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ANNOT. ALLE MBM. m D.IPPOL. Gowz. 123

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121 . ‚' ' -'

f„pw—ANNOTAZJaNI_-‚g

. ' AL;.F, MEMOR;E_ ‘ _ .

m DONNA- xppomfl— GQNZAGA COL0N-NA -. - : . ‚ E:.»fGARRAFAr - _ .

1 _ ‚f. C, ' . W'YT‘Q" % = * ' '

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_, (71)„ 41ch certamente Dmma.‚lprolita il giorno 17 di Giugno del 1535, perché“il' ardm’a’l’Emble' Gofiz‘aga"diz ei‘Zio scrivendo “a Cammillo Capilupi il di 9 di Aprile del 1544, disse: _qumda ella [ia in en? di XIIII mini cam- fiun' , li gun/i venimnno a finir aI/i XVI] di Giugno del XLVIIII . Qnefla

ettera l’abbiamo veduta in originale.

(z) Veggafi la Vita di D. Ferrante Gonzaga scritta da Alfonso Ulloa lib.

:. cart. 68 e seguenti, d’onde sembra non solo raccoglierfi che Ippolita nascesse in alduna Cittä del Regno, ma eziandlo che il Genitore potesse trovarfi presente alle. nascita di lei .

(g) Oltre l’Ulloa, e il Goselini, che scrissero ambidue la Vita. di Don Ferrante, fi pub vedere u Po ' 4)ttura„ 'ma. compofto allora da Sigismon- do Pauluzio intitolato Le a'm d’ Afiita‚ 1 cü'n prima libro diviso in piü }Canti f'u stamgato in Messina per Petruzzo Spirit 3’ 27 di Novembre del Iggg , e il secondo a 13 di Germain 136 in 4. tutto in lode di Don Ferrante, e in«

dirizzato a Donna Leonora sua sorella Duchessa di Urbino . (4) Ulloa loc. cit. cart. 77 e aeg.

(g) Non pub dubitarsi che Donna Isabella di Capua non passasse col ma- tlto e colla famiglia a. Palermo, oichä io vengo aflicurato dal piü volte lo—

dato Signor Don Francesco Daniee, che il Mongitore nelle sue Annotazioni MSS alla Cmnolagia de’Viceré di Sid/ia »dell’Auria notb, trovarsi ne’ libri bat—

tefimali della Parrocchia del Caflello di Palermo segnati i giorni natalizj di Gianvincenzio, e di Francesco figliuoli di Don Pen-ame, e di Donna Isabella , che furono poi ambidue Cardinah.

(6) Il giomo 4 di Aprile del IS:;7 cos! scriveva Donna Giulia a Don Ferrante: In m’äa goduto que/li pocbz' giorni 14 .S'zlgnora Principeua, (D' q‘uqflz' .mporitg'ßlmi Nim' , e maß?me Damm H'_ppolinz mia, che non pono :aziarmi di vederla, e baciarla. E partendo quefla per Sicilia, tom?» a scrivere al medefimo il giorno u di detto mese: Baia mil/e vo/te il Nino (cioä il fanciullino Don Cesare ) e die:! mila Donna Hippo/im mia 6elliflima, @“ .mporittflima.

(7) Intorno all’avversione, che Don Ferranre nndriva per la letteratura de’

figliuoli maschi, veggafi il Ch. Tiraboschi Storia dellu Lennat. Iml. T. VII.

P. x. pag. 51. N0n & pero vera che odiasse le lettere e idotti, come volle dire Ortenfio Lando, accennandolo cautamente sotto le lettere iniziali di F. G.

Coflui diffe: Nelle fue cu.re ( per quanto mi & rifeyjto) non babitu ahuna lette- Tat0, alcun Ietterato ]bßenta o favorixce, _anzi bulli :) in faflidia, cbe dire- vo/er piüJ‘€ t_ofla abe ;" _.ruoi figliuoli .rap_ [fern lingua tbedeu'a, abe lazina, (D' che una de’ :uai flgliuo/i non bavefl'e ad efl'er prete, cb’ Bg/i ]; adirarebée con abi

10 ft? fludiare. Catal. lib. : pag. 115 . IO ?) veduto la quafi immensa farragine delle lettere a lui scfitte, oge moltissime de’ primi Lettemti di quel secolo se ne trovano a lui dirette . Tenne alla sua Corte Giuliano Goselini, e il Muzio;

%?

(2)

ANNOT. ALLE MBM. m D.IPPOL. Gowz. 123

amö il —famoso Pietro Aretino, e molti ahri‚'co’qualL non manch mai di libe—

ralitä. . - , , -_ ‘—

( 8 ) Che Don Ferrante toieffe veder la figliuola’ flaudiosa, h’ ! rova una lettera di Natal Musy & lui, data a.’ 14 di Gennajo del 1542, (nur i.manife-—‚

IR), che vifitati i figliuolini, eletta10ro unalettera, ch’eißioxo.i1wiavq; Don- na Ippolita commisegli di ‘rispondere al Padre, che fi sax'ebbe sfo'rzata d’impa—

ra're , com’ ei comandavale :. La Signom Damm Tppolim cb’é ßata In prima m’ba dena 9ueße forum/i purole: Nata_le ‚. tu.bacieui le mqm' al Signor P.zdre per mille volle della Iettera .rua, (9° cb’ia mi .rfarzarb d’imparar, e far *tutzo cih cbe md Signoria mi comandß. Alta du:! lettere origin;li di lei tengo pci alle mani, nt: voglm tralasciar di rif'erirle, parenddmi‘ gran [ode della noflra Daum lppolitafche, fanciülletta scrüefl'e ih que'fla maniera.. ! , ‚

'. wi! ? ?> . 1.7 - III.-‘Sigaorx':mia (9' una mm.: ‘ .

Ambora ein V. S. IH,‘ de‘!» ein |: que fbara per cammino per 141 volta di im», noridz'menqnu la occafi‘ane di queßo corn'kro ‘mi & parte debita mia di - amr ]: mani 41V. .S'. Ill. tom: faccia con la debita revermu'n. A-bvinrido‘h;

come la Signorn mia ßa.Din gran]: ßen dell} „late : to:) :ona'.fmtti. |' Sigma?

7m'ei frat’elli‚ qualr' £a.mnwle maxi di V. S. Ill.. (2° ia connloro In asptttm con. dev/ideri0 grande eba- 'farä -fill'di que, @- di unava [: quo <}: mm', came fu 1V14d4m4 Anna mia. Di Palermo de- li X di Otm6n'a 15425 - tz . .

Di V. S. Ill. \ . . »

' Obbedient{0ima figlz'ola (9° .zerua

aber I’m; piü abe-15 w'm

‘ » H olita— Gonzagu. „ -.

Ailo Reife—au JP.P . < '- .. r

Sig. patn Ill. (D' euer. Per Ionen- di V. S. 41141 S'égs main ba in'tem il mo felica urrivare a Mefl‘rmz, : la partenzu di 12 per 1Wo/fatm, aba „’ /.m ‚mr-g tim incredibile con.rolatiane. Noßm Sigw Iddio:la canduca can sahne 41 fiw el -uieggio, (9° le menu in more de far ritorno con que/la preflezzkz eb: tutti defidemm‘a. Liz Sig.'Wdre gratiß al noflro Signore fi;z bene , (D' io con miei {rate/li noz' mccamandiamo alli :ui benedittianz' . Da Palermo alli 18. di

Xbrioxg4z. — ' ' ' » ' ’ "

D’ ”' " I_”°. 0569düntiffimxz gliola & .rqrva. _'_

Ippd it): Gangaga.y '

