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The ’Good Government’ in Adam Smith: between Jurisprudence, Political Œconomy and Theory of Moral Sentiments

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The ’Good Government’ in Adam Smith:

between Jurisprudence, Political Œconomy and Theory of Moral Sentiments

Silvestri, Paolo

2012

Online at https://mpra.ub.uni-muenchen.de/59546/

MPRA Paper No. 59546, posted 03 Nov 2014 19:26 UTC

(2)

Qu a de r no 2 0 1 2

Centro Studi TCRS

Via Crociferi, 81 - 95024 Catania - Tel. +39 095 230478 - tcrs@lex.unict.it

Paolo Silvestri

I L « GOOD GOVERNMENT » I N A DAM S MI TH :

TRA J URI SPRUDENCE , POLI TI CAL ŒCONOMY E

T HEORY OF M ORAL S ENTI MENTS

(3)

Paolo Silvest ri Universit à di Torino

I SSN: 2100426 Cent ro Studi

“ Teoria e Critica della Regolazione sociale”

Via Crociferi, 81 - 95024 Cat ania Tel. + 39 095 230478 – Fax + 39 095 230462

t crs@lex.unict .it www.lex.unict .it / t crs

I n:

Libert à e buon governo Quaderno 2012

(4)

TRA JURI SPRUDENCE, POLI TI CAL ŒCONOMY E THEORY OF MORAL SENTI MENTS

Som m ario: 1. I l «good governm ent» per Adam Sm ith; 2. Approssim azioni:

alcuni significati del buon governo; 3. I l «good governm ent» nell’opera di Sm it h;

3.1. Wealth of Nat ions: governo m isto, cet o m edio e m ediocrit as; 3.2. Dalle Lectures on Jurisprudence alla Wealth of Nat ion, per tornare alla Theory of Moral Sent im ent s; 4. Quest ioni apert e e ipot esi di lavoro

1 . I l « good gove r n m e n t » pe r Ada m Sm it h2

I n questo saggio cercherò di sollevare un problem a di natura erm eneutica, la cui soluzione rit engo possa essere foriera di m olt eplici im plicazioni t ant o nella st oria del pensiero econom ico e politico, quanto nella filosofia della polit ica e del dirit t o. I l problem a è sint et izzabile nel quesit o: cosa int ende Adam Sm it h con la locuzione

«good governm ent»?

Nel ricercare le possibili rispost e, non è forse ovvio avvert ire in via prelim inare che occorre procedere con la m assim a caut ela. E ciò non solo perché ci si confront a con un classico il cui pensiero presenta una notevole com plessità:

1 Paolo Silvest ri, Assegnista di Ricerca, Dipart im ento di Econom ia e st at ist ica “ Cognett i de Mart iis” , Università di Torino. E- m ail: paolo.silvest ri@unito.it.

Una prim a e rudim entale versione di questo saggio venne presentata e discussa com e Paper al I I I Convegno Nazionale STOREP ( Associazione italiana per la storia dell’econom ia politica) , Lecce, 1- 3 Giugno 2006. Desidero esprim ere un sent ito ringraziam ento al discussant, prof. Cosim o Perrotta, e a coloro che hanno letto quella prim a versione – Adelino Zanini e St efano Fiori – e/ o la seconda – Pier Luigi Porta e Stefano Fiori –, donandom i incoraggiam enti e suggerim ent i ad approfondire o correggere quelle che in origine erano solo delle vaghe int uizioni sulla presenza della tem at ica del buon governo in Adam Sm ith. Del m odo in cui quelle int uizioni, a distanza di anni, hanno preso form a in quest’ult im a versione, deve esserne rit enuto responsabile il solo autore.

2 Per le citazioni delle opere di Adam Sm it h farò d’ora innanzi riferim ento alla Glasgow Edit ion of the Works and Correspondence of Adam Sm it h, Clarendon Press, Oxford 1976, utilizzando il sistem a di abbreviazioni ivi adot tato:

LJ( A) Lectures on Jurisprudence ( 1762- 63) LJ( B) Lectures on Jurisprudence ( 1763- 64) TMS The Theory of Moral Sent im ents

WN An I nquiry into the Nat ure and Causes of The Wealth of Nat ions ED Early Draft of part of the Wealt h of Nat ions, in LJ, pp. 562- 581 EAS Essay on Adam Sm ith

EPS Essay on Philosophical Subj ect

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Adam Sm ith fu infat t i filosofo m orale, ‘padre dell’econom ia polit ica’, aut ore di una incom piut a t eoria della j urisprudence, nonché grande est im at ore della cult ura classica, conoscit ore dei dibat t it i sulle scienze nat urali e part ecipe della cost ruzione di una nuova retorica. La cautela è altresì dovuta alla circostanza che la dom anda sul senso del «good governm ent» nell’opera di Sm ith m i pare non sia stata sinora sollevat a, nem m eno nelle più avvedut e riletture della sua Polit ics e Jurisprudence3, m a soprat tut t o perché, è bene dirlo sin dall’inizio, si t rat t a di un’ipot esi int erpret at iva che potrebbe st im olare, com e vedrem o nelle conclusioni, ult eriori ipotesi di lavoro o revisioni storiografiche, o aprire possibili percorsi di ricerca. I n questa sede m i rit errò quindi soddisfatto se l’indagine riuscisse ad approdare ad un’int erpretazione form ulat a in m aniera corret t a e logicam ente coerente con i principi del pensiero sm it hiano4.

Prim a di ogni alt ra cosa colpisce la circost anza che al «good governm ent » non sia stato dedicato un lem m a nell’indice analitico della Wealth of Nation riedita, proprio in occasione del suo bicentenario, nella fondam entale e accurata Glasgow Edit ion; e ciò nonost ant e il fat t o che il «good governm ent » ricorra con insist enza:

per ben t re volte nel Libro I I I , che è uno snodo centrale della Wealth, m a anche in altri m om ent i cruciali dell’opera sm it hiana.

Tale circost anza è ancor più inspiegabile se si considera che il problem a del buon governo è quasi un t opos obbligato della filosofia polit ica e giuridica, se è vero, com e ha scritto Bobbio, che «buon governo e m algoverno» è «un’ant it esi che percorre t ut t a la st oria del pensiero polit ico, uno dei grandi tem i, se non il più

3 Cfr. le not e rilet ture di D. Winch, Adam Sm ith’s Polit ics. An Essay in Historiographic Revision, Cam bridge University press, Cam bridge 1978; e K. Haakonssen, The Science of a Legislator. The Natural Jurisprudece of David Hum e and Adam Sm ith, Cam bridge University press, Cam bridge 1981. Donald Winch, pur m uovendo da una prospett iva repubblicana e pur avendo notato la presenza del tem a del governo m isto nell’opera di Adam Sm ith, sia nel saggio sum m enzionat o che nell’articolo The cause of good governm ent: Philosophic Whigs versus Philosophic radicals ( in That noble science of polit ics. A study in ninet een- century intellectual history, ed. by Collini, S., Winch, D., Burrow, J., Cam bridge University, Cam bridge 1983, pp. 91- 126) , m anca di inst aurare un collegam ento tra il governo m isto e il

«good governm ent » del I I I Libro della Wealt h.

4 Non posso che rinviare ancora una volta alla Glasgow Edit ion of the Works and Correspondence of Adam Sm it h e ai saggi dei vari curatori e st udiosi inclusi in EAS. Per la t em at ica qui affrontata cfr., com e quadro sinott ico e introdut t ivo ai legam i sussistent i fra le Lezioni di Glasgow e le alt re opere sm ithiane, il num ero di “ Quaderni di St oria dell’Econom ia Politica” , VI I / 1989/ 2- 3, che raccoglie le relazioni al convegno A proposito delle “ Lezioni di Glasgow” . Una tavola rotonda ( Pisa, 10 aprile 1990, tenuto in occasione della presentazione di A. Sm ith, Lezioni di Glasgow, a c. di E. Pesciarelli, tr. di V. Zom pant i Oriani, Giuffrè, Milano, 1989) : R. Faucci, Sm ith prim a di Sm ith: not e di let tura, pp. 17- 28; A. Zanini, Morale ed econom ia polit ica in Adam Sm ith. I l posto occupato dalla Theory of Moral Sent im ents, pp. 29- 35; E. Pesciarelli, St rutt ura sociale e divisione del lavoro in Hut cheson e Sm ith, pp. 37- 48. Per una visione com plessiva del pensiero sm it hiano: A. Zanini, Adam Sm it h. Econom ia, Morale, Dirit t o, Mondadori, Milano 1997. Sulla quest ione cent rale dell’ordine: S. Fiori, Ordine, m ano invisibile, m ercato.

