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Famiglie e reddito disponibile

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Capitolo 3 - Gli effetti della crisi su individui e famiglie

3.4 Famiglie e reddito disponibile

La crisi economica ha colpito pesantemente le famiglie italiane: nel 2009, per la prima volta dall’inizio degli anni Novanta, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in termini correnti diminuisce (-2,7 per cento) rispetto all’anno pre-cedente. Considerando la sottostante variazione dei prezzi, il potere d’acquisto ha subito una riduzione del 2,5 per cento, proseguendo la tendenza alla diminuzione iniziata nel 2008 (-0,9 per cento) (Tavola 3.16). Ancora meno favorevole è l’evo-luzione della spesa per consumi finali delle famiglie, che presenta variazioni nega-tive sia in termini nominali (-1,9 per cento), sia in quantità (-1,8 per cento): que-st’ultima si somma alla contrazione (-0,8 per cento) registrata nel 2008.

Nonostante il forte contenimento dei consumi, le famiglie non sono state in grado di mantenere invariata la loro capacità di risparmio: alla maggiore flessione del reddito disponibile si associa la riduzione della propensione al risparmio, as-sottigliatasi nel 2009 di ulteriori 0,7 punti percentuali. In questo modo, la pro-pensione al risparmio raggiunge l’11,1 per cento, il valore più basso registrato dal-l’inizio degli anni Novanta.

La reazione delle famiglie alla situazione d’incertezza economica offre alcune analogie con quanto avvenuto nella crisi del 1993. Allora, in presenza di una di-minuzione su base annua del prodotto interno lordo dello 0,9 per cento in ter-mini reali, il potere d’acquisto delle famiglie registrò una pesante contrazione, con un calo del 3,9 per cento, anche a causa della consistente manovra fiscale realizzata in quel periodo. I consumi non si adeguarono prontamente alla cadu-ta del reddito determinando una riduzione della propensione al risparmio di ol-tre mezzo punto percentuale.

Tuttavia, se nel 1993 il decremento del potere di acquisto si concentrò nello stesso anno, la riduzione del 2009 si innesta in uno scenario negativo più prolun-gato, perché già nel 2008 la flessione del reddito reale era stata dello 0,9 per cen-to. Complessivamente, nel biennio 2008-2009 la capacità di risparmio delle fami-glie è diminuita quasi un punto percentuale.

Scendono fino a luglio 2009 i prezzi dei beni ad alta frequenza

d’acquisto

Diminuisce il reddito disponibile

delle famiglie

Nel 2009 la riduzione del reddito disponibile delle famiglie trae origine dalla forte contrazione del loro reddito primario, ovvero la remunerazione dei diversi fattori produttivi offerti dalle famiglie. Tale remunerazione, in termini nominali, si riduce del 4,3 per cento, dopo l’incremento del 2,6 per cento segnato nell’anno precedente (Tavola 3.17). Tra le componenti del reddito primario in flessione, i redditi da capitale subiscono il calo maggiore, raggiungendo il -43,4 per cento per gli interessi netti.

Alla riduzione del reddito complessivo concorre in modo consistente il decre-mento dello 0,7 per cento dei redditi da lavoro dipendente, che contribuiscono per oltre il 55 per cento al reddito primario delle famiglie. La caduta delle

retribu-3. GLI EFFETTI DELLA CRISI SU INDIVIDUI E FAMIGLIE

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Potere d'acquisto del reddito disponibile (a) - 2,9 1,2 0,1 0,7 0,6 0,6 0,9 -0,9 -2,5

Carico fiscale corrente (b) 15,0 14,5 14,1 13,9 13,9 13,9 14,6 15,0 15,4 15,3

Carico fiscale complessivo (c) 15,1 14,6 14,4 14,8 14,4 14,0 14,6 15,1 15,4 15,8

Carico fiscale e contributivo corrente (d) 28,4 28,0 27,7 27,7 27,8 28,0 28,4 29,0 29,5 29,8

Propensione al risparmio (e) 11,6 13,6 14,4 13,4 13,5 13,3 12,5 12,0 11,8 11,1

Propensione al consumo (f) 88,4 86,4 85,6 86,6 86,5 86,7 87,5 88,0 88,2 88,9

Tavola 3.16 - Potere d’acquisto, carico fiscale, propensione al risparmio e al consumo delle famiglie consumatrici - Anni 2000-2009 (variazioni tendenziali e valori percentuali)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

(a) Variazioni percentuali su valori concatenati - anno di riferimento 2000.

(b) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio.

(c) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio e delle imposte in conto capitale.