(9) Da [euere originali de'! Cardinal Ercole Gonzaga ap artenenti al Ig4z, e da. un’ altra di Niccolö Marcobruno scritta & Donna. iulia da Brussellcs 1’ ultimo di Novembre del "1544. dedotta. abbiamo la cognizione di quefia

rat1ca . ‘ » . —

p (10) Ne li altre volte citati— Regiflri originali conservati »nella»Biblioteca Barberina. in oma Cod. 1336. La prima di quelle, due, lettere % del. 1 ’ 13 “' conda del 14 di Dkembne del „43. Gib die --iu q\1efla raccontafi _‚de’l_ grande more che.portava. al Padre, fi conferma da alt‘ra breve [extern di lex ong;nale‚

che (i ricouosce scritta in gran fretta da Mant‘ovsv i'l -giorno z di »Fe'bbrayt') del 1544, 0Ve disse:_Signw Pudn mio, ?; -wflo 14 letth de Mdf" .G'°_47"" 058

“Ti” “ V- 5“- Di gratix: V. S. nmrne creda nimm, pambé vogho pn‘4—bme .a V— S.. “" 9"‘*" Mio»? una ; 113 Mondo. , ' ' . ’_

(Il) L'mm di Luca Contik, innnai s“ctitta a Madonna Onorata Taueredx

12 Maggio 1548, che fla.nel übte prima.. _ - . „ _ .

(3)

114 ANNOT'AZIONI ALLE MFMORIE

(n) Rime di Lucy Conti/l: flampa.te in Venezia appresso Francesco Samso- Vino 1560__ P. ; Son. X cart. 62._.

(lg) Ne! Regiflro VIII'He1Ie 'cita'te letfere 3’el Cardinal Ercole; che forma -äCod. 1338 della. Barberina‚ se ne logge tma de’ 7 di Aorile 154.5 ad Ippolito

—Capilupo, ove (] dice: Vai «pen. tum quello.‚-.cbe fi % dena e fcritta nelli

—giorni p4flktz' di marimr Id Sigma Down flippolita figfiuola del Si nor Don Ferranda miofratello “im! Sigmar Horan'v Formen .. Agg_iugnefi, che ta penfiero abbaudonato fi era, amandofi di dzda piü toflo al figliuolo dell’ Amirante di

S 33113... .

p (14) Altra letters. de’ 17 Dicembre 1546 scaitta dal Cardinale al medefüno Capilupo, regiftrata nel demo Codice. . ; 1 -

(rg) Giacchä mi trovoalle mani ‘l’ originale ä—i quefia lettera, che serve &

correggére uno sba°li0 occorso nella. Vita di D. Fernnte scrittar dal Goselini 'pag. 4.50,‘ dovertafi none pongonfi sotto l’anno lg; , l’aggiugnerö qui.

' III. (9’ Eco. Sig. VÖ Profi: mio Olfen Prima cb’ in ricwefi 14 letter; aloe V. Eee. ß & degnuta di fcr'i-uermi, [igmficandami la conclu/iane del mutrimonio della Signum Damm Hippo/iin ca! Iignor Feßritio Coleman , ßnvevo innen qui quefla oma, (D‘ ne wma .remito tanto piacen, qunnto di vom cite »" a‘uvenifli’

mi, 0 ob: mi pofllv a-u-vem'r «'n wien mia, pedendo que/ie due c4.re tb: enma tax—

to amic‘be infieme;jejf;rfi unit: can queßo evi>lcalo di parentela in mnniera', abe [imo divmute um; mede/imu. Ma baumdo bon fire-vum letzen; di V.. Eco.

mirfi ? per made hc:re.rciuta 1! “wenn, abe mm mi cono.reo am ;: poterla di—

moßmr 4 lei nö con gueßa Iet:era ») in eine mode : ende mi ri:olvo di pre—

ar/u :: credermi, abe non potevo baver mama alcuna che mi fbfie piü cam, m lerne vol/4 Signum mia Cam-orte, »? ab: mi appormIe muggior contentezzu di que/la. Co:) pi4ccia 4 Noßro Sign;- Dia eb: ne poßamo Iongumente godere, : a V. Eee. d0m' ogm' felicit) in mm il reßo delli moi defiderj, cZe non .ra- panda cbe ultra dir/e di piü, le bucio le mani, @ .rmza fine me le raccomnndo

‚in gmzia. Di Mantia il „. de Omän del XLVII.

Di k'. En. _

$emi;or Maflimigiiun

.. . , .. \ . Gonzaga di Luzzara;

Veduto ?) del pnr‘1 un‘ altra lettera. originale in pergamcna con piombo appeso di Francesco Donate Doge di Venezia scritta. il giorno 7 di Ottobre dell’armo flefl'o a Don Ferrante in congratulazione di tal parentado conchiuso.

(16) 'Daranno Inme al presente racconto alcuni tratti di una lettera ben lunga di Alefl'andro Gonzaga indirizzata. da Milano a Don Ferrante il giorno xx di Novembre del 1548 , la quale (enge sono gli occbi in originale, ove, _dopo aver'narrato ii pericolo corsa da lui‚ e_ dal Signor Fabrizio 'di annegarfi

venqndo per ac ua fino ad una ofleria lontana :; miglia da Pavia, racc_onta come fi appref_f em : Milano, e prosegue c'051: Ioriumo ne miglié de_Mz/ana travaflimo Giant »TWRJ'O Gllamte, e Giambaufia Viuan'n, e il Cup:tano di

»Giuflizia, abe vennero ; baciar Je mmi al Signor Fabricio, : di pai novaflimo il Signor Andrea e Sigmar Ende, e Eigner Ottaw'o, qual en .ropra' il banone,

# fen la piü lunga am6a:cißu abe nimm degli altri . Van»: di pci 11 Cafiellano con multi al;yi, e il Siguor Muzio, : m._ accompagnarono fine ;! Pulazzo‚ e

'9“471{10 :: gli gium-e an da '-v:nei:;unnro ' are pajfate. Racconta indi i compli-

menü fatti dal Signor Fabrizio colla Princi efTa Madre, e colla Spas: vergo-

€“°Sefta, e come tofio fi cominciafl'e la anza, dopo cui venne la cm;. La

«ibm ßen: dal tape della uva/z, e ;! 5pm da mann dritm dell; Spm; :

(4)

‘ m “D. IPPOLITA' ’GONZAGA 1 25

la .l'fora guardava aß'ai il Sposa um; accbz'é . E dop0‘ altre cqse continua di- cendo: Il Signar Fabricia :upplicb malte volte 14 Signara, cl__;e.gli cancedefle que/la gmzia *di—‘lßnia'rlu dorr'm're con la Speed ; e Ia;Sz}gn‘om era ridotm qmzfi a una termine, abe nor: .fapea dir di no ‚' e ditea, cbe V. Eee. l‚’n‘ue'a pojl4 nel maggiar trawzglia' de'! mondo. Alba fine 14 ri.ral.ve il Signor Spore, abenon gli em ordine, : :: ne Iicenzib della Signum, e dullß Spam . . . . lo accompggnai il Signor Fabricio dllß flanza um, e [’ ba „man perso, e mono per um ma- glie, e dice eb’egli & :cbiava dell’ Eco. Voßra per il dem; cb’ alla gli ba fatta d’una co.ri bella com, com’é [ai Signum Darin: I!palita , 14 gut:/: mille volta- piü abe ’l Rz'trano gli ? piaciun ‚' e dio: eb_e- !" a :rovam In piü 4Jmtim ‘fi-_

gliuo/a del mondo ‚' 'e [ni in ogm' mada vorr{a dormin .rew : non :o came [’ „„- der). Quefle cose provano che ‚il matrimomo era segulto realmente, _ onde non li deve 'badare a scrittor veruno, che narri le case in diverse mode.

(17) La lettera di'Donna Ippolita % de’ 1; dello flell'o mese, e comimia:

L’ abbligazione cb’i_o tengo prima eo! Signor Iddia, : dopo :: V. E. 8- wie che lingua‘umana non lo patrla exprimer, di auermi data un co.r2 äella, e hama

mßfll‘0 . . ‘.. .