Una rilett ura di Adam Sm ith, Ut et, Torino 2001.

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grande, della riflessione polit ica di tutti i t em pi». Si tratta di un «problem a fondam ent ale», perché «si può dire, senza t im ore di esagerare, che non c’è grande opera di teoria politica che non abbia tentato di rispondere alla dom anda: “ com e si dist ingue il buon governo dal m algoverno?” »5.

A ciò si pot rebbe aggiungere che il t opos del buon governo present i spesso le carat t erist iche di un m yt hos, t ant o più che «è difficile se non im possibile individuarne la pat ernit à»6. Com e un m it o, infat t i, dalla not t e dei t em pi esso non ha sm esso di alim entare la speculazione di t ant i pensat ori ant ecedent i e successivi a Sm ith. Com e un m ito, inoltre, il buon governo è stato recepito, riattualizzat o e raccontato ogni volta in m aniera diversa, variandone cont inuam ente il significat o e la portata: dal m itico buon governo ( eunom ia) dei saggi legislat ori Solone e Licurgo al «buongoverno» di Luigi Einaudi, sino alla contem poranea, tecnocratica ed elusiva nozione di «governance»7.

Proprio per queste ragioni occorre rest ringere e lim it are il cam po di indagine, individuando soprat t ut t o, per così dire, l’uso specifico, cioè il m odo in cui Sm it h riut ilizza e riatt ualizza il concet t o, at t enendom i quant o più possibile al t est o e al cont est o della sua opera. Del resto, lo st esso Sm it h sem bra voler rivendicare un uso peculiare e aggiornat o dell’ideale del buon governo, quasi si trattasse di una vera e propria ( ri)scopert a, resa possibile, com e egli st esso riconosce, per il t ram it e di Hum e.

Fat te le sum m enzionat e prem esse e delim it at o il cam po di indagine, elenco qui di seguit o le quest ioni che orient eranno tanto la ricostruzione quant o l’int errogazione dell’opera di Sm it h. Le ipot esi int erpret at ive che t enterò di form ulare e di sostenere sono riassum ibili nei seguenti punt i:

5 N. Bobbio, I l buongoverno, in “ Att i della Accadem ia nazionale dei lincei” ( Adunanza solenne del 26 giugno 1981) , Accadem ia nazionale dei lincei, Rom a 1983, volum e VI I I . Fascicolo 5, p. 236.

6 D. Taranto, Buon governo, in Enciclopedia del pensiero polit ico, Laterza, Rom a- Bari 2000, pp. 93- 94.

7 Tra gli autori che hanno variam ente t em at izzato ( o anche solo richiam ato) il problem a del buon governo, troviam o pensatori m olto diversi, se non ant itetici: dal m it ico buon governo ( eunom ia) dei saggi legislatori Solone e Licurgo, passando per Platone, Aristotele, Polibio, Cicerone, Machiavelli, Milt on, Sidney, Neville, Bolingbroke, Lord Acton, Muratori, gli illum inist i riform atori it aliani, Mont esquieu, Jefferson, Washington, Sm ith, Rousseau, J.S. Mill, sino ad arrivare a Cat taneo, Mosca, Ernesto Rossi ed Einaudi. Su quest i ult im i pensatori italiani rinvio a P. Silvest ri, Buon governo, in Dizionario del liberalism o italiano, Rubbett ino, Soveria Mannelli 2011, vol. I , pp. 152- 162; e P. Silvest ri, I l liberalism o di Luigi Einaudi o del buongoverno, Rubbet t ino, Soveria Mannelli 2008, per una rilettura del tem a in Einaudi si v.

i saggi raccolt i in P. Herit ier, P. Silvest ri ( Eds.) , Good governm ent, governance, hum an com plexity. Luigi Einaudi’s legacy and contem porary societ ies, Leo Olschki, Firenze 2012. Per una let tura crit ica della governance contem poranea in una prospet t iva filosofico- giuridica: A. Andronico, Viaggio al term ine del diritto. Saggio sulla governance, Giappichelli, Torino 2012.

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1) I n Adam Sm it h l’idea del «good governm ent», pur declinata variam ente a seconda del cont est o in cui viene usat a, ha un carat t ere sint et ico, nel senso che sem brerebbe tenere assiem e i diversi aspet t i – m orali, giuridici, econom ici e polit ici – della sua riflessione.

2) L’idea del «good governm ent » si palesa alla m ent e di Adam Sm it h sullo sfondo delle acquisizioni della Theory of Moral Sent im ent s circa la funzione

‘m ediat rice’ del cet o m edio nella societ à e nella sfera pubblica, e soprat t ut t o nel corso della riflessione che lo porterà dalle Lectures on Jurisprudence alla Wealth of Nation, per poi retroagire sulle successive riscrit t ure della Theory.

3) Dal m om ent o in cui fa la sua com parsa, il «good governm ent » diviene per Adam Sm ith una idea descrit t iva e prescrit t iva dell’ordine sociale.

Per com inciare a int rodurre quest ’ult im o punt o, che sint et izza i due precedent i, occorre m ant enere ferm o sin d’ora il significat o più generale e com une di «buon governo», vale a dire il t ipo ‘ideale’ di com unit à polit ica, organizzat a per il conseguim ento del bene com une. Una definizione che ricom prende in sé, a un tem po, una strut t ura ( un m odello di societ à) e un ideale o un telos, un essere e un dover essere, e che, nella m isura in cui suppone un ‘ideale’, che t est im onia inevit abilm ent e uno scart o dal ‘reale’, sem bra alt resì supporre un m odo di governare ‘giusto’ e ‘sollecito’ del bene com une. È evident e che siam o di front e a t erm ini cruciali nella st oria del pensiero polit ico e giuridico, e conviene quindi fare qualche precisazione prelim inare.

2 . Appr ossim a z ion i: di a lcun i sign ifica t i de l ‘bu on gove r no’

Prim a di procedere in quest o tentat ivo di int erpret azione dell’idea del buon governo nell’opera sm ithiana, è opportuno esplicit are le cat egorie at t raverso le quali m i è sem brat o possibile riconoscerla e individuarla.

Da quest o punt o di vist a, part icolarm ent e ut ile è l’analisi t ipologica approntata da Bobbio, che contribuisce ad un’iniziale approssim azione o, per così dire, ad una prim a m essa a fuoco, alm eno per ciò che riguarda le prim e due accezioni di buon governo.

I prim i due significat i di buon governo possono essere sint et izzat i, seppur schem at icam ent e, nelle form ule: governo delle leggi, cont rappost o al governo degli uom ini; e governo in vista del bene com une, cont rapposto al governo in vist a del

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bene privato, sia esso del tiranno, della parte o della fazione8. Se, com e è not o, per ent ram be le int erpret azioni la t radizione occident ale è debit rice della sistem atizzazione operata da Arist otele nella Polit ica9, in questa sede vale la pena insist ere sui alcuni dei possibili legam i sussist ent i t ra i due significat i di buon governo. Bobbio aveva not at o che le due int erpret azioni sono collegat e l’una all’alt ra perché «il governo delle leggi è buono se le leggi sono buone e sono buone le leggi che hanno di m ira il bene com une. D’alt ra part e il m odo m igliore, più sicuro, che ha il governant e di perseguire il bene com une è di seguire le leggi che non hanno passioni o di fare egli st esso buone leggi»10. È alt resì im portante aggiungere che la st essa cont rapposizione t ra il governo delle leggi e il governo degli uom ini deve essere alm eno in part e ridim ensionat a, se non altro perché le leggi sono pur sem pre fat t e dagli uom ini.