(d) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio e dei contributi sociali effettivi e figurativi.

(e) Risparmio lordo su reddito lordo disponibile: il reddito lordo disponibile è corretto per la variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecni-che dei fondi pensione.

(f) Spesa per consumi finali delle famiglie su reddito lordo disponibile: il reddito lordo disponibile è corretto per la variazione dei diritti netti delle fami-glie sulle riserve tecniche dei fondi pensione.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2000-2009

(a)

Risultato lordo di gestione (+) 7,1 5,2 8,2 5,9 7,2 5,2 5,4 5,8 6,7 0,0 5,5

Redditi da lavoro dipendente (+) 4,2 5,6 4,4 3,9 3,8 4,7 4,7 3,9 3,7 -0,7 3,8

Quota di reddito misto trasferita (+) 4,4 3,7 2,7 4,5 4,5 -2,1 1,4 0,9 0,3 -0,7 1,7

Redditi da capitale (+) 4,1 5,0 -2,2 -11,0 3,2 7,1 8,2 9,1 -0,3 -32,3 -2,4

Interessi netti 0,6 3,3 -16,0 -5,1 -7,4 1,0 9,6 8,0 9,5 -43,4 -6,1

Dividendi 14,6 11,5 37,4 -29,1 26,6 10,5 10,9 10,2 -16,6 -32,1 0,6

Altri redditi da capitale 8,9 3,6 4,2 5,0 9,0 21,8 -0,5 10,3 -0,3 5,2 6,3

Altri utili distribuiti dalle società e

dalle quasi società 2,3 6,1 -1,1 0,8 -1,5 1,2 -0,2 2,5 -0,9 -7,6 -0,1

(=) Reddito primario lordo 4,2 5,2 3,1 2,3 3,5 3,4 4,0 3,9 2,6 -4,3 2,6

Imposte correnti sul reddito e sul patrimonio (-) 4,4 1,8 0,8 1,2 3,1 3,0 8,9 7,4 5,1 -3,1 3,1

Contributi sociali netti (-) 3,3 4,9 4,2 4,5 3,9 4,9 2,9 5,5 4,7 -0,6 3,9

Prestazioni sociali nette (+) 1,9 3,8 5,9 5,6 3,6 3,2 4,5 4,8 4,9 4,9 4,6

Altri trasferimenti netti (+) 13,3 -8,5 -7,4 12,5 42,3 18,2 29,3 -2,1 9,5 -2,9 8,9

(=) Reddito disponibile lordo 3,7 5,6 4,1 2,9 3,4 2,9 3,3 3,3 2,2 -2,7 2,8

Rettifica per variazione dei diritti netti delle

famiglie sulle riserve dei fondi pensione (+) 3,2 7,1 -3,5 -19,1 18,7 30,3 -18,7 -55,5 -7,8 -20,4 -11,2

Spesa per consumi finali (-) 5,8 3,3 3,0 3,8 3,4 3,4 4,0 3,4 2,4 -1,9 2,7

(=) Risparmio lordo -10,0 23,1 10,0 -3,9 4,2 1,2 -2,6 -1,9 0,7 -8,7 2,1

Imposte in conto capitale -9,4 -5,1 121,8 303,4 -39,4 -72,0 -87,5 42,9 72,6 1.101,5 20,5

Tavola 3.17 - Formazione, distribuzione e impieghi del reddito disponibile delle famiglie consumatrici - Anni 2000-2009 (variazioni percentuali tendenziali)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali (a) Tassi medi annui di variazione.

zioni, che rappresentano la parte fondamentale del reddito da lavoro dipendente, nel 2009 è pari allo 0,6 per cento, nonostante una tenuta delle retribuzioni medie per unità di lavoro: il risultato negativo complessivo è, infatti, interamente dovu-to alla forte contrazione delle unità di lavoro dipendente, diminuite nel 2009 del 2,7 per cento, la flessione più rilevante registrata dall’inizio degli anni Settanta.15