(18) Ulloa<b’iw di D. FermnteGorxzuga lib. 5 cart. 146 e seg. Per quelle che riguarda. le due Commedie recitate in quella occafione , sappmmo da una lettera scritta a Donna Giovanna d’Ara oma. da. Luca Contile a’ 10 di Dicembre del medefimo anno 1548 impressa nel li ro prima delle altre sue , che una l’a—

veva ordinara Niccolb Secco Capitan di Giuflizia in ‚Milano, l’ altra il Contile fiefl'o. La Commedia del Secchi fu intitolata gl’ Ingrmni , come rilevali della.

Drammaturgiz dell’AHacci , ove malamente se_ ne anticipa d’un anno la. rappre—

sentazione, dicendofi recirata in Mlano [’ anno 1547 4114 prefenzß del Re Fi.

[ip 0, e fu flampata pci nel 1562, e piü„ 'altrg volte. L’ altra del Candle do- vre£be essen: la Cefarea Gonzaga flampata qumdl in Milano nel 1550, ricor—

data. ur dall’Allacci. '

(ng) Sta nelle Operette ‚Morali del Muzio, che al dire di Apoflolo Zeno Bibliat. Im]. T. : pag. 338 N. ; furcno|{flam are la. prima volta unitamente in Vinegia. “dal Giohto nel x;50. Soggiu ge c e [’ anna :eguente le riflam_pb,

„re pure con diverxo nnna’, come mol far/i.: pci mette come term edizione quelle, del 1571'. ‘Sia come-fi vo lla, io tengo queflo libro, con v_a.rj altri del mio Sopra ogni altro‘ Scrittor dx que! secolo dilettismmo Muzio,„che_ tanto nel fm“- tispizio, qluanto ziel fine porta‘_la data. del“ 1553 . _Avendo avuto il Giolim pri—

vilegio da Papa, dal Senato Veneto, e da aim Principi, che il libro non fi potell'e riftampa.re da veruno, pn?) crederfi che ne facefl'e tale smercio, on—

de gli convenifl'e imprimerlo tre volte anche prima del '1571, quando cangiö il titolo all’ opera. in quello di Av-uertirnanri Morali imprelfa dal Valvas-

son . . — . . ‚ .

_ ' (zo) uelti & il Chiarifl'xm0_ Signor Conte’ Antonio Cerati, .uno ,del_Ma—

gifirato de’ ifor‘matori nella R., Univerfitä di Parma, e 'Prefide della Facoltä Filosofica, alfai nero per Varie sue Prosa e Poefie piene‘ di —vivacitä, e di sa- pore , ché"in occafion delle nozze della. Signum Contefl'a. Fulvia Centi sua nipote col Signor Come Giuseppe Mazzucchini Guidöboni di Viadana, indi- rizzö a_lei la sua Rap:odla Moral?ximpfelfa [’ anno scors0 in Parma dal Car- mignam, ove dielle xfhuzioni all'ai utili ad ogni persona deflinata ; vivere in societä su i Doveri, su l’Amare, su la, Fedelt), su la Religion:, su la Dolcez—

z:, su l’ Ozio, sul*Lufl°o,- su la Educazione.

(z!) M0nfignor della Casa nel Galatea.

(5)

126 ANNOTAZIONI ALLE MEMORIE

„(„)fpiscordano I’Ulloa e il Candle nell’ affegnar il gio_rno di .ta.l. parten—

_zi—,’—-dic€ndö ’il prima che uscldiq.Milano il Real „Bring:in a: 7_di —Gennajo ‚. e _scnife__fldo il secondo in aim sua iene_‘ra—.a Donfla’ LGiQan-na_ d} Arggona,' che cib

_äv’venne a’zg. \ \ ". _—'»;‚„_*„ _‚ ,

}‘t? -(22) Fu Luca Contile., che»pose =Onoiata‘..Tancredi‚ in„buqnmgrazia‚della Principefl'a. di Moifetta. nel 1948‚c0me .da. alntme_ &ue letter‚e„ä .chiaq0. In unä.

alla me_d'efima Principeffa eglifldiflé: col„ tempo fugdr_ä come_ b_a prézaßd ‘quefla ge'nn'ldoima pienwdifquelle ivertüß, 4')' 660 potrei din— nqi; haver Pfiff," con mp- pwtimbr&gd’bgni„ghn. Anche trtle letter: _d'L Bermrdo‚Tgfl'o n’ & una. diretta a-lei*con Ll‘odeßPi'etrofAret’inossérivéndole'mna;_voltg_le diffe: Eu;rareiy in an!-'

“abe partz‘ébldée h'r_éu '-i1—öornmwdarnisßn Ja‘.eccellenzadel_le :uerauaxe a;tioni , mß lo«1accr'w“ , @ pércbé '-bafid} ‘:pl;anoant£dire’ ‚( abe.- 1tvt‘teunlß „muy, 4elln mngn_ani-‘

mu_ Hippo]im"—Celonüä"Govzngm‘ec'. E Giulia Bidelii ;]; diä logie nelfe sue Rime_.

Come la 15de ill Tanfill°„fi ‚tveduto:verfo il fine di ‚quelle Memorie . ' ‘ ' (24) «’T-erafi qutfiav Medaglia disegflata, nel Mmea 1Wazzuccbe/liuno T. 1 Tab.« LXX‘, e'nelle Tavole‚-che il Sig. Cavalier Guidantoni_o Zar_1_etti face iu- cidere, e‚aggiugnere in fondo al mio libro Delle Zeccbe' e Menue di_tum' £ Principi di Cara Gonza_'ga‚ Ma fucn' di Mntovu'ßgnoreggg'grono pubblicato dä lui separattamente dalla sua infigne Nut-ua R4ctol:a delle_‚ Zeccb_e d’ 1taliu in Bologna Lelio dalla. Vol nel 1782 in f0glio. I_ntomq af Ritratto fi legge:

HIPPOL-TA GONZAGA ERDINANDIFLL..ET, AN. XV. Nel rovescio vedefi«una -Dbnna con uti-lihrbsin mann i;riaguärdantg il Sple e >le.,Stelle, che giüfla &! M3‘zzi1cch'elli ’»rappxesehug Bun'n. Ma 1 eggia;.t_;a;l.ibri ‚. Getre‚'_ Vio—

le, Cembali‘, Airpe‚Cdmpäfli e:Squadre,alian ofi avanti : lei _una Sfera armil-

iate, ‘-e un—oriuolua_polve.„ - '. _ 4 _ _

_(zg) 'Giulinn0 Goselini ‘I’ita di.Boyiiferr‚ame ;Gppglgq; pag. 459. v

(26) Inromo a-quefla Guen3i-di Parma _seguiga. geLj;5—‚s_t. odtte 'la descri- zione in ottava rima divisa in sette Canti fattane da. Giu;eppt Legéiadro Ga—

lani , che senza il suo home h pubbli€ö‚f & &“ renduta rarifl'xma nella prima 'edizione da me indarno cercata, e nem nach rar; n€lla ‚secondqintitolata: La Guerra di“ Parma nuo-umntr an»; h;gimm: itßampß_tg Ö‘ ‚corret'm. In Parma appr'e1fo di .S'nb Wo!taftlg$liiuz;&y_i°;‚téllg'0 du_e_„fingp_quiflime „qjere ineiite, no}: Fallen» Pmmt;ubfßlirTmiwgeßuncia ‚Mpx ]um'i 1 ;; bd' 1VIm‘.mrg' Apr-iii: Is'5‘4‘éutßoranice Cam/axia'frctmomgio Apoßoéim, Äi’ cui 110 farm

’trar copia dal«C°dice 914 della.Biblioteca Barberina „e Bel/um Parmem'e décimq die ]um'i 1551 capmm, (9' tfig'e/i‘mn prima 1Wajr' 1552 complemm, de.rcri_ptum 4 C/mflopboro de Turn Parma/‘ .— In _queft’ ultimq manoscri_tto denato a foggia.

di Diar'ld H ä, com! i Sanvitäli; di'5318. fléfl'qro v,dalla e_d_i Giulia 111,_man-

