, 104, nr. 16 [frg. a] + p. 105, nr. 22 [frgg. b+c]; AE 1983, 49;

Speidel 1994, 311, nr. 567.

68 Perinthos: CIL VI 209; Philippopolis/Trimontium: CIL VI 2566, 2785, 32635;

Pautalia: CIL VI 2616, 2671; Serdica: CIL VI 2638, 3314, 32714; AE 1983, 50.

69 Sull’identificazione del centro di Ulpia Tonzus che compare solo in AE 1981, 94 cfr.

Panciera 1981, 465–474 = Panciera 2006, 1384–1388. Sull’uso e abuso dell’epiteto Ulpia nelle iscrizioni di Roma in associazione alle città della Tracia cfr. Topalilov 2015, 157–177.

70 CIL VI 2570, 2601, 2742, 2954, 3176, 3196; AE 1981, 94.

71 Il nome della provincia è in questo caso introdotto dal termine regio: regionis Tracia (!) vico Statuis (CIL VI 36846), per cui cfr. Cenati in corso di stampa.

72 provincia+regio+vicus: CIL VI 32567; regio+vicus: CIL VI 2772, ICUR VII 20202;

territorio rurale privo di centro urbano: CIL VI 32582; città+ vici: CIL VI 32543 (cives Philippopolitani da vari vici del territorio). Sui vici della Tracia cfr. Velkov 1993, 173–187.

Sulla peculiare organizzazione rurale delle province di Thracia e Moesia inferior cfr. Bâltâc 2011.

73 Ptol. 3. 11. 8–10; Plin. ΗN, 4. 40. Sull’organizzazione della Tracia in strategie e sulla loro abolizione cfr. Gerov 1970 (1980) e più di recente Parissaki 2009 e 2013.

74 CIL VI 2486, 2699, 3097, 3103, 3107, 3128, 3141 [frg. a] +33040 [frg. b], 3142, 3145, 3163, 3303, 3447, 7466, 37257; AE 1931, 89; AE 1946, 145; AE 1973, 51; Ferrua 1951, 117, nr. 74; 127, nr. 109; Speidel 1994, 193, nr. 243; 196, nr. 253; 299, nr. 545.

un caso compare insieme alla regio e a un vicus76. Molti dei Bessi a Roma militarono tra i classiari della flotta di Miseno, ma un buon numero fu anche arruolato nel corpo degli equites singulares Augusti77. L’etnonimo, noto a Roma già a partire dal I secolo, è testimoniato nella città fino al III secolo e conferma il mantenimento di caratteri culturali propri, che garantiscono la sopravvivenza del gruppo etnico78.

Le iscrizioni sacre, già incluse fino a qui nella trattazione, meritano qualche considerazione a parte. Nelle scarse dediche poste da Reti79, Daci80 e Dalmati81 non sono ravvisabili grandi sorprese: vengono prevalente indicate la città o la provincia di provenienza in analogia alle iscrizioni funerarie.

Le iscrizioni sacre di Pannoni, Mesi e Traci mostrano invece elementi peculiari.

Alcuni monumenti posti dai cives Thraces congedati dagli equites singulares Augusti82 e da soldati originari di Sirmium e Oescus83 si contraddistinguono per una caratteristica precipua nel nucleo omogeneo delle dediche sacre dei castra priora84, nelle quali l’origo dei milites missi honesta missione è solo saltuariamente indicata.

Qui, al contrario, la provenienza non solo è menzionata, ma sembra avere un significato di primo piano, interpretabile probabilmente con la comune origo di gruppi di commilitoni.

Un secondo nucleo compatto di tituli sacri proviene invece dagli scavi dell’Esquilino85. Si tratta nella maggior parte dei casi di dediche collettive di natura non ufficiale, databili nel III secolo avanzato, nelle quali la provenienza è espressa attraverso forme peculiari: proprio in questi testi vengono indicate, infatti, unità territoriali corrispondenti a civitates peregrinae o regiones. Soldati di origine pannonica, che si identificano come cives Cotini ex Pannonia inferiore, sono i dedicanti di un gruppo di basi, purtroppo frammentarie, pro salute Imperatoris86. Dai

75

CIL VI 3177 e 37257, oltre all’iscrizione del soldato di Scupi (vd. nt. 65).

76 CIL X 8754.

77 Sui Bessi nell’esercito cfr. Tatscheva 1997, 199–210; Tatscheva 1999, 863–872;

Zahariade 2009.

78 Tatscheva 1999, 872.

79 CIL VI 31144; AE 1983, 69.

80 CIL VI 269.

81 Per quanto riguarda i soldati dalmati ci sono pervenute quattro dediche sacre: una a Iuppiter Optimus Maximus da parte di cives Dalmatae (CIL VI 32588), altre tre al Genius Centuriae (CIL VI 209, 221, 30881).

82 CIL VI 31147, 31162, 31176 [frg. a]. + VI 31157 [frg. b].

83 CIL VI 31146.

84 Sulle iscrizioni sacre degli equites singulares Augusti e sul loro contesto di ritrovamento cfr. Speidel 1994, 28–33.

85 Per le iscrizioni rinvenute durante gli scavi di Piazza Manfredo Fanti e dintorni cfr.

Lanciani 1875, 77–82. Delle dediche sacre qui ritrovate si sono già occupati Granino Cecere / Ricci 2009, 185–201; Dana / Ricci 2013, 20–35; Dana / Ricci 2014 e Cenati 2016.

86 CIL VI 32542, 32544 (è interessante come in questa iscrizione i soldati specifichino oltre alla civitas peregrina la città di provenienza), 32557.

vici del territorio di Philippopolis (in CIL VI 32543 in particolare ne sono menzionati ben 15)87 provengono i pretoriani dedicanti di alcune iscrizioni ad Asclepius Zimidrenus88, uno dei tanti nomi con cui era designato il cavaliere trace, al quale era consacrato un importante santuario proprio nei pressi di Philippopolis89. Altre dediche collettive sono poste da soldati originari della regio Dimensis in Moesia90, da cives delle regiones Marcianopolitana91, Serdicensis92 e da cives Usdicenses93.

Essenziali per l’indicazione della provenienza sono i cosiddetti laterculi, ovvero

Essenziali per l’indicazione della provenienza sono i cosiddetti laterculi, ovvero

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