I redditi derivanti da lavoro autonomo e dalla gestione delle piccole imprese classificate nel settore delle famiglie,16cioè la quota di reddito misto destinata alle necessità di consumo e di risparmio della famiglia, sono diminuiti dello 0,7 per cento nel 2009, dopo il modesto aumento dello 0,3 per cento del 2008. In parti-colare, il reddito misto delle famiglie produttrici si è ridotto dell’1,4 per cento nel 2009, dopo i moderati incrementi messi a segno nel 2008 e nel 2007 (1,1 e 1,9 per cento, rispettivamente): questo risultato è la sintesi della dinamica negativa regi-strata nell’agricoltura (-5,6 per cento), nel commercio (-6,2 per cento) e nei servi-zi alle imprese (-1,8 per cento) e della crescita delle costruservi-zioni (1,5 per cento), dei servizi sanitari (5,1 per cento) e delle attività di locazione di fabbricati (5,7 per cento). Al decremento del reddito misto contribuisce anche la caduta dell’occupa-zione delle unità produttrici del settore famiglie, che per due anni consecutivi se-gnano una riduzione dell’1,8 per cento. La contrazione è particolarmente marcata per la componente di lavoro indipendente, che, già ridottasi del 2,2 per cento nel 2008, subisce una ulteriore diminuzione del 2,3 per cento. Nei servizi, dove si concentra la maggior parte dell’attività produttiva delle famiglie, si osserva il de-cremento più marcato: a fronte della discesa delle unità di lavoro totali del 2,2 per cento, la componente indipendente cala del 2,6 per cento.

I redditi da capitale si riducono in misura consistente (-32,3 per cento), traina-ti dal deciso abbattraina-timento degli interessi nettraina-ti, dovutraina-ti al crollo degli interessi attraina-ti- atti-vi (-47,1 per cento rispetto al 2008) conseguente alla crisi dei mercati finanziari e al sostanziale azzeramento dei tassi d’interesse a breve termine. Tutti gli strumenti finanziari detenuti dalle famiglie hanno generato meno interessi, anche se la fles-sione è stata più marcata per i proventi originati dagli strumenti con un più alto grado di liquidità (depositi a vista, Bot, Cct) e dalle attività finanziare detenute presso operatori non residenti. Al contrario, registrano un modesto aumento gli interessi ricevuti sui titoli pubblici a medio e lungo termine, che si erano ridotti in misura significativa nel corso del 2008.

Continua la dinamica negativa dei dividendi percepiti dalle famiglie, ulte-riormente scesi nel 2009 del 32,1 per cento, dopo la caduta del 16,6 per cento già registrata l’anno precedente. Questo è il portato della crisi finanziaria sulla distribuzione degli utili da parte sia delle imprese estere, sia di quelle residenti in Italia. Nel 2009 il dividend yield17medio della borsa italiana è stato pari al 4,3 per cento, diminuito di 180 basis point18rispetto al 2008, con un monte divi-dendi pagato dalle società quotate italiane più che dimezzato nel confronto con l’anno precedente. In particolare, in virtù di strategie di rafforzamento del capi-tale sociale e di miglioramento dei ratio patrimoniali di vigilanza volte a fron-teggiare le conseguenze delle turbolenze sui mercati finanziari, le banche quota-te hanno ridotto di quasi dieci miliardi di euro l’erogazione di dividendi nel 2009, con un dividend yieldpari allo 0,8 per cento.

15Per maggiori dettagli dell’impatto della crisi sui salari si veda il paragrafo 2.5.2 di questo Rapporto.

16 Secondo le regole del Sistema europeo dei conti nazionali (Sec95) sono classificate nel settore famiglie, oltre ai lavoratori autonomi, le imprese individuali e le società semplici e di fatto con al mas-simo cinque dipendenti.

17Il dividend yieldindica il rapporto tra i dividendi distribuiti e il valore di mercato di chiusura del-l’anno precedente di un titolo azionario quotato.

18 Il basis point(letteralmente punto base in italiano) non è altro che l’equivalente di uno 0,01 per cento di una quantità.

Le retribuzioni diminuiscono dello 0,6 per cento

Calano gli interessi di Bot, Cct

e depositi

La forte contrazione degli interessi pagati dalle famiglie consumatrici (-59,3 per cento), che in termini relativi incidono in misura minore sul reddito primario, compensa solo parzialmente la dinamica negativa di quelli ricevuti.

È proseguito lo scorso anno il rallentamento del credito bancario al consumo, in atto dal 2007, ma nel 2009 cresce in termini relativi il finanziamento a brevis-sima scadenza, che, pur mantenendosi su livelli molti modesti rispetto al totale dei crediti erogati, si è incrementato del 60 per cento, ben più della già consistente crescita, oltre il 26 per cento, registrata l’anno prima. I prestiti richiesti dalle fami-glie per l’acquisto di abitazioni mostrano nel 2009 un lieve recupero, dopo la bru-sca frenata del 2008.