‘tenendofiin quel CaflellmA:lfonsa„mentte _suo_‚ frage] _4 Giangaleazio ';‚eritö„ in;- feligemgnte di dar la Cittä in mano de’ Collegati. Raceogfielx' 'poi dä! médefimo Diariqgumjto fdlh fl Dücazfeflele “_ Conte nggr_i;o di *Fontgnellato‚ c‚be_' self;- ben vedefl‘ezcaduti‘ p'tigionieri-jh nano de’. nen:üm ‚i-;pb_i„fiatefli‚ _ cbéno, e ]acopo ‚‘ nplladimeno militö' con gran forza; _nä fix. ma"; Polfib_il'e al ‘ Collegati , che tütt6 occuparono il territorio, e presero fi_.n ‚dal, grmc1pn_o' della batraolia Noce_to',—fl discacciarlo da Fontanellato. Queflo magnammo Slgn0re non“ e "_e discerädén28; mä da Luigi sun fratello fi prop_agö la; nobilifl‘xma prosapia de’ San.-

iv-itali di Parma ognora fedeliflimi ai. loro„Prigcxp'g na;q;aü .. 4 '— ' (17) La soflanza di quefla mmzione fi ä__nleyata-_ da Fdivetsg_ Iétt'e_re_origi- Fa!i äcritte allem, che non gioverebbe riferire , non contene1_1ddipiü d_i qüantp

] elt0- _ « , ' ""

(6)

m D.'Ippourzx ‚G0NZAGA. ' 127

(28) II .refla.libro delle Lettere di M; Pipp;q Arnim, dell’edizion di Parigi

r609cm..414.‚ ‚J . __ {

4 \ (z9)‘ Lencre.dilmcrezia G07iza'ga pag. 189 . > ‚‘ ‚‘ _ ' ‘ (go)'_ Lé Rimedi Giulia-Bidelli furono ßampate 1n— V“megla per Francesco Marcolino‘ nel 1551, ed altre volte‚ e specialmente nel 1563 . Oltre_la. Dach- catoria contengono varj Comp0nimenti in [ode della. Gonzaga. ‘Do'po tl Trianfn in ortava'n'ma del medefimo Poet3,‘ impresso senza luogo ed anno, leggefi om- la Pazienz): del Ride/lo, che il Quadrio.malamente dice »diretto 4 Dan Ipp_o ira

Gonzagxz.fl‚ , _ .

(gr) Lettera dell!Aretinao ad .’0nomta Tancredi. __Iv'; cart.» 39 ._ ’ . ' ( z) Prima & veder come alu-i, -spieghino_ queflo fimbolo, co'nvjen des‘cri—

vere‘ fa Medaglia, il cui dis"egfio & troppo 1nesatgo nell’ Opera dl Anselmo Boodt , intitolata Symbole varia diver.rorum Principum cum_ facilz' I.ragoge Prage'160: in fogl.‚ che suol andare -aggiunta ai due volumi dl ]acopo Tipo—

zio, uno“- inscri'tto Symßola diuina C9‘ „hamma Pontzficum, Imperatorum‚ ("? Re—' gum, e‘ l’altr0‘5‘ymbolu v'nin diverrorum Principum. Nel, volume dell Boodt, che E il terzo di tutta l?opera- accennata ag. 83 , L; noflra. Ippolita vién detta‘

Prin;z'pzß'a „Melia/me -Ferdinandißuci; fi ia, x‚il‘ che pump nen 6 le_gge nella„

Medägüäi lin! hel“getfo della? quale- ;io. ‚lo devo al piü volte lodato amic]o‘ il”

Signar‘ D'o'n Francésco Daniele, tmvmdofi {a medefima _ne‘ Musei dell’Inflitnto,’

e'-'di‘San Salvätore, d’o'nde la .pubblicb il Signor Cav. Guidantonio Zanetri in' fine alla miaoindicata Opera, —dove unicamente se ne vede l’esatta. figura, false e'ssendo &}uellßche änno n'el Boo_dt _e .n_el Museo Mazzucchelliano .> Intorno al*

Buflo de la noflrä‘lpp0lita leggefidn ’ ue HIPROLYTA ‚ GONZAGA . FER—.

DINANDI '."FILIA ._ AN. XVI.:, ‚enfiun 9 il circolo di tali ;parole & mano fi-

nißra il name dell’Artefice in [euere grecie AE.QN . APH'T1802'. 'Il rovescio %

q‘ual Ki—E descrittoa lLa' sbiegäziofle del Boodt ä-come segue‚:--Qernimr hie“ Cer- beru.r, Typ/mm (9° Ecbidna wma, Inferorum „ni: tripe :, am: for:: Plutanix.

I.r ingredimtißu: blandirur; sed ' ivgreuo: ab egreflu 4 tiflimi.r maximeque bor—

rma'i: [atratibu.r deterrmdo probibet. Diana venan'om': Deu, virgz'num dem:-, caßimtifque imago, Ö' Sol Diaaam_ illußrazn bot Iaco.eriam compicimr. Hof bieroglypto .ran': ob:curo .( non-3poteva egli oscuraglo di peggio ) exiflimo Hip-

polytam caßitatem pmfitzri ;voluijfe,‘ nam ut Qgrbg_ru.r« Plutoni: aflium optime

«mtr; egrefiuro: cußodit, ac blanditii: Diqnam; ad Je pellz'cere conatur, im illa .'re corpu: ab omnibufilleteäri: ac vitiorum blqnditii: , Satbaneque tenmtz'oni6u:

immuülutum comervare PARI VBI_Q_. POTES'TATE .poflé oßendit. Praind:

quantum valet Cerberu': ad olh'cimdum, tantum „_ ad np:llmdum, ('9' „film:- dum, Soli: radiz'x, boc efl diviw„a_djuvante ;4uxilia4 value. Di qui ognuno comprenderä non efl'ere agevole lo'5piegare _c_:erte ‚lmprese _e Simboli senza una previa cognizion della :vitb. di coloro, cui appa;tengono„ Sovente poi accade, che alcuni ignoranfi fox;ditori.di Medaglie änno‚ _applicato ad alcune Teflei rovescj di Medaglie altrui , ' came \prova una. Medaglia di Federigo Afinari Come di Camerano preffo il Luchio pag.«_zx$, ove .fi„«vede usato il rovescio presente fatto per Ip olita-‚' In uefli cafi chi (i mette a spiegar rail figure e guclefapplicarne il ngnificato ‚acile‘ persone etfigiate uel_ dintto, E coflretto a.

nger : — , .

Co:: non dene in 12mm mai m‘n_ifq rim; . . «

(gg) La letfea-\Mlm;gtiuo_.glla Tang;ed_i_ in. ringraziai‘üent0 per la Meda- glia fatta dal mifabilrMfiél;clgvveyerthggng 23 _\dä\.t_a„in Venezia nel Gennajo del xssz. Sicchä tra quelle, e tra.1’‚gmo,nyI dell’erä d’ Ippolita fi conferma

(7)

1 28 ‚ ANNO'I‘AZIONI ALLE MEMORIE

che l’Artefice la travaglib nel 155r . Nello flefl'o mese altra ' letter; ‘diretta per lui vede alla noflra Mamma, ove le diffe: Ha voluta Iddio, cb:_- in. tra ma- m'ere ]? np:rimenti In integritä‚‘ 05: in voi infum nh:candé.ri; allu di lm' pro-u—

videmia ? piaciuia , cbr nella verginitä , nel matrimanio, : nella vedovan—

zn fine nem 10 di .nmtimam'a alle donzelle‘, alle .rpo.re (‘? allé vedave . [vi cart. 59.