Vedrem o in seguit o in che m odo quest i due significat i, nell’opera di Sm it h, finiranno con il fondersi per il t ram it e della t em at izzazione e della ripresa dell’ideale del governo m ist o11, riform ulato dal filosofo attraverso la sua analisi dell’em ersione

8 N. Bobbio, I l buongoverno, cit., p. 237. Ma cfr. anche I d., Governo degli uom ini o governo delle leggi?, in I d., I l futuro della dem ocrazia, Einaudi, Torino 1991, pp. 169- 194. Com e precisa Bobbio, «all’idea del buon governo int eso com e il governo per il bene com une è e sarà sem pre associat a l’idea che solo il governo secondo giust izia im pedisce il form arsi delle disuguaglianze che già secondo Aristotele erano la principale causa del sorgere delle fazioni, e assicura quella concordia, o unità del tut to, che è la condizione necessaria per la sopravvivenza della com unità polit ica». I n aggiunta, «la fenom enologia del m algoverno dai greci in poi conosce sopratt ut t o due figure st oriche principali: il t iranno e la fazione»,

«st rettam ente connessi essendo la discordia fra le fazioni il contesto storico da cui nasce abitualm ent e il t iranno, ed essendo il t iranno colui che si erge al di sopra delle fazioni per rest ituire alla cit tà la concordia, perduta anche a causa della perdita della libert à m ale esercitata» ( I l buongoverno cit., p.

241) .

9 Quando Arist otele si chiede: «è più conveniente essere governati dall’uom o m igliore o dalle leggi m igliori?», a favore del secondo corno enuncia una m assim a che, com e ricorda Bobbio, avrà m olta fort una: «la legge non ha passioni che necessariam ente si riscont rano in ogni anim a um ana» ( Polit ica, 1286 a) . E la enuncia sulla base della osservazione, anch’essa fondam entale, che la legge dà

«prescrizioni generali». Anche per la seconda int erpretazione del buon governo la fonte privilegiat a rim ane Aristot ele. «Quando uno solo, pochi o i più, esercitano il pot ere in vista dell’interesse com une, allora si hanno necessariam ente le cost it uzioni ret te; m entre quando l’uno o i pochi o i più esercitano il potere nel loro privato int eresse, allora si hanno le deviazioni» ( Polit ica, 1279 a) .

10 N. Bobbio, I l buongoverno, cit., p. 238 ( corsivo m io) .

11 I l «buon governo» inteso com e governo m isto è t rascurato da Bobbio nel citat o art icolo su I l buongoverno, m a è poi ripreso nella voce Governo m isto, in I l dizionario di polit ica, a cura di N. Bobbio, N. Matt eucci, G. Pasquino, Ut et , Torino 2004, p. 417. I n questa sede non c’è spazio per insist ere sul problem a del rapporto t ra Sm ith e il repubblicanesim o, quest ione che t utt avia questo saggio m i sem bra riaprire ( si v. le conclusioni) . Sul punto rinvio a D. Winch, Adam Sm ith’s Polit ics, cit., passim , e alla postfazione dell’Autore, La polit ica di Adam Sm it h: una rivisitazione [ 1991] , aggiunta alla trad. it .:

Ot ium , Ancona 1991. A quest o proposito valgano t ut tavia due considerazioni. I n prim o luogo, l’ideale del governo m isto non deve considerarsi proprietà esclusiva della t radizione repubblicana, essendo stat o form ulato nella sua versione canonica da Platone e Aristot ele. I n secondo luogo, com e ricorda Matt eucci, già in Bolingbroke – che qui m erita ricordare in quanto conosciuto da Sm ith – il t em a dello stato m isto viene collegato «ad una analisi realist ica» delle ist ituzioni, aprendo le port e alla «m oderna t eoria della separazione dei poteri, quale sarà poi codificata da Montesquieu». I l ragionam ento del Bolingbroke è im perniato sulla «teoria razionalistica dei cheks and balances, dei pesi e contrappesi, una teoria fiduciosa di t rionfare sulle passioni e sugli ist int i, cioè sulla realtà elem entare della forza, con un buon dosaggio di

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storica del ruolo del ceto m edio e del possibile «governo delle passioni» che quest o realizzerebbe.

I nessi su evidenziat i, ponendo l’accento sul problem a del buon governant e o del saggio legislat ore, ci riportano a un t erzo significat o di buongoverno: art e del ben governare o am m inistrare la cosa pubblica, con l’avvert enza che t ale significat o acquisisce una part icolare t orsione in quella svolt a epocale dovut a all’em ersione della m oderna «econom ia polit ica», caratterizzat a da frat t ure e cont inuit à con l’antica oikonom ia.12 Quest a problem at ica t orsione di significat o del buon governo può essere colt a appieno solo in quel cont est o storico in cui lessem i pregni di significat i e sinonim ie si incont rano e sovrappongono, com e in un crocevia, in una peculiare congiuntura di diacronia e sincronia: Police, Policy, oikonom ia e polit ical œconom y13. È in quel cont est o st orico che Sm ith era destinat o a svolgere il ruolo di snodo epocale.

3 . I l buon gove r no ne ll’ope r a di Ada m Sm it h

Si t rat t erà ora di com prendere m eglio in che m odo quest i t re significat i si articolino nell’opera sm ithiana, sino a form are una visione unitaria. A questo proposito rit engo fondam entale sofferm arsi attentam ente su quei passi della Wealt h in cui il «good governm ent » fa la sua com parsa per la prim a volt a nelle vest i del governo m ist o, onde cercare di capire perché, nel m om ento in cui viene introdotto, esso abbia già una funzione sintetica, e perché, invece, non com paia nel luogo in

poteri. Siam o orm ai m olto lontani dalla vecchia concezione dello stato m isto, che sostanzialm ent e poggiava sulla m edievale concezione organica della società, int esa com e corpo: dalla m eccanica celest e newtoniana siam o passat i alla m eccanica sociale, che giostra calcolando e m isurando le forze, quasi che il sistem a polit ico sia com e un orologio di cui si t rat ta di regolare il funzionam ento»; N. Matteucci, Organizzazione del pot ere e libertà, Utet , Torino 1976, p. 117. Sulla presenza in Sm it h delle m etafore derivat e dalla m eccanica o dal corpo cfr. S. Fiori, op. cit., passim .

12 Cfr. O. Brunner, La “ Casa com e com plesso” e l’ant ica “ econom ica” europea, in I d., Per una nuova cost it uzione econom ica e sociale, t r. it. Vit a e pensiero, Milano 1970, pp. 133- 164; D. Frigo, I l padre di fam iglia. Governo della casa e governo civile nella t radizione dell’«econom ica» t ra Cinque e Seicent o, Bulzoni, Rom a 1985.

13 Per le relazioni fra quest i concett i rinvio a P.L. Porta, I fondam enti dell’ordine econom ico: ‘policy’,

‘polit e’ e ‘polit eness’ nel pensiero scozzese, in “ Filosofia politica” , n. 1, giugno 1988, pp. 37- 67. A quest o riguardo sono alt resì interessant i tre citazioni t ratt e dall’Oxford English Dict ionary. Alla voce Police, dopo i dovut i rim andi ai significat i di Policy e Polity ( cost it uzione) , si accenna, proprio com e ricorderà Sm it h nelle Lecture, alla derivazione francese del term ine; e nella cronologia delle citazioni ( che riporto senza alt erare il form ato della notazione del dizionario m a aggiungendo solo le virgolet te alla frase cit ata) rit roviam o: 1732 SWI FT Exam . Abuses Dublin Wks. 1761 I I I . 219 «Nothing is held m ore com m endable in all great cities … than what t he French call the police; by which word is m ent the governm ent t hereof».

1768 ERSKI NE I nst . Laws of Scot l. ( 1773) I I . 714 «Offences against the law enacted for the police or good governm ent of a count ry, are t ruly crim es against the state». 1769 BLAKSTONE Com m .I V.Xiii. 162

«By the public police and econom y, I m ean t he due regulat ion and dom est ic order of the Kingdom » ( Corsivi m iei) .

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cui sem brerebbe più nat urale, ossia le Lect ures on Jurisprudence. Se ciò ha prevalentem ente a che fare con l’evoluzione del pensiero sm ithiano e dunque con la spiegazione della seconda ipotesi avanzat a, attraverso l’analisi dei nessi sussist ent i fra i t re significati di buon governo sarà possibile com prendere perché quest o sia, sim ult aneam ent e, un’idea descrit tiva e prescrit t iva.

3.1. Wealt h of Nat ions: governo m ist o, cet o m edio e m ediocrit as

Duncan Forbes ha sostenuto che il libro I I I della Wealth è il «locus classicus of t he them e of com m erce and liberty»14. A sua volta, Donald Winch espande quest o locus sost enendo che la «Wealt h of Nat ions can be accurately, if not very fully, described as an extended t reat ise on t he reciprocal relat ionship bet ween com m erce and libert y»15. Eppure, per quant o fondat e e giust ificat e m i paiono queste int erpret azioni, e sebbene il passo nel quale Sm it h int roduce il «good governm ent» sia st at o sovente richiam at o allorché si è fat t o riferim ent o al t em a del rapporto tra com m ercio e libert à, a non essere stato tem at izzato è proprio il buon governo, vale a dire ciò che, a m io avviso, sem brerebbe essere il crit erio regolat ivo che orientava la ricostruzione st orica sm it hiana del rapport o sussist ente t ra com m ercio e libert à. è pert ant o necessaria una rilet t ura più approfondit a di quest o locus.

