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Tibet : i mutamenti della storia

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Academic year: 2022

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(1)Tibet : i mutamenti della storia. Autor(en):. Delaite, Anne. Objekttyp:. Article. Zeitschrift:. Actio : una rivista per la Svizzera italiana. Band (Jahr): 95 (1986) Heft 4:. Maggio : mese Croce Rossa. PDF erstellt am:. 30.01.2022. Nutzungsbedingungen Die ETH-Bibliothek ist Anbieterin der digitalisierten Zeitschriften. Sie besitzt keine Urheberrechte an den Inhalten der Zeitschriften. Die Rechte liegen in der Regel bei den Herausgebern. Die auf der Plattform e-periodica veröffentlichten Dokumente stehen für nicht-kommerzielle Zwecke in Lehre und Forschung sowie für die private Nutzung frei zur Verfügung. Einzelne Dateien oder Ausdrucke aus diesem Angebot können zusammen mit diesen Nutzungsbedingungen und den korrekten Herkunftsbezeichnungen weitergegeben werden. Das Veröffentlichen von Bildern in Print- und Online-Publikationen ist nur mit vorheriger Genehmigung der Rechteinhaber erlaubt. Die systematische Speicherung von Teilen des elektronischen Angebots auf anderen Servern bedarf ebenfalls des schriftlichen Einverständnisses der Rechteinhaber. Haftungsausschluss Alle Angaben erfolgen ohne Gewähr für Vollständigkeit oder Richtigkeit. Es wird keine Haftung übernommen für Schäden durch die Verwendung von Informationen aus diesem Online-Angebot oder durch das Fehlen von Informationen. Dies gilt auch für Inhalte Dritter, die über dieses Angebot zugänglich sind.. Ein Dienst der ETH-Bibliothek ETH Zürich, Rämistrasse 101, 8092 Zürich, Schweiz, www.library.ethz.ch http://www.e-periodica.ch.

(2) Croce Rossa Svizzera. ANALISI Net 1959, nell'indifferenza generale, una delle più antiche teocrazie del mondo rovinava nel sangue. Ancor oggi il Dalai Lama in esilio non perde la speranza di ritornare un giorno o l'altro nel suo Paese. Fra ieri e oggi una pagina di storia. Anne De/a/fe Tibet si è aperto ai visitatori dopo 200 anni di interdizione quasi totale. La seduzione di questo «Tetto del mondo», sospeso fra 3000 e 7000 metri di altitudine, pieno di mistero e di esoterismo, non è cosa nuova. rari viaggiatori del tempo passato, che sono andati aldilà délia formidabile muraglia himalaiana, sono stati sedotti dalla personalità di questo territorio di 1,2 milioni di km quadrati (26 volte la Svizzera) e dalla storia tormentata. Nel 1914, quando si préparava ad entrare clandestinamente nel Tibet dal Sikkim, la celebre viaggiatrice Alexandra David-Neel era indignata per la politica délia Gran Bretagna, che mirava a creare «un immenso perimetro di sicurezza» attorno al vicereame dell'lndia. Gli inglesi infatti avevano vietato agli stranieri non solo territori adiacenti Afganistan, Nepal, Butan, Sikkim, Assam -, ma anche il lontano Paese che sépara il subcontinente indiano dalla potenza cinese.. Dal genocidio culturale alla demaoizzazione discreta. errare nelle steppe. Schiacciata ogni resistenza, fu imposta la lingua cinese, le immagini del Dalai Lama furono proibite, le ricchezze agricole e minerarie portate in Cina, e nel Tibet furono costruiti e installati aeroporti, strade strategiche, stazioni radar e basi di missili nucleari. Alla fine, il problema tibetano non esisteva più.. il. I. i. -. L'isolamento del Tibet non era cosa nuova Fu il sovrano manciù che nel 18° secolo aveva messo fine. alla tradizione politica di apertura del Tibet. E Dalai Lama, signori del Paese, si erano sui. bito adeguati per premunirsi contro rischi di invasione e contro l'influenza sempre più grande del «leone» britannico, occupato a completare la coni. 22. ACTIO. TIBET:. Bisognerà aspettare fino. al 1980 per vedere una. certa evoluzione délia politica cinese. Pastore f/'befano.. quista délia pianura del Gange. Saranno le truppe comuniste cinesi che entreranno a Lhassa nel 1950. L'accordo sino-tibetano del maggio 1951 prometteva l'autonomia politica, la libertà religiosa e il mantenimento delle strutture esistenti. Questa politica prudente non fu perd ben accetta dai Tibetani e la resistenza sfociô nella rivolta fallita del 1959, tragedia che spinse all'esilio il 14° Dalai Lama, capo spirituale e temporale del Paese, che ha oggi 630 anni (51 in realtà, dalla sua ultima rinascita). Circa centomila fedeli l'hanno seguito e formano ormai una diaspora disseminata soprattutto nei Paesi limitrofi, India e Butan, ma anche in Svizzera, negli Stati Uniti, in Canadà e in Australia; cosi possono tener. viva la loro civiltà e la grande. tradizione culturale. Si parlô poco, all'epoca, dell'occupazione del Paese de parte dell'esercito cinese Negli anni '50 era tuttavia la prima volta che il Tibet, «Tetto del mondo», per i suoi abitanti, «Paese dei fantasmi» secondo i Cinesi, diventava qualcosa di più preciso per l'Occidente. Nel Tibet, dopo che l'insurrezione era stata repressa, non c'era altro da fare che applicare la politica generale cinese: il «Paese dei fantasmi» sarebbe diventato una «regione autonoma»: amministrazione religiosa abolita, confisca delle terre, templi e monasteri sconsacrati, monaci espulsi, imprigionati, obbligati a sposarsi o a. Flu Yaobang, segretario generale del partito comunista cinese, in un viaggio a Lhassa nel 1980, constaté che la politica cinese nel Tibet era stata un grave errore, e che gli abitanti avevano sofferto molto, soprattutto durante la rivoluzione culturale e la dominazione della «banda dei quattro». Da aliora sono state fatte delle concessioni: meno imposizione délia cinesizzazione, meno prelevamenti alimentari, autorizzazioni di riaprire alcuni monasteri, permesso dato a circa duecento monaci di stabilirvisi e insegnare la tradizione, e liberté concessa loro di non chiamarsi più fra monaci «compagno Lama». Gli abitanti sono oggi occupatissimi a restaurare i santuari dei villaggi, luoghi di culto e i modesti punti di pellegrinaggio disseminati un po' dappertutto sull'altipiano. Ma, nell'insieme, la pressione cinese resta molto sentita. Cid è dovuto i.