(34) D1 quefla Medaglia. parimente se ne & il disegno presse il citato Boodt, nel Museo Mazzucchelliano, e nelle Tavole aggiunte dal Signor Cavalier Zanetti al mio libro delle Zecche de'Gonzaghir Leparole intorno.al Buße so—

no: HIPPOLYTA , GONZAGA . FERDINANDI . FIL. AN. XVII. e sor- to al medefimo IAC. TREZ; Ne! ‘rovescio éol mom) -gii detto exbißerur bic Aurora, dice il Boodt, Soli: C9' Lam: mrar, que precedenn' bieroglypro dncri- 6unmr. Dicitur Aurom SOLIS' PREVIA, quad Sol .eäm 6rez_n'fiquztur. Hm":

digito: rom: tribui: Homer-u: propnrx calartm .ru5ru6mtem, quo Gen/um Iingit . Haß bieraglypto Principi.rm ‚vigilantinm ©' diligentißm describere .videtur ; dz'li-

>gmtie mim nam dem: : au: Pegurur‚ um :::/um perm'ci eur/u , .red valam aß. %gil;»ti.e. fignum Galiu.r_ad rb'edum tmbmdam adßi6itm', (9‘ myli:r facern mann pmnferen: no;are pen-ß, Utreque virum' oem campamnd«e necqß'aric,—Ö' t'amguam vie, u: Au’rora SOLI.S‘ PR/EVI4 ö'c. Pi—ü breve' & iü chiara % la spiegazione Mazzucchelliana Tom. I pag. 328, nel dirfi alle vi mira. I’Aurom eb: for : dileguzndo tolla face/la“ le tenebre,' : rote :pargenda ‚' foicbé ßccome que/lg ;: piü vivzce : bei]; luca del Sole ne'annunzia, re:) ‘ etä frucbi:—

fima d’Ippolim [um: me piü Jfalgorante nel/u sun pravetta an? prometteva . (gi) Conservo presse di_ me efto bel ritratto in formt ovale, _cbe .all’ in—

tomo ä_ l"epigrafe come nella M agfia'.’ Sendo .poi: ihm tagliago 11 mar ine , c9me accade m quafi tutte le fla'r'npe‘ imtlche, non & raccoglic Chi .ne fofl'e‘ ’ in- asore .

(36) Non voglio tralasciar di rif'erire i verfi dello Spinola, e primieramente

I‘Oie n Lil). : bag. 13. ‚ - > . ‚

AD HIPPOLY'I'AM GONZAGAM FERDINANDI PRINCIPXS NOS'I'RI nun:.

Dun; tuam ‚fbrmam canimu.r, bem'gna,

.Atqué birtutn,‘ Du, m ‘m'cinim . . 'Et meamMun‘m celebrn, (‘>Odm ' ' \„

' Tolli: ad aßra.»

Si fire: tali.r mm Mum, que/em Prediczn, ut tu Venen: davon, Sie zum Vatem :uperaret omnerr»

' Spinula cn_ntu.r '

Jam din Muun, alib vacati‚ . ‚ ' ' ' ‘C;mbiuin (9° putrem fugimu.r‚ l_yramque

’ Non mib'i per‘ :: limit, 'Cupido, : ‚ T4mg:re metam. . III'C‘DW: fl quo: ulii.r prciy:

Concita cm:/u videt, arte duch De via , qm -deblnc juvmili: an:

Non re_dit um uam . Delic quondnn nam —onl :" :— '

Num.‘ nm»: Vater» nen purn Diwim, Quo‘minu: Pindi unleam woran:

Finn Col/n. . _ ‘ . ‘ ti

(8)

wuer: IPPÜLITR‘-GQNZAG£; — ;;9

Amann preren: Venhw « dacom‚i « .- " : . . -.

' =.QM‘tuo.mßrm Minute „In: ";. „.“ ‚‘ _

\ .1\ '. Cmn‘iUß/hd:yztiöi*flofkßlüli- _ .. -— —. zn .

‚. " ’. '—*° _} :\"—f' \ ;: ME ditmus.* . *

E ae! Libro : dein Epigrammi pa . 4o.

.“ ' ' Quo! Venerex? bin-t. C win: quer? quambr'. Erw?

. flbuidn?dmc. CHÄMQMO AJ“? : ' " . ..

blau",- En'binn, Cini: Gotizaga ': przten': mm:: . .* . . . -- . — : Efnnn'‚ *Öi.filflß;‘fflifilft Deu-»; ' . ' '

'{;7) _ mon?ranbéeao Rainiebi; fu. amme dell’ acceunatm Sonata, Eegato da lui medefimdnelle Favpég(iziom‘ «ieer su: Rimeimprefli in. —Milano xyy4.

solle pam-le Quirif'eiile; he r fipofizib»i;fmom«. con peflim0 configfioxra—

lasniflerne'lla— meéehina rifiar11p'ardi. nella Rinne ( giä fatte rariffune ) in Magna 37_xzpér Coßm'inwl’n’farrim n.- lSoflett.oic queflo: . .. * ‚ .—'

" “‘ '-“—' Vida il $ol**‚*cn6:e par wi panda-r pam:

' ' " "daftonna di‘mggi, ! ’! farm adorno,

" _‘ “Ajm'r ]: ubi : ri _ ”?"" il ginn Q_ualor il ein vo & almo volea.

D’ inv$dia puuro, @ del perig!io «daß, 3 n'enmwoi mlmmdo immo — Gira cu! cam ‘d’or-‚ per furw' um», Un d:i deßrien' .fu‘o‘i uppoflo mm:.

Cadd’egli a>flidio, : mi 1’amm front: ) Percuo:eße, ende ognun fi dein, : diflc:

Tant’ in.- .rnu ml.-be! Caro celeßr!

$’a:core- ii Sol? ; il &) 1%mm «MM;

Spmer due Soli cl!or da l’orz'zzonte.

. ' “ 0 firano mo, edo pie orrmda Ecclzßä!

(;8) Veggafi il Libro‘d‘ei med‘efimo ainriexi-imitolato le Pumpe flampat'o

inMilanonel:ggin4.-- — . .

(;9) Oltre e autoritägiä riferite, che spiegaao il genio poetico d"Ippoli—

t[3’ vaglia anchg_'tl seguente Bpigramma det valoroso Berardmo Rote Napa-

tano : ' ‘ ' *

' ‚0 Wii»: init; Lacbefi'dar! munen vita JW datur, Anni; turba di.rerta Det,

ectin3juz-äi‘igünm-vß', mna'rfrund: confiant,

” Et virt'dz' prol_fin ri-ngite’ bonore ccmm.

Dinnfbec Pbcbu.r: numerw cum fbrta put/le

' ‘AudiitQ (? retitens irrvidin 'obflüpm't.

Cosi Curio Gonzaga nel Canto XIV del Fido: Amine dopo :verle- d‘ato varie-

lodi‚soggiunser " r "

M contain di rmn‘lbdi' ,-.—e‘ :m- 0nore‘irt lerra”alzenfi—anie « tale Con .rt ! iadra ßile', t.doln man, ' Ch Mifiarqß‘ & *l"uhar : [’ nltro Polo.

(40) Cosi & Iui parfa *Biag‘m Ald'nnari nella Hiflorit Gmmlogitu della Fa1m'glia Carrafa Lib.lI in 'N3pbl'} l69r fogl.—pag. 387 e seg- Fu mo de’l’rx'n—

cipi degm' di lade per le fingolari'tm ‘uifti2, kann prdimio vaio», e d’am'ma genero.ro fra quanßi n: furona éelrm lampe ‚a:-and: 9891 tanta cbe' il pßdr: ::

uwan : falconi spendet :o!evß‚»xpendeuu ngi a temr mm numerozm came,

?

(9)

130 ANN—OT'AZIONI ALLE M EMORIE

fra quali nano moln' Cavalieri , # gun! Jura 6anorate provw'fioni ‚' : benc‘bé fi_l]'e flnto molto aw'do d’ inwere auf:/n militari :opra .gmte da guerra , ende con td di:qgua fble andano in Itpngna nella Gone dell’lmpendor Carlo V, mm patend_o per) con:egüire faq/fi di :uo gußo, von P“" in eß'etta que/ia um äuona antennone ec.