L’oggetto principale del Libro I I I , intit olato «Of the Different Progress of Opulence in Different Nat ions», è il «grande com m ercio di ogni societ à civile», cioè

«quello che si svolge tra gli abitant i della città e quelli della cam pagna»16.

Si pot rebbe dire che la preoccupazione prim aria di Sm ith sia quella di dover spiegare il ruolo delle ist it uzioni17, vale a dire in che m odo esse contribuiscano al progresso della opulence. La preoccupazione è t ant o più im pellent e, giacché, m uovendo dalla prospet t iva della t eoria dei quat t ro st adi, si t rat t a di com prendere in che m odo e perché le ist it uzioni rendano possibile un salt o quali-quant it at ivo nella fase di transizione dallo stadio agricolo allo stadio com m erciale, in m aniera

14 D. Forbes, Scept ical Whiggism , Com m erce and Liberty, in EAS, p. 193. Forbes, invero, al libro I I I associa anche il Libro V, Capitolo I , Part e I I I , art. I I I , poiché in ent ram bi i Libri Sm it h instaura un nesso tra com m ercio e declino del potere: baroniale nel prim o, e ecclesiast ico nel secondo.

15 D. Winch, Adam Sm it h’s Polit ics, cit ., p. 70. Va ricordato che lo st esso Winch riconosce il suo debit o nei confront i della prospett iva int erpretat iva di Forbes.

16 WN, p. 376.

17 Cfr. PERRI, S. – PESCI ARELLI, E., Adam Sm it h on the relat ionship between town and count ry, in “ Hist ory of Econom ic I deas” , I V/ 1996/ 1- 2, pp. 35- 80.

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t ale che quest ’ult im o ret roagisca posit ivam ent e sul prim o. «Per la nat ura delle cose», infat t i, «la sussist enza viene prim a della com odit à e del lusso», e quindi lo sviluppo dell’agricolt ura ( e della cam pagna) dovrebbe precedere quello delle m anifat t ure e dei com m erci ( e delle cit t à). Se le ist it uzioni degli uom ini non avessero m ai «dist urbed t he nat ural course of things, t he progressive wealth and increase of the towns would, in every polit ical societ y, be consequential, and in proport ion to the im provem ent and cult ivat ion of t he t errit ory or count ry».

Pertanto, il problem a è com prendere com e e perché in tutti i m oderni st ati europei quest ’ordine nat urale delle cose sia st at o «ent irely invert ed»18.

A questo proposito, Sm it h ripercorre la storia d’Europa at traverso un sapient e int reccio di fat t ori econom ici, sociali, giuridici e polit ici. L’analisi procede per t re fasi, scandit e dai t it oli dei capit oli successivi al prim o: «Dello scoraggiam ent o dell’agricolt ura nell’ant ico stat o dell’Europa dopo la caduta dell’im pero rom ano»; «Dell’origine e del progresso delle cit t à grandi e piccole dopo la cadut a dell’im pero rom ano»; «Com e il com m ercio delle cit t à cont ribuì al progresso della cam pagna». La ricostruzione è guidata dagli st essi principi che sost anziano la t eoria st adiale. Conseguentem ent e, lo sguardo si volge a cogliere sia i nessi sussist ent i fra dist ribuzione o concent razione della propriet à ( in specie la propriet à t erriera) e i rapport i di pot ere e di equilibrio fra i diversi ceti sociali, sia il m odo in cui il rapport o t ra propriet à e pot ere si riflet t e a livello ist it uzionale, giuridico e polit ico.

Ment re nella cam pagna, dopo le invasioni barbariche, la concent razione della proprietà terriera e gli ist ituti giuridici ad essa legati non fecero altro che scoraggiare qualunque tentativo di m iglioram ento dell’agricoltura19, per gli abit ant i delle cit t à, vale a dire i com m erciant i e gli art igiani, le cose andarono diversam ent e, pur non essendo originariam ent e più favorit i di quelli della cam pagna. I nfat t i, «how servile soever m ay have been originally t he condit ion of t he inhabit ant s of t he towns», grazie alla protezione e ai privilegi concessi da principi e re, «t hey arrived at libert y and independency m uch earlier t han t he occupiers of land in t he country»20. At t raverso quest e concessioni e privilegi nacquero i borghi liberi, le

18 WN, pp. 377- 380.

19 Nello specifico, Sm ith ripercorre la st rutt ura socio- polit ica e gli ist itut i giuridici: la legge di prim ogenitura e l’inalienabilit à delle terre ( che non esita a definire «barbari istit ut i») , la schiavitù, la m ezzadria, i cont ratt i di affit to delle terre, le tasse, etc., e gli effet t i che questi ist itut i sort irono sulla produtt ivit à della t erra.

20 WN, p. 399 ( corsivi m iei) . Sul nesso tra libert à e indipendenza si v. le conclusioni.

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corporazioni, e le ist ituzioni cit t adine: con m agist rat i propri, una form a di aut o governo e una m ilizia per la difesa21.

L’em ersione di quest e ist it uzioni, e di quelle che Sm it h chiam a «independent republics», fu il risult at o inint enzionale dell’evolversi degli equilibri e dei rapport i di pot ere int ercorrent i t ra re, signori e borghigiani: seppur solo per ragioni di opport unism o e di int eresse personale, re e borghigiani si allearono contro i signori, favorendo così l’em ergere dei m oderni parlam ent i. «Mut ual int erest , t herefore, disposed t hem [ t he burghers] t o support the king, and the king to support them against t he lords. They were t he enem ies of his enem ies, and it was his int erest t o render t hem as secure and independent of t hose enem ies as he could». Di qui, la concessione di privilegi e lo sviluppo delle cit t à. Ora, sebbene solo le repubbliche it aliane e svizzere raggiunsero una piena indipendenza, non di m eno, le città della Francia e dell’I nghilterra divennero tanto im portanti che «the sovereign could im pose no tax upon them [ …] without their own consent»22. I n quest o m odo la borghesia si insediò lent am ente nell’assem blea degli stati generali, e siccom e era generalm ent e più favorevole al potere reale, sem bra che i suoi deputat i venissero talvolta ut ilizzat i dal re «as a counterbalance in t hose assem blies t o t he aut horit y of the great lords. Hence the origin of the represent at ion of burghs in t he stat es- general of all the great m onarchies in Europe»23.

Order and good governm ent , and along with t hem the liberty and security of individuals, were, in t his m anner, est ablished in cit ies at a t im e when t he occupiers of land in t he count ry were exposed t o every sort of violence. But m en in t his defenceless state naturally content them selves wit h t heir necessary subsist ence, because to acquire m ore m ight only tem pt t he inj ust ice of t heir oppressors. On the cont rary, when t hey are secure of enj oying t he fruit s of t heir indust ry, t hey nat urally exert it t o bett er t heir condit ion, and t o acquire not only t he necessaries, but t he conveniences and elegancies of life. That indust ry, t herefore, which aim s at som et hing m ore t han necessary subsist ence, was est ablished in cit ies long before it was com m only pract ised by t he occupiers of land in t he count ry24.

A sua volt a, lo sviluppo e la ricchezza delle cit t à com m erciali e m anifat t uriere cont ribuì al progresso delle cam pagne in t re m odi, di cui è soprat t ut t o il t erzo, «di

21 WN, p. 401.

22 WN, p. 404.

23 I bidem ( corsivo m io) .

24 WN, p. 405.

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gran lunga il più im portante di tutti», ad interessare l’analisi e l’approfondim ento del filosofo scozzese. I n prim o luogo, «by affording a great and ready m arket for t he rude produce of t he count ry, t hey gave encouragem ent t o it s cult ivat ion and furt her im provem ent ». I n secondo luogo, «the wealth acquired by the inhabitants of cit ies was frequent ly em ployed in purchasing such lands as were to be sold, of which a great part would frequently be uncult ivated»25. I n terzo luogo, ripet endo la frase in m aniera ident ica a com e l’aveva enunciat a in precedenza – quasi si t rat t asse di un rit ornello at t o a scandire il rit m o e ad enfat izzare senso e dest inazione di un processo – Sm it h rim arca che

Com m erce and m anufactures gradually introduced order and good governm ent, and wit h t hem , t he libert y and securit y of individuals, am ong t he inhabitants of the count ry, who had before lived alm ost in a continual state of war wit h t heir neighbours and of servile dependency upon t heir superiors. This, t hough it has been t he least observed, is by far t he m ost im port ant of all t heir effect s. Mr.