(3) + AN ALIS!. I. MUTAMENTI DELLA STORIA ITIBETANI IN SVIZZERA: CENNISTORICI //pr/mo gruppo d/'/mm/grand f/befan/'arr/Vb /n Swzzera ne/ 7967, ma // torn es/7/b verso /'/nd/a com/nc/o g/à ne/ 7959, dopo // fe///menfo de//a r/vo/fa confro /a c/om/naz/one c/'nese. Appena /'n/z/'afo /'es///o, un gruppo d/ appass/onaf/' de/ 7/bef dec/se d/ cost/tu/re /'Assoc/az/'one per /a creaz/one d/' case f/befane /n Swzzera. A/e/ 7963, una dec/s/one de/te aufor/fà fédéra//' perm/se a//'Assoc/az/one d/ far ven/re 7000 f/befan/ /n Sv/zzera. /.a Croce /îossa Sv/zzera s/ assoc/ô a guesta az/one come opera uman/'far/à r/conosc/ufa d/ a/ufo, s/ /'ngagg/o a preparare /'accog//enza de/ r/'fug/af/ e prese parte a//e spese d/ ass/sfenza. /n guesfa c/rcos/anza furono soprartuffo /' canfon/ de//a Sv/zzera or/enfa/e cbe r/sposero pos/f/vamenfe a//a r/'cb/'esfa d/' sfab/7/'rv/' de/ f/befan/. Affua/menfe, /'Assoc/az/one copre /'SO % de//e spese e /a CSS //20 %. Ouesfo programma d/' a/ufo à sfafo f/'nanz/'afo un/camenfe con fond/ pr/Vaf/' o graz/e a/ s/sfema de/' padn'naff come gue/// de//a CSS ad esemp/'o. /n Sv/zzera v/' sono pure a/fn grupp/ d/ f/befan/. A Trogen, presso // v///agg/o Sesfa/ozzf r/s/edono sopraffuffo bamb/n/. W sono /no/fre /' cos/ddeff/ «bamb/n/ d/ Aescb/mann», /'/ndusfna/e sv/zzero fedesco cbe s/ assunse fuffe /e spesé d/' frasporto d/ un gruppo d/ f/befan; cbe furono pof /n parte, ancbe adoffaf/ da numerose fam/g/Ze sv/zzere. mf. ßamb/no f/befano.. l/edufa parz/a/e d/' t/iassa, capo/uogo de/ 7/bef.. anche al fatto che chi detiene il potere viene dall'esterno. Sui problemi di fondo, Pechino è intrattabile e nega l'identité propria del Tibet. La promessa di fondare un'università e un istituto di studi buddisti o di restaurare il Palazzo d'estate dei Dalai Lama non basta a far dimenticare le condizioni severe che dovrebbe accettare il capo spirituale se decidesse di tornare dall'esilio: rinuncia a qualsiasi. velleità d'indipendenza, proibizione di risiedere nel Tibet, impegno a lavorare per l'unité. della Cina. Malgrado il vivo desiderio di ritornare nel suo Paese, I'ex dio-re del Tetto del mondo non intende cedere. Per lui, l'essenziale resta il riconoscimento del diritto di autodeterminazione dei tibetani, un vero miglioramento delle condizioni di vita e la libera espressione della volonté popolare.. in 111 ^wfffffTfTTTCBSa (HHÏÏTÏÏn liiiiiiiii s fimiiiimi iiiiiiiii* IT i ilii. ACTIO. 23.

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