. (4.1) Mentir non mi lascia il Crescimbeni, che ne’Commtarj imarno all’I— _ jim'a della Volgar Pen/ia Vol. : P. :. Lib.-4 . 243 scrive, ch’ egli ebbe non para parte nell’ zumento dell; gloria dell; £ära Pat/iu, eb: gi? una-w; il .rommo. Adaperb egli can wma giudizio, : am nie :wglißtezza d’ingegao, abe le me invmzt'om'_ poeticbe, : i fentimerm', and: uno wflin, quanto vcgbi, e .bizzarri, altrettanto rienan nri : ellegrim', : degm' d’ ejfere :pecialmmte

‚'riguardati tr: In numera.w :cbiera de’ uoni Rimztbri di que/la noch.

(42). Turm uefio fi legge piü difl'usamente nella Vita di Bernardz'no Cm—

po scritta da A andro Lamo imprell'a in Cremona dal Draconi 1584 pag. ;;

e 585. , dove pure vien riferito 'nteramente il Diploma di famigliaritä conceduto-

‘ gli a Ippolita il giomo i ' enna„io de] 1554, e un Sonetto di Lelio Collie so ra il ntratto di lei £mo del Campo, che serve a confenmre quanto fofl'e mai

bg a, edätale: .

Saggia Pittor, poic‘b2 14 datm mann _ szt’grte, : um“: [india indamo b; .rpem, Omun' „freue pur l’audace impre.raz

Truppe aka po ic il ma defin inm»o.

Ognz' rua .ffcnzo a iebil : vum ‚:

Se I’immm:4 bei!) dal Cie! diue.ra Pen/i n'tnn, 06’efl'er non ?; :ompref:

L’ 4114 divinitä da an an io umano . Qual ca.ra al mondo pari a :3 riceve

La treccia, il ciglio, e_ I’urm : l’altr_a ran, E 14 guancia d’ un bianco : rofl?» time?

Non ara, eßan, carallo, 0 04144 neue Agguaglian deicolor I’ 4754 vezzo.m, CK : fange/im facciaßauno a'ißinta .

(4.3) Dice nell’ Autunno, patch! trova una letters. di Pietro Arerino scritta a Donna. Ippolita nel mese di Ottobre sopra quelle contrattc none Lil).

6 cart. 277.

(44) Il Crescimbeni, ove parla del Duca di Mondragone, _accenna nella Epitalamio come pubblicato nel Libro VII delle Rime di diverfi ecce lenti Autori Napoletani, e di altri. Paco prima, senza saperfi ancora chiaxmenfe con chi fi dovefl”e maritare, sulla voce uscita che preflo sarebbe fiata. nnita ad un Signore di alte rango , aveva il Rainieri fatto queflo Sonetto;

Dan zum 4 voi, polita luca, il vanto Del limpido Tefin le Ninfe intoräo:

Del Mncio mr’ a l’argentzto como Suomm Ganzagz i Cigm' in dolce ann.

Spera aniugar per wi gli occbz' di piantc Ira/iu afflz'tta, : dal bel mp0 adomo Pegno rin-n, eb: ’ufin d’and’ e.rc_e il giorm Arrecbi palme 4 Format:: Mana .

@ felice Immeo, cb’alma :} ardente D’ogni virtute, e ’n-uolta in :) bei wie Legßr devi in real nado latente!

(10)

‘ Dr “D. .IPPOL‘I'I‘A —GONZAGAH 133

Co:) diem» le Parebe, ! .r’ud-Ia il Ciel'a '

Intuonur dd mm deßm.‘ : in'Orlente .

‚ . Cnndidn mein la— Iuce dinm iii Delo. _. _ ' ‚

(45) Rime di Curzio Gonzaga Parse V pag. 132 -fiampate m Vicenz

x585_ in 4‚. '

(46) Aldimar'n Inc. cit. . - - ‘ » ‘ . ;—1 _ _

_ , _(47) \ I primi cinq'ue Cann'd’Héliocfuro di Girolamo Boffi Rampen m M-

!ano per Antonio Borgio.1;s7 in 4 Cent. ; Ra°’. 73V. ’ ‘ „ .(48) Sanno gli eruditi,. che Girtilamo use'ell’i avea. fin dell? anno _1;ß mandato in luce nella Cittä di Venezia per le Rampe di‘ Plinio Pietrasanta 1L li- bro prime, cui ältro poi non ne succefl'e: Del Tem‘pio alla divin-n Signum Dan- na Giovannn d’Amgona fabbrt'cßto- dn tutti ; piü genn'li Spir:iti (9' in Inne le lingue principali del mania, che & una copiosa* Raccoltad1 P'oefie toscane, l-atine, greche , e cafl_igliane in lodb- di (ai Matrona. Om Giuseppe Betuffi vo- lendo celebrare mdlre altre Signore, scriffe -un suo Diabgo intitolato: Le Img—

gini del Tempia del/n Signom Donna Giovanhn Arngann, impreffo in Venezta.

per Gieanni de Rofli _xgg7, dove & cart. 16 e 17 porta le riferite commenda-

zioni , ed altre ancora‚ di Donna 1 polita. _

d' €49) Marl Don'Ferrante in %rufl'el*les a’ 16 di Novembre de! 157 m etä

1 zum 51 . _ . .

(go) Nella Kaccoltz intitolata Gapiluporum Carminß ii legge alla pag. 57

guefio esa£tica di Monfignor ] polito: ,

Hippoljtn, ex;ir um jan: de/fm*flne parentem, Et pnlcßro rend! ungur nature ganm‘.

Non xfli de:ount ‚geminu [.achque :epuhbrum, . . Non qui fibriaiula deflm't are cruor.

.A_t decomnt cruor Ö‘ gemitu.r quo: edidit [za/fix,

‚Q'ui cecid’it „tier illim ante pedexf _

(p) Abbiamo* una. lettera originale del Capilupo scritta. cl'a Napoli fl gfor—

119 m di Diambre del 1557 al Catdihal Ereole Gonzaga, ove per parte di .Donna. Ippolita 10 regen ; impetnaxle dall’ Impeatoee una lettetac', che prefl'o i

Carrafesch fe conci iafl'e maggwr ri elta, .

(52) Im: altra del medefimo 3t-a i"l 'ornc z; deflo flefl'o mese ed anno Ieggefl queflo articolo: I dem” Signari pertßona in dir abe non voglimo, ein In Signom Donna, Ifippalita ritomi pi?! 4 vivere con ma mariro in cam Ion, (D‘ ßanno- afiegnatn um: prov-ui/ione di Jeimi/n und? Fern» 41 [or figlf'uolo, :e- eando cb’ egli din „ accioccbé can deni denari - pq{fn vida'er cart fini- mglz'e

"]bpardto Ja lo». Ciß il. Sigmar Dan Fermndo hmm; memoria _ba'uenda inte.rzz

‘gueß’a pratfc‘a :cri.r.re alf;z Signorn Principefia,. cße per como nimm vole'u», obe S. Ecc‘. de[fe In Signum Dann:: Itlippolita 5 um 'marita .:e il marr'm non pi- glia‘ua un G‘entiluomo, (9‘ una Gentildanna, penone bonnrate. le quah' fle1fercr in compagm'a delln Signum Damm Hippolita, per oter sempre der como del/ß win; di [ei 4 mm: $! mando, du6irande S. Eee. : il marito, il- quai & gia—

wma, e un poco capriccio.ra‚ non faeeß'e un di una .ffr io ß'”ß S'igna'ra .!uß C0flfirte; calomniundola in mm cbe non fo_[fe wm: ;! c 3. Eco. valwn ri- mezf{are Colin presenza delle due perfone JoPra dene. Her ]? ba dß conflderar in ca:o*_cße In fignara Principefla vengn ; Wnta'un yuel abe ]? ba du far della ngnom Dbnnß Hr'ppolitn, cbe ? qui in casa di 4.9. Eva» gi} malte seni—

mane (9° nrefi' fe. In vegga eb: .mrü dx'jfieoltä ;: „over quefle due persone,” Je fi vom? .regw'r il purer del Sig. Don Ferrando, (D' ritrwate/e, mrä dx]fieoltä

(11)

133 Amurmzrom ALLE Mamma

„] P „I:, parcßé 14 pravwflme dallt' u£ mit; scudi & po“, Ö' ii_ Principe di Sei i‘m im: vomé n:re.rnrla. !! —capducsr l: Stlgacn Donna Htplmliza ; Mrßm m» par: lmuflo, :: il nnrito nur. „wenn, 751 abe egli_ _mn_z [anbbe _.i;,«'penbé per {ud c£e dimoßra I’.nma (” n’é(gg) Quelle Sonetto detto chiaramente D: alarmDun d_i Mania an a! n-' ‘ ' ’ ' _ tntto nie/14 Sigurd D. Hippoiin Ganzega mu moglie fi' trova in ne all_a. se- 4;pnda parte della Mrzü— "di"; ; Lodovico’ «Patente ihmpm in —Nap_0|i n;!