Hum e is the only writer who, so far as I know, has hitherto t aken notice of it26. Cosa aveva colt o Hum e di così im portant e? I n Of Com m erce e specialm ent e in On refinem ent in the arts, riprendendo il tem a già elaborato da Montesquieu circa gli effet t i civilizzat ori del com m ercio, e la capacit à di quest o di «addolcire» i costum i27, Hum e si spinge più olt re. Lo sviluppo dei com m erci, infat t i, spezza quella polarizzazione della societ à in due classi ( i propriet ari e gli affit t uari) che alim ent a continuam ente la tirannia dei prim i e la servitù dei secondi. «Where luxury nurishes com m erce and industry, t he peasant, by a proper cult ivat ion of t he land becom e rich and indipendent : while t he t radesm an and m erchants acquire a share of the property, and drow autority and consideration t o that m iddling rank of m an, who are t he best and firm est basis of public libert y»28.

25 WN, p. 411.

26 WN, p. 412. I curatori della WN hanno ricordato che il tem a del rapport o tra com m erce and liberty era quasi un topos della lett eratura polit ica dell’epoca, e lo si rit rova in pensatori m olto “ vicini” a Sm ith:

Jam es St euart , Adam Ferguson, Lord Kam es, John Millar, William Robert son. Si è quindi ritenuto che

«Sm ith’s citat ion of Hum e alone, along the writers above m ent ioned m ay itself be a reflection of the age of this part of his work, and of t he fact that Hum e was the first aut hor known to Sm it h to have com m ent ed on the subj ects of this chapter»; WN, p. 412n. Sono invece dell’opinione che Sm it h, com e cercherò di m ost rare, possa avere avuto delle buone ragioni per circoscrivere al solo Hum e il suo debit o.

27 Cfr. Mont esquieu, Lo spirit o delle leggi, Rizzoli, Milano 1999, p. 195. Sull’idea dell’effet to civilizzatore dello spirito di com m ercio cfr. A. O. Hirschm an, The Passion and t he I nterest s. Polit ical Argum ents for Capitalism before it s Trium ph, Princeton 1977, pp. 56 ss.

28 A questa considerazione Hum e aggiunge: «the lower house is the support of our popular governm ent;

[ …] it owed it s chief influence and considerat ion to the increase of com m erce, which t hrew such a balance of property into the hands of the Com m ons» ( On refinem ent in the art s, in I d., Essay m oral, polit ical and lit erary, Oxford, London 1963, p. 284 ( Corsivi m iei) ) . Si v. anche i saggi Of Com m erce, e,

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A quest o punt o è necessaria una piccola digressione sull’idea che il cet o m edio incarni l’ideale dell’aurea m ediocrit as. Vale la pena ricordare – senza insist ere t roppo ( com e spesso è st at o fatt o) sull’influenza di pensat ori quali Harrington, Hutcheson, Millar e, appunto, Hum e – che la form ulazione teoreticam ente più elaborata e dest inat a a lasciare un segno è quella di Arist ot ele.

Nella Polit ica, infat t i, il filosofo non solo aveva riconosciut o la necessit à di una equilibrat a dist ribuzione della propriet à29, m a aveva connesso quest o t em a con il problem a della m igliore cost it uzione, configurandolo nell’orizzont e della m esot es.

Arist ot ele, infat t i, si chiede

Ma qual è la cost it uzione m igliore e quale il m iglior genere di vit a per la m aggior part e degli st at i e per la m aggior part e degli uom ini, volendo giudicare non in rapport o a una virt ù superiore a quella delle persone com uni né a una educazione che esige disposizioni nat urali e risorse eccezionali e neppure in rapporto alla costit uzione ideale, bensì a una form a di vita che può essere partecipata da m olt issim i e a una costituzione che la m aggior parte degli stati può avere? [ …] Se nell’Et ica si è st abilit o a ragione che la vit a felice è quella vissut a senza im pedim ent o in accordo con la virt ù, e che la virt ù è m ediet à, è necessario che la vit a m edia sia la m igliore, di quella m ediet à che ciascuno può ot t enere.

Quest i st essi crit eri servono per giudicare della bontà o m alvagità di uno stato o di una cost ituzione [ …] . È chiaro dunque che la com unit à st at ale m igliore è quella fondat a sul cet o m edio e che possono essere am m inist rat i quegli st at i il cui cet o m edio è num eroso e più pot ent e, possibilm ent e delle alt re due classi, se no, di una delle due, ché in t al caso aggiungendosi ad una di queste, fa inclinare la bilancia e im pedisce che si producano gli eccessi cont rari [ …] . È chiaro che la form a m edia di cost it uzione è la m igliore: essa sola non è sconvolt a da fazioni, perché dove il cet o m edio è num eroso, non si producono affatto fazioni e dissidi t ra i cit t adini [ …] . Deve rit enersi fat t o indicat ivo che i m igliori legislat ori appart engono al cet o m edio:

Solone era uno di quest i [ …] e Licurgo [ …] e Caronda e, più o m eno, la m aggior part e degli alt ri30.

per il ceto m edio quale fulcro ideale e m orale della società, Of the m iddle stat ion of life, ent ram bi in I d., Essay cit., rispett ivam ent e alle pp. 259- 274 e pp. 579- 584. Sull’equilibrio fra i pot eri dipendente dalla dist ribuzione della proprietà, e sull’ideale del governo m ist o configurato in m aniera tale che il ceto m edio funga da equilibratore della balance, Hum e si era anche espresso nella History of England. From the invasion of Julius Caesar to t he revolut ion in 1688, Ward, Lock and Co., London, s.d. [ m a «reprint of the edit ion of 1786»] , 3 voll., spec. vol. I ., pp. 699- 704.

29 Cfr. Aristot ele, Polit ica, 1266 a- b fino a 1267 b.

30 I vi, pp. 135- 138.

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Quantunque il ceto m edio quale referente storico- sociologico della m esotes arist ot elica sia com plet am ent e diverso da quello della m ediocrit as sm it hiana, il m odo in cui Sm ith rilegge e riattualizza l’ideale del buon governo è t roppo sim ile all’im post azione t eoret ica di Arist ot ele per pot er essere ignorat o: si pensi, com e vedrem o fra poco, all’at tenzione di Sm ith ai «com m on people» del cet o m edio, incarnazione della virt ù della prudence, all’at t enzione nei confront i del problem a delle fazioni, e al richiam o alla figura di Solone, il saggio Legislat or. Si può del rest o ricordare che già Mont esquieu, facendo i conti con il problem a dello sviluppo dei com m erci, aveva riattualizzato la teoria repubblicana classica, sostenendo, arist ot elicam ent e, l’im port anza del cet o m edio per l’esistenza di una dem ocrazia31. A differenza di Hum e, t ut t avia, Mont esquieu nega che una dem ocrazia possa m ant enersi incorrotta qualora il lusso si diffonda su larga scala.

Ora, se la novit à di Hum e, rispetto agli alt ri Scot t ish philosopher, consist eva nell’aver dat o un «significat o polit ico» al cet o m edio32, a sua volta, com e ha colto perfett am ent e Pesciarelli, la novit à di Sm it h st a nel fatt o che egli «cost ruisce un intero m odello di società» intorno al ceto m edio (v. infra) ; direi di più: Sm it h port a le considerazioni di Hum e ad un più alto livello di astrazione e di sint esi. Attraverso l’em ersione del cet o m edio, Sm it h vede att ualizzarsi non solo l’ideale del governo m ist o, del «free governm ent » e del governo della legge, com e in Hum e33, m a anche un governo in vista del bene com une, un «good governm ent » appunt o, e quindi un m odello ‘ideale’ di societ à che non è solo il frutto di un ordine spontaneo m a è un qualcosa da perseguirsi anche at traverso un’oculat a e prudent e gest ione del legislat or. Prim a di sofferm arci su quest i punt i, conviene ora t ornare alla ricost ruzione sm it hiana.