Infine, il risultato lordo di gestione rimane invariato: da un lato, si osserva la crescita del 3,4 per cento degli affitti figurativi, la componente più importante;

dall’altro, si rileva un aumento significativo dei costi sostenuti dalle famiglie per il finanziamento dell’acquisto delle abitazioni,19cresciuti di oltre 3,5 miliardi di eu-ro. Il confronto con l’anno precedente risente del fatto che nel 2008 le famiglie avevano beneficiato della parziale soppressione dell’Ici che, generando risorse ag-giuntive per oltre 1,8 miliardi di euro, aveva determinato una crescita del risulta-to di gestione del 6,7 per cenrisulta-to.

Sul reddito primario delle famiglie consumatrici si innesta la fase di redistri-buzione,20al termine della quale viene definito il reddito disponibile, ossia l’am-montare di risorse correnti a disposizione delle famiglie per consumo e rispar-mio. Nel 2009, interrompendo la progressiva sottrazione di risorse che caratte-rizzava la fase redistributiva a partire dal 2005, l’insieme delle operazioni di re-distribuzione (in particolare, i provvedimenti a sostegno del reddito e la ridu-zione delle imposte correnti) ha sorretto il reddito disponibile delle famiglie che ha rappresentato l’89,5 per cento del reddito primario, 1,5 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente.

L’andamento delle prestazioni sociali nel 2009 si mantiene identico a quello del-l’anno precedente (+4,9 per cento). Considerando le componenti sottostanti, si os-serva che quelle di natura previdenziale crescono del 4,4 per cento, mezzo punto per-centuale in meno rispetto al 2008, in conseguenza della forte flessione delle liquida-zioni per fine rapporto di lavoro pagate dalle amministraliquida-zioni pubbliche e della ri-duzione delle indennità di malattia e degli assegni familiari. Le pensioni e le rendite aumentano, invece, del 4,3 per cento (+3,9 per cento nel 2008) e crescono in misu-ra significativa le risorse percepite dalle famiglie per la cassa integmisu-razione guadagni e gli assegni di integrazione salariale (oltre 3,5 miliardi di euro in più rispetto al 2008).

Anche le prestazioni di natura assistenziale manifestano una decisa accelerazione (+10,6 per cento), come conseguenza della destinazione di 1,5 miliardi di euro al fi-nanziamento del bonus straordinario per le famiglie a basso reddito.21

Le imposte correnti a carico delle famiglie diminuiscono del 3,1 per cento, al-leviando leggermente il carico fiscale corrente, passato al 15,3 per cento (era il 15,4 nel 2008). A questo risultato contribuisce da un lato, la riduzione del 2,9 per cento del gettito Irpef, dall’altro la contrazione del 5,8 per cento delle imposte sui redditi da capitale, indotta dalla decisa flessione delle imposte sui capital gain (-36,5 per cento nel 2009) e sul risparmio gestito (-70,3 per cento nel 2009), già in atto dall’anno precedente.

3. GLI EFFETTI DELLA CRISI SU INDIVIDUI E FAMIGLIE

19Tali costi sono implicitamente contenuti negli interessi pagati dalle famiglie: trattandosi però di servizi di intermediazione finanziaria misurati indirettamente (Sifim), nei conti nazionali vengono individuati e classificati nei costi intermedi.

20 Le operazioni di redistribuzione sono operate, essenzialmente, dalle amministrazioni pubbliche attraverso il prelievo di imposte dirette, contributi sociali e l’erogazione di prestazioni sociali e altri tra-sferimenti correnti.

21Art. 1 d.l. 29 novembre 2008, n. 185.

Aumentano le entrate percepite con la Cig

La crescita eccezionale delle imposte in conto capitale deriva dal versamento da parte delle famiglie di oltre cinque miliardi di euro per lo “scudo fiscale”, ossia per la regolarizzazione o il rimpatrio delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero.22Tenendo conto di tale posta, il carico fiscale complessivo raggiunge il 15,8 per cento, in leggero aumento rispetto al 2008 (15,4 per cento) e circa mez-zo punto al di sopra di quello corrente.

La riduzione delle retribuzioni ha prodotto un lieve rallentamento dei versa-menti effettuati dalle famiglie agli enti di previdenza e ai fondi pensione: pertan-to, nel 2009 il carico fiscale e contributivo corrente è stato pari al 29,8 per cenpertan-to, tre decimi di punto in più rispetto all’anno precedente.

Infine, il risparmio delle famiglie italiane, calcolato considerando la compo-nente accumulata nelle riserve dei fondi pensione, come pure il trattamento di fi-ne rapporto maturato (Tfr), è diminuito dell’8,7 per cento rispetto al 2008, quan-do era aumentato dello 0,7 per cento.

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