:;64 pag. ;46. 11 Crescimbeni ne’Comennri citgti -crede-‚ che fofl‘e scr1tti’"m

„morte della neflra Gonzaga; ma mimndofi bene fi conoscerä‚ ch’ elle. era anc0r Viva qundo tal.c‘om imento -ebbe *lucita: il che meglic fi xileva dalla dspofia‚ che in per.rmn— de la inztugine il Patemo- gli fece .

- . . „ in deine illuflre, tb:felici alien

Vi pub fu J”ore‚4 mi nut’ic-fim'giz'o, Bam-&— iv;£mornlcr‚ ‘z'mo, : miglio,

Mi come» ob: 4 mio peter v’acguete.

Cie uJei preß e vi-‘va mm vedetr, Pur volgende ver m ca! «aha il it'th

‚Que! w' fi maßm, ond’.io figun pt'glio, : Ed (md: rpenc wi pnnür Jowe.

‘ Ob: came I’morosa fiella ; i law"

V . Del...Sol :\:cona tal £e‘l vage a:petto, Co:} #4 an muggior June il wmir' wie;

Dun *Än(ra£öoafiota„m.i aken'v3‘ ‚.

C : not. Jia pci abi :capra il gran deßa

‘ „A Mmiomaa, t’avw'm m’ardn ed allmm'.’

(„) Donna

Isabella «di Capua nach di vivere in N;gefi nel Dicembre

de! 1559. Veg afi l’eflratto del _suo teihmentv nella -mia { rin della Cini ; Ducato ii Gua alle Tom. III 145. IX pag.(gg) Anadi [ Camo too. II:. _

(;6) A pied€ delle Lettere di Men£gnor Paolo Giovio fiampate in Ve—' nezia da! Sefi'a net 1;6o in 8.5 ä1m‘ Letter; _di Tonmäfo Porcacchi de’ t8 di Aprile_ delle flefl'o' anno afla _Signora*Bianta' _ ’A'umra da Efle," ' _ lgnorßeveIrenele dicerdelle

Signan di Spi/imöngo, _0' cc» gu:fiod‘Am/fi, uno del/4. Stgnora Dann: Hip dinve- te far)Gonzag.zum 1:11:Ducbe 4 diSi war; Mondra—Duclnfl'a gone,lem' t’boggi baßbia I’Itali4 jäpm. ämm. incinmma: uno del/n Signumconcorrenzm diDünenglon'aSan everx'u,nude/im) figg‘mo; 4mv'oée ‘ /i„ig ‘ V.: „mpeg-‘C'9'‚mieleakri de’Saunarinci_pali intel-0 Ganze»:$.

in worte di que! 4 ran" Signum.

(57) L. Raccolta per titolo: Kim: di Ji-uerß' no&zlhflinui ed ectellenflfi—_ mi Autpr in mone delle Signum Inne— delleappreflb Demmin a_Gimäa_rzfla Gun-a I;6rSignore di Spilimßergo. In Veneziain 8. H Sonetto d’Ippolita. fu - @ripübblicato nelle R1me di cmquanta Poetefl‘eneile Rimatrici d‘ogni secolo nnite da Luisa Bergalli.raccolte da Lod0vico Domenichi,‚ (58) .Corfisponde : tutto qneflo—ciö che fi_leg}ge 'ne! 'Necr0'logio della sa- gtiflia del Convento-dL3m Domenico Maggiorevio Leif. A 501. 83 Nam. g.. Illr‘l'u D. 954 IIippo/r'td=di Nap'bfiGonzagasérbataDu::ne'li’Archi-Mami:

. qugoegi:.filiu ”[in" D. Der: Indinsndi

Ganze .: Principz'r Malfe8;‚ Ö' Dacia“

Artam‚_Capitarm' Generali: Cm. %jeflatir, (9' Proregi: Sicilz'e ultra pbarum,

#:le Ilhfii 1). Dan Awaau'i Cam/le Duff: Manni: Dragonit, ‚aus evalaw':

(12)

Dr D. Ippoum_ Gonz.x_xc_m . 1133

ad aurea aßra bon: :eptz'ma diei :equmzi: nagw Marrii 1;_6; , Ö“. covpn: eju:dem delatn__tm g} in . Templm„_ .S‘.‘ Dmim'ci .a *Naa_pdi }aum m'tgüß_„ pomp'm I°_‘rgtrnn_a

'Öfdi"i£ :t644k4rprmfirevducmoruma a- C“fif“5 WW“??? f°°"‘€”""

am de apru;;_elz.„Anéhg Ca.! notizia % done dell’ üéonijqr‘abtleßmxc0 Slgfl°'i'

D. Francesco Daniele. _ g , ‚ - .. ‚_ ._

v (59) Cioé_Dongaa Maria Gardena, di cni vedemmo- el!'ere_ _tiato compoflzo .un Pan: ifiC°‚;„dfi-Qt_te_nfio,hndo £ta.mpato_ cpu_quello- _c_ii Lucrezta an;a‚_ga .

(60? co il giudizio di queflo ’egregio e pie letteräfo interna al» coli:une .di'D9m“ @“h‘éä"ü( noi- abba.flanza d—ifcs; dallg, calgpxiie ide” malcvol1. E _poichjk_nell’atto_dißggpgfi- li ultlmi foglj- della"wprcségtz‚. opegeüh *" 'P°_fifl!

non mai. abbaflanza „commen abilé Sig. Dort Francesco Däni_elefirct ha_ f°_mlt0‚ 31 un belliflimo Sonetto _i_n mone4di- Donna Giulia, spritto “da que! _S_ertono_-Pepe nominato nel teihmento di lei, qual fi xitrova espof’to e celebra,tmm ux_1 Dialoge .inedito di Cammil}o_ Pellegtino, ch’ egli_ zconservt autografo _nella sqa.. le_rgria ,

—intitolat-0„Del‚ Conqcm_z‚ antigp_ , ae] qual;_Di_alqgo ‚sono interlecuton_ rl Pnncxpe di. Cenca, 'Pompce Gitfgliang ._-;Giamäatifia Mariä, : Capamilio ;Pe)llegnno;‚

gioverä. i'l'.comunicac ai pubhkicmgolßimero pafl'o del Dialoge .1’ erud1ta. sciiP°_“.z ldi queflo infaflcabile d_et&flimo Lettetato.. ' _ - ‚ _ '. _ ‘ ‚_

. Pr. Her wgnamo nl.’Sagetto _del Pepi.. Q_ummqnggegegli e.t_amgnh:n :_J; queflg valenti £uami_ni MOJßrte Äi_.‘_glliß_i„„, mpafirgeoag ; locmzom, 10 ne ap;

por;eß una de] 2epiz(.c’zjo 'mqy_m’ in me )„pimurgso ; ‚per 14 „ein {alle von, 059 bu n'pzfene di‘ connuni, di. ua» tung,. :; gm:ioso aJI’ onccbm; : poßp_

"” 9' ”°” 54659 qpn't‘m'c centrcppofilion' um? cbiare ‚_ 5.) cos! :ffjfh “WM 31!