Ponendo ancora una volta part icolare attenzione al bilanciam ent o fra i diversi pot eri e cet i sociali, Sm it h sem bra voler precisare ult eriorm ente le cause del

«good governm ent ». Sebbene l’int roduzione della legge feudale t endesse a rafforzare

the aut horit y of the king, and to weaken that of the great propriet ors, it could not do eit her sufficient ly for est ablishing order and good governm ent am ong the inhabit ant s of the country, because it could not alt er sufficient ly that state of

31 Montesquieu, Lo spirito delle leggi, cit ., Libro V, Capp. I I I - VI , spec. pp. 190- 92.

32 D. Whinch, Adam Sm ith’s Polit ics, cit., p. 101.

33 Su quest i tem i si v. D. Forbes, Scept ical Whiggism , cit ., passim , e D. Winch, Adam Sm ith’s Polit ics, cit., passim .

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property and m anners from which the disorders arose. The authority of governm ent st ill cont inued t o be, as before, t oo weak in the head and too strong in t he inferior m em bers, and t he excessive st rengt h of t he inferior m em bers was t he cause of t he weakness of the head34.

Fu solo attraverso la silenziosa e im percet t ibile opera del com m ercio e delle m anifat t ure che si riuscì a lim it are la violenza delle ist it uzioni feudali e si pot é quindi uscire da questa situazione. I l com m ercio e le m anifatture, infatti, int roducendo il lusso, spinsero i signori e i baroni a im barcarsi in spese sem pre m aggiori, fino a quando non dovet t ero licenziare i loro conduttori e assoldati: «for t he grat ificat ion of t he m ost childish, t he m eanest, and t he m ost sordid of all vanit ies, t hey gradually bart ered t heir whole power and aut horit y»35.

È qui che si inserisce una significat iva riflessione su quella che per Sm it h è una delle principali virt ù del m ercat o, cioè di rendere possibile una m aggiore libert à com e indipendenza in virtù della fram m entazione del potere. Con lo sviluppo dei com m erci e la relat iva espansione dei m ercat i, e, di conseguenza, l’increm ent o della divisione del lavoro, aum ent a il num ero delle persone che possono dirsi libere, in quanto indipendenti. «Each tradesm an or artificer derives his subsist ence from t he em ploym ent , not of one, but of a hundred or a thousand different custom ers.

Though in som e m easure obliged t o them all, t herefore, he is not absolut ely dependent upon any one of t hem »36.

The tenants having in this m anner becom e independent, and the retainers being dism issed, t he great propriet ors were no longer capable of int errupt ing t he regular execut ion of j ustice or of disturbing the peace of the country. Having sold their birthright, not like Esau for a m ess of pottage in tim e of hunger and necessity, but in the wantonness of plenty, for trinket s and baubles, fitter to be the playthings of children than the serious pursuit s of m en, they becam e as insignificant as any subst ant ial burgher or tradesm an in a city. A regular governm ent was established in the count ry as well as in the city, nobody having sufficient power to disturb its operat ions in t he one any m ore t han in t he ot her37.

Avviandosi alla conclusione del lungo ragionam ento, Sm ith introduce l’argom ent o degli esit i inint enzionali di quest o processo – con una significat iva anticipazione della «m ano invisibile» che verrà t em atizzat a nel libro seguente – per cui una

34 WN, pp. 417- 18.

35 WN, p. 419.

36 WN, p. 420.

37 WN, p. 421 ( corsivo m io) .

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revolut ion of t he great est im portance t o t he public happiness was in t his m anner brought about by two different orders of people who had not the least int ent ion t o serve t he public. To grat ify t he m ost childish vanit y was t he sole m otive of t he great propriet ors. The m erchant s and art ificers, m uch less ridiculous, act ed m erely from a view to their own interest , and in pursuit of t heir own pedlar principle of turning a penny wherever a penny was to be got. Neit her of them had either knowledge or foresight of that great revolut ion which t he folly of t he one, and t he indust ry of the other, was gradually bringing about38.

Fu così dunque che «t he com m erce and m anufact ures of cit ies, inst ead of being t he effect , have been t he cause and occasion of t he im provem ent and cult ivat ion of t he count ry»39.

3.2. Dalle Lect ures on Jurisprudence alla Wealt h of Nat ion, per t ornare alla Theory of Moral Sent im ent s

Si t rat t a ora di com prendere com e e perché i t re significat i di buon governo risult ino sint et izzat i nel m odo ( e nel m om ent o) in cui Sm it h int roduce l’espressione

«good governm ent».

I nnanzit ut t o, che la t em at ica del governo delle leggi sia present e nella riflessione di Sm it h pot rebbe sem brare ovvio, se non scont ato, tanto l’idea del rule of law è radicata nella tradizione giurisprudenziale anglosassone40. Ma senza fare

38 WN, p. 422 ( corsivi m iei) .

39 I bidem .

40 Proprio con riferim ento al passo sm ithiano «order and good governm ent …» ( WN, I I I .I V.4) , Forbes aveva scritto che la «Sm it h’s concept ion of the end of governm ent is the sam e as Hum e’s: j ust ice, the prot ect ion of property from the ‘inj ust ice’ of those who would invade it, the liberty and security of individual under t he rule of law. I n so far as Sm ith was int erest ed in a m ore political sort of freedom than t hat of t he ‘natural system of liberty’, it was m ainly freedom in the sense of law and order»

( Scept ical Wigghism , cit ., p. 186) . Per quanto questa afferm azione sia indubit abile, l’eventuale “ debit o”

di Sm ith nei confronti di Hum e non deve essere t roppo enfat izzato, alm eno per due ragioni. Prim o, perché l’idea che il governo d’I nghilt erra sia un «governm ent of laws not of Men» ( Hum e, Of Civil Liberty, in I d., Essays, cit ., pp. 89- 97) , era un’idea che poteva farsi risalire alm eno al m edioevo; cfr. Mc I lwain, C.H., Const it utionalism : ancient and m odern, I t haca, N.Y. 1940; tr. it. Cost ituzionalism o ant ico e m oderno, il Mulino, Bologna 1990. I n secondo luogo perché l’afferm azione di Forbes non è in grado di rendere conto della differenza specifica tra Hum e e Sm ith, e cioè del perché Sm ith introduca l’espressione «good governm ent» che invece non è ut ilizzata da Hum e. A questo riguardo si può invece ricordare com e già il Neville ( 1620- 1694) , nel Plato redivivus: or a dialogue concerning governm ent [ 1681] , usasse com e sinonim i le espressioni «Com m on Law», «cost it uzione del governo d’I nghilt erra»,

«buon governo d’I nghilt erra», e «legge di natura», cfr. N. Mat teucci, Organizzazione del potere e libert à, cit., p. 95. Mezzo secolo dopo, Bolingbroke si esprim erà negli stessi term ini, conferendo però al buongoverno un carat tere più norm at ivo: «By constit ut ion we m ean [ …] that assem blage of laws, inst itutions, and custom s, derived from certain fixed principles of reason, directed to cert ain fixed obj ect s of public good, t hat com pose the general syst em , according to which the com m unity hat h agreed t o be governed». E chiam iam o «good governm ent» quello nel quale «t he whole adm inistrat ion of public affairs is wisely pursued, and wit h a st rict conform ity to the principles and obj ects of the const it ut ion» ( A

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appello alla doxa, bast i ricordare che nelle Lect ures, nella part e relat iva alla Public Jurisprudence, e proprio dove Sm ith affronta i t em i ist it uzionali t rat t at i nel Libro I I I della Wealth41, vengono ripercorse in chiave st orica le libert à che gli inglesi hanno conquistato grazie agli istitut i e alle consuetudini del Com m on law42.

Lim it at am ent e alla m ia analisi, m et t e conto rilevare com e solo nelle LJ( B), e seppur riferendosi al solo governo inglese, Sm it h fa un fugace accenno al governo m ist o: «here is a happy m ixt ure of all t he different form s of governm ent properly rest rained and a perfect securit y to libert y and propert y». E aggiunge subit o dopo, quasi a voler rim arcare la sussist enza di diverse form e di libert à, che «t here are still som e ot her securit y t o libert y», dipendent i da ult eriori «est ablished cust om », vale a dire: la carica vit alizia dei giudici che li rende indipendent i dal re, la possibilit à che ha la House of Com m ons di sottoporre a im peachm ent i m inist ri del re, l’Habeas Corpus e l’ist it uzione della Court s of Just ice43.

Si può inolt re not are com e il filosofo scozzese avesse affront at o il t em a dei com m erci in diversi punt i delle Lect ures, senza t ut t avia conferire ad essi quella sint esi organica present e nel Libro I I I della Wealth, e senza un legam e diretto con l’em ersione- espansione del cet o m edio. Nondim eno, è già configurato il rapporto tra sviluppo dei com m erci, indipendenza e sicurezza44, così com e sono tem atizzat i t ant o gli effet t i posit ivi del com m ercio – in t erm ini di raffinam ent o dei cost um i – quant o quelli negat ivi – com e l’ot t undim ent o delle facolt à int ellet t uali dei lavorat ori e l’affievolim ento delle virtù m arziali. I n ogni caso m anca, è bene ribadirlo, un qualsivoglia riferim ento al «good governm ent». Quando invece quest i st essi t em i vengono rielaborati nel libro V della Wealt h, si direbbe che la riflessione sia condotta, com e vedrem o, proprio in vist a del buon governo.

Per quant o concerne la sussist enza del secondo significato di buon governo, cioè governo in vista del bene com une, part icolarm ente indicat ivo è il già cit ato epilogo del ragionam ento sm ithiano, che proprio in quanto epilogo assurge a m om ent o di sint esi: «a regular governm ent was established in the country as well as in t he city, nobody having sufficient power to disturb its operations in the one

dissert at ion upon part ies [ 1733- 34] , in Lord Bolingbroke, The Works, 1841, I I , p. 88) . Da quanto risult a dalle m ie ricerche, questa definizione, se paragonata a quella fornit a da altri autori prossim i a Sm it h, è quella che esplicita e riassum e m eglio l’int reccio dei t re significat i di buongoverno.

41 Per le ( possibili) connessioni sussist ent i tra queste due opere rinvio ai riferim ent i incrociati redat t i dai curatori della Glasgow Edit ion. Per la collazione fra LJ( A) e LJ ( B) si rinvia inolt re alla tabella inserit a nell’I nt roduct ion delle Lecture on Jusisprudence, pp. 24- 27.

42 LJ( B) , 61- 75; LJ ( A) , I V.167- V.45.

43 LJ( B) , pp. 421- 22 e ss.

44 LJ ( A) , spec. p. 332.

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any m ore than in the ot her». E non m eno significativo è il fat t o che questo processo venga definito com e una rivoluzione della m assim a im portanza per la «public happiness».

Con buona probabilità Sm it h m utua il concet t o di regular governm ent dal suo m aestro Hutcheson il quale, affront ando il classico t em a delle diverse form e di polit y ( «cost it uzione» o «governo») prem ette la seguent e definizione: «t here are different form s of polit y: of which som e are wisely adapted t o t he int erest of societ y, and are t hence t o be called regular; ot her are ill cont rived for t his purpose, and are irregular»45.

Se nell’epilogo del ragionam ento sm ithiano si configura e si prefigura (com e vedrem o) un m odello ideale di societ à, ciò che sem bra determ inant e in quest a direzione è che l’ideale del governo m ist o, cui allude la ricost ruzione sm it hiana, è in grado di tenere assiem e entram be le accezioni di buon governo.

Che il governo m isto sia un ‘ideale’ lo si può innanzit ut t o dedurre, ‘per differenza’, dal ricordato accenno che Sm ith fa nelle Lectures. Mentre in questo caso il riferim ent o era solam ent e alla form a concret a di governo inglese e si inseriva, per così dire, in un m om ent o descrit t ivo dell’analisi sm it hiana, nel Libro I I I , invece, siam o di front e ad un livello di ast razione e di sint esi indubbiam ent e m aggiore, e ciò alm eno per t re ragioni. I n prim o luogo perché Sm ith, am pliando la sua visione storica e geografica, accom una ( e quindi ast rae da) le repubbliche it aliane e svizzere da un lat o, e le form e di governo rappresent at ivo francese e inglese dall’alt ro. I n secondo luogo perché nella sua analisi vengono tenuti assiem e fattori econom ici (lo sviluppo dei com m erci) , sociali, giuridici e polit ico- ist it uzionali.

I nfine perché il riferim ent o al «regular governm ent», posto non a caso in epilogo, allude non più, o non soltanto, a una concreta form a di governo, e ciò non solo perché il «regular governm ent» è presente «in the count ry as well as in t he city», m a perché Sm ith sot t olinea il suo aspett o teleologico, e cioè l’essere conform e agli int eressi della societ à.

Qual è, allora, la distanza tra le Lectures on Jurisprudence e la Wealt h of Nation? I n altri term ini, perché il «good governm ent » figura solo nella Wealt h? La rispost a più plausibile è che Sm it h abbia pot ut o ri-scoprire l’ant ico ideale del buon governo solo dopo essere passat o at t raverso la riflessione m orale della Theory e quella giuridica, polit ica ed econom ica delle Lect ures, là dove sem brerebbe che il

45 F. Hutcheson, A System of Moral Philosophy, s.e., Edinburgh 1755, p. 240.

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m om ent o veram ent e decisivo o, m eglio, catalizzant e della speculazione sm ithiana sia quello in cui viene m esso a fuoco il ruolo cent rale del cet o m edio, non solo per l’ordine sociale – com e in part e era già em erso nelle prim e edizioni della TMS –, m a anche per la st abilit à polit ico- ist it uzionale. I l cet o m edio è dunque configurato com e m edio fra i due est rem i dell’uno e dei m olti, sia a livello sociale, sia a livello governat ivo. Ma ciò pot eva essere colt o solo at t raverso la più m at ura riflessione della Wealth, dove l’analisi econom ica dello sviluppo dei com m erci si lega alle sue conseguenze sulla st rut t ura sociale e sugli equilibri di pot ere.

Ciò che allora è ‘ideale’ nel governo m isto sm it hiano, e che fa sì che esso sia il «good governm ent», è proprio il ruolo equilibrat ore del cet o m edio, at to a garant ire ordine sociale e polit ico. Si pot rebbe anche dire che il cet o m edio incarni, a livello istituzionale, quella funzione di m ediet à che Sm it h gli at tribuiva a livello sociale46.

Se il carat t ere di m odello ideale e norm ativo del good governm ent sm ithiano pot rà essere com preso m eglio solo quando affronterem o il terzo significato di buon governo, è però ora possibile spiegare perché il governo m ist o sint et izzi i prim i due significat i di buon governo.

Con riferim ent o al rapporto tra governo m isto, «good governm ent» e bene com une, è innanzitutto fondam entale precisare, onde evit are incom prensioni, che il

«good» è concepito da Sm ith non tanto in positivo, com e sum m um bonum , quanto com e assenza di prevaricazione o di dom inio di una parte o fazione, sia sul tut t o sociale, sia nell’azione di governo47. Che il governo m isto tenda al ‘bene com une’ è lo stesso Sm ith a dirlo quando usa, com e abbiam o visto, l’espressione «regular governm ent», significando che è un good governm ent , alm eno nel senso che è tendenzialm ente conform e all’interesse generale. I n alt re parole, lo sviluppo dei com m erci, riequilibrando la distribuzione della proprietà e allargando il num ero dei produt t ori e dei lavorat ori indipendent i, lim it a le relazioni di dom inio e fa sì, com e abbiam o vist o, che nessuno abbia più un «sufficient power t o dist urb» l’azione di governo o per int errom pere la «regular execut ion of just ice or of dist urbing t he peace of the country».

Per le st esse ragioni, inolt re, essendo lim itata la concentrazione della propriet à, e quindi anche il pot ere ( econom ico e polit ico) dei propriet ari, il governo

46 Su quest’ult im o punto rinvio alla t esi dell’«io m edio sociale» avanzata da A. Zanini, Genesi im perfetta.

I l governo delle passioni in Adam Sm ith, Giappichelli, Torino 1995, passim .

47 Ciò che sem brerebbe anche rinviare a quella concezione negat iva della giustizia elaborata nella TMS.

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m isto è anche un governm ent of laws not of m en. Si riducono, cioè, non solo le occasioni di int erferenza con la «regular execut ion of just ice», m a, at t raverso il bilanciam ent o e il cont rollo fra i diversi pot eri, si lim it ano i t ent at ivi da part e di quest i di porsi al di sopra della legge.

A questo proposito, m i sem bra alt am ente significativa un’aggiunta apport at a da Sm it h alla VI edizione della Theory, e quindi dopo la Wealt h, dove, in una fam osa eulogia delle virt ù del cet o m edio, egli scrive che esso «can never be great enough t o be above t he law».