"PP°"“" 491 chßl.e„del Can fi wuom. blaue, "°.” »ä,cfb’ eg " ”°” ß“ “"

trett_aigto bellq „; dglc_q,_e grau,»)? com; ogni‘uä dj gulli. «ll_ Suunto fu fd“?

in uam di D Giulz‘a‘Gaagzag4gfigm—ucdzgzg; ‚_ ._ - _ *

‚Que-11a, 05: juni ai Moinio-ungua no‘n‘ßeßie‘ '

« 'Hu;mma g:!aria, : fu qmrlob’angel firn,‘

Da 14 cm' gran ßellezza ii grido_ con:

Tante 4 [: firane Mimi , : creßbe‘;

Per mi"di Lit; i) 10 Seite 6956: _ L’oqqu»fl; ?! am:, : Peru 4 prwa {qm} '

Cé_i‚arg ajll_u' piig cbe 1’}Jequo‚ : gb: 1’0r:e,

‚ »Npuq 1üce moremio, 41 Sido accreß_be.‚ {

£ 1_ucrlglorin nel {man nfilm ‚

_ D’bor;oy qui sung ‚'__ 969 _’I- „may; I’d: . _ __ ‚AI_:ulolcono minßie mm mm $.; v

Ira-vide Pan-be, obs traum}; ;il o, [ Di,;ui}piü _bel non vide occbz'_o mmdej,

Voi tag iete 4 Mama ogm' nm ompa.- ' _

Cmu'nciute Mariui :; discoprir le bellezze di que a Sanenm Man Veramenn „.

(Eegue_la spofizione che ne fa il Marihi; e venendo al verso, Gée di Lin" per Iei_ep. li soggiugue) In. —queßa made werrebße’t din, abe er In grida delle bel/me di D. Giulia Ganzaga [’ Imperator: de’Turcbi &gt;: 9 numiata Parma- ca um di mare 4 1;apt'rla‚ihfino alla Cimä di Fondi, dev: den; Donna face};

dhnora .'. . . B\ellij]3ma met4fbn & il din che la Sciu per c4gieu di queß4 Damm be-u-ve [’.onda del erigiiur;o g:.“ « _

(351) Benchä queflo Sonetto [ia Rampato nella. Raccolta in morte di Donna.

ippohta, e tra le altre Rime del Pellegrino, fi ‘: pcrb tolto dal Canzoniero ori- gmale pu_ffedum dal preiodato Sigmar Daniele, da cui fi attendono eruditiflime notizie dx quefho elimio Scrittore.

(13)

/

. >134\‘ ANNOT. ALLE MEM. D1 D. IPP0L. GONZ.

> (62)_ St; geil: dena Raccolta . _ _

. ‚(53)_„1äjßtoisofitq de'lCardinaL-Francesco 6 gut; ncondare‚ che una con39.

‘htotiai' ä‘3pg crittä*in;ymorte della Sorelh‘ft'rova » i_n quefto libr8fl0'i‘bonardi Mhldrp?3aDivi Ser-uamri: Fmifz'e Cizhonict" O'rario ‘in funere Fr.;m‘isci Card.

Gonzßge AfL/mm.; babz'ta noni: Februufii 1566_. Huic adjeflne turn Eptflolc con—

‘.rolatori:e ud :undem due, ultem cf: abitu Heräuli: Card. putrui , altera Sorarir’

I'I_x}zpalyte. Pbilagerpn: Ö' Clidmm: Pbilopom' Franc: Mantug‚exmdebant men-

'{é‘inarzia 1566 in. , ” ' ' ‘ ‘ ‘ “ "

'“ (64) In ;ron ‘lo‘afi'ennb giä unicamente ap aggiato all’ autorit:‘z del Crescirri- 'beni; ma bens’i al nü};l'gor te‘flimoni‚o di, Gio: *3mmillo Mafi'ei da Solofra, che il giorno m di ’Febb'räjo de! '1564 'difig‘endo' all’ Illuflrzflimo (? Becallmiflirim S. Don Antonio Carry}? invirto Data 'di Mondragone xl suo libro intitolafo

Scaln natural“ obwro Funmfirdolcißmg interna elle cafe acculre, : defia'erate

”":/[u Filafafia‚ coäl a. llü scrifl'c: '‚gueflß ? quellß' ‚operirm, cbe tirb face ran part: de! noßm ragianam‘ento, gun o:i gia'rni a dietro, pßrtendo dal/4 fa! 4 di 'Ve „via ‚‘ il dilettwole.pianq'di Paln'm’ä diparto varcawzm'a, da pci per?) d’ b.:—

‘Uerrin' fand degno "V. Een”; :b' in fenufli almm' fonetti , : eßin‘: inrorng ; quelle divimflirrm Gonzz u, &; uule pei-efl‘ere fißtß nel mando um:, merimrnente Ja! femme Iddio !: fu am (a 'i came :} preßq lg ritolj'e.’?/ger cbnfoyte. Sefline : finetti ab ! ?o' han vidi m;; piz‘4' .r?elte 'parale«, *piü ‘ri onbnri nme, e piü dolci pen/ien'. Né teßimanio ‘1n'a'i mal ab: ca)? mi ferner e teln ordim d’oro, omam di perle, I(9'vingbirlandatc di fiari. L’nprt'mer pai fu di maniera, abe l’aria blm „ll’ e1[er‘ pin»; di :wüißrßx'ötäüfä,‘ iw;upn*fln——e_ gli'mcelli # ri:—

prmder dalremmte camando n quéI—_ o'on’unitd-„fl r'Mnffi:i iteflir—fltl- prima“ Grade Hella sua. Scala-ca‘p.as“pte$é‘ mmiv'o ‘di' lodar Ippolita nella figliuola Clarice, dicendola nam per rifnrmar que/la divir_bfflima Dec Gonzagß, abe parendale vi):

il fldr fra noi ;: n’andbßl .mo Fartöre. - ‚

(65) Rime di diverfi ehe/l. Außen" in mar» dell; Illußriu. Si . D. Hip—

palim Ganzaga. In N'apoli upprefi'q ‘]ot —Marie Santo xy64. in . Dopo i componimenti di 'Cinquantotto Anton in toscano, ne segu0no i latini di venti—

quattro .

(66) Quelle Poafle‘ del Gosetini in lade cl’Ippolita sono Hate da me cerca—

te indarno. Le citb"nonditneno il 'Bemlfi nelle Immagini. del Tempio di Donna Gioarma d’ Aragona, ed anche “ Chiesa ricorda le “vugbe : terze rim: di Gin- liano Gozelim' Penn Manferrino, il gun/e fm gli altrz' abe l’banna celebrata, mai non ß & veduta {hmm d’inalzzrl; fin ul eielo. In alcune delle edizioni di sue Rime offervate da. me non fi trovano certamente ; nä come di cose separate da quelle veggo che puma ne parli il Ghilini nel suo Teatro d’uamini Ieneran' , e che nulla aggiunga il Mandofio nella Bibliotheca Roman, dove colloca il Go—

selini come nato in Roma. ‘ _ ‘

(67) Tbeatro delle Darm: Laterne pag. 183 . ' (.68).Commtari loc. cit. pag. 24.4.

(69) Campauimenti poetici delle piv‘c illuflri Rimßtrici d’ ogm' Swo!o P. I

a . 260 . ' -

p g (70) Iflorz'ß e Ragt'one d’ogm' Poe/ia "Vol. 2 pag. 251 e g62 . (71)‚ Delle Lettere ed Ani 1VIanto‘uan: pag. 9o'. - (72) Staff“ de/Iß 9nte(ratum In:/. Tom. VII P. I pag. gr .

F I 'N.—E.

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