I n the m iddling and inferior stations of life, t he road t o virt ue and t hat t o fortune, to such fortune, at least, as m en in such stations can reasonably expect to acquire, are, happily in m ost cases, very nearly t he sam e. I n all t he m iddling and inferior professions, real and solid professional abilit ies, j oined t o prudent , j ust , firm , and t em perat e conduct , can very seldom fail of success. Abilit ies will even som et im es prevail where t he conduct is by no m eans correct . Eit her habit ual im prudence, however, or inj ust ice, or weakness, or profligacy, will always cloud, and som et im es depress alt oget her, t he m ost splendid professional abilit ies. Men in t he inferior and m iddling st at ions of life, besides, can never be great enough t o be above the law, which m ust generally overawe t hem int o som e sort of respect for, at least , t he m ore im port ant rules of just ice. The success of such people, t oo, alm ost always depends upon the favour and good opinion of their neighbours and equals;

and wit hout a t olerably regular conduct t hese can very seldom be obt ained. The good old proverb, therefore, that honest y is t he best policy, holds, in such situations, alm ost always perfectly true. I n such situat ions, t herefore, we m ay generally expect a considerable degree of virt ue; and, fortunately for the good m orals of societ y, t hese are t he sit uat ions of by far t he greater part of m ankind48.

D’altra part e, il passo sum m enzionat o della TMS m i pare estrem am ente significat ivo proprio perché è una aggiunta fatt a post Wealth of Nations: in quant o tale esso sem brerebbe corroborare ulteriorm ente la m ia seconda ipot esi int erpret at iva circa il m om ent o dell’em ersione del «good governm ent » nella speculazione sm ithiana.

A proposit o del cet o m edio, Pesciarelli ha part icolarm ente insist it o sul fat t o che, attraverso l’elaborazione delle carat t erist iche del prudent m an,

nella TMS com incia ad em ergere il disegno di un ordine arm onico non solo m orale, m a anche sociale, basat o sulla «inferior virtue of prudence». Ciò è connesso inoltre alla considerazione, già presente con forza nella TMS, secondo cui l’am piezza del num ero dei Prudent m an e la piccola dim ensione delle loro at t ivit à,

48 TMS, p. 63.

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rappresent erebbero la m igliore garanzia per il funzionam ent o del sist em a, evitando, in part icolare, che una sana preoccupazione per la cura dei propri affari si t rasform i in egoism o sregolato, in alt re parole, che la qualit à del self- love degeneri in selfishness49.

I n aggiunt a, sot t olineando la preferenza accordata ai cet i interm edi, Pesciarelli rit iene che Sm it h cost ruisca «un int ero m odello di societ à int orno a questa cat egoria»50.

Ora, se il cet o m edio deve essere considerat o a t ut t i gli effet t i la cerniera del pensiero sm ithiano, si direbbe che a m aggior ragione ciò valga per l’idea del «good governm ent», non solo perché esso include l’idea che il cet o m edio sia lo snodo dell’ordine econom ico- sociale e ist it uzionale, m a soprat tut t o perché essa sem bra in grado di art icolare e tenere assiem e i diversi fronti della speculazione sm ithiana:

l’et ico, l’econom ico, il polit ico e il giuridico. Ciò che quindi parrebbe conferm are la prim a ipot esi int erpret at iva, vale a dire il carat t ere sint et ico del «good governm ent » in Adam Sm ith.

Per di più, sviluppando ulteriorm ente l’afferm azione di Pesciarelli, si pot rebbe sost enere che il m odello di società che Sm it h configura, e quindi prefigura com e m odello ideale, rinvii proprio a quell’idea di «good governm ent » int eso nel significat o generale di t ipo ideale di com unità politica, organizzata per il conseguim ento del bene com une.

Per capire allora se e in che m isura quest o m odello sarebbe anche un crit erio regolativo, dobbiam o a questo punto cim ent arci con il t erzo significat o di buon governo, precedentem ent e definit o com e l’art e del ben governare o am m inist rare la cosa pubblica. Quest o significat o in Sm it h assum e una valenza spiccat am ent e econom ica, ed è quest a la ragione per cui rit engo che possa essere equiparat o ai t erm ini police, policy, polit ical œconom y51. I n questo senso, a m io giudizio non era

49 E. Pesciarelli, La j urisprudence econom ica di Adam Sm ith, Giappichelli, Torino 1988, pp. 47- 48 ( corsivi m iei) .

50 I vi, p. 177n.

51 Non è qui possibile svolgere com piutam ent e il problem a dell’inflessione econom ica che sem bra assum ere, proprio in quegli anni, il criterio regolat ivo del bene o del buon governo ( v. anche le conclusioni) . Si può però notare che questa inflessione sia già evidente nel pensiero del Bolingbroke con part icolar riferim ento a ciò che scrive in The I dea of a Pat riot King ( 1738) : «the ends of good governm ent [ are] privat e security, public t ranquillit y, wealth, power, and fam e [ …] . The result of what has been said in general, that the wealt h and power of all nat ions depending so m uch on their t rade and com m erce; [ …] a good governm ent , and t herefore t he governm ent of a Patriot King, will be directed constant ly to m ake the m ost of every advantage that nature has given, or art can procure, toward t he im provem ent of trade and com m erce. And this is one of the principal crit erions by which we are t o j udge, whet her governors are in t he t rue int erest of the people or not» ( pp. 412- 15, corsivi m iei) . A sua volta, si not i l’analogia t ra questo passo e la fam osa afferm azione sm it hiana per cui «the great obj ect of

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affat t o «azzardata» la proposta che aveva avanzato Faucci di tradurre la «Police», di cui parla Sm ith nelle Lectures on Jurisprudence, in «buon governo»52. Per spiegare il punt o m i varrò di una serie di confront i t est uali.

I nnanzit ut t o, si tenga a m ente la definizione teleologica della police che Sm ith st atuisce nelle Lectures: «t he obj ect of police are t he cheapness of com m odit ies, public securit y and cleanliness [ …] . Under this head we will consider the opulence of a state»53. Quest o ogget t o-scopo sem brerebbe avere a che fare con la ricost ruzione operata da Sm ith nel Libro I I I della Wealth, non a caso int it olat o

«Of t he Different Progress of Opulence in Different Nations». A sua volta, sem pre nella Wealt h, il filosofo scozzese aveva specificat o che «t he great obj ect of t he polit ical œconom y of every country, is to increase t he riches and power of t hat country»54.

Per chiarire ult eriorm ent e quant o int endo sost enere, conviene riport are per int ero quei passi dell’int roduzione della Wealth in cui Sm it h, spiegando il piano generale dell’opera, inst aura un chiaro nesso t ra il libro I I I e il libro I V (e poi con il V) : da una più generica policy si passa alla political œconom y, di cui fornisce la celebre definizione, proprio in apert ura del libro I V, «as a branch of t he science of a statesm an or legislator»55.

Nat ions t olerably well advanced as t o skill, dext erit y, and j udgm ent , in t he applicat ion of labour, have followed very different plans in t he general conduct or direct ion of it ; t hose plans have not all been equally favourable t o t he great ness of it s produce. The policy of som e nat ions has given extraordinary encouragem ent to the industry of the country; that of others to the industry of t owns. Scarce any nation has dealt equally and im partially with every sort of industry. Since the downfall of t he Rom an em pire, t he policy of Europe has been m ore favourable to arts, m anufactures, and com m erce, the industry of towns, than to agricult ure, the industry of the country. The circum stances which seem to have introduced and est ablished t his policy are explained in t he t hird book.

Though t hose different plans were, perhaps, first int roduced by t he privat e int erest s and prej udices of part icular orders of m en, wit hout any regard t o, or foresight of, t heir consequences upon t he general welfare of t he societ y; yet they have given occasion t o very different t heories of political econom y; of which som e

the political œconom y of every count ry, is to increase t he riches and power of that count ry»; WN, p.

372.

52 I n occasione della present azione della t raduzione italiana delle Lecture, Faucci ha accennato alla sinonim ia t ra la ‘Police’ tem at izzata da Sm ith e il ‘buon governo’ sostenendo che nella t raduzione di

‘Police’ «si poteva azzardare un “ buongoverno” , frequente nella letteratura riform atrice italiana del Set tecento» ( R. Faucci, Sm it h prim a di Sm it h: note di let tura, cit., p. 24) .

53 LJ( B) , p. 398.

54 WN, p. 372.

55 WN, p. 